[AU] Dear Friend. Capitolo 4

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Capitolo 4. Caro amico, è questo quello che tutti chiamano "essere vicini a qualcuno"?


Altre due settimane, sommate alla precedente, erano passate senza che Theo concedesse la minima tregua a Liam il quale, soprattutto nell'ultimo periodo, rischiava un crollo emotivo ed una crisi di nervi da fare invidia.

Evidentemente a quel demonio in terra non bastava solo il tenerlo in pugno ricordandogli del loro "contratto" ogni tre secondi, o il semplice fatto che lui lo stesse aiutando ad alzare la sua media scolastica senza retribuzione, o anche che ultimamente fosse diventato il suo pupazzetto-da-tartassare-sulla-pista-da-hockey preferito e schiavetto a tempo indeterminato, ma doveva – ovviamente – anche pretendere che Liam assecondasse tutti i suoi capricci più folli.

Ad esempio, il biondino non capiva assolutamente per quale stranissimo e assurdo motivo dovesse accompagnarlo proprio lui a comprare un paio di jeans al centro commerciale! Theo gli aveva fatto capire in tutte le salse che non approvava il suo gusto nel vestire e sinceramente non capiva cosa se ne facesse del portarselo appresso. Riflettendoci meglio invece era arrivato alla conclusione che probabilmente voleva solo rompergli le scatole e impedirgli di godersi un sabato pomeriggio all'insegna del relax. In fin dei conti Liam non ricordava nemmeno più quando fosse stata l'ultima volta in cui era riuscito a dedicarsi un po' ai suoi hobby invece di dover fare da balia a quello squinternato.

Sospirò angosciato leggendo il messaggio che Theo gli aveva appena mandato in cui lo informava di essere arrivato sotto casa sua; si guardò un'ultima volta allo specchio aggiustando gli occhiali sul nasino poi, sospirando di nuovo, decise di lasciar perdere e si avviò giù dalle scale con l'aria più sconsolata che avesse mai potuto mettere su.

Aprì la portiera dell'auto e si sedette al posto del passeggero avvilito guardando Theo osservarlo con un sopracciglio inarcato. «Non si saluta nemmeno più?» domandò quest'ultimo prima di partire.

Liam non aprì bocca. Sventolò stancamente la mano avanti e indietro alla mo' di saluto facendo poi ricadere l'arto inerme sulla coscia.

«Ti hanno tagliato la lingua nel sonno? Non che mi dispiaccia, sia chiaro.» lo apostrofò il più grande lanciandogli un'occhiata di sottecchi.

«Sul serio, perché devo venire anche io?» sbottò invece Liam guardando la strada davanti a sé ignorando il fatto che per la prima volta il castano si stesse dimostrando più amichevole del solito.

«La fai sembrare una marcia al patibolo.» replicò divertito. «Sto contravvenendo a tutti i miei principi etici e ti sto portando a fare un giro, semmai dovresti essermi profondamente riconoscente.» asserì con tono di finta superiorità stuzzicandolo.

Liam si girò di fianco per guardarne il profilo con una faccia che urlava "ma sei serio?", mentre l'altro si distraeva giusto due secondi per interpretare quella smorfia che trovò solo molto spassosa. «Non guardarmi così. Se non esci mai di casa finirai per ammuffirti.» continuò a sfotterlo ignorando tutti gli istinti omicidi che il passeggero stava esternando.

«Davvero!?» sbottò l'altro «Se vuoi fingo di essere scemo e di conseguenza di credere a questo tuo sfogo di bontà, altrimenti passo a spiegarti quello che penso davvero e cioè che tu voglia solo qualcuno a cui appioppare le buste, sempre che tu non voglia anche farmi provare tutto il negozio solo per puro divertimento!» si sfogò infervorandosi più del necessario, tanto che l'altro dopo un paio di secondi in cui provò a restare serio, scoppiò a ridergli in faccia fino quasi a lacrimare.

«Oddio... s-sei... esilarante!» biascicò Theo fra una risata e l'altra, mentre Liam poggiava un gomito sulla portiera tenendosi la testa con la mano arrossendo violentemente. «Devo ammettere che l'idea non mi aveva sfiorato neanche lontanamente, ma grazie per esserti proposto allora!» esclamò continuando a ridere.

Tutti pazzi per la Thiam 💕 (parte 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora