[AU] Just words of love [ONESHOT]

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Autore: SSleepless
Os originale:
https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3860506&i=1
Rating
: rosso
Trama: Liam ha un ammiratore segreto, e vorrebbe solo scoprire di chi si tratta. E poi c'è Theo che è il solito stronzo. Liam non sa ancora se gli piace o no.


Just words of love

"- Quindi prometto solennemente di fare tutto ciò che è in mio potere per migliorare questa scuola. Grazie mille a tutti per avermi votato. Buon proseguimento delle lezioni." Si mosse sul posto, dispensando sorrisi affabili a destra e a manca per cercare di sembrare il più conviviale possibile, strinse la mano della preside Martin, che in quel momento aveva un sorriso ebete stampato in faccia e si congedò poi con un cenno del capo, scendendo dal palco.
"Fai quasi paura sai? Incredibile come cambi da "Posso ucciderti nel sonno" a "Vi proteggerò dai bulletti di questa scuola" rabbrividisco solo al pensiero." Ad accoglierlo c'era Mason, diciotto anni sulla carta d'identità e sessanta nell'anima, nonché suo migliore amico dai tempi dell'asilo ed era sempre soggetto all'esagerazione. Liam di tutta risposta sbuffò una risata divertita roteando gli occhi al cielo ma non disse nulla a riguardo, in fondo sapeva che l'amico aveva ragione, si limitò a passargli un braccio intorno alle spalle, stringendolo a sé mentre camminavano.
La Beacon High contava poco più di un centinaio di studenti, d'altronde era l'unica scuola superiore pubblica in tutta Beacon Hills.
Un piccolo, sconosciuto paesino di campagna a sud della California con appena seicentoventi abitanti, in cui tutti conoscevano tutti, ovviamente. Le sue casette di mattoni, i tetti a cupola, i sentieri sempreverdi con tanto di fiumiciattolo.
Deliziosa, davvero, se non fosse che era un buco, c'era un solo pub nel giro di 200 km, per andare al supermercato dovevi farti almeno quindici minuti a piedi e in estate non c'era un'anima viva ma come diceva sempre sua madre "Questa è casa".
Mason sbiancò di colpo una volta arrivati in classe, sul suo banco, accanto a quello di Liam, c'era un post-it.
"Ciao Hewitt" diceva la scritta e accanto una faccina sorridente, la quale aveva un non so che di macabro.
Vide Mason afferrare il bigliettino, "Che cosa significa?" spostò lo sguardo prima all'oggetto incriminato che l'amico aveva tra le mani e poi sul suo viso, era terrorizzato.
"È quello moro della classe di fisica, Bryant" la voce gli risultò tremante.
"Ma chi, quello che va sempre in giro con Raeken? Non mi piace quel tipo Mason, lo sai le cose che girano sul loro conto, perché non me ne hai parlato?"
Ma non ebbero il tempo di continuare la conversazione perché la professoressa Finch entrò in classe proprio in quel momento, prese allora posto accanto all'amico con un cipiglio sul volto pensando a come risolvere la cosa.


Aveva deciso di prendere in mano la situazione, non poteva stare inerme mentre uno stupido bulletto terrorizzava il suo migliore amico, per questo motivo all'uscita della scuola si era appostato all'auto di Theo Raeken, un Toyota Tacoma nero come la pece con tanto di teschietto sul cruscotto, seriamente? Così dannatamente prevedibile.
Sapeva che i due tornavano insieme a casa ogni giorno, per questo fu sorpreso di vederlo arrivare da solo; non si era mai soffermato a guardarlo bene, in effetti lui ed Theo non avevano lezioni in comune da parecchi anni, se lo ricorda perfettamente però in prima superiore, con la montatura degli occhiali più grossa della sua stessa faccia, i pantaloni marroni ed i capelli gelatinati all'indietro, poi erano arrivati Corey, diversi piercing facciali e tatuaggi su ogni centimetro del corpo. Non poté far a meno di pensare che adesso non era niente male ma no, no, no, non può trovare attraente Theo Raeken, semplicemente non può, è geneticamente impossibile.
"Mi stai ammaccando la carrozzeria con quel sederone, Dunbar" per fortuna ci pensò Theo a riscuoterlo da quei pensieri off limits, bastava che aprisse la bocca per far sparire tutta l'attrazione fisica nei suoi confronti.
Aveva un ghigno divertito sul volto, Liam avrebbe voluto strapparglielo via con un pugno, ma era il presidente del consiglio studentesco, il buon esempio e tutto il resto, già. Si limitò quindi ad appoggiarsi con più vigore al cofano della macchina, giusto per dargli un po' fastidio.
"A cosa devo la visita?" oramai era vicino, lo vide aprire la portiera posteriore e ficcarci dentro i libri alla bell'è meglio.
"Il tuo amichetto del cuore, Bryant, terrorizza Mason, lo aspetta sulle scale fuori scuola, gli lascia bigliettini intimidatori, l'altra sera era persino appostato fuori casa sua! Speravo di trovarlo per dirgli di smettere" sputò amaro.
Theo lo guardò interdetto per qualche secondo e poi scoppiò a ridere.
Sgranò gli occhi a quella reazione, "E beh? Non capisco cosa ci sia da ridere sinceramente", disse spazientito, in attesa di risposte.
L'altro si portò una mano allo stomaco, oramai sopraffatto dalle risate, fece segno di asciugarsi una finta lacrima all'angolo dell'occhio e poi sospirò. "Corey ha un modo tutto suo di manifestare interesse"
"Interesse?" non poteva credere alle sue orecchie, Corey homangiatounanatraviva Bryant aveva interesse per Mason?
Alzò un sopracciglio, ancora leggermente sconvolto "Beh non sarà di certo terrorizzandolo che lo convincerà ad uscire con lui" detto questo girò i tacchi e se ne andò. Theo rimase qualche minuto a guardare il suo profilo allontanarsi poi salì in macchina e partì.



-



"Corey Bryant cosa?" Mason aveva alzato la voce di un'ottava, evidentemente sorpreso, quando il giorno seguente Liam gli aveva spiegato perché Bryant lo perseguitava, rendendosi poi conto che aveva quasi urlato, girò la testa da un lato all'altro per capire se qualcuno lo avesse sentito, sembrava un cerbiatto dinnanzi ai fari di una macchina, era esilarante.
"Sshh non urlare Mase" gli fece segno con la mano di abbassare la voce, poi afferrò un vassoio seguendo l'amico in fila.
"Questo cambia le cose..." lo sentì sussurrare mentre studiava schifato il polpettone davanti a sé. Liam può giurare di aver visto qualcosa muoversi lì dentro, lo giura sulle sue innumerevoli sorelle. Optò per l'insalata di tonno, non può esserci niente di nocivo lì dentro no? Cibo sano e tutto il resto, sì. E prese le patatine, giusto perché era fin troppo salutare.
Era così occupato a cercare di non avere un'intossicazione alimentare che non aveva elaborato ciò che stava dicendo Mason, strabuzzò gli occhi "Cosa diavolo significa che questo cambia le cose?" adesso era lui ad urlare, vide l'amico alzare le spalle con non curanza mentre cercava un tavolo libero, "È carino, no?".
Scosse la testa in disappunto "No Mason non è carino, è pericoloso, vorrei ricordati che te lo sei trovato fuori casa" si sedette accanto a lui, una volta che avevano trovato posto. "Sai vero la storia che lui ed Theo hanno mangiato un'anatra viva l'anno scorso? Quella del prof Winston del corso di biologia. Per non parlare del fatto che hanno sempre uno spinello tra le mani, perché sono sempre fatti Mase, e la storia di Aiden? Credo che al poveretto facciano ancora male le palle dopo il calcio di Corey di due mesi fa, sai?"
Mason agitò una mano non dando peso alle sue parole "Mai giudicare un libro dalla copertina Li", che di tutta risposta si portò una mano al petto e spalancò la bocca, era oltraggiato. Okay, forse un po' troppo teatrale?
"Non sto giudicando la copertina Mason, sto giudicando il contenuto del libro e tutta la trilogia a seguire. Promettimi che non prenderai decisioni stup - "
"Corey! Bryant! Qui!" Mason non lo stava minimamente ascoltando ed in più aveva iniziato ad agitare le braccia con energia che nemmeno un naufrago in mare, chiamando a gran voce Corey ed Theo in fondo la mensa. Alla faccia delle decisioni stupide.
I due ragazzi, o meglio dire i due teppisti, si avvicinarono titubanti al tavolo, Theo aveva un ghigno divertito stampato in faccia, come al solito. Corey invece sudava freddo, le mani che sorreggevano il vassoio gli tremavano ma si sedette comunque di fronte a Mason. Si era beccato proprio una bella cotta eh?
Ma adesso non poteva prestare attenzione al suo migliore amico e il suo spasimante perché quel dannato di un Theo Raeken si era seduto di fronte a lui e senza chiedere, ovviamente, gli stava rubando le patatine dal piatto.
"Ehi quelle sono mie" disse, sembrava quasi stesse ringhiando ma erano le sue patatine, le stava custodendo gelosamente per la fine, parò il piatto con l'avambraccio.
"Ti aiuto a smaltire il culo, Dunbar" stava anche ridendo adesso, si sporse ancora una volta verso di lui superando senza difficoltà Liam ed afferrando un'altra patatina.
Liam storse il naso, "Con quella bocca baci tua madre Raeken?", e di tutta risposta gliene rubò un'altra ancora.
Oramai spazientito, spostò il piatto dal suo vassoio per posarlo su quello dell'altro ragazzo con un gesto spiccio.
Quando poi Theo aveva spostato il piatto al centro del tavolo, "Condividiamo, Dunbar" con tanto di sorriso tutto denti incorniciato da fossette, Liam si era dovuto imporre di distogliere lo sguardo perché il loro rapporto non era basato sulla condivisione.
Spostò l'attenzione sul suo amico che discuteva amabilmente con Corey, "Oh è una splendida idea, vero LiLi?", lo sguardo confuso che rivolse a Mason gli fece capire che non lo stava ascoltando, così spiegò: "Corey ci ha invitati a bere una cosa con lui ed Theo sabato sera."
No, no, no, no e assolutamente no.
"LiLi?" Theo aveva un sopracciglio alzato e lo guardava in modo derisorio ma non se ne curò, aveva problemi più importanti adesso, tipo le milioni di immagini di lui e Mason abbandonati in un vicolo, derubati, o peggio uccisi da quei due, che gli passavano per la mente in quel momento.
Poi pensò, Theo non avrebbe mai accettato, loro si odiavano, era palese oramai.
"Comunque per me va bene" ogni sua speranza andata in frantumi, rivolse ad Theo uno sguardo perplesso, come poteva essere d'accordo?
"Cosa, noi quattro insieme?!" quasi urlò, se ne rese conto qualche minuto dopo, il sorriso dell'altro ragazzo gli morì sulle labbra, in una frazione di secondo lo vide alzarsi di scatto dal tavolo prendendo il suo vassoio tra le mani. "Andiamo Cor, noi siamo feccia umana non possiamo uscire insieme al presidente del consiglio studentesco, cosa dirà la gente? Abbiamo già sconvolto le regole scolastiche sedendoci qui."
Liam lo vide andare via con un'espressione incredula, "Se il tuo amico cambia idea, fammi sapere" disse Corey di tutta risposta, rivolse un ultimo sorriso a Mason, prima di seguire Theo verso l'uscita.
"Complimentoni Liam" anche il suo amico si alzò dal tavolo lasciandolo solo, ma che aveva detto di male? Adesso anche Mason ce l'aveva con lui, perfetto.
C'era solo una cosa da fare.



-



Era pazzo da manicomio, questa era l'unica spiegazione plausibile.
Non vuole sul serio passare la serata in compagnia di Raeken ma si era sentito un pezzo di merda senza capirne a fondo il motivo. Mason lo aveva evitato per due fottutissimi giorni, ogni volta che si avvicinava a lui, l'altro cambiava direzione, gli aveva anche sbattuto la porta del bagno in faccia mercoledì scorso ed il suo migliore amico non sbatte le porte in faccia alla gente, di solito.
Per questo aveva acconsentito, passando più di quaranta minuti a cercare di capire cosa mettere ma cambiava idea continuamente, era ascendente cancro d'accordo? Ed è risaputo che quelli del cancro sono lunatici.
Lesse il messaggio di Mason mentre si dava un'ultima occhiata allo specchio, ancora poco convinto.

Esci xx

Liam sospirò sconfitto, aveva sperato fino all'ultimo che qualcuno disdisse l'appuntamento ma nulla, Theo aveva anche insistito per venirli a prendere con la sua macchina, giusto perché non c'è fine al peggio.
Una volta uscito e raggiunto l'auto, stava per sedersi sui sedili posteriori ma Mason gli fece segno di sedersi davanti, come non detto il peggio non ha mai fine.
Aprì la portiera lasciandosi cadere mollemente sul lato del passeggero, sentì Theo emettere un fischio "Dove sono i tuoi pantaloni color kaki Dunbar?".
La serata non poteva iniziare nel peggiore dei modi, alzò gli occhi al cielo, già pieno fino all'orlo "Sono beige".
"Stai bene, così" Liam distolse lo sguardo ancora, perché quello suonava come un complimento ed Theo Raeken non poteva fargli complimenti, lanciò uno sguardo ai suoi pantaloni neri e la maglietta grigia e si chiese cos'avevano di più dei suoi pantaloni beige.
Spostò gli occhi sullo specchietto retrovisore per guardare dietro, vide Mason sorridere ed allora capì che se era per far felice il suo amico, poteva anche sopportare Theo per una volta, Corey nel frattempo gli stava parlando di qualcosa, ma la voce gli arrivava indistinta alle orecchie perché il volume della radio era davvero così dannatamente alto.
"Raeken stai cercando di facci diventare sordi tut... Ma questi sono i Blink!" ed allora cambiava tutto, alzò ulteriormente l'audio già spacca timpani, intonando la canzone che conosceva a memoria. Ignorò lo sguardo divertito di Theo, perché diavolo aveva sempre un ghigno sorridente sul volto?

My heart's sinking,
And stuck in deadly rhythm,
I can't fake it,
I can't, can't brush it of,
Love,
Love is dangerous.

Il Blue Moon era gremito di gente essendo l'unico pub più vicino, vide Theo chiacchierare con il proprietario del posto, un ragazzo biondo con un forte accento di nome Brett che l'attimo dopo fece segno di seguirlo.
C'era stato almeno un miliardo di volte, nell'angolo a destra era arrangiato un piccolo palchetto per le esibizioni dal vivo, suonava Boys, lo riconobbe perché era il ragazzo della sua vicina di casa Erika, innumerevoli volte si era chiesto come potesse una persona così dolce stare con una ragazza così, ehm, forte, ma tutto sommato sembravano funzionare.
Arrivati al tavolo, si sedette sulla panca accanto a Mason avendo così Theo di fronte, ancora. Le gambe del ragazzo erano così lunghe che le loro ginocchia non facevano altro che scontrarsi tra loro, lo vide togliersi la giacca e si ritrovò a guardare i suoi muscoli guizzare sotto la camicia ad ogni movimento, pochi bottoni erano allacciati lasciando così intravedere il suo petto costellato da una miriade di tatuaggi, Liam si immaginò seduto sulle sue gambe a baciare, mordere e lambire con la lingua ogni centimetro della sua pelle e farlo arrivare al limite loro così, ne sarebbe capace lo sa ma una vocina dentro la sua testa gli ricordò che si trattava dell'insopportabile Theo Raeken, tenne comunque quelle immagini fisse nella sua testa sotto la dicitura sogni proibiti.
Sapeva che era gay, due mesi fa qualcuno lo aveva beccato negli spogliatoi della scuola a baciare Ethan e da allora la voce si era sparsa così velocemente che il giorno dopo a scuola Theo trovò un bigliettino sul suo armadietto con su scritto parole poco carine, ma il ragazzo affrontò la cosa strappandolo con la sua solita non curanza e andando avanti con la sua vita.
Liam non ha mai avuto di questi problemi, è sempre stato se stesso baciando sia ragazzi che ragazze alla luce del sole, oramai lo sapevano già tutti dall'età di tredici anni, si chiese quanto debba aver avuto sofferto però.
No, no, no ed assolutamente no.
Non poteva provare compassione per Raeken, erano acerrimi nemici loro due ora, era entrato nella lista nera, oramai Liam aveva deciso.
"Di chi è l'hamburger vegano?" si riscosse dai suoi pensieri giusto in tempo per l'arrivo delle ordinazioni, lanciò un'occhiata a quella di Theo "Sei vegano, da quando?" corrugò la fronte guardandolo con un cipiglio perplesso, "Dai tempi delle medie direi". Dalle medie? I conti non tornavano "E l'anatra del Prof. Winston?" maledetto Liam e la sua linguaccia lunga. Theo lo guardò interdetto per qualche secondo, poi spostò lo sguardo su Corey ed entrambi scoppiarono a ridere all'unisono. Li guardava confusi, cosa aveva detto di strano? Lo stesso Winston più volte li ha chiamati "mangiatori di anatre".
"Non l'abbiamo sul serio mangiata Li..." disse Theo, il petto ancora scosso dalle risate. Corey continuò per lui "Il professore voleva dissezionarla, così noi l'abbiamo fatta scappare e quando ci ha chiesto spiegazioni gli abbiamo detto che l'avevamo mangiata."
Adesso si spiegavano molte cose, rivolse ad entrambi un sorriso di scuse, si voltò verso Mason che stava ridendo e allora si unì alla risata.
Forse l'amico aveva ragione, non bisogna mai giudicare il libro dalla copertina, questo lo capì anche dopo, quando vide Theo mettere al centro del tavolo la porzione di patatine per condividerla con tutti.
Quindi pensò che forse non era niente male, forse potevano essere amici.



-



Perché esistono i lunedì? La settimana non poteva iniziare di martedì? Liam odiava i lunedì, in effetti a pensarci lui odiava parecchie cose.
Ma di più i lunedì, sì decisamente.
Come faceva Mason ad essere così pimpante di primo mattino? Insomma, erano le otto meno dieci è impossibile per un essere umano essere contento ad un tale orario.
Liam era intento ad armeggiare con il suo armadietto per aprirlo, ogni giorno faceva più fatica del precedente, quando lo vide avvicinarsi e poté giurare che stava quasi saltellando.
"Indovina quale strafigo ho baciato sabato sera" trillò pimpante appena lo vide, dov'erano i buongiorno? Liam alzò gli occhi al cielo, sapeva benissimamente chi aveva baciato, era in macchina con Theo quando hanno accompagnato Mason ed era sempre lì quando Corey gli ha quasi divorato la faccia, vomita ancora al ricordo.
Sbuffò ma decise di restare al gioco, si girò verso l'amico afferrandogli le spalle "Non mi dire, hai baciato Justin Timberlake?" disse con aria finta sorpresa.
Mason gli allontanò le braccia con un broncio ma poi sorrise con aria sognante "No, ma quasi". Avrebbe voluto rispondere: Quasi un corno, Mase ma le parole gli morirono in gola perché non appena riuscì ad aprire l'armadietto con un colpo ben assestato, un bigliettino ripiegato su se stesso cadde ai suoi piedi, Liam corrugò la fronte e si chinò ad afferrarlo.

Per il guerriero non esiste amore impossibile.
Egli non si lascia intimidire dal silenzio,
dall'indifferenza, o dal rifiuto.
Sa che, dietro la maschera di ghiaccio che usano gli uomini,
c'è un cuore di fuoco.
Perciò il guerriero rischia più degli altri.
Ricerca incessantemente l'amore di qualcuno,
ancorché ciò significhi udire spesso la parola no,
tornare a casa sconfitto,
sentirsi rifiutato nel corpo e nell'anima.
Un guerriero non si lascia spaventare
quando insegue ciò di cui ha bisogno.
Senza amore, egli non è nulla.

Liam rimase di stucco, rilesse e rilesse quei pochi versi più volte, Mason nel frattempo era appollaiato sulla sua spalla impicciandosi come una zitella, "Li hai un ammiratore segret-", non riuscì a finire la frase perché Corey gli si era fiondato addosso schiacciandolo contro l'armadietto retrostante e premendo le sue labbra contro quelle del ragazzo con vigore. Liam li guardò sorpreso cercando di mettere a fuoco ciò era successo in una frazione di secondo, poi notò Theo dietro di loro, si era portato due dita alla bocca e faceva segno di star vomitando, non poté far a meno di ridere a quella scena comica. Quando Theo gli rivolse un sorriso tutto denti con tanto di fossette scuotendo la mano in segno di saluto, Liam si ritrovò a contraccambiare senza nemmeno pensarci.
Scosse la testa perché quella situazione era assurda, chiuse l'armadietto con un tonfo secco e portò di nuovo la sua attenzione sul biglietto.
La domanda era una soltanto:

Chi sei?



-



Era diventato un chiodo fisso, non faceva altro che pensarci, cercava di studiare la scrittura, cercava di capirne bene il contenuto, ogni singola parola analizzata.
Sembrava un pazzo, andava da ogni studentessa della sua classe a comparare la calligrafia. Sì, Liam era arrivato alla conclusione che fosse una donna, la grafia era davvero fin troppo ordinata per appartenere ad un uomo.
"Smettila di rigirarti quel fogliettino tra le mani, sono passati due giorni, probabilmente avrà sbagliato armadietto." Alzò gli occhi al cielo, Theo era davvero irritante quando ci si metteva, non sapeva come aveva fatto a pensare che potevano essere amici.
Erano seduti sulle panchine del parco, Mason poggiato sulle gambe di Corey perché "Se no stiamo stretti" ma prendevano comunque metà della panchina. Theo era seduto sullo schienale, poggiava i piedi sulla seduta e tra le labbra aveva una sigaretta, lo sguardo fisso su Liam mentre le guance si incavavano quando prendeva una boccata di fumo.
Gli aveva anche chiesto una sigaretta, solo per il piacere di provarla ma Theo si era imposto perché "No Liam, il fumo fa male" e non ha voluto sapere ragioni nemmeno quando aveva ribadito che avrebbe fatto del male anche a lui.
"Lo so, c'è una netta probabilità che sia come dici tu T" arrossì visibilmente a quel vezzeggiativo che gli era scappato, portò lo sguardo davanti a sé cercando di ignorare il sopracciglio alzato di Theo e la sua espressione, perennemente oramai, divertita.
"Ma non faccio altro che pensarci, non faccio altro che cercare di capirne il significato, e mentirei se ti dicessi che mi dispiace non aver ricevuto più nulla, perché nessuno aveva mai fatto qualcosa così per me." Sputò quelle parole fuori tutto d'un fiato, sentiva lo sguardo di Theo premere contro la sua nuca ma era troppo imbarazzato per guardarlo.
"Parla di un amore non corrisposto", girò la testa di scatto verso di lui, stupito "Che? Dici sia così? Tra l'altro l'ho cercata anche su internet ma non l'ho trovata", Theo sorrise beffardo "Ovviamente è inedita, quella persona l'avrà scritta apposta per te, c'è qualcuno al quale piaci mentre tu non ricambi i suoi sentimenti?" Liam spostò l'attenzione di nuovo sul bigliettino, lo rigirava tra le mani con fare pensieroso "Uhm, forse Hayden Romero del quarto anno?" disse, guardando di nuovo verso l'altro ragazzo che di tutta risposta alzò le spalle con noncuranza, "Probabilmente è questa Hayden allora.", spense la sigaretta contro la parete della panchina e con un balzo si rimise in piedi. "Vado a sgranchirmi un po' le gambe" disse semplicemente prima di allontanarsi.
Liam lo guardò andare via, aveva le mani nelle tasche e fischiettava amabilmente.
"Ma io ieri ho saputo che Hayden si è fidanzata con Josh" intervenì in quel momento Mason, non si era nemmeno accorto che li stesse ascoltando. Poi capì, l'armadietto di Josh era accanto al suo, forse si era solo confusa.
"Avrà sbagliato armadietto allora" disse Corey, tagliando corto il discorso.
"Già, avrà sbagliato" soffiò, quasi a se stesso che agli altri, lo sguardo fisso ancora su Theo che adesso era così lontano che sembrava un puntino.



-



Faccio tutto ciò che posso perché
il mio amore non ti disturbi,
ti guardo di nascosto,
ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo
e la mia anima ovunque
vorrei posare i miei baci:
sui tuoi capelli,
sulla tua fronte,
sui tuoi occhi azzurri,
sulle tue labbra,
ovunque le carezze
abbiano libero accesso.
R.

Chiunque egli sia non poteva essersi sbagliato, non per due volte di fila.
Era di nuovo lunedì, forse questa persona misteriosa era abitudinaria ed in più si era anche firmato questa volta.
Stava ancora stringendo il biglietto, le mani gli tremavano dalla contentezza, qualcuno stava scrivendo poesie per lui. Non per Josh né per nessun altro, per lui.
Lesse quei pochi righi ancora una volta, che fosse un'altra poesia inedita?
Mentre era assorto nei suoi pensieri sentì un tonfo, alzò lo sguardo per intravedere la figura di Theo appoggiata con la spalla contro l'armadietto.
"Allora ci vieni? Aspetta, è per caso un altro bigliettino quello?" Alzò un sopracciglio indicando l'oggetto incriminato con la mano.
"Cosa?" disse lui lievemente allarmato, "Questo? No niente è sempre lo stesso" lo ripiegò frettolosamente posandolo nelle tasche posteriori dei jeans, "uhm, venire dove esattamente?" cercò di cambiare discorso Liam, non capì perché voleva nasconderlo ad Theo, forse aveva paura che sminuisse ancora quei piccoli gesti che a lui iniziavano a piacere. Theo d'altro canto non parve credergli ma alzò una spalla come se non gli importasse e poi spiegò "Alla gita, ma non sei tipo il presidente e quindi organizzatore, dovresti già saperlo?".
Certo che la ricordava, lui e Lydia avevano passato giorni interi ad organizzare quel mini viaggio a New York per i senior. Annuì convinto "Certo, partiamo venerdì, tu ci sarai?" cercò il libro di biologia e chiuse l'armadietto alle sue spalle prima di incamminarsi nel corridoio insieme ad Theo. "Sì, Corey vuole esserci per stare con Mason e non posso lasciarlo andare da solo, te l'ho chiesto perché so già che sarà attaccato al suo culo per tutto il tempo e non mi andava di restare solo" rimase piacevolmente stupito da tale rivelazione, Raeken voleva la sua compagnia, quando erano arrivati a quello, esattamente? "Siamo sulla stessa barca, tranquillo" gli fece l'occhiolino prima di salutarlo con un cenno della mano ed entrare in classe. Trovò Mason già al banco, si mise accanto a lui allungandogli il bigliettino, sedendosi poi al suo posto e bisbigliando "Stamattina ne ho trovato un altro, firmato R".
Mason studiò il biglietto per qualche istante, passò le dita sui bordi per poi restituirglielo "R? Riley?" disse l'amico in un sussurro e facendo un segno del capo alla ragazza seduta all'ultimo banco.
"Tu credi che ne sarebbe capace?" entrambi voltarono il capo in direzione della ragazza in questione che in quel momento stava dondolando sulla sedia mentre lanciava un aeroplanino di carta. Scosse la testa, non poteva essere lei "Theo dice che queste sono poesie inedite" afferrò il bigliettino ripiegandolo di nuovo su se stesso e posandolo nello zaino. "Theo dici?" Mason lo guardò a lungo, forse perso nei suoi pensieri per poi riscuotersi. "È un mistero" sospirò sconfitto Liam, abbandonandosi contro la sedia.
"Già, un vero mistero" disse in un sussurro l'altro ragazzo, lo sguardo fisso davanti a sé ora.
Ma Liam non lo stava ascoltando, la sua mente vagava ovunque.

Chi sei, R?



-



Maggio era arrivato portandosi dietro un alternarsi vizioso di caldo afoso e vento leggero.
Lydia con un quaderno tra le mani scriveva i nomi delle persone che man mano salivano sul pullman, Liam era accanto a lei, le stava guardando perlopiù i capelli, oggi erano riccissimi e potrebbe giurare di averla vista ieri ed erano lisci come seta.
Scosse la testa e riportò l'attenzione agli studenti che salivano, Liam aveva perso la ragione oramai, in ogni singolo ragazzo o ragazza vedeva il poeta, così lo aveva chiamato nella sua testa, studiava ogni movimento, ogni sguardo prolungato su di lui per più di venti secondi, era matto da legare.
Una volta sul pullman e, dopo aver litigato con Mason per i primi venti minuti del viaggio su chi dovesse sedersi al lato del finestrino, lo aveva convinto dicendogli che stando fuori avrebbe raggiunto Corey più facilmente. Era furbo quando voleva.
Si prospettavano due ore minimo di viaggio, e Liam odia i viaggi. Stare fermi troppo a lungo in un solo punto gli dava ai nervi, non era iperattivo okay? Semplicemente non sopportava stare seduto per così tante ore. Così decise di addormentarsi, almeno sarebbero passare più velocemente, infilò le cuffie nelle orecchie e si abbandonò completamente al sedile.
Non seppe quanto tempo passò di preciso prima che il suo sonno venne disturbato. Sentì qualcuno togliergli una cuffia, così aprì gli occhi controvoglia per vedere Raeken che la infilava nel suo orecchio sinistro, quando erano arrivati a questo livello di condivisione, esattamente? Liam non poté far a meno di sorridere, socchiuse appena gli occhi ancora piacevolmente frastornato per aver dormito, evidentemente Mason lo aveva abbandonato per raggiungere Corey in fondo al pullman, lanciò di sottecchi un'altra occhiata fugace al ragazzo accanto a lui che in quel momento con un'espressione rilassata stava leggendo un libro: "Fiore di poesia" così si chiamava, non lo aveva mai sentito ma d'altronde lui non era un tipo da libri. Nonostante non si aspettasse dal così risoluto Theo Raeken che fosse un lettore di poesie d'amore non diede molto peso alla cosa e riprese a sonnecchiare.
Passarono venti minuti buoni prima che Theo lo svegliasse avvisandolo che avevano fatto una breve sosta. Si stiracchiò leggermente allungando braccia e gambe per poi portarsi una mano all'occhio e strofinarlo leggermente, alzandosi controvoglia dal sedile così stranamente comodo, ma di solito i pullman non sono scomodi? Trovò gli occhi di Theo fissi su di lui, a scrutare ogni minimo movimento e non poté far a meno di arrossire e camminare a capo chino, da quando si imbarazzava per Raeken?
Così perso nei suoi pensieri non si era accorto dell'ultimo scalino capitombolando in avanti, si portò le mani a pararsi il volto già pronto allo scontro facciale con l'asfalto ma due braccia lo sorressero all'ultimo secondo. Alzò lo sguardo titubante trovandosi davanti Lucas Raynolds, lo aveva già visto a lezione, avevano storia dell'arte insieme. Improvvisamente si sentì avvampare, che razza di figura.
Qualcuno alle sue spalle si era lasciato andare ad una fragorosa risata, si girò di scatto incontrando gli occhi di Theo, socchiusi agli angoli mentre rideva "Li sei il Dio della coordinazione". Non sapeva cosa rispondere, impossibile, lui era Liam hosemprelabattutapronta Dunbar non poteva non saper cosa dire. "Stai bene?" la voce di Raynolds gli arrivò dolce alle orecchie, si voltò di nuovo verso di lui, aveva un'espressione premurosa e lo stava ancora reggendo. Cercò di riscuotersi, tossendo leggermente d'imbarazzo sul pugno chiuso. "Sì ehm, grazie mille Lucas, sei davvero gentile" rimarcò quelle ultime parole con più enfasi riportando l'attenzione su Theo che li aveva superati con noncuranza, dirigendosi verso l'autogrill.


Liam fa le cose senza pensarci, è un suo difetto, a volte sono giuste ed altre no.
Ma credeva di aver centrato l'obbiettivo quando, ritornato nel pullman dopo un breve giretto nei bagni e nel supermercato della stazione di servizio, si era avvicinato a Raynolds porgendogli un Twix, "Sì ecco, per ringraziarti" la voce gli risultò titubante, quasi balbettava. Lucas lo accettò di buon grado e rivolgendogli il sorriso più genuino del mondo "Sono nato per salvare donzelle in pericolo", Liam non poté far a meno di ridacchiare a quello, alzando gli occhi al cielo per la sfrontatezza improvvisa ma poi sorrise.
Fece qualche passo avanti superando un paio di posti per ritrovare il suo, Mason era già seduto lì, i capelli mezzi scompigliati e le labbra rosse ma non fece domande, spostò l'attenzione sul suo lato per vedere un bigliettino, lo afferrò prima di guardare l'amico con sguardo confuso. L'altro alzò le spalle "Era già lì quando sono arrivato".

Il peggior modo
Di sentir la mancanza di qualcuno,
È esserci seduto accanto,
Sapendo che non lo avrai mai.
R.

Un altro biglietto, questa volta la scrittura non era ordinata come al solito, forse lo aveva scritto di sfuggita, non poteva far a meno di sorridere, quei piccoli gesti non facevano altro che farlo sentire desiderato, una volta tanto. Anche se dalle parole del poeta traspariva così tanta sofferenza da farlo star anche male, avrebbe solo voluto sapere chi è, magari dargli una possibilità, non poteva di certo negarla ad una persona che gli riservava tali attenzioni. Era perso nei suoi pensieri quando ebbe l'illuminazione. Scosse la spalla di Mason con una mano mentre con l'altra teneva ancora il bigliettino, vide l'amico distogliere lo sguardo dal cellulare per guardarlo confuso, ora che aveva la sua attenzione spiegò "E se R fosse il cognome e non il nome?". Mason parve illuminarsi a quelle parole, il sorriso sul volto di chi la sapeva lunga ed annuì con vigore. Liam indicò con un cenno del mento una persona seduta poco più in là "Raynolds Lucas". Il sorriso morì improvvisamente sul volto dell'amico guardando prima il ragazzo in questione e poi Liam, scosse la testa con vigore "Non credo ne sia capace Li..." disse in un sussurro. "Non eri tu quello che diceva di non giudicare mai il libro dalla copertina?" ribatté e la conversazione morì lì, con un Mason stranamente ammattito ed un Liam che non faceva altro se non alternare lo sguardo tra il biglietto e Raynolds.



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Erano le nove di sera passate quando arrivarono in hotel, Liam era stremato dopo aver affidato le stanze e controllato che ogni studente fosse al suo posto. Diede un bacio sulla guancia a Lydia che lo aveva aiutato prima di aprire la porta della camera trascinandosi dietro il trolley. Trattenne il fiato dallo stupore quando si ritrovò davanti Theo con un misero asciugamano attaccato in vita che non copriva niente, niente. Le goccioline d'acqua ricadevano dai suoi capelli bagnati sul petto e passando in rassegna gli innumerevoli tatuaggi. Lasciò vagare lo sguardo sul suo corpo così longilineo, le sue gambe toniche e a Liam quasi girava la testa sulla giostra di spigoli e curve che era Theo Raeken.
Sbatté le palpebre più volte cercando di riprendersi da quella visione anche se avrebbe voluto solamente chinarsi di fronte a lui ed inaugurare questa stanza con il solo suono dei suoi gemiti.
Notò solo in quel momento che l'altro ragazzo lo stava guardando in modo compiaciuto come se sapesse l'effetto che aveva su di lui. Scosse la testa ritornando in sé "Cosa ci fai qui?" che domande, c'era lo zampino del suo migliore amico, questo era sicuro.
"Corey ha insistito così tanto ad avere Mason in camera che mi ha fatto quasi pena" disse avanzando qualche passo verso di lui, oramai erano ad un palmo di distanza, vide Theo allungarsi verso il tavolino retrostante per afferrare il pacchetto di sigarette poco lontano e portarsene una spenta alle labbra che successivamente curvò in un sorriso beffardo. Avvertì un calore familiare provenire dal suo inguine e sapeva l'effetto che Raeken aveva avuto su di lui, arrossì visibilmente per quella che era la seconda volta nel giro di un paio d'ore in sua presenza e Liam non poteva crederci, lui non era un tipo da rossore sulle guance no no, lui era tanta sfacciataggine e sfrontatezza. Corse verso il bagno in assoluto silenzio trascinandosi il trolley dietro e fece una doccia gelata, cercando di reprimere l'erezione che Theo gli aveva procurato solo guardandolo.
Fottuto di un Theo Raeken.
Una volta tornato in camera, posò la sua valigia in un angolo appuntandosi mentalmente di sistemarla il mattino seguente, ma in cuor suo sapeva che sarebbe rimasta lì per i due giorni successivi. Trovò l'altro ragazzo già a letto, che in quel momento notò come matrimoniale, con il solito libro tra le mani e lo sguardo perso nelle parole. Afferrò due cuscini dall'armadio, sentendo l'attenzione di Theo oramai su di sé, il libro dimenticato in un angolo sul comodino. Cercò di fare la sua miglior espressione di finta indifferenza posizionando i cuscini al centro del letto come divisore e stendendosi sul suo lato.
"Perché questa cosa?", Theo si era girato su di un lato, la testa poggiata sulla mano ed uno sguardo divertito sul volto.
Liam si tirò le lenzuola fino al mento prima di dirgli "Non vorrei mi stuprassi nel sonno" con finta aria derisoria.
Di tutta risposta l'altro lo guardò serio ed in una frazione di secondo se lo ritrovò addosso, il viso ad un centimetro dal suo, i loro nasi si sfioravano. "Alla fine di questa gita mi pregherai così tanto di scoparti che quando lo farò avrai le lacrime agli occhi dalla contentezza." disse in un soffio, la voce gli arrivò calma alle orecchie eppure il tono era così autoritario che Liam deglutì talmente forte che quel suono sordo riecheggiò in tutta la stanza, alternava lo sguardo dai suoi occhi così dannatamente verdi e limpidi alle sue labbra rosse come il peccato e per un istante aveva sperato che lo facesse sul serio, proprio in quel momento.
Ma Theo non era della stessa idea, con un ringhio si alzò da lui, ritornando al suo posto e spegnendo la luce.
Liam rimase così, improvvisamente incapace di muoversi ripensando continuamente a ciò che era appena successo.
Inutile dire che non chiuse occhio.



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La mattina seguente a colazione Liam era seduto ad un tavolo del ristorante dell'hotel con uno sguardo che sarebbe da definire omicida, il capo chino immerso nella tazza mentre inzuppava leggermente l'ennesimo biscotto nel tea.
Era frustrato e quando accadeva non faceva altro che buttarsi sul cibo, al suo sederone, così lo chiamava Theo, non giovava affatto.
"Theo Raeken" mormorò quel nome a denti stretti, quasi come se fosse un ringhio. Era la prima notte che passavano insieme e già non ne poteva più: si era svegliato con l'erezione mattutina di Theo che gli premeva contro la gamba destra, il muro di cuscini superato ed un braccio ad avvolgergli la vita; per non parlare del fatto che il ragazzo si era dato al nudismo, ovunque si girasse se lo ritrovava davanti mentre camminava per la stanza con dei boxer striminziti addosso, lo spazzolino in bocca e gli occhi ancora impastati di sonno ed anche così, Liam fa fatica ammetterlo a sé stesso, era una vera e propria visione: ha dovuto far affidamento su tutto il suo autocontrollo per chiudersi la porta alle spalle ed evitarlo, non gliela avrebbe data vinta.
"Chi ti ha fatto incazzare?", Liam storse il naso disturbato dai suoi pensieri, era arrivato Mason, ma allora Corey gli lasciava qualche ora d'aria? Lo vide sedersi accanto a lui. Cos'è si era ricordato della sua esistenza, adesso? Girò il capo di lato verso il suo amico, i capelli erano in ordine, la sua espressione così rilassata ed una miriade di succhiotti ad incoronargli il collo, perfetto almeno uno dei due aveva concluso.
"Theo ovviamente, Mase, potevi avvisarmi almeno, cazzo." Era nervoso, stava sbraitando cercando comunque di mantenere un tono basso, "Qual è il problema, pensavo foste amici ora" disse con la voce più calma del mondo e lo sguardo così affranto che Liam proprio non ce la faceva a dirgli di no. Stava per ribattere con qualcosa ma vide Raynolds avvicinarsi al loro tavolo.
Lo guardò con uno sguardo confuso mentre Lucas si dondolava sui talloni, così rosso in viso che sembrava un peperone "Buongiorno Li", Li? Quando avevano raggiunto quel livello di confidenza? "Mi chiedevo se per caso ti andasse di sederti accanto a me sul pullman, oggi, magari nell'ora libera possiamo visitare la città insieme." Liam rimase a bocca aperta, mai si sarebbe aspettato una confessione del genere, era assodato, Raynolds era il poeta oramai non aveva più dubbi. Cercò di rivolgergli il sorriso più genuino del mondo, "Mi piacerebbe molto passare del tempo con te oggi Lucas" si alzò dal tavolo, afferrando la giacca dalla sedia e ignorando l'occhiata incredula che gli aveva lanciato Theo che era appena arrivato, evidentemente aveva assistito abbastanza alla scena per comprendere.
Chiuse a doppia mandata di chiave il suo cuore che in quel momento gli stava urlando di tornare indietro. Raynolds era gentile, simpatico e gli scriveva anche poesie, niente a che fare con lo scorbutico, sgarbato e fastidioso Theo Raeken.
Il suo cuore avrebbe capito, lo faceva per entrambi.



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"Nel caso in cui vi perdiate, cercate sempre di tornare a Times Square, non prendete la metro e non allontanatevi troppo", la preside stava dando le ultime direttive prima di lasciarli liberi per l'ora successiva.
Era stato un inferno per Liam evitare Theo per tutta la mattinata, soprattutto nel pullman, Lucas aveva insistito per sedersi sul lato del finestrino e quindi gli era toccato il corridoio, da lì riusciva a vedere la testa biondiccia spuntare dai sedili più avanti, quando si sporgeva verso Corey per mostrargli questa o quest'altra cosa dal cellulare, Liam non poteva far altro che imitarlo e seguire i suoi movimenti con lo sguardo.
Raynolds lo aveva beccato poi, mentre cercava di alzarsi quel poco che bastava per vedere vicino a chi fosse seduto, senza risultati. Quando sentì il ragazzo accanto a lui tossire irritato per reclamare la sua attenzione, Liam si sentì un idiota totale perché lo stava ignorando e non se lo meritava, quindi fece tutto il possibile per fingere di non vedere Theo qualche passo dietro di loro al Metropolitan e dedicare tutto se stesso a Lucas.
Quest'ultimo lo riscosse dai suoi pensieri "Ti va di vedere China Town?" disse indicando con il pollice la stradina alle sue spalle. Annuì con vigore, seguendolo taciturno. Non lo avrebbe mai ammesso ma si stava annoiando a morte, Raynolds era davvero dolce e cordiale ma non sapeva mantenere viva la conversazione, o forse Liam non riusciva ad essere coinvolto al cento per cento. La sua testa vagava troppo verso due occhioni verdi limpidi, una bocca rossa, spalle larghe e braccia forti e no, no, no stava di nuovo divagando nei suoi pensieri.
Avevano camminato per quelle che parvero ore e Liam non faceva altro che guardare l'orologio scandendo i minuti che passavano. Si erano fermati adesso, Lucas aveva incontrato il suo migliore amico Josh e stavano parlando di qualcosa, forse su come facesse in realtà rivoltare lo stomaco il famigerato Bubble Tea.
Si guardò intorno leggermente in imbarazzo, non si sentiva a suo agio con loro ed era strano, lui andava d'accordo con tutti, sua madre da piccolo gli diceva che se i muri avessero potuto rispondergli probabilmente avrebbe parlato anche con loro.
Stava guardando un punto fisso davanti a lui quando vide Ethan uscire da un bar di fronte: una ciambella tra le mani sicuramente ancora bollente dato che era intento a soffiarci sopra mentre stava mantenendo la porta aperta per qualcuno. La rabbia gli ribollì nelle vene non appena vide Theo oltrepassare la soglia del bar ed affiancarlo anch'egli con un dolcetto tra le mani, assottigliò gli occhi guardando con disprezzo quella scena, non c'era bisogno di sapere altro, quei due avevano già avuto un passato.
"Liam?" Raynolds stava reclamando la sua attenzione, probabilmente Josh era andato via terminando un po' troppo presto i suoi pochi attimi di tranquillità, ma ad ogni modo lui non lo stava ascoltando perché Theo lo stava guardando adesso, era fermo sul marciapiede di fronte, qualche macchina passava interrompendo quel piccolo contatto visivo.
Come già detto, Liam fa le cose senza pensarci, è un suo difetto, a volte sono giuste ed altre no.
Ma credeva di aver fatto la cosa giusta quando d'impulso portò una mano a stringere i capelli di Lucas e senza rifletterci se lo trascinò addosso premendo le sue labbra contro quelle del ragazzo in un bacio fugace. "Wow" soffiò dopo un po', probabilmente soddisfatto di aver avuto quello che voleva ma Liam lo stava evitando di nuovo, perché guardando dall'altra parte della strada notò che Theo non c'era già più.



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Forse questa volta non aveva fatto la cosa giusta perché Raynolds si era impuntato di accompagnarlo fino alla porta e Liam fece finta di sbadigliare contro il palmo della propria mano per evitare il bacio che l'altro ragazzo voleva dargli.
Una volta entrato in camera davanti a lui Theo stava infilando le cose alla rinfusa nella sua valigia "Cambio stanza, ho parlato con Lydia" disse soltanto, afferrando qua e là le sue cose.
Liam sbatté la porta alle sue spalle "Ma che significa?" si avvicinò a lui con passo repentino, sembravano due bambini: Theo infilava una maglia nella valigia e Liam la toglieva. "Significa che sono stanco di te Dunbar" quell'affermazione fu come uno schiaffo in pieno volto ed in più era da tempo che non lo chiamava per cognome e con un tale disprezzo. Theo dovette vedere lo sguardo ferito in volto perché si lasciò scappare una risatina nervosa, "C'era proprio bisogno che lo baciassi di fronte a me eh?", Liam si illuminò a quelle parole, Theo era geloso di lui, allora non era l'unico matto della situazione. "Mi rispondi cazzo?" sembrava sul punto di una crisi nervosa.
"Theo" pronunciò il suo nome come una preghiera, le mani gli tremavano mentre pensava a cosa fare.
Ma per una volta nella vita, decise di lasciarsi andare alle emozioni e di abbandonare il Liam organizzatore e manipolatore ossessionato dal controllo compulsivo.
Portò due mani sulle sue spalle spingendolo così contro il muro retrostante, si sollevò appena cercando di avvicinare maggiormente il viso al suo "Non farlo, non dopo che hai baciato lui" la voce di Theo era tremante e le sue mani poggiate contro le sue braccia volevano allontanarlo ma i suoi occhi, nei suoi occhi verdi Liam lesse la speranza. Non ebbe il tempo di pensare alla prossima mossa che Theo gli afferrò i capelli in una morsa spingendolo verso il basso, Liam si lasciò scappare uno squittio quando si ritrovò in ginocchio davanti a lui, sorpreso dalla piega che aveva preso la situazione.
Con mani tremanti gli sbottonò i jeans e mentre glieli abbassava leggermente sui fianchi alzò il viso per guardarlo, ma Theo guardava un punto davanti a sé.
Non poteva tirarsi indietro, non adesso, un po' titubante scostò di poco i boxer liberando così l'erezione che pulsava tra le sue mani, strinse le dita alla base prima di socchiudere gli occhi ed avvicinò la bocca alla punta, con la lingua lambì quel pezzo di pelle e raccogliendo le gocce di liquido preseminale saggiando il sapore di Theo ed era già sazio così.
Schiuse le labbra, la lingua ancora tesa mentre iniziò a far sprofondare il membro del ragazzo nella sua bocca, portò lo sguardo di nuovo sul suo viso ed il fiato gli si mozzò in gola. Theo aveva gli occhi spalancati e lo guardava famelico mentre Liam inglobava man mano centimetri di pelle, socchiuse gli occhi cercando di non pensare alla sua erezione che premeva costretta nei jeans, voleva dedicarsi solo a lui.
Raggiunge la sua mano all'estremità ed incavò le guance cercando di reprimere il leggero pizzicore per la punta che batteva contro la sua gola.
I suoi movimenti si fecero più svelti, adattandosi ai bisogni di Theo non appena quest'ultimo iniziò a muovere i fianchi verso di lui con maggiore urgenza e Liam capì che era vicino. Sentì uno strattone sui suoi capelli e si dovette costringere a non stringere i denti, l'altro portò una mano su una sua spalla allontanandolo con forza, si lasciò scappare un gemito insoddisfatto mentre lo guardava venire nel proprio pugno. Pulì la mano contro i jeans e alzando poi quest'ultimi lungo i fianchi con un gesto svelto. Liam socchiuse gli occhi accasciandosi contro il muro, sentì la porta sbattere mentre le lacrime scendevano copiose sulle sue guance.



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"Puoi spiegarmi perché Theo ha dormito tra me e Corey?" Liam non aveva dormito tutta la notte, aveva continuato a rigirarsi nel letto finché non si era rannicchiato su se stesso fissando un punto dinnanzi a lui. Mason si era seduto al suo tavolo quella mattina a colazione, anche se lui in realtà non aveva fame, continuava a rigirare il cucchiaino nella tazza del tea senza parlare.
Dall'altro lato della sala aveva visto Corey, seduto al tavolo con un Theo decisamente ammattito, forse non era l'unico a stare male.
"Perché ho baciato Raynolds" disse a bruciapelo, riportando l'attenzione sull'amico che lo guardava comprensivo, ma non era sorpreso, "Lo so" disse infatti.
Sospirò sconfitto al pensiero della notte scorsa, "E gli ho fatto un pompino", abbassò lo sguardo sul liquido nero di fronte a sé, "So anche questo."
Strinse le dita in un pugno, puntando di nuovo gli occhi in quelli di Mason "E se lo sapevi perché cazzo me l'hai chiesto?", l'amico non ebbe il tempo di ribattere che il suo telefono poggiato sul tavolo vibrò.

Vediamoci al ponte qui fuori.

Liam aveva riletto la frase una decina di volte prima di realizzare che il messaggio era di Theo.
"Li? Tutto bene?" il tono di voce di Mason era apprensivo, lo guardò e sul suo volto aveva un cipiglio preoccupato.
Doveva scegliere, cuore o testa?
"Theo" disse soltanto alzandosi di scatto dalla sedia, fece un passo indietro, la voce dell'altro ragazzo gli arrivava ovattata alle orecchie, non si chiese nemmeno cosa gli stava dicendo, semplicemente si girò e corse.
Il suo cuore adesso aveva scelto per lui.


Theo era lì e Liam si dedicò qualche secondo per guardarlo: stringeva il corrimano blu del ponte con le sue mani grandi piede di anelli, il naso all'insù mentre guardava rapito davanti a sé, la camicia a scacchi legata in vita, la maglia nera gli fasciava il fisico asciutto, i jeans neri strappati al ginocchio e quegli stivaletti orrendi, era da mozzare il fiato.
Lui doveva essere in condizioni pietose, già si immaginava con i capelli sparati in tutte le direzioni, le occhiaie sotto gli occhi e le gote rosse per la corsa.
Raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo, lasciò andare via il respiro che non si era accorto di aver trattenuto e si avvicinò.
Theo notò subito la sua presenza e si girò di scatto puntando gli occhi nei suoi. "Devo parlarti" lo sentì deglutire, sfregò le mani tra di loro, aveva abbassato lo sguardo, improvvisamente insicuro, dov'era finito il Theo spavaldo che conosceva?
"Non mi pento di quello che è successo Theo, lo volevo anch'io" gli disse a bruciapelo, il ragazzo adesso lo guardava sollevato "Non volevo parlarti di questo, cioè sì anche ma se mi interrompi adesso credo che non avrò più il coraggio di farlo".
Liam corse ad afferragli le mani con le proprie, stringendole piano nella presa cercando di dargli coraggio per entrambi. Parve funzionare perché di tutta risposta le strinse maggiormente, e sempre senza guardarlo negli occhi disse in un sussurro:

"Sei tu, Liam
che mi tormenti e fuggi via
sei tu
che mi divori il cuore
e lo tieni nascosto
nelle viscere dell'Universo
lontano da tutti
vicino ad un mare
di lacrime versate
senza fare rumore.
E vorrei portarti sui tetti del mondo
a guardare le stelle
vorrei non avere il deserto
nel mio cuore
ma fiori che sbocciano
quando i miei occhi ti incontrano
solo così potrò guarire
da questo romanticismo."


Era lui, era lui il poeta.
Forse in cuor suo lo aveva sempre saputo o forse ci aveva sperato. Aveva socchiuso gli occhi mentre l'altro pronunciava quelle parole, lasciandosi andare contro il ponte e inebriandosi della sua voce roca, inizialmente più titubante e man mano più sicura e Liam pensò che avrebbe potuto anche morire così, con il cuore che quasi gli usciva dal petto per l'emozione e le parole di Theo a cullarlo dolcemente.
Non appena aprì gli occhi incontrò immediatamente quelli di Theo, erano così vispi e lo guardavano speranzoso. Avvicinò le mani tremanti al volto del ragazzo di fronte a lui, con le dita gli sfiorò gli zigomi, le guance lisce senza nemmeno un filo di barba, vi poggiò i palmi delle mani con delicatezza e sentì invece quelle dell'altro sui suoi fianchi con una presa così ferrea che quasi gli fece girare la testa.
Theo aveva chinato il capo verso di lui, non smetteva un secondo di guardarlo e Liam si sentì così nudo ai suoi occhi.
Si alzò leggermente sulle punte, facendo sfiorare i loro nasi, avevano tutto il tempo del mondo e lui voleva godersi ogni singolo attimo di quel primo bacio. Sentiva il suo respiro battere accelerato contro il viso con un misto sapore di zucchero, pensò che forse aveva mangiato qualcosa di dolce, poi non resistette un minuto di più, spense il cervello dando ascolto solo al cuore ed azzerò quella misera distanza tra loro per combaciare le loro labbra in una dolce danza ed in quel momento capì che lo stava aspettando da tutta una vita.


Theo aveva deciso di metterlo all'ingrasso, era questa l'unica spiegazione plausibile.
Stavano camminando per le strade di New York, mano per la mano e se qualcuno avesse detto a Liam un paio di mesi fa che si sarebbe ritrovato avvinghiato a Raeken probabilmente gli avrebbe che era un folle.
Resta il fatto che durante la gita erano capitati in un mercatino ed Theo lo aveva rimpinzato di dolci, caramelle, torte e di tanto in tanto qualche snack salato, "Devi assolutamente provarlo Li" e non accettava un no come risposta.
Adesso però, dopo un'ora ed un quarto, il presidente del consiglio studentesco aveva fatto ritardo, sì, erano arrivati all'autobus e fortunatamente non erano gli unici ritardatari così che la Martin non li incenerì sul posto quando li vide, troppo occupato a ritrovare gli altri dispersi.
Prese posto sul sedile accanto al finestrino ed Theo non aveva nemmeno fiatato per reclamarlo, sui sedili accanto Corey afferrava dei batuffoli di zucchero a velo portandoli alle labbra di un Mason che non la smetteva di ridacchiare e Liam sapeva che nel giro di lì in pochi mesi si sarebbero ritrovati ingrassati di venti chili.
Il pullman ripartì e lui fece finta di non notare lo sguardo affranto che gli aveva rivolto Lucas passando per il corridoio, pensò invece di concentrarsi su Theo che aveva poggiato un braccio sulle sue spalle tirandoselo vicino mentre leggeva il solito libro di poesie, si accoccolò a lui chiedendosi come aveva fatto ad essere così cieco dinnanzi alla verità.

"Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte:
Il primo per vederti tutto il viso,
Il secondo per vederti gli occhi,
L'ultimo per vedere la tua bocca,
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia."




-



"Non voglio andarmene T" sussurrò Liam infilando l'ennesima maglia nel trolley, ma quante cose si era portato per un weekend? Theo alzò gli occhi al cielo esasperato, aveva sentito quella frase già una decina di volte nel giro di un'ora, buttò i jeans sul letto avvicinandosi al ragazzo, stirò le labbra in un sorriso mentre gli scostava una ciocca liscia dalla fronte "Te l'ho già detto Li, continueremo a vederci anche quando saremo tornati a casa." Portò le braccia ad avvolgere la sua vita e Liam si lasciò andare a quel tocco, gli veniva già così naturale, poggiò le mani sulle sue spalle disegnando dei segni circolari con le dita sull'attaccatura dei capelli.
Si alzò leggermente sulle punte per avvicinare le labbra alle sue, sfiorò il suo naso in un tacito permesso, Theo si chinò contro di lui incontrandolo a metà strada.
Quello non aveva niente a che fare con il bacio dolce che si erano scambiati poche ore prima. C'era urgenza in quei movimenti languidi, lingua e denti cozzavano tra di loro e quei suoni riecheggiavano in tutta la stanza silenziosa. Theo lasciò scivolare le sue mani lungo le cosce stringendole in una presa ferrea sollevandolo di slancio, Liam si lasciò scappare un gemito sorpreso, senza però staccare le labbra da quelle del ragazzo. Sentì quest'ultimo fare spazio sulla scrivania alle loro spalle spostando gli oggetti con un braccio e posizionandoci Liam sopra, d'altro canto lui strinse le gambe intorno alla sua vita per portarselo più vicino, le sue mani vagavano contro il petto scoperto di Theo, percorrevano i tatuaggi con le dita e si scoprì ad aver desiderato di farlo un'infinità di volte, con dita stranamente sicure gli slacciò i jeans velocemente prima di strattonarli verso il basso.
Avevano smesso di baciarsi e adesso Theo lo guardava divertito beffandosi della sua impazienza mentre lui con tutta la calma dell'universo lo aiutava a disfarsi prima della maglia e poi dei jeans.
Liam non poté far a meno di arrossire sotto lo sguardo famelico dell'altro ragazzo, lo guardava come ogni persona dovrebbe essere guardata al mondo mentre le sue dita stringevano in una presa ferrea le sue cosce, non resistette oltre, si abbassò da solo i boxer liberando da quella morsa il suo membro già eretto.
Prese una mano costellata di anelli di Theo tra le sue, baciandone il dorso prima di portarsi una falange alle labbra e senza staccare gli occhi dai suoi iniziò a lambire con la lingua quel pezzo di pelle, lo sentì deglutire ed aggiunse altre due dita, lui si ritrovò a succhiare ogni centimetro a disposizione fino alle nocche.
Theo deve aver deciso che poteva bastare perché con la mano libera gli divaricò maggiormente le gambe, portando le dita lubrificate verso la sua apertura.
Quando inserì il primo Liam si sentì spaccato in due, inarcò la schiena lasciando penzolare la testa all'indietro per quella sensazione che conosceva di certo bene ma ogni cosa con Theo pareva nuova.
Con un cenno del capo lo avvertì che poteva iniziare a muoversi e si stupì per quello che successe dopo, l'altro ragazzo infatti si chinò tra le sue gambe raggiungendo la sua apertura, con la lingua inumidì ulteriormente la zona e Liam si ritrovò a boccheggiare improvvisamente a corto d'aria.
Socchiuse gli occhi lasciandosi cadere all'indietro, poggiando la testa contro il muro retrostante ed andando in contro ai suoi movimenti con il bacino, era affamato di sensazioni.
Tre dita ora erano dentro di lui e la bocca peccaminosa di Theo percorreva il suo interno coscia lasciando una scia di baci bagnati, non ne poteva più.
"Di più, di più" sibilò a bassa voce portando una mano a stringere i capelli del ragazzo che di tutta risposta di sollevò da lui, sfilando con premura le dita una ad una e poggiando al contempo un bacio sulla fronte sudata di Liam che cercò di risollevarsi per andargli in contro e premere le labbra contro le sue. Theo si allontanò con un sorriso sornione mentre si abbassava con una lentezza estenuante i boxer "Dillo" la sua voce era così autoritaria che a Liam quasi mancò un battito. Era confuso ma non riusciva a distogliere lo sguardo dall'erezione di Theo che svettava contro lo stomaco mentre si infilava il preservativo. "Ho detto dillo, Liam" quel tono di voce fermo lo riscosse dai suoi pensieri portando lo sguardo sul viso del ragazzo, poi capì.
"Alla fine di questa gita mi pregherai così tanto di scoparti che quando lo farò avrai le lacrime agli occhi dalla contentezza."
Una litania di "Ti prego, ti prego" usciva dalle labbra di Liam che aveva portato le mani sulle spalle di Theo per tirarselo più vicino, quest'ultimo parve soddisfatto dal risultato perché diede un paio di scatti della mano sulla sua erezione prima di allinearla contro l'apertura di Liam che in un battito di ciglia si sentì di nuovo, finalmente, pieno. Annuì con vigore qualche minuto più tardi per avvisarlo che poteva iniziare a muoversi, avvolse le braccia intorno al suo collo avvicinando le labbra alla sua bocca, Theo si spingeva dentro di lui con premura e lentezza gustandosi ogni attimo di quel momento, ma Liam era impaziente, "Di più, dammi di più" mormorò contro le sue labbra andandogli incontro con le spinte.
Theo vide rosso all'udire di quelle parole, strinse maggiormente la presa sulle sue gambe spingendosi dentro di lui con vigore dandogli quello che voleva.
Liam era inebriato da quelle sensazioni mentre Theo batteva contro il punto dentro di lui che ogni volta gli faceva vedere le stelle e gli unici rumori udibili in quella stanza erano i suoi gemiti, lo sbattere imperterrito della scrivania contro il muro e la loro pelle che cozzava insieme ad ogni movimento.
"Ancora Theo, dammene ancora un po'" si ritrovò a pregare qualche minuto dopo oramai quasi al limite, con una mano tentò di raggiungere la propria erezione ma il "No" secco di Theo lo fermò, le spinte man mano iniziavano a farsi più rade ma sicuramente così urgenti che Liam capì che oramai era al limite, infatti dopo pochi istanti lo raggiunsero entrambi e lui senza nemmeno toccarsi si liberò sul suo stomaco.
Quella notte decise di non mettere i cuscini nel letto anzi si strinse maggiormente al ragazzo accanto a lui mentre gli leggeva l'ennesima poesia e Liam crollò cullato da quelle parole come un bambino.

"Il tuo corpo è un'isola segreta
lontana,
facciamo che sono un naufrago,
mi sveglio sulla spiaggia,
è mattina
non ho nessunissimo bisogno,
di essere salvato. "


FINE

Tutti pazzi per la Thiam 💕 (parte 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora