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Federico's pov

La testardaggine ha sempre fatto parte di me, sin da piccolo.
Ero un bambino forte, testardo e coraggioso.
Nonostante io abbia odiato la mia adolescenza passata solo come un cane, senza nessuno su cui contare e senza provare alcuna emozione, questo vissuto mi ha comunque portato aspetti positivi del mio carattere, molti invidiano la mia forza, la mia audacia.
Ho sempre rischiato la pelle, messo a repentaglio la mia vita.

Ma in fin dei conti, cos'è la vita senza il rischio?

Il più grande pericolo è quello di non rischiare.
Non conosco niente di più divertente dell'imprudenza per questo motivo non ho mai scelto strade facili, non mi spaventano le salite.
Ho sempre rischiato...tenendo conto anche della mia astuzia, che è sempre stata un mio vantaggio, ciò che mi ha sempre reso vincitore.

Diciamo che mi sono sempre salvato il culo in ogni situazione, giocando d'astuzia se non bastava più la forza.

Nessuno è mai riuscito a fottermi, nessuno.

Odio l'ingenuità delle persone, tutti cadono nella mia trappola, ed oggi ho attirato proprio lui al suo interno. È caduto tra le mie grinfie.

Nonostante io ami il rischio, non agisco mai solo, non agisco senza saper di avere già la vittoria tra le mani.

Sono già vincitore ancor prima dell'inizio della guerra.

"Vuoi dire le tue ultime parole?" chiede Josh, sollevando un angolo della bocca.

Sorrido vittorioso, osservandolo.

"Non agisco mai da solo." gli rivolgo uno sguardo minaccioso, uno di quelli che incutono timore al solo pensiero.
E in effetti, avrei paura anche io di aver come nemico uno come me.
Nei suoi occhi leggo la confusione, muove a stento le labbra per pronunciare le sue ultime parole.

"Ma che..." riesce a dire, con un filo di voce.

Patrick, che fino a pochi secondi prima mi teneva puntata la pistola alla tempia, abbassa il braccio, risollevandolo subito dopo puntando l'arma alla tempia di Josh, il suo leader.

"Patrick ma cosa stai facendo..." farfuglia, sollevando le braccia. "Patrick tu fai parte della mia gang, sei sempre stato al mio fianco, sei il mio braccio destro, non puoi voltare le spalle al tuo capo..."

"Risparmia i discorsi strappalacrime per favore." lo interrompo, girandogli attorno.

Il suo respiro si fa sempre più pesante, sento la sua preoccupazione salire a picco.
Tiene i piedi saldi sul pavimento, ma non riesce a mascherare il tremolio delle sue gambe.

"Era una sfida persa già dal principio, Josh." gli sussurro all'orecchio, facendolo rabbrividire.

"Patrick davvero credi a lui e non a me? Patrick guardami, sono il tuo capo.." continua a disperarsi, sotto il mio sguardo.

"Fe, per quanto tempo ancora dobbiamo sentire questa voce?" chiede Patrick, il mio amico bensì infiltrato.

"Ancora per poco." sospiro.

"Cosa volete fare? Uccidermi? Torturarmi?" chiede Josh, in preda al panico.

"Niente del genere, davvero pensi questo di me?" chiedo, con voce falsamente amareggiata.

Mi fermo davanti alla sua figura con un sorriso provocatorio.

"Rossi non mi meraviglierei così tanto, sei un essere senz'anima!" urla, a pochi centimetri dal mio viso.

Gli sferro prontamente un pugno al viso, provocandone un'uscita di sangue da una narice.

"Non mi provocare!" lo ammonisco. "Sai che muoio dalla voglia di vederti strisciare qui, come un verme" ringhio contro il suo volto.

You take care of me. |Federico Rossi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora