Gabriel’s pov
Tengo la testa mollemente appoggiata alla parete dell’ascensore, ma se fosse per me mi lascerei tranquillamente cadere a terra.
Ogni passo, ogni secondo non è altro che un’agonia in crescita.
È finita tra me ed Edwin.
Più ci penso più so che non avrei mai potuto immaginare un finale simile. Stavamo così bene assieme, cos’è cambiato?
Continuo a chiedermelo, ricordando i momenti passati con lui, ma mi rendo conto che le mie memorie ed i miei sentimenti non potrebbero essere più lontani tra loro.
Ogni singola volta che stavamo assieme succedeva un dramma, qualcosa non andava, che fosse da parte mia o da parte sua. Non siamo mai stati veramente bene. Mai.
Perché… perché mi sono innamorato di lui?
-Ehi Gabriel, ti senti male?- mi chiede Isaac accanto a me.
-Mi sento morire…-
Un dolore simile non l’ho mai provato prima.
Isaac rimane in silenzio, forse non sapendo cosa dire, o senza capire cosa provo.
-Vorrei solo sparire da questo mondo…- mormoro, lasciando che le lacrime mi righino il viso.
Chiudo gli occhi, senza sapere da quanto tempo siamo in questo ascensore.
Avverto un click ad un certo punto, ma non vi bado, e l’ascensore continua a muoversi, fino a quando non arriviamo, ed Isaac mi prende per un braccio.
-Vieni, credo di sapere cosa ti serve.- mi dice, cominciando a guidarmi tra le tetre strade di quel girone.
Tengo il capo basso, strisciando i piedi a terra. Isaac mi ha fatto mettere un’altra giacca per coprirmi le ali, ma sono tentato di togliermela e lasciare che gli altri diavoli mi vedano.
Forse uno finalmente arriverà a porre fine a questa sofferenza…
Non bado al tempo che passa, o alla strada che facciamo, so solo che giriamo in uno stretto vicolo, dove la luce delle fiamme blu non riesce ad arrivare, fino a fermarci di fronte ad una porta.
Isaac bussa un paio di volte, con un ritmo mirato, forse in una specie di parola d’ordine, sta di fatto comunque che l’ingresso si apre, ed entriamo in una stanzina immersa nell’oscurità, con un puzzo d’incenso ed erbe che avvolge l’aria.
-Aspettami qui.- mi sussurra, battendomi una mano sulla spalla, per poi allontanarsi.
Non gli rispondo, ma dubito ce ne sia bisogno.
Dove mai potrei andare ormai? L’unica cosa che so fare è rimanere immobile, in balia degli eventi.
-Gabriel.- la voce di Isaac mi richiama, avverto la sua mano prendere la mia, tirandomi da qualche parte. -È tutto pronto, vieni.-
Non mi interessa sapere di cosa stia parlando. Mi lascio trascinare senza sforzo, arrivando stavolta in uno stanzino dal pavimento in piastrelle pieno d’acqua, e con delle luci al neon blu poste sotto due strani lettini simili a quelli degli ospedali. Il soffitto sembra essere stato dipinto di nero, e con questa poca luce sarebbe quasi impossibile distinguerlo se non fosse per la netta divisione con le pareti grigie.
Assieme a noi c’è qualcun altro, una donna, dai cortissimi capelli fucsia e decine di piercing che le ricoprono faccia e orecchie, tanti quanti i tatuaggi che ha su tutto il corpo. Le sue corna sono state tagliate, ed ha una tozza coda dal pelo arancione al quale sono attaccati innumerevoli ciondoli.
-Stendetevi lì.- ci dice la ragazza, indicando i lettini. -Prima volta?-
-No, solo per il mio amico.- le risponde Isaac, stendendosi, ed io lo imito nel lettino accanto.
Intende drogarmi? Purtroppo non funzionerà, ma ormai è tardi per dirglielo.
Una volta che entrambi ci siamo sdraiati la ragazza si posiziona tra i nostri letti, alzando le mani sopra le nostre teste; lentamente le sue dita cominciano ad allungarsi, e dei fori compaiono dai polpastrelli.
Li guardo con un velo di disgusto mentre continuano ad avvicinarsi sulla mia testa, fino a quando ormai non mi sfiorano la fronte, e tutto diventa bianco.
Riapro lentamente gli occhi, venendo completamente avvolto da questo colore, puro, ma anche sterile. Disorientato mi guardo attorno, rendendomi conto di stare fluttuando nel nulla, e che attorno a me non c’è assolutamente niente.
-Gabriel!-
Una voce risuona nell’aria, quella di Isaac, che come me si trova in questo strano luogo.
-Che sta succedendo?- chiedo adesso, confuso ed in parte agitato.
-Nulla di cui preoccuparti. Siamo nella nostra mente, o meglio, in quella di Agata, in uno spazio tutto per noi.-
-Che intendi?-
-Il potere della donna che hai visto è quello di creare uno spazio nella mente dei suoi clienti, dove questi possono creare e vivere tutto ciò che desiderano. Il tuo corpo è ancora all’Inferno, nello stesso lettino di prima con lei.- mi spiega, fluttuando verso di me porgendomi la sua mano. -Qui puoi creare tutto ciò che vuoi, e non devi nemmeno preoccuparti del tempo, perché un solo minuto può durare anni, in base alla tua richiesta. A prescindere però puoi andartene quando ti pare.-
Mentre parla da sotto i suoi piedi si creano delle piccole pozze di inchiostro, che poi si espandono, creando al loro interno delle stelle.
-Wow…- mormoro strabiliato, accettando la sua mano.
Isaac in risposta mi sorride. -Avevi detto di odiare quello che è l’aldilà, no? Qua puoi rimediare alla tua delusione.-
Così dicendo spalanca le ali, lasciando che la notte e le stelle riempiano il bianco attorno a noi, creando una galassia intera fatta di una miriade di stelle infinita.
Spalanco gli occhi, incredulo di fronte alle sue parole.
-Dai, prova!- mi sorride Isaac lasciando la mia mano, incitandomi a creare tutto ciò che desidero, una vita dopo la morte che non sia solo una schifosa fotocopia della terra.
Chiudo gli occhi lasciando che la mia mente vaghi sul primo cambiamento: il mio corpo perde la sua forma umana, diventa una sostanza di pura luce, mantenendo solo due lunghissime ali bianche, che ad ogni mio battito creano nuove stelle, nuovi significati.
Sento la risata di Isaac, e quando riapro gli occhi vedo che anche lui è cambiato, trasformandosi nella stessa sostanza di cui sono fatte le ombre, privo di ali rispetto a me ma con una lunghissima coda che ogni volta si muove cancella le stelle che avevo creato, generando delle onde che le spostano rispetto alla loro originale posizione.
È assolutamente incredibile, avverto la mia influenza sull’intero universo, e tutto ciò che mi circonda, ma… sento comunque un vuoto serrarmi il petto, un dolore che, nonostante il mondo sia cambiato, è sempre lo stesso.
Lentamente riprendo le mie reali fattezze, e le stelle si spengono una per una, mentre il buio si ritrae, e torna ad essere una semplice tela bianca.
Non importa le meraviglie che possono comparirmi dinanzi agli occhi, le lacrime nuovamente cominciano a rigare le mie guance, mentre mi raggomitolo su me stesso.
Io… vorrei solo rivedere Edwin.Avviso!
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Il Piacere del Peccato
RomanceAttenzione, storia boyxboy, astenersi chi non gradisce questo argomento Personaggi originali, storia scritta a quattro mani da me e @khailea Link per accedere all'account de Il Piacere del Peccato: https://www.deviantart.com/ilpiaceredelpeccato Può...