Capitolo 24.

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Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte  qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.

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Dakota's pov

Il fuso orario sarà sempre la parte più problematica di tutto questo casino con le nostre partenze. Non ho dormito nemmeno un secondo e oggi io una marea di cose fare, dato che festeggeremo la festa del papà a casa mia con tutti i miei fratelli. Stamattina sono uscita presto per fare pilates, poi sono andata a fare la spesa e adesso sono tornata a casa e sto cominciando a preparare tutto con le mie sorelle. Jamie è a Londra per la festa a cui è stato invitato dal suo amico Steve, da quando sono arrivata ho avuto a malapena il tempo per scrivergli che sono arrivata sana e salva e non gli ho potuto chiedere per quanto tempo ha intenzione di rimanere lì. Glielo chiederò appena possibile. Mi manca già e ho bisogno di sapere quando tornerà qui da me. O se dovrò andare io da lui. Qualsiasi cosa andrà sempre bene.

"Quindi avete anche una casa in Irlanda adesso?" Mi chiede Stella, sciacquandosi le mani sotto il lavello.

"Si.. Ma ci staremo solo quando lui dovrà tornare per girare la nuova serie tv o quando andremo a visitare suo padre. Non è una cosa definitiva." Le spiego, asciugandomi le mani con uno strofinaccio. "Ma non parliamo di questo.." Mi avvicino a mia sorella, sfoggiando un sorrisetto da sorella maggiore che sa qualcosa di troppo. "Un uccellino ha vuotato il sacco, so che stai prendendo lezioni di recitazione!" Esclamo, e lei ridacchia. "Quando pensavi di dirmelo? Eh?" Le chiedo, dandole uno schiaffo scherzoso sulla spalla. "È una cosa bellissima!"

"Beh... Grazie!" Risponde, ridacchiando.

"Vieni qui." L'avvolgo in un abbraccio. "Sono tanto orgogliosa di te!! Hai fatto la scelta giusta!" Le bacio i capelli. Lei mi sorride e annuisce, ringraziandomi.

"In realtà ci pensavo già da un po'.." Mi informa, quando la lascio andare. "Poi quando sono andata a trovare papà in Spagna ne ho parlato con lui e, non so, credo che mi abbia dato la carica giusta." Dice. "Solo che..." Abbassa il viso, interrompendosi.

"Cosa? C'è qualcosa che non ti convince?" Le chiedo.

"Beh..." Sospira. "Sono la figlia di Antonio Banderas. Ho paura di non riuscire a crearmi una mia identità nel mondo del cinema, ho paura di rimanere sempre e per sempre solo sua figlia." Confessa. Io le sposto una ciocca di capelli dal viso.  "Ed è una cosa bella, certo, ma ho paura di non essere abbastanza..." Mi dice. Capisco perfettamente come si sente. Questa era anche la mia paura, e all'inizio è stato così.

"Capisco benissimo come ti senti..." Sospiro. "Quando ho accettato il ruolo di Anastasia, certa gente non sapeva nemmeno scrivere il mio nome: ciò che importava è che ero la figlia di Melanie Griffith e Don Johnson. Per anni è stato così. E a volte continua ad essere così. Però devo ammettere che la situazione, a distanza di cinque anni, è migliorata da morire.. e finalmente vengo nominata senza che il ruolo dei miei genitori venga coinvolto." Le dico.

"E se io non fossi in grado di riuscirci? Se rimanessi in eterno solo e soltanto 'la figlia di Antonio Banderas'?" Chiede, sospirando con frustrazione.

"Credo che sia presto per questo, tesoro." Le metto le mani sulle spalle. "Per ora prendi queste lezioni e vedi come va... quando la cosa comincerà a farsi seria, allora dovrai porti queste domande. E, fidati, se avrai visino di qualsiasi cosa io sarò qui per te."

"Lo so." Mi sorride. "Grazie." Mi abbraccia di nuovo.

"E poi per te andrà meglio. Voglio dire: tu sei più grande rispetto a quando ho iniziato io... sui giornali non hanno mai detto nulla di male su di te, non ci sono scandali di nessun tipo. Sei.. pulita." Le accarezzo i capelli. "Andrà tutto bene, sorellina."

"Grazie. Significa tanto per me." Mi sorride.

"Anche per me. Davvero." Replico, sorridendole. Poi mi torna in mente la marea di roba che abbiamo da preparare durante le prossime ore per la cena. "Adesso però prepariamo la cena... non voglio cucinare tutto di corsa con i nostri fratelli che mi distruggono il salotto perché sono affamati." Scherzo, e lei scoppia a ridere. Ci rimettiamo al lavoro e nel frattempo Grace torna in cucina, dato che si era allontanata un attimo per una chiamata.

"Allora..." Mette un braccio intorno al mio collo e uno attorno a quello di Stella. "Che mi sono persa?"

"Solo un discorso toccante tra me e la nostra aspirante e bellissima attrice." Rispondo, baciando la guancia di Grace. Lei ridacchia in risposta. "Te ne farei uno anche a te ma, sai, non sono una modella figa." Alzo gli occhi al cielo in modo scherzoso.

"Scherzi? Sei la più figa tra tutte le persone fighe che conosco!" Ribatte, facendoci scoppiare a ridere come delle sceme. Io scuoto la testa, continuando a tagliare le verdure. "Sono seria." Sospiro, alzando gli occhi verso le mie sorelle. "Siete due creature meravigliose, entrambe avete l'arte del DNA, come tutta questa famiglia... siete capaci di fare qualsiasi cosa se ci credete davvero." Entrambe mi sorridono in quel modo adorabile. "Solo.. non abbattetevi mai, non lasciate che accada. Questo mondo è molto bello, ma sa anche come distruggerti. Dovete imparare ad esserlo, e io so che ci riuscirete." Aggiungo. "Ma per qualsiasi cosa, io sarò sempre qua per voi. In ogni momento. Pronta a prendere a calci chiunque." Non faccio nemmeno in tempo a finire il discorso che Grace mi sta abbracciando da dietro e Stella da davanti... e io ho ancora un coltello in mano. E le lacrime agli occhi. Sono davvero tanto orgogliosa di loro e delle loro strade per il futuro. "Oh, cavolo, che mi prende?" Mi lamento.

"Sei semplicemente la sorella maggiore che sa sempre come farci piangere e che ha solo buoni consigli da darci." Dice Stella, tirando sù col naso.

"Esattamente, big sister." Aggiunge Grace, sorridendo con il viso nell'incavo del mio collo.

"Vi voglio bene." Mormoro, cercando di non far uscire le lacrime con tutte le mie forze. Siamo già in ritardo, non posso permettermi anche un crollo emotivo. Di sicuro non ci nutriremo con le mie lacrime e i miei sentimenti a cena.

"Anche noi." Mormorano entrambe, abbracciandomi e baciandomi la testa. Sono davvero orgogliosa di loro. E posso augurargli solo il meglio della vita.

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Damie • The love affair IIIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora