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Anna's pov

"La seconda volta?" Rispondo dopo interminabili secondi.

"S-si, la prima volta quando Nate...beh hai capito." Sospira e punta gli occhi verso il pavimento, è molto difficile ripensare a quell'episodio per lui. "Anna, che ti succede?" Chiede, notando il mio sguardo perso nel vuoto.
Appoggia la sua mano sulla mia gamba e mordo nervosamente il labbro cercando di trattenere le lacrime che minacciano di scendere. Non è il caso di piangere, non ora. Ho sempre odiato far pena alla gente, ho sempre nascosto il mio passato in parte anche per questo motivo.

"Anna.." mi sento richiamare.

"Non succede niente soltanto che non sono pronta per quello." Affermo tutto d'un fiato rivolgendo lo sguardo verso di lui.

"Secondo te intendevo quello?" Chiede. "Riformulo meglio la domanda." Dice dopo un po' tirando un gran sospiro. "Anna, cosa ti è successo in passato?"

"Ti ricordi la storia di mio padre che ti raccontai?"
Lo osservo mentre segue attentamente ciò che dico con uno sguardo preoccupato.

"Si, mi ricordo"

Dovrei dirgli che gli ho mentito, che la realtà è diversa, ma non ne ho il coraggio. Non riesco a trovare le parole giuste, con Angel è stato difficile, figuriamoci con lui.

"Anna, non riesco a..."

"Federico non era quella la verità." Lo interrompo, osservando il suo viso che assume ogni secondo un'espressione diversa.

"Cosa?"

"Mio padre ha fatto un incidente, ma in quella macchina c'ero anche io, sono salva ma lui no." Mi copro il viso con le mani, pregando che le lacrime non mi tradiscano ora.

"Cosa?!" Ripete, incredulo. "Piccola..." mi sento accarezzare la schiena. "Ma come...come è successo?"

Mi lascio trasparire un singhiozzo seguito poi dalle lacrime.
"Avevo soltanto sedici anni, gli ho ripetuto tantissime volte che lui non era un padre perfetto, soltanto per un litigio che c'era stato, e siamo andati a finire contro un albero." Spiego, risentendo quel senso di vuoto dentro me.

"Mio Dio, mi dispiace tantissimo piccola, non avrei mai immaginato una cosa del genere."
È ancora incredulo, ha gli occhi spalancati e la bocca serrata.

"Ora non parliamone più, ora sai tutto" mi asciugo velocemente gli occhi colmi di lacrime.

"Vieni qui" dice sdraiandosi sotto le coperte.

Seguo il suo gesto e mi sdraio accanto a lui, mentre cerco di calmare il mio respiro affannato.
Mi circonda con le sue braccia e il freddo di questa sera sembra attenuarsi.
Chiudo le palpebre, ma non dopo aver lanciato un'ultima occhiata a Federico, che mi osserva ancora con la testa appoggiata al cuscino.
Resto per un po' immersa tra i pensieri, che ora sono tutti collegati all'incidente, anche se mi sforzassi a non pensarci non riuscirei lo stesso. Mi chiedo come reagirebbe mia madre se sapesse dell'attacco di panico di tempo fa, ma alla fine è successo soltanto una volta, non avrebbe neanche senso dirglielo ora che è passato già un bel po di tempo.
I miei attacchi di panico sono cominciati subito dopo l'incidente, precisamente il giorno del funerale di mio padre, ma con il tempo si sono attenuati, ora raramente ritornano.

Un sospiro risuona nella stanza e mi volto, osservando le palpebre ancora aperte del biondino.

"Non dormi?" Gli chiedo.

"No, stavo pensando." Afferma semplicemente.

"Tu cerca di dormire, okay?" Sento le sue dita che accarezzano i miei capelli, provocandomi dei brividi lungo la schiena.

Annuisco, e riporto la testa sul cuscino richiudendo le palpebre.
Le sue dita scorrono lungo il mio braccio, fino ad arrivare al lembo della maglia che ancora indosso. Sento il calore della sua mano sulla mia pelle, proprio sulle cicatrici dove è racchiuso il mio passato.

"Buonanotte piccola" mi sussurra all'orecchio, mentre le sue dita continuano a tracciare dei cerchi immaginari sulla mia pelle.

Angolo autrice***
Buoongiorno!

Ho tantissimo da studiare oggi ma ho tanta voglia di scrivere nuove belle cose. Ne vedrete delle belle.

Ritornando al capitolo:
Finalmente la verità, siete contente?

You take care of me. |Federico Rossi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora