[AU] We're Not Friends, Nor Have We Ever Been. Capitolo 2

1.3K 55 71
                                    


Parte II

la dura legge del volersi bene


So I could take the back road
But your eyes'll lead me straight back home
And if you know me like I know you
You should love me

Nel bel mezzo della nostra storia, salutiamo il principio, dove fu protagonista l'astio, e diamo il benvenuto ai primi albori di amicizia. Come già premesso, Theo e Liam ci impiegarono un intero anno, quindi portate pazienza.
Perché, vedete, i fumetti furono una soluzione temporanea. O meglio, se Theo prima o poi avrebbe dovuto scendere a patti con se stesso, grazie a quello scambio di fumetti poteva bearsi dell'idea che sarebbe stato quanto più tardi possibile. E in quel periodo, non si faceva né domande né problemi. Se doveva frequentare quel Grifondoro in orari e luoghi parecchio discutibili era per un motivo preciso. Punto.
Quando dovette riconsegnargli i fumetti che Liam, poco meno di una settimana prima gli aveva lasciato al suo posto, in Sala Grande, Theo lo fece inviandogli un gufo.
Capitò sempre di prima mattina, a colazione. Theo aveva usato di proposito un barbagianni che la scuola metteva a disposizione per recapitargli un messaggio.
Ebbene sì, perché se Theo aveva avuto la possibilità di inviargli direttamente il fumetto via gufo, aveva invece scelto un messaggio in cui chiedergli un incontro.
Le domande sul perché avesse agito così, lui non se le pose. Ma di risposte, noi, ne abbiamo in gran quantità.
Liam ricevette il gufo con sorpresa. Nessuno gli aveva scritto fino a quel momento, anche perché la sua famiglia ancora non aveva compreso in che modo funzionassero i gufi. Nonostante avesse più volte tentato di mandar loro una lettera, in risposta non era mai arrivato nulla. L'importante, in fondo, era che loro sapessero che stava bene.
Quando quel Barbagianni planò davanti al suo piatto, Liam rimase a guardarlo con le sopracciglia aggrottate. Prima di tutto, non era il suo gufo, Harold. Secondo poi, quella non era una lettera affrancata come le solite che aveva visto consegnare da altri gufi.
Per un momento Liam si guardò intorno, certo che quello fosse uno scherzo. Quando puntò i suoi occhi smeraldo di fronte a sé, oltre il tavolo dei Corvonero e verso quello di Serpeverde, rabbrividì nel ritrovarsi trafitto dalle stalattiti che erano gli occhi azzurri di Theo. Non sorrideva, sembrava agitato, ma il ghigno non sembrava abbandonarlo mai. Il che era veramente terrificante, se non fosse per il fatto che Liam ci avesse fatto ormai l'abitudine.
Abbassò lo sguardo sul barbagianni e «devi esserti sbagliato, non è per me il messaggio» sussurrò. Quello, in tutta risposta, allargò il becco e lasciò cadere la missiva. Poi, senza troppi convenevoli, iniziò a bere il suo latte.
Liam lo guardò stranito per un po', ma con un sospiro, alla fine, prese il messaggio e lo aprì, pronto a cadere nell'ennesima burla di chissà chi.
Il "Chi" fosse stato a inviargli quel breve messaggio lo capì quando lesse la firma: «TR». Potevano venirgli in mente tantissimi nomi di studenti, ma il "perché" di quel messaggio, gliene fece pensare soltanto uno.

Ho finito di leggere quelli che mi hai dato, portane altri nella guferia, questa sera. Un'ora prima del coprifuoco.
TR

Quando Liam alzò lo sguardo, puntò direttamente il ragazzo che aveva osservato distrattamente poco prima. Allargò le braccia per esprimergli tutto il suo sconcerto e poi: «E la parolina magica?» esclamò, attirando l'attenzione di alcuni suoi compagni Grifondoro. Theo lo sentì, ma avrebbe negato di averlo fatto se qualcuno avesse chiesto. Si limitò a guardarlo con sufficienza, mentre masticava un po' del suo bacon, per poi voltarsi subito altrove, quando i compagni di Liam seguirono il suo sguardo arrivando a lui. E quasi si strozzò.
«Dannato lupetto» lo maledì, tra i convulsi della tosse.
La posta via gufo divenne impraticabile da quel giorno.

A Liam piaceva salire nella Guferia per due motivi: il chiacchiericcio dei gufi appollaiati ognuno sul proprio trespolo e che tutti trovavano infernale e per il panorama. Il Sole tramontava come sciogliendosi all'orizzonte del lago, ed era uno spettacolo meraviglioso a cui assistere.
Arrivò per primo e attese Theo appoggiato al muretto al principio delle scale, osservando proprio il panorama.
Era quasi la fine di Ottobre. Due mesi, e ancora Liam trovava tutto talmente meraviglioso da iniziare a dubitare che tutto quello stesse accadendogli per davvero. Sorrise, sentendosi fortunato nell'essere un mago. Probabilmente non ci avrebbe mai fatto l'abitudine, alla magia.
«Hey, lupetto» sentì giungere dal fondo della scale. Liam sospirò: a Theo, invece, avrebbe mai potuto abituarsi?
Liam non si domandava affatto perché quel Serpeverde cercasse in tutti i modi di ronzargli attorno. Certo era, però, che dall'antipatia che Theo gli aveva innescato il primo Settembre, sul treno per Hogwarts, era poi giunto a una spassionata curiosità nel conoscere ciò che Theo tentava di non mostrare a primo acchito a tutti.
Perché sì, era un Serpeverde, quindi un arrogante, presuntuoso, insopportabile e viziato ragazzino, ma dubitava che fosse soltanto questo.
C'era qualcosa in lui, che tentava animatamente di venir fuori. E quel qualcosa, lo spingeva stranamente alla ricerca di essergli amico. Per quanto poi Theo negasse fermamente di volerlo essere.
«Theo» salutò quando egli arrivò all'apice delle scale. Liam rimase fermo, appoggiato al muretto, a guardare il lago che aveva ormai praticamente inghiottito il Sole. E Theo lo imitò, senza dire nulla.
La pazienza, tuttavia, non doveva essere di Casa Serpeverde, perché quando Theo, pochi minuti dopo, gli avanzò i fumetti, lo fece proprio agendo con impazienza. E quest'ultima doveva provarla perché Theo aveva un irrefrenabile desiderio di parlare con Liam.
Liam lo accontentò: «Allora, ti è piaciuta questa storia?», il Grifondoro evitò di dirgli che oltre a Brett che aveva disegnato l'intero fumetto, anche il suo amico Nolan, di Tassorosso, del secondo anno come Alec, ci aveva messo del suo, scrivendo le interazioni dei personaggi e la trama.
Non gli disse nemmeno che Brett gli aveva detto di non dire nulla a Nolan perché a detta del Tassorosso: «Non era ancora pronto per quel tipo di passo».
Non gli disse nemmeno che aveva promesso di non farlo, benché li stesse già facendo leggere addirittura a una terza persona; e nemmeno che per un po' si sentì in colpa, nel non dirgli di Theo, né che per un altro po' pensò di poterla nascondere, quella bugia, evitando di consegnarne altri a Theo.
Non gli spiegò nemmeno che quando il barbagianni era planato davanti a lui, quella mattina, Liam era sceso facilmente a patti con se stesso, ammettendo che un po' gli sarebbe piaciuto essere amico di Theo. E che, quindi, quei fumetti erano una scusa anche per lui.
«Ho preferito quella sugli alieni, in realtà. Questa era troppo romantica, per i miei gusti. E poi i vampiri che smettono di nutrirsi di sangue umano per seguire una dieta vegetariana a base di animali perché non vogliono essere degli assassini è un'idea stupida. I vampiri non hanno sensi di colpa, sono morti, non hanno sentimenti» sentenziò. Solo in quel momento Liam si voltò a guardarlo.
«E tu lo sai perché sei un vampiro?» domandò senza indiscrezione. Anche Theo, a quel punto, si voltò per guardarlo piuttosto sorpreso.
Poi rise. «Se qualcuno ti ha parlato di me o della mia famiglia apostrofandola come "succhiasangue", non intendeva nel suo significato letterale» si prese gioco della sua stupidità.
«Voi Nati Babbani siete uno spasso. Credete a tutto» per una volta, Theo sembrò non qualificarlo come tale in tono dispregiativo. Liam se lo annotò mentalmente, mentre si mordeva un labbro per la sua gaffe.
Pensò per un po' di tempo a qualcosa di strano che potevano fare i Babbani a cui Theo avrebbe creduto, come aveva fatto lui quando Alec aveva dato l'epiteto di "succhiasangue". Ma niente di niente. Era troppo imbarazzo per avere un'idea geniale in quel momento.
Theo aveva ancora il sorriso sulle labbra, divertito all'idea che Liam avesse pensato che fosse un vampiro per tutto quel tempo. «Tieni» lo richiamò Liam, piuttosto seccato, quando gli passò il nuovo fumetto che Brett gli aveva dato; lui col sorriso sulle labbra abbassò gli occhi e lo afferrò. «E dopo i vampiri, gli zombie. Com'è?»
«No spoiler» tagliò corto Liam, iniziando a scendere le scale. Theo lo seguì: «Che?»
Liam si fermò, si voltò appena per rispondergli: «Spoiler, Theo. Se ti dicessi come finisce, ti rovinerei la sorpresa di scoprirlo da solo».
«E se si rivelasse una perdita di tempo perché alla fine scopro che non mi è piaciuto?»
Liam si voltò definitivamente per guardarlo in faccia. Lo esaminò con piglio e uno strano sorriso incredulo, infastidendo Theo che «Ora che c'è?» sbottò.
Liam fece spallucce: «Niente, è che mi faccio la stessa identica domanda, quando penso a te».

Tutti pazzi per la Thiam 💕 (parte 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora