•124•

1.9K 81 18
                                    

Anna's pov

Mi avvicino alla tenda, spostandola leggermente.
Intravedo la sua Audi bianca e lui al suo interno mentre tiene tra le labbra la sua solita sigaretta.

"È qui?" chiede mia madre, con un sorriso malizioso sul viso. 

"Si, ci vediamo fra qualche minuto." la informo, prendendo il mio chiodo in pelle.

"O fra qualche ora..." la sento bisbigliare, prima di chiudere la porta alle mie spalle.

Mi incammino verso l'auto, formulando nella mia mente un ipotetico discorso, non saprei proprio da dove iniziare.
Lo guardo mentre si volta verso di me con uno sguardo severo, ma appena incrocia i miei occhi rigira il viso verso la strada dinanzi a lui, evitando la mia presenza.

Apro la portiera e salgo su, con l'ansia e l'agitazione che hanno già preso controllo del mio corpo.

Continua a tenere il solito atteggiamento strafottente e con un gesto veloce accende il motore, schiacciando l'acceleratore alla massima potenza.

So che sta aspettando che io parli per iniziare la sua ramanzina, qualunque cosa io dica ora scatenerà la sua rabbia.

"Se devi urlarmi contro, fallo subito." inizio col dire, aspettando la sua reazione.

"Sto aspettando una tua giustificazione prima di iniziare." inspira il fumo della sua sigaretta, continuando a non degnarmi di uno sguardo.

Sbuffo, mentre continuo ad osservarlo di profilo.
Potrei dargli tutte le giustificazioni del mondo ma non me ne salverà neanche una. È troppo testardo.

"Non ne ho." sospiro rumorosamente.

"Sono ritornato in quel cazzo di locale solo per te, ti rendi conto?!" urla. "Dovresti darmi come minimo un motivo valido e non ti azzardare a fare la stronza perché sarei capace anche di lasciarti qui a piedi."

"Non me la sentivo di aspettarti mentre accompagnavi Paige." affermo, provocando una risatina nervosa da parte sua.

"Ancora con questa storia?" alza la voce. "È la sorella di Teodor, ora siamo coinquilini, potrei mai lasciarla sola?" con un gesto veloce butta via la sigaretta.

Ora esce fuori il vero Federico.

"Non mi interessa chi è." replico. "Prima accompagni lei a casa, dopo ritorni sperando di trovare me ad aspettarti..." rido nervosamente. "È assurdo."

Lui al contempo tiene le mani sul volante, lasciando che le nocche diventassero bianche a causa della forte pressione.

Distolgo lo sguardo da lui, puntandolo fuori al finestrino.
Senza neanche accorgermene siamo già tra le strade del centro di Los Angeles, le luci colorate scorrono velocemente dai nostri finestrini in questa serata fredda e cupa.

"Ora te lo dico io qual è il tuo problema.." scuoto la testa. "Mi hai sempre imposto tutto ed io ti ho sempre ascoltato, ora ti urta il fatto che io non l'abbia fatto vero?"

"Ma che..? Ma che cazzo dici?" sbotta, voltandosi verso di me per pochi secondi con uno sguardo minaccioso.

"Si Federico, sei abituato a comandare le persone ed ora ti da fastidio il fatto che io non ti abbia dato ascolto." sbraito, osservando le sue dita mentre picchiettano sul volante nervosamente.

You take care of me. |Federico Rossi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora