[AU] We're Not Friends, Nor Have We Ever Been. Capitolo 1

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Autore: VenerediRimmel
Rating: arancione
Capitoli: 5
Storia originale: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3546635&i=1
Trama: Hogwarts AU. Se dall'amicizia all'amore intercorre solamente la distanza di un bacio, dall'odio all'amicizia e poi dall'amicizia all'amore, la questione si fa un po' più complicata: approssimando per logica, un bacio c'è di certo, ma anche qualcosa di più. Questo sarà quel qualcosa in più.

Liam, quindici anni, Grifondoro per scelta, seguendo Aritmanzia, avrebbe potuto calcolare un pronostico su che tipo di distanza ci fosse tra due persone che inizialmente si odiano, poi si vogliono bene e, infine, si amano.
Theo, diciassette anni, Serpeverde per lignaggio, supponente da far saltare i nervi anche al più paziente delle persone, come il suo migliore amico ad esempio, non avrebbe potuto calcolare tale distanza. Eppure supponeva che essa fosse una via di mezzo tra un pugno nello stomaco e un bacio a fior di labbra, e che questa strada fosse percorribile purché avvenisse nel momento giusto. Perché Theo crede nelle occasioni.
Due occasioni, quindi: una punizione col Professor Ruf e...il Torneo Tremaghi. Basteranno?


Larry convertita in Thiam. Morivo dalla voglia di pubblicare un Hogwarts AU, ma non se ne trovano quasi per niente in versione Thiam


Parte I
prima si odiarono


Se dall'amicizia all'amore intercorre solamente la distanza di un bacio, dall'odio all'amicizia e poi dall'amicizia all'amore, la questione si fa un po' più complicata: approssimando per logica, un bacio c'è di certo ma anche qualcosa di più.
Il bacio al massimo può essere la fine. Qui c'è bisogno prima di un inizio, di due personaggi, dello svolgimento... Poi viene la fine, col bacio.
Bene, allora. Partiamo.
L'introduzione dei personaggi è necessaria per gettare le basi per cui sembri attendibile che prima ci sia stato fra loro l'odio, poi l'amicizia, e infine l'amore. Quindi:
Liam, quindici anni, Grifondoro per scelta, sempre pronto a mettersi in pericolo per la sua maniacale curiosità di conoscere e scoprire, seguendo Aritmanzia avrebbe potuto calcolare un pronostico su che tipo di distanza e quanta, soprattutto, ce ne fosse tra due persone che inizialmente si odiano, poi si vogliono bene e, infine, si amano. Avrebbe potuto, se non fosse così preoccupato che il suo miglioreamico non studiasse abbastanza per i M.A.G.O, impegnato com'era a diventare una leggenda.
Theo, diciassette anni, Serpeverde per lignaggio, supponente da far saltare i nervi anche alla più paziente delle persone, come il suo migliore amico ad esempio, non avrebbe potuto calcolare la distanza che intercorre fra un nemico che poi diventa amico e infine amante, perché al terzo anno ha snobbato la maggior parte delle materie facoltative. Eppure avrebbe avuto il coraggio di sostenere che essa fosse una via di mezzo tra un pugno nello stomaco e un bacio a fior di labbra, e che questa strada fosse percorribile purché avvenisse nei momenti giusti. Perché Theo crede nelle occasioni.

Presentazioni fatte, dobbiamo fare un passo- ehm, no, un salto indietro, all'importantissimo primo incontro.
Saltiamo la parte in cui i personaggi si svegliano a causa dei raggi del sole che filtrano dalla finestra o dalla fastidiosa sveglia che trilla sul comodino... che tanto son parti fatte solo per cincischiare. Arriviamo al sodo, perché per diventare amici, Liam e Theo, ci hanno impiegato un anno intero... e noi tempo da perdere non ce l'abbiamo!
Perciò, dritti al punto d'incontro tra i due.
Liam, di babbana discendenza, dopo aver attraversato un muro tra il binario 9 e il binario 10 di King's Cross, ed essere giunto al binario 9 e ¾, menzionato nella lettera, si sentiva un po' spaesato, ma non spaventato. Difficilmente lo era stato, in undici anni, in realtà, perché facilmente si entusiasmava delle cose che lo circondavano. Presto sarebbe stato il mondo magico ad abbracciarlo, introducendogli tantissime di quelle novità che lui non vedeva l'ora di conoscere.
Seduto in uno degli ultimi vagoni, fra i più vuoti, tamburellava un piede a terra e guardava fuori, mentre il treno viaggiava velocemente fra la natura verdeggiante di una Londra che a lui, cresciuto in una piccola contea del Chesire, era del tutto sconosciuta.
In quel momento, forse, capitò l'insolito: il mondo magico gli presentò uno della novità che lui credeva di non veder l'ora di conoscere, ma che prima di subito si rivelò essere tutto il contrario.
Theo, di nobile stirpe, al suo terzo anno stava ancora tentando di raggiungere la sua ambizione: diventare popolare. Ma sembrava cercasse la popolarità in posti veramente insoliti. Prima di tutto, da buon Serpeverde, credeva che umiliare gli altri fosse il primo modo per risaltare se stesso. Secondo poi, sosteneva che indurre gli undicenni a voler desiderare di entrare nella sua Casata, descrivendogliela in tutta la sua maestosità e in tutto il suo privilegio – Oh, il famoso Merlino era Serpeverde, mica pizza e fichi! – fosse l'opera che ogni Serpeverde dovesse compiere; infatti, benché non tutti meritassero di farne parte, era necessario che in molti invidiassero la sua fortuna.
Si sentì fortunato, quindi, quando passeggiando di vagone in vagone incappò in un pivellino col moccio sotto il naso che tamburellava euforico, in solitudine, guardando affascinato fuori dal finestrino.
Lui, dal primo anno, per tutte quelle ore di viaggio, era sempre andato a zonzo. Stare seduto a guardare il nulla gli sembrava proprio una perdita di tempo.
«Ciao» disse, entrando. Con un sorrisetto vispo stampato in faccia osservò il moccioso con un cespuglio di capelli corvini in testa e due occhi sgranati e curiosi di un blu sgargiante che si voltarono subito a guardarlo.
A Theo sembrò un cucciolo, con quell'espressione delicata. Un cucciolo che gli faceva una terribile tenerezza.
Gli si sedette di fronte, senza nemmeno chiedere il permesso di farlo, subito dopo essersi slacciato elegantemente la giacca della divisa di Serpeverde che già aveva indossato. Liam lo guardò sorridendo ingenuamente e «ciao!» replicò.
Non indagò molto sull'aspetto dello sconosciuto che era entrato disinvolto e si era seduto davanti a lui. Si sentì contento, in realtà, perché fare amicizia era uno dei buoni presupposti da fare che si era appuntato mentalmente. Gli sembrava una fortuna, quel visino spigoloso che gli sorrideva in un ghigno altezzoso.
«Primo anno?» domandò. Liam annuì, ampliando il suo sorriso.
Theo assottigliò lo sguardo. Quella faccia era troppo adorabile, soprattutto ora che due fossette gli erano spuntate ai lati della bocca. «Come ti chiami?»
Sapere il cognome del ranocchietto poteva dargli tantissime informazioni. «Liam, tu?»
Theo rimase in silenzio, alzando indisponente un sopracciglio. Liam lo guardò in silenzio per un po', prima di tramutare la sua espressione pacata in puro sconcerto.
«Il tuo cognome, di grazia?»
«Oh» esclamò. «D-Dunbar» rispose.
Theo ci pensò, abbandonandosi allo schienale dei sedili. «Mh» mugugnò. Ovviamente non ricordava l'intera lista delle famiglie Purosangue, ma quel Dunbar non gli diceva proprio niente.
«Dunbar, eh? Non mi dice proprio nulla...». Ma questo non significava granché, anzi, era piuttosto probabile che non fosse di discendenza Purosangue, considerato che le famiglie che si consideravano tali erano rarissime e quelle che facevano frequentare Hogwarts ai propri figli si potevano contare sulle dita delle mani.
«Sei straniero? Ho sentito che molte famiglie si stabiliscono in Inghilterra proprio per far frequentare Hogwarts ai propri figli» indagò.
Liam si accigliò e negò velocemente.
«No, no... io sono il primo» spiegò innocentemente Liam.

Tutti pazzi per la Thiam 💕 (parte 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora