ᴄʜᴀᴘᴛᴇʀ 54

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I mesi passavano in fretta in quella situazione in cui si ritrovava Minho.
Arrivò anche il suo compleanno e fece 15 anni.
Poi passarono ancora più mesi finché un giorno Minho decise finalmente di uscire di casa.
C'erano le vacanze estive ed era anche ora di provare ad uscire di casa.

Uscì con Changbin e con dei suoi amici, tra cui Chris, il ragazzo con cui si era baciato per la prima volta.

Il padre di Minho quel giorno era a casa visto che non si era sentito molto bene e aveva preferito non andare a lavoro.
La zia di Minho invece era uscita con la figlia, ed erano sicuramente andate in giro per la città.

Minho quel giorno si riuscì a divertire un po', pian piano si stava riuscendo a riprendere dalla morte della madre e del fratello.

Tornò da solo a casa.
C'era silenzio, troppo silenzio.

Ricordava ci fosse il padre a casa ma non sentiva nessuno.
Di solito suo padre lo salutava sempre appena sentiva la porta di casa aprirsi.

Preoccupato salì velocemente le scale e andò a controllare in tutte le stanze.
Al piano di sopra non c'era, decise quindi di controllare giù.

In salotto non c'era, nemmeno nel bagno vicino a questo.
In cucina...era lì.

"Papà..?"

"M-Min..h-ho..ti..voglio..b-bene.."

Minho appena vide suo padre si accorse che aveva solo immaginato quelle parole perché..in realtà non era più lì.

Era morto.
Anche lui.

Aveva vari coltelli piantati nel petto e un proiettile dritto in fronte.
La sua faccia prima di morire era rimasta scioccata, non era per niente una faccia serena come quella della madre quando era morta.
Lui era morto soffrendo.
Solo a vedersi si poteva capire quanto aveva sofferto.

"P-PAPÀ..TI P-PREGO..NON MI..
L-LASCIARE..ANCHE TU.." urlò singhiozzando, proprio in quel momento qualcuno sentì le sue urla.

Sua zia subito si fiondò in cucina e vide la scena e rimase senza parole.
Non riusciva a parlare.
Stava piangendo anche lei. Era sconvolta.

"P-PAPÀ..PAPÀ..P-Papà..no..ti prego..non lasciarmi.."
"Tesoro allontanati.."
"..No..non lo voglio lasciare.."

"Ma potresti farti male con tutti quei coltelli."
"NON MI INTERESSA" subito dopo aver detto ciò Minho afferrò uno dei coltelli che era rimasto per terra e se lo puntò alla gola "Che senso ha..? Perché dovrei vivere? Perché? C'è una motivazione? Non credo proprio."

"Per favore Minho non farlo. Tuo padre non vorrebbe mai tutto ciò." Lo pregò la zia.

"Ma tanto...ormai è andato pure lui.."
"Non dire così! Lui rimarrà con noi. So che tu non credi a queste cose, ma lui rimarrà sempre al tuo fianco..ASPETTA MINHO! NON FARL-"

Minho senza esitare spinse il coltello verso la propria gola e poi tutto diventò nero.

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Si ritrovò proprio come molti mesi prima in ospedale.
Vedeva male, era tutto sfocato.
Che gli succedeva?
Era medicato, aveva delle bende..ma perché?
Che aveva fatto? Non se lo ricordava.

C'era qualcuno lì in stanza con lui.
Era sua..zia con un dottore?

"Dovete trasferirvi, questo posto non è sicuro per il ragazzo e per tua figlia."

Di che parlavano?
Cosa non era sicuro?
Perché dovevano andarsene?

"Dove potrei andare?"
"Vada a Seoul, conosco una donna che lavora in una scuola del posto, è veramente buona. Lasci i due ragazzi a lei. Gli darà tutto quello che gli serve per vivere. La loro vita potrebbe essere in pericolo se suo fratello è stato ucciso..da loro."

Oᥒ thꫀ ɾꪮᥴk᥉ ~ мιиѕυиgDove le storie prendono vita. Scoprilo ora