Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]
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    Dolore e perdono (Parti I - VI) [in revisione]

    General Fiction

    Una storia di sofferenza e redenzione, una passione ostinata e proibita, tre famiglie coinvolte, trent'anni di storia. Marco e Ilaria, due fratelli divisi da quasi mille chilometri si rincontrano per il funerale del loro padre. Così diversi e così s...

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    Capitolo 7 (VI). Marco si impunta

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    Tornata a casa Irene rimise foto e indumenti di Ilaria a posto; si sedette sulla poltrona in corridoio, sospirò alcune volte, e infine telefonò a Maria; era mezzogiorno, anche Ilaria era a scuola.
    «Pronte» 
    «Maria, ciao.» 
    «Ire', ca teni? Che e' sta voce?» 
    «È grave, Maria, la cosa, ormai tra i fratelli.» 
    «Ma, Ire', cca non ave scritte cchiu'!» 
    «E che ne so, Maria? Si vede che hanno trovato il modo di scriversi lo stesso», sbuffò, «lo sai che Marco mi ha detto che vuole venire a Salerno?»
    «A Salierno? O' Maronna, e a' scola?» 
    «Guarda che c'è anche a Salerno, l'università, Maria, purtroppo», Irene sospirò, «lo fa per tua figlia, lo sai.»
    «O Gesù, ma isse e' innamurato?» 
    «Non lo so...», Irene storse la bocca, «Marco non lo riesco a capire, così chiuso; diciamo che tua figlia l'ha saputo prendere.»
    «Fijema' e' a posto, Ire'! I' l'aggia educata bbene! Si ha misse o reggipiette ha voluto pazzia', nun vulia ffa nulla.»
    «Sì, sì...», Irene si alzò in piedi, «lasciamo perdere i reggiseni, adesso, è mattina e spendo troppo, non è questo l'importante, poi, ora sto male, però; devi far salire Ilaria, non c'è altro da fare. Tu che dici?»
    «Fijema saria cuntenta, Ire', ma tu?» 
    «Io? Piuttosto mi prendo tua figlia in casa, ma Marco lo voglio qui; mi hai preso Antonio, ma mio figlio non te lo darò.»
    «Ire'!», Maria ebbe un tono più duro, «Ave mo' cu sta storia? I' nun t'aggi prese maritete, e' isse ca ha voluto veni' cca.»
    «Oh, senti Maria, non litighiamo, su...», Irene sospirò, «tanto è morto e pace all'anima sua; a me interessa mio figlio, adesso. Tu la vuoi far salire, Ilaria?»
    «Ppe me, sta bbene, Ire, te rengrazio, ma nun te da' disturbo? E' nun te posse paga' pero' issa sape fatica'.»
    «Non pensare ai soldi adesso, Marco non la manda di certo a lavorare, la vuole far studiare», Irene sbuffò.
    «E i soldi, Ire'? Duve 'r pigli?» 
    «Ti ho detto di non pensare ai soldi, Maria! Dove mangiamo in due mangiamo anche in tre, so che tua figlia fa tutto in casa, è anche questo che ha attratto mio figlio. Allora è d'accordo, ci parli tu a Ilaria?»
    «Va bbuono, ue' Ire', te ringrazio assaie, qui figliema a o paiese nun stia bbona.»
    «Lo faccio per Antonio, ora è nella Verità, gli farò dire una messa, che almeno ci metta una mano sopra ai suoi figli; se si innamorano veramente è un guaio, Maria, altro che reggiseni. Ti saluto, ciao.»
    ***
    Il giorno dopo una lettera fu spedita da Marco a Ilaria al suo normale indirizzo: 
    "Cara Ili," 
    "non so cosa sia successo in mia madre, ma finalmente sembra che si sia convinta di farti venire su; ha detto che ha parlato anche con la tua."
    "Sono troppo contento; non ti posso scrivere tanto, ho troppo da studiare, ma questo te lo volevo dire subito. Non pensare al resto, ti facevi tanti problemi sul lavoro a Salerno, ma se vieni a Genova ti faccio studiare; ho già in mente dove iscriverti. Tu pensa solo a finire la terza media giù a Colliano."
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