Capitolo 7 (IV). Marco si impunta

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Passarono alcune settimane tranquille; Irene naturalmente aveva alzato il livello di attenzione, ma Marco sembrava lo stesso. A parte la foto di Ilaria in sala e il sacchetto nero dietro il cesto della biancheria sporca, si può dire che non ci fosse più sua traccia in casa. Inoltre, cosa che la fece quasi del tutto tranquillizzare, fu la comparsa, a fianco della foto di Ilaria, della foto della VB, appena fatta, in cui Marco e Giulia, i due "geni" candidati al sessanta, non erano poi troppo distanti; come foto dell'ultimo anno tutta la classe aveva deciso di vestire elegante, Marco aveva un bel completo di lino, ancora del padre, con un sorriso aperto e Giulia un tubino che non le stava poi male; Irene passava davanti a quella foto sospirando e sperando che Cupido usasse una freccia, anche se per Giulia avrebbe dovuto avere buona mira.

Oltretutto la maturità che si avvicinava impegnava Marco tutto il giorno; lo vedeva studiare e anch'ella non voleva disturbare quel periodo con sospetti forse esagerati.

Ma non era così e se ne accorse una domenica sera di fine maggio dopo aver visto un film insieme. Quella era una delle altre abitudini, tra madre e figlio, che si era instaurata nel tempo; se il sabato sera Marco lo dedicava a uscire con gli amici, la domenica, pomeriggio o sera, a seconda del turno di Irene al lavoro, stava con la madre e molte volte andavano al cinema insieme o, se non c'era nulla in programmazione di bello, Marco andava a prendere una videocassetta a noleggio e se la guardavano in sala.

Quella sera Marco aveva noleggiato "Il posto delle fragole" ; il film era finito e la videocassetta si stava riavvolgendo.

«Certo che tu trovi sempre film che fanno piangere, Marco; povera donna...», Irene si stava asciugando le lacrime.

«Mah, sai...», Marco si era alzato per prendere la tisana che di solito prendevano alla sera, l'aveva lasciata in infusione in cucina, «ne ha parlato a scuola la prof. di Italiano, ero curioso», portò le due tazze fumanti sul tavolino.

«Mi sono rivista in quel professore...» 

«Davvero?», il rumore della videocassetta divenne più intenso, stava per finire di riavvolgersi, «pensavo che ti immedesimassi nella nuora.»

«Un po', ma soprattutto nel vecchio.» 

«Per cosa?» 

«I rimorsi, Marco...», Irene storse la bocca, «certo non sono vecchia, ma a volte mi domando se sto facendo bene con te, non vorrei fare la fine di quel professore che si pente all'ultimo.»

«Tu stai facendo bene, solo che...» 

La videocassetta finì di riavvolgersi, il videoregistratore la spinse fuori con un lieve ronzio; Marco si alzò.

«Che, Marco?» 

«Che sto pensando a cosa fare dopo il diploma», si accucciò, la mise nella custodia che poi posò a lato.

«Avevi detto ingegneria, no?» 

«Sì, ma è lunga; sono ventotto esami più la tesi», Marco tornò a sedersi, prese la tazza di tisana, ma era ancora bollente, la lasciò ancora lì.

«Di cosa ti importa? Ne abbiamo già parlato; lavoro io per due. Prenditi il tempo che ti serve.»

«Non è quello, mamma», Marco tamburellò sul tavolo. 

«E cosa?» 

«È che tu sei troppo sola.» 

«No, cosa dici, Marco...», Irene lo guardò sorridendo, prese la sua tazza, «non mi sembra...», ci soffiò, continuò a sorridere, «abbiamo appena visto un film insieme, mi hai fatto la tisana.»

Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora