Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vicende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo.
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Jamie's pov.
"Ehilà.." Esclamo, quando scendo in salotto e vedo Dakota sul divano, con una coperta e una tazza fumante tra le mani. È ancora presto, dormono tutti, io mi sono svegliato qualche minuto fa e non l'ho trovata, così sono sceso.. "Sei qui, ti stavo cercando."
"Già." Forza un sorriso. Mi siedo sul divano e appoggio i suoi piedi sulle mie gambe, dopo di che lei mi copre con la coperta. Le chiedo se va tutto bene e le posto una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Magari si è svegliata perché sta male, le capita ultimamente. È stata male persino la sera di Natale. "Un po' di nausea..." Scrolla le spalle.
"Posso fare qualcosa?" Le chiedo.
"Mmmh." Scrolla le spalle, con aria differente. Scuote la testa e si accoccola contro il mio petto. Io le circondo le spalle e la bacio tra i capelli. "Così va già meglio." Mormora, con tono di apprezzamento. È sempre così.. Va tutto bene quando siamo insieme, anche il mondo fuori sta per spaccarsi in due.
"Pronta per stasera?" Chiedo, cercando di cambiare argomento per sdrammatizzare la situazione.
"A mangiare? Proprio.. No." Ridacchia. "Però non vedo l'ora di iniziare l'anno nuovo con te e le bambine.." Dice, sorridendo. "Ogni volta mi vengono i brividi se penso a tutte le cose che fantasticavo di fare con te e che poi abbiamo fatto davvero. Pensavo che sarebbero state sempre delle mie fantasie, invece adesso sono tutte realtà.. è la nostra routine." Dice.
"Già." Sospiro, accarezzandole i capelli. Provo esattamente le stesse cose, nonostante adesso anche tutte le mie fantasia facciano parte della nostra vita quotidiana. Ogni volta, continuo a rimanere meravigliato. Ho sognato una vita con lei per tanto tempo, un sogno ad occhi aperti.. ma non pensavo che sarebbe mai diventato realtà, che avrei avuto il coraggio di lasciare mia moglie, le mie figlie, la vita che ho sempre sognato. Ho avuto il coraggio e la forza di riconoscere che quella, in realtà, non era la vita che sognavo.. era una vita della quale mi ero semplicemente accontentato, continuando a dire a me stesso che non era così, che stavo sbagliando, che quella era la vita che avevo sempre desiderato, per la quale avevo lottato. Ma mi sbagliavo davvero. Non mi sono mai sentito così vivo come quando ho messo in dubbio tutto ciò, solo per rendermi conto che non era ciò che volevo davvero. Mi sono messo in gioco, ho rischiato di perdere tutto, ho avuto paura, mi sono fatta male, ho lottato.. e alla fine ce l'ho fatta. E rifarei tutto da capo di nuovo per lei, per poterla avere tra le mie braccia così.. nella più completa normalità, ma al tempo stesso con la pelle d'oca, come se la stringessi tra le braccia per la prima volta.
"A che pensi?" Aggrotta la fronte.
"Niente.." Sorrido e scuoto la testa. "Pensavo solo a quanto sono fortunato ad averti. E che.. nonostante il fatto che ci siamo sposati, che stiamo per avere un bambino e tutto ciò che abbiamo vissuto... quando ti stringo tra le mie braccia mi sento ancora come la prima volta." Confesso, e lei sorride in risposta.
"E come ti senti?" Chiede, con tono malizioso.
"Fortunato. Innamorato." Rispondo, di getto. Lei alza il viso verso di me e i suoi occhioni azzurri incontrano i miei, quasi mettendomi in soggezione. "Felice." Aggiungo, rubandole un altro sorriso.
"Mai quanto me." Ribatte. Mi prende una mano e se la mette sulla pancia. "Io.. ti guardo e sento quanto ti amo. Mi tocco la pancia e penso che qui dentro c'è il frutto del nostro amore e sento che potrei scoppiare per tutto l'amore che provo. Guardo le tue figlie e penso a quanto siamo fortunati." Si morde il labbro. "Non pensavo che lo saremmo stati. Non così tanto."
"Ti capisco." Mormoro, sorridendo. Cambia posizione e si sistema sulle mie gambe, a cavalcioni su di me. Mi prende il viso tra le mani. "Il meglio deve ancora venire.. siamo felici, ma lo saremo anche di più, te lo giuro." Dice, accarezzandomi dolcemente. "Io sono pronta a passare ogni anno della mia vita con te. A salutare ogni anno con te al mio fianco e ad accoglierne un altro baciandoti. È questo quello che voglio, non vorrei nient'altro."
"Nemmeno io.." Mormoro, con un filo di voce.
"Ti amo da morire." Mi dice, e si avvicina per baciarmi. D'un tratto sentiamo un colpo di tosse e Dakota si stacca da me e torna al suo posto. Cazzo.
"Ragazzi.. andiamo!!" Esclama Don con accondiscendenza. "È mattina presto." Ridacchia. Dakota si rannicchia dal suo lato del divano e si avvolge attorno la coperta, ridacchiando sommessamente. Io mi siedo dall'altra parte e ridacchio a mia volta per la situazione. Siamo stati beccati come dei quindicenni. Per nostra fortuna Don è un padre moderno, davvero meraviglioso, e prosegue con nonchalance verso la cucina.
"Oh, mio Dio!" Dakota scaccia via la coperta e si porta una mano alla bocca, si alza e scappa via.
"Vuoi una mano?" Chiedo, allarmato. Prima che scompaia per le scale, mi fa segno di no con la mano e torna di sopra. Don nel frattempo torna in salotto con un bicchiere d'acqua tra le mani. Mi chiede se Dakota sta male. "Si.. Ehm, le solite nausee." Rispondo. Si siede sulla poltrona di fronte a me e sospira, immagino che voglia chiacchierare con me. Ma io non posso. Mia moglie sta male, non posso di certo starmene qui a chiacchierare. "Scusa, Don. Con permesso. Vado a vedere come sta." Mi alzo.
"Ma certo." Sorride, con una punta di soddisfazione.
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"Eccoti.." Mormora Dakota, quando mi avvicino a lei. Ho appena messo le bambine a letto, dato che si sono letteralmente addormentate sul divano aspettando la mezzanotte. "Le bambine dormono?"
"Si. Tutto bene." Rispondo, accarezzandole la schiena. Tutta la famiglia si è messa in ghingheri per la serata. Dakota indossa uno splendido abito nero corro e senza spalline che mette in risalto le sue curve, e soprattutto il seno.. che adesso sta diventando molto più abbondante per la gravidanza. "Sei stupenda." Le sussurro all'orecchio.
"Grazie." Sorride. "Anche tu non sei male."
"Pronta a passare un altro anno con me?" Chiedo.
"Uhm.." Mi circonda il collo con le braccia. "Pronta a passarne altri mille con te." Mi dice, io sorrido e lei si avvicina di più per baciarmi dolcemente.
"Non è ancora mezzanotte." Le faccio notare.
"Non ho bisogno della mezzanotte." Ribatte.
E ha ragione.. perché noi non abbiamo regole.
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Buon pomeriggio a tutti!
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Damie • The love affair III
Hayran Kurgu▸ Questa storia è un'opera di fantasia, puramente inventata dalla sottoscritta. Alcune delle vincende scritte qui dentro fanno riferimento a fatti realmente accaduti. Non intendo offendere o insultare nessuno in alcun modo. Terza parte di 'The lov...