Prologo.

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Anna's pov

Flashback
"Papà rallenta per favore" urlo per l'ennesima volta in preda al panico.
"Hai ragione Anna, io non sono un padre perfetto e non lo sarò mai." continua a tenere le mani sul volante, e lo sguardo cupo verso la strada.
"Papà ti prego, ne parleremo a casa, però adesso rallenta, sei troppo agitato e di questo passo ci schianteremo." Dico cercando di farlo ragionare, ma senza speranze. Continua a mantenere quella velocità, continua a premere con forza sull' acceleratore. Nella mia testa cerco un modo per riuscire a calmarlo, mi dispero, so che quando è così non riesce a controllarsi. Ho sbagliato io, non dovevo arrabbiarmi con lui, sono una stupida, mi sono arrabbiata per quella festa a cui aveva deciso di non mandarmi. È tutta colpa mia se è in questo stato, ho esagerato con le parole, gli ho detto che è un cattivo padre, gli ho detto che non mi lascia vivere la mia vita, quando alla fine lui non mi ha mai fatto mancare nulla,ha sempre cercato di rendermi felice, mi ha sempre messa al primo posto su tutto.
I miei occhi si bagnano di lacrime.
"Papà scusami, non dovevo arrabbiarmi con te, perdonami" lo guardo nei suoi occhi pieni di tristezza.
"Anna sono uno stron..."
"Papà rallenta! Papà!!" Incomincio ad urlare in preda alla disperazione guardando quell'albero sbucato dal nulla davanti a noi. 
All'improvviso tutto diventa buio e i rumori cessano.
***

"No no no! Papà!" urlo fino a quando i miei occhi si aprono e mi ritrovo con le lacrime agli occhi nel mio letto con mia mamma accanto.
Di nuovo un incubo.

"Piccola calmati era solo un sogno ti prego.." 

"M-mamma.." la abbraccio di scatto.

I miei incubi sono ritornati da un paio di giorni da quando siamo ritornati di nuovo qui a Los Angeles, e la scena della morte di mio padre si fa spazio nella mia testa.

"Sai che..se i tuoi incubi sono ritornati dovresti farti aiutare di nuovo da.."

"No! Assolutamente no! Mamma ancora con questa storia? So cavarmela da sola."
Dico alzandomi dal mio letto.
**

Ci sono dolori che non si possono evitare, esistono e basta.
Quando una persona cara se ne va via per sempre, è difficile continuare la propria vita normalmente. Quella persona lascia un vuoto incolmabile dentro te. Quel vuoto resterà per sempre, e non basta voltare pagina.

Questo è quello che è successo ad Anna, a cui il destino gli ha tolto la cosa più importante che aveva, suo padre.
Lei aveva tutto ciò di cui aveva bisogno, non aveva bisogno di nient'altro per essere felice.
Sempre allegra, che riusciva a strappare un sorriso a tutte le persone, ora era diventata fredda e distaccata dal mondo.
Il dolore, il senso di colpa, la mancanza, la stanno lentamente distruggendo.

"Per adesso non chiamo nessuno ma, hai avuto altri incubi in questi giorni?"

"No mamma, per l'amor del cielo no!" Mento.

"Adesso puoi uscire per favore? Mi devo vestire."
Lei annuisce dispiaciuta, lo so che lo fa solo per il mio bene, ma non voglio farmi seguire da nessuno. Sto bene da sola.
Si alza lentamente andando via.

"Ah un'ultima cosa, oggi ricordati che viene la mia amica d'infanzia qui a pranzo, non te ne eri dimenticata vero?"

"Uhm mio Dio vado a prepararmi!" Corro in bagno, e devo essere pronta in un'ora, non so se ce la farò ad essere puntuale.

1 ora dopo

"Annaa! Vieni a salutare su!" Sento urlare da sotto

Mi guardo per l'ultima volta allo specchio, i miei lunghi capelli castani mossi arrivano fino al sedere fra un po', dovrò tagliarli. Ho messo tanto tanto mascara, per risaltare gli occhi azzurri e un vestito che arriva a metà coscia azzurro, molto aderente che risalta le mie forme. Non sono magra nè tantomeno grassa, sono al punto giusto con le forme giuste, per questo il mio fisico diciamo che non mi dispiace.
Arrivo giù, e vedo la signora Mascolo con suo figlio. È diventato grande, cavolo. Ed è pure molto bello, ma okay sono dettagli.

You take care of me. |Federico Rossi|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora