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Anna's pov

Si è appena concluso il nuovo set fotografico, mi sento sempre più sicura della mia scelta, i miei colleghi sanno come farmi essere a mio agio.
Ho legato tantissimo con Morena e con Chris, si comportano come se fossi loro figlia, sono sempre disposti ad aiutarmi e ho scoperto due persone davvero fantastiche, hanno un cuore grande.

Cammino per le strade di Los Angeles, illuminate dalle luci dei lampioni e dei vari negozi circostanti. Mi stringo all'interno del mio cappotto e esaminando di tanto in tanto le vetrine dei negozi mi dirigo all'appartamento.

Possibile che Los Angeles sia piena di gente in ogni angolo della città ad ogni ora del giorno?

Ecco perché mi piace tanto, c'è sempre qualcosa da vedere, le persone passeggiano per le strade trafficate con le proprie famiglie e non c'è mai un momento in cui non sia così. È una città piena di colore, molto movimentata e rumorosa ma ciò mi affascina.
Le piccole città disabitate e tranquille, quelle non fanno per me.

"Anna!" Mi sento chiamare alle spalle.

Mi volto, sorridendo alla vista della bellissima donna.

"Morena!" Esclamo. "Cosa fai qui?" Chiedo.

"Devo prendere Tommy,è con Angel"

Povero bambino, conoscendoli avranno litigato tutto il tempo sicuramente.

"Quel bimbo è unico" rido al solo pensiero di ciò che è successo la scorsa volta e Angel intenta a ricostruire la torre per farsi perdonare.

"Ha un carattere un po' difficilino però!" Ride anche lei guardandomi di sottecchi. "Anche suo fratello maggiore aveva il suo stesso carattere.."  Continua, rendendo il suo viso improvvisamente serio.

"Suo fratello?" Chiedo, confusa.

"Beh si, non ho più notizie di lui da tanti anni, il mio ex marito mi ha costretta ad andare via dopo aver scoperto il mio tradimento, mi ha cacciata di casa non facendomi avere più rapporti con mio figlio" spiega con gli occhi lucidi.

Povera donna, un figlio è la cosa più importante per una mamma, una mamma sacrificherebbe la sua stessa vita per la felicità del proprio figlio. Come si può essere così ipocriti da togliere un figlio ad una madre?
Perdere da un giorno all'altro il proprio figlio, non ricevere più il suo affetto, non vedere più giorno dopo giorno la sua crescita, la sua felicità, le sue esperienze, non essere più parte della vita del proprio figlio.

"Morena mi dispiace non sai quanto." Sussurro.

"Spero soltanto lui sia felice ora e che stia bene" sorride falsamente.

Spero che un giorno lei possa rivederlo, lo spero tanto.

Saliamo le scale del college, ho l'ansia che possa essere successo qualcosa tra Angel e Tommy, quel bambino la odia troppo.
Cerco le chiavi all'interno della mia borsa e apro la porta dell'appartamento ritrovandomi di fronte una scena di cui non mi sarei immaginata neanche lontanamente.

Angel che fa il solletico a Tommy e lui che se la ride, qualcosa non va.

"Hei!" Avanzo nella stanza seguita da Morena che osserva il suo piccolo bambino mentre si piega in due dalle risate.

Angel si blocca lasciando respirare il piccolo Tommy con ancora le lacrime agli occhi e si voltano entrambi verso di noi.

"Già siete tornate?" Chiede scocciato.

"Tommy che hai? Volevi restare ancora un po'?" Morena si avvicina a lui prendendogli la mano. "Dobbiamo andare, mi dispiace, ritornerai qualche altro giorno." Alterna lo sguardo tra lui ed Angel, quest'ultima annuisce sorridendo.

"Aspetta! Devo salutare prima Federico"

Deve salutare chi? Federico? Ho capito male, sicuramente.

"Chi?!" Morena sgrana gli occhi e mi guarda inarcando un sopracciglio.

"Ehm, il nostro coinquilino, siamo quattro ad abitare qui." La informo, mentre mi torturo le dita delle mani nervosamente.

"Ah, non lo sapevo." Bisbiglia. "Va bene, saluta Federico." Si rivolge al piccolo che al contempo corre di fronte alla porta della stanza del biondo picchiettando su di essa.

Dopo qualche minuto la porta viene spalancata e Federico abbassa lo sguardo incrociando quello di Tommy.

"Tommy ciao" sorride leggermente, alza lo sguardo e lo alterna tra me e Morena, irrigidendosi subito dopo.

"Chi sei tu?" Chiede allarmato.

"Sono la collega di lavoro di Anna." Balbetta lei, a disagio.

"Non so neanche che lavoro lei faccia." Si appoggia allo stipite della porta a braccia conserte, sfidandomi con lo sguardo.

"Non abitate insieme?" Chiede, corrugando la fronte.

"Si ma parliamo rare volte e in quelle rare volte litighiamo, ecco..." intervengo, fulminandolo con lo sguardo affinché non parlasse di noi.

"Non sei tu a fare le domande, ma io." Precisa. "Quindi, come ti chiami? Sei tu Morena?"

"Si..." Si avvicina a lui studiandolo nei minimi dettagli.

"Cosa guardi? Mi stai irritando." borbotta lui, con voce dura.

"Sei..non so" lascia la frase in sospeso. "No, è impossibile." Scuote la testa portandosi due dita alla tempia. "Tommy, andiamo via." Prende la sua mano e lo trascina via subito dopo, sbattendo la porta dietro di sé.

Mi volto verso il biondo accigliata.

"Sei stato così maleducato!" Lo rimprovero.

"Io? Non hai visto come mi squadrava? È per caso pazza?" Brontola, per niente in colpa.

"Ma è normale! Il tuo aspetto dice molto..."

"Cosa vorresti insinuare?" Ringhia.

"Non hai un'aspetto da bravo ragazzo e in effetti non lo sei." Alzo gli occhi al cielo e mi avvicino ad Angel che tiene gli occhi puntati su di noi.

"Basta dai, non litigate." Interviene guardandoci in cagnesco.

"Hai ragione bimba, sono tutt'altro che bravo." Sorride soddisfatto.

"Vado in stanza, non lo sopporto." Affermo, camminando a passo svelto.

"Aspetta! Stasera andremo a cena noi quattro quindi preparatevi, Benjamin già sa tutto." Angel alterna lo sguardo fra me e Federico, anche lui ha una faccia sconvolta così come me.

"Cosa? Angel ti sei fottuta il cervello?" Urla, usando i suoi modi poco carini come sempre.

"Che hai? Cazzo, siamo coinquilini o no?" Si alza dal divano su cui è seduta e arriva a pochi centimetri dal suo viso. "Federico, per una sera potresti almeno fingere che ti importi qualcosa di noi?" Pronuncia con voce spezzata. "Per favore.." batte velocemente le palpebre e so per certo che lo fa per le lacrime che minacciano di uscire.

Federico la osserva senza proferire parola ma dopo la abbraccia e le accarezza i lunghi capelli biondi.

Perché dentro di me sto morendo di invidia? Perché vorrei ricevere io un suo abbraccio in questo momento?

Io che ho sopportato le sue follie, le sue cattiverie, le sue paure ed ogni suo errore, non me ne sono mai andata, ci sono sempre stata per lui. Io ho sopportato di tutto pur di non perderlo.

"Verrò a questa cena, Angel." Le lascia un bacio tra i capelli e si volta verso di me che ho ancora gli occhi puntati al pavimento incapace di proferire parola.

Angolo autrice **
Scusate il ritardo, spero vi piaccia.
Tante sorprese al prossimo capitolo🤟

You take care of me. |Federico Rossi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora