IV
We're not friends, nor have we ever been
(parte prima)Liam era parecchio infastidito, ma ammetterlo sarebbe stato ben più complicato di quanto dimostrasse di non esserlo affatto. Complicato come ammettere perché, e a causa di chi, fosse infastidito.
Alec e Nolan, seduti l'uno di fronte all'altro, accanto a lui, di tanto in tanto gli lanciavano sguardi indagatori e con la stessa frequenza Liam, accorgendosi dei loro sguardi, li ammoniva ricordando loro quanto gli mancasse ancora per finire i loro compiti di Erbologia.
«Quest'anno vi ricordo che avete i G.U.F.O. avete davvero il coraggio di perdere tempo a cincischiare?»
Se Nolan annuì, convenendo che fosse giusto tale rimprovero, e riprese il suo trattato sugli effetti curativi del Frullobulbo, Alec sbuffò sonoramente, alzando gli occhi al cielo. Il comportamento di Liam non solo gli metteva ansia, ma lo facevano esasperare a tal punto da incattivirlo.
Perciò, senza più trattenersi: «Cos'è, hai le tue cose o hai solo litigato con la tua dolce metà?» sputò fuori l'insolente frecciatina. Liam fece uno scatto col proprio capo nella sua direzione e l'occhiataccia che gli riservò, amplificò maggiormente la tensione fra loro. Nolan interruppe ogni cosa stesse per uscire dalla bocca di Alec, con un calcio nelle caviglie del Grifondoro che «Ahia!» esclamò. «Perché lo hai fatto?» chiese, guardando il migliore amico.
Nolan, semplicemente, gli indicò verso l'ingresso della Sala Grande, dove aveva appena fatto la sua apparizione Josh Krum, l'idolo vivente di Alec Alec. Quando Alec lo vide, sgranò gli occhi e si eclissò sulla sua stessa sedia, finendo quasi completamente sotto il tavolo.
Liam, che accantonò momentaneamente il proprio fastidio ANCHE nei confronti di Alec, lo guardò con sospetto e curiosità.
«Che gli prende, ora?» domandò a Nolan. Il Tassorosso ridacchiò, ma invece di rispondere al più piccolo del trio, parlò direttamente con Alec: «Hey, lo avevi giurato. Ficcarti lì sotto non ti garantirà di venir meno alla tua promessa». Poi guardò Liam e facendogli l'occhiolino, aggiunse: «Ora vedrai» in un sussurro.
Alec, respirando profondamente e guardando Nolan, si alzò coraggiosamente. «Hai ragione: ho promesso. Devo andare a parlargli» affermò, allontanandosi da loro, verso Krum, a passo deciso. «Buona fortuna!» gli augurò il Tassorosso.
Liam e Nolan rimasero tutto il tempo con lo sguardo puntato sul giovane Grifondoro, tanto coraggioso da aver preso la decisione di parlare con il Devine e, poi, inevitabilmente, scoppiarono a ridere, nascondendosi malamente con le mani quando lo videro, a pochi passi dallo straniero bulgaro, che gli stava sorridendo fiducioso, fare dietro front e darsela a gambe come il migliore dei codardi.
«Che è successo?» gli domandò Nolan quando li raggiunse con aria disperata. Alec mugugnò abbattuto, mettendosi una mano davanti al viso e risedendosi, stavolta accanto a Liam, per dare le spalle all'ingresso della Sala Grande.
«Allora?» insistette Liam.
Alec sbatte le mani sul tavolo e «Mi ha sorriso e non ce l'ho fatta. NON CE L'HO FATTA, OKAY?!».
Fu, allora, Nolan a replicare un «Quanto sei idiota, amico» mentre Liam sghignazzava di nuovo, spogliandosi lentamente del fastidio che aveva provato fino ad ora. Ma come se questo si fosse affezionato fin troppo alla sua figura, gli si ancorò nuovamente addosso, mentre la risata scemava dal suo viso, quando «Liam» sentì Theo chiamarlo alle sue spalle.Camminavano diretti verso il settimo piano, e ormai sappiamo tutti il motivo quindi è inutile che lo specifichi. C'è da sottolineare, però, il silenzio che li accompagnava e che, raramente, prima di quel momento, aveva fatto loro compagnia.
Se il motivo di Liam era ben risaputo, quello di Theo aveva ancora un minimo di riservatezza. Tale fino a quando non vi espongo il problema – che lavoro arduo: insomma, un giorno solo divideva il Serpeverde dalla prima prova del Torneo Tremaghi. Un giorno, o poco meno insomma, visto che si sarebbe svolta esattamente quella Domenica.
Anche Liam lo sapeva, ma era troppo infastidito per riconoscere l'ansia e lo stress del momento che doveva star provando il suo amico.
Era così infastidito che come sempre, non poteva rimanersene zitto senza chiedere spiegazioni. Perché, sì, come avrete ormai intuito, la causa del suo fastidio dipendeva direttamente da Theo.
«Ti ho visto parlare con una delle studentesse di Beauxbatons...» lanciò il sasso, riscuotendo Theo da quello che doveva essere un momento contemplativo su chissà quale pensiero. Theo si voltò a guardarlo con cipiglio iniziale, per poi sorridere smagliante.
Ovviamente, fu ancora più fastidioso per Liam.
«Oh sì. Con Tracy... era proprio di questo che volevo parlarti! Volevo aspettare che fossimo nella Stanza delle Nece-»
«Ti piace?» sbottò Liam.
Theo si rimangiò il discorso che stava per fargli e al quale aveva fatto solo un'inutile premessa, per ritornare a guardare il Grifondoro con un piglio evidentissimo. «Chi?» domandò.
Liam sbuffò roteando gli occhi al cielo e per tutti gli schiopodi sparacoda quanto lo irritava quel Serpeverde ottuso.
«Ma come chi, Theo? Di chi stiamo parlando?» gli inveì contro, ormai fermi a metà strada. Theo alzò un sopracciglio, guardandolo scettico.
«Ma che hai?» gli domandò ancora, iniziando ad avere il dubbio che Liam fosse arrabbiato per qualche motivo che lo riguardava.
Alla buon ora. Su quanto fosse ottuso, comunque, Liam non aveva così poi tanto torto.
Liam grugnì «niente» mentre una scala cambiava direzione. Così mugugnò frustrato nuovamente quando, avanzando a passo svelto e abbandonando Theo dietro di lui, incominciò a trovare il modo per arrivare al settimo piano. Salì e scese due volte, poi riprese a salire.
Theo lo seguì, ancora contraddetto da quanto fosse successo. Arrivati al settimo piano e sorpassata la Signora Grassa, riprese parola: «Mi stai chiedendo se mi piace Tracy?»
Ci era arrivato. Liam, però, non fu più certo di voler sapere la risposta e quindi allungò ancor di più il passo, facendo faticare ancor di più Theo che gli stava dietro.
«Lascia perdere» gli disse, quando si fermò di fronte all'arazzo di Barnaba, il babbeo bastonato dai Troll.
«No, non lascio perdere. Mi hai chiesto se mi piace quella ragazza di Beauxbatons con cui mi hai visto parlare?» esclamò con beffarda insolenza, accompagnata da un ghigno che quando Liam lo intercettò lo irritò, facendogli incrociare le braccia al petto.
«Che vuoi? Ti ho visto in atteggiamenti intimi e ti conosco, quindi so quanto flirti con qualcuno...»
Theo alzò le braccia al cielo e lo guardò stupefatto. «E quindi hai dedotto che mi piaccia?» replicò. «Sei proprio uno stupido e poi... la tua cos'è? Gelosia?»
Liam sbuffò ridendo nervosamente. «Ti piacerebbe lo fosse» e, beh, lo era. Che inutile spreco del congiuntivo.
Theo negò guardando dritto davanti a sé, verso la parete sulla quale avrebbe dovuto comparire la porta della Stanza delle Necessità, che però quella sera si stava facendo desiderare... più del solito, insomma.
«In ogni caso che tu lo voglia sapere o no, non ci stavo flirtando perché mi interessa ma soltanto perché ho saputo da Dean che a sua volta lo ha saputo da Mark che glielo ha detto uno di Durmstrang che le studentesse di Beauxbatons hanno qualche informazione sulla prima prova!»
Liam si girò a guardarlo confuso, ancora sulla difensiva. «Che?»
Theo alzò gli occhi al cielo ed esalò un respiro spazientito. «Stavo flirtando con quella ragazza per strapparle qualche informazione sulla prima prova, zuccone!»
Il viso di Liam si illuminò, mentre accettava di buon cuore che nemmeno lui fosse poi così sveglio.
La porta della Stanza delle Necessità iniziò a mostrarsi in quel momento. «Quindi le hai spillato qualche informazione?» domandò Liam incuriosito. Il ghigno di Theo fu la risposta che voleva e sorrise di rimando.
«Era di questo che volevo parlarti» affermò, aprendo la porta, ma si bloccarono sull'uscio quando di fronte a loro non ebbero la solita stanza nella quale aveva passato la maggior parte delle loro giornate.
Era molto più piccola e confortevole, quasi intima come un salottino. Un tavolino soltanto con due tazze di tè fumante che li attendeva.
Liam e Theo si guardavano, mentre cercavano di capire le intenzioni della Stanza delle Necessità.
Perché due erano le possibile opzioni sul perché la Stanza delle Necessità si fosse mostrata a loro in quel modo: o uno dei due aveva chiesto il bisogno di un tè in un salottino intimo – ma così non era stato – oppure era stata la stessa Stanza delle Necessità a credere che Liam e Theo avessero il bisogno di fare la pace di fronte a una bella tazza calda per distendere i nervi, in un posticino che li accogliesse, come un abbraccio, a stare vicinissimi tra loro.
In ogni caso, entrambi non indagarono ed entrarono richiudendosi la porta alle spalle.
![](https://img.wattpad.com/cover/201619406-288-k485034.jpg)
STAI LEGGENDO
Tutti pazzi per la Thiam 💕 (parte 3)
LobisomemTERZA PARTE DELLA RACCOLTA. Potete leggere le precedenti e le successive sul mio profilo! Ci tengo a precisare che le storie e le os che pubblicherò non sono opera mia, ma sono traduzioni in italiano fatte da me delle centinaia di fanfiction thi...