Cap 30. S: grazie per amarmi/ D: non voglio ferirti

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Mary terminò il racconto e stette ad aspettare in silenzio l'ondata di rabbia che sapeva sarebbe arrivata dai suoi figli e da suo marito...sapeva anche di meritarselo in un certo senso. Li aveva delusi.

La rabbia però, tardò un po' ad arrivare, talmente grande era lo shock dipinto sul volto dei figli, del marito e persino di Bobby. Dean e Sam sembravano stravolti dal dolore che le rivelazioni gli avevano causato...in particolare Dean sembrava lottare con l'impulso di sfogarsi in un impeto di rabbia e il tentativo di comprendere, di capire.


"Come hai fatto a tenerti dentro questa merda per tutti questi anni?" chiese John, con il fiato grosso.

Mary sospirò. "Sono stata costretta....ero asservita...io..."

"Come hai potuto fare questo a Sam?" chiese Dean, sofferente.

"Dean , ho dovuto farlo. Se non l'avessi fatto....avrei distrutto la mia famiglia...e tu forse saresti....Sam sarebbe...."


Dean lottava contro l'impulso di scatenare tutta la sua ira, con tutte le sue forze, perché qualcosa gli diceva nel profondo, che non era solo questo. Sua madre si nascondeva dietro il bisogno di proteggere la famiglia, quando in realtà lei era stata mossa dal desiderio di rimanere in vita, e poca importanza aveva il fatto che volesse restare in vita per restare con i suoi figli. Alla fine si riduceva tutto a quello. È stato per quello che cominciò tutto.

Serrò i pugni per non cedere alla rabbia, quando qualcosa lo distrasse.


Sam.....


Ansimava, respirava con affanno, si teneva il petto.


"SAM. Cos'hai?" chiese Dean, spaventato.


Sembrava che Sam non riuscisse più a respirare. Dean fece per andargli incontro, ma Bobby fu più veloce, e lo resse tra le sue braccia, mentre Sam si accasciava addosso a lui.


"ha un attacco di panico. Sta indietro, Dean." Gli disse Bobby.


"No. lascialo a me." Disse Dean, ma Bobby non gli diede ascolto. Pensava che Dean fosse troppo sconvolto per avere la lucidità di badare a Sam in quel momento.

Si preoccupò di tranquillizzare Sam.

"Ehi, va tutto bene, Sam, va tutto bene. Calmati."

Sam soffocò dei piccoli singhiozzi contro il petto di Bobby e il cacciatore senti qualcosa dentro di sé sciogliersi. Non era un mistero il fatto che Dean ci tenesse tanto a suo fratello.


"Lascia che me ne occupi io, Dean. Pensa a calmarti anche tu." Gli disse, portando Sam di là.




Vedere Sam in quello stato gli aveva spezzato il cuore. Si voltò verso la madre con le lacrime agli occhi e la voce rotta, dicendogli:

"Questo...questo è tutta colpa tua..."

"No, Dean...io..."

"Se Sam non si riprenderà mai più da questa cosa, non te lo perdonerò mai!!"
"Dean..."


"Il nome." Disse John, sovrastando la voce del figlio.

"Come?" chiese Mary stranita.

"Il nome, Mary. dammi il fottuto nome di quel bastardo." Ripetè John più irritato.

"Non capisco...io.."


"Per l'amor del cielo, Mary!! vuoi che io creda che sei rimasta sotto ricatto per tutti questi anni di un demone senza nome??? DAMMI IL FOTTUTO NOME dietro cui quel bastardo si nasconde!!"


Dean guardò il padre scioccato. Non si aspettava di sentirlo gridare cosi.


"Io...io non posso...John...lo sai..."


"Mary..." disse john, avvicinandosi a lei, e mettendogli le mani sulle spalle. "Io ti ho amata, e ti amo ancora, ma se non mi dici il nome del bastardo che vuole mettere le mani su mio figlio, potrei anche ucciderti..."


Mary lo fissò sbalordita, sgranando gli occhi, e spalancando la bocca. Dean era scioccato nella stessa misura. Si voltò e sbarrò ancora di più gli occhi nell'accorgersi che Sam era sull'uscio della porta, con una copertina addosso, e aveva sentito tutto. Si appoggiava allo stipite della porta e aveva lo sguardo afflitto, e Dean avrebbe voluto riportare indietro il tempo...fare qualsiasi cosa per impedirgli di ascoltare quello che aveva appena sentito.


In realtà John non aveva intenzione di uccidere Mary, aveva detto cosi solo per scuoterla, e funzionò.
Mary tenendosi le mani sugli occhi, disse: "E....e va bene...è....Alistair..."


Dean sgranò gli occhi. Tutto poteva aspettarsi, tranne quello. Aveva rimosso l'esistenza del professore di Sam, dalla sua coscienza, e d'altronde perché avrebbe dovuto considerarla una minaccia? Era un professore! Forse un po' invadente e strano, ma sempre un docente!

Si voltò , timoroso di quello che avrebbe trovato, e senti la voce di Sam ancora prima di girarsi, singhiozzare:

"Il mio professore....come hai potuto, come hai potuto non dirmelo " disse Sam, buttandosi poi un secondo dopo tra le braccia di Bobby.


"il professore di Sam???" John era basito e anche parecchio incazzato.


"Gli ha parlato? Se gli ha anche solo torto un capello..."

"No! non gli ha fatto niente. Non l'avrei permesso, John..."

"Dimmi che accidenti voleva da Sam!!!"
"Non lo so! Voleva che seguisse delle lezioni in un suo corso! Ma io mi sono ribellata...sono andata da lui a dirgli che non doveva permettersi, e non si è più avvicinato....credimi, John. Non ho la forza forse per mandarlo via dalla mia vita, ma non l'ho mai lasciato e non lo lascerò mai avvicinare a nostro figlio!!!"



Mary supplicava di crederle....John e Dean non sapevano che pensare. Razionalmente, Mary aveva fatto tutto perché trascinata dagli eventi....ma col cuore pensavano forse che avrebbe potuto agire in un altro modo...trovare un'altra soluzione, non cedere al ricatto di Alistair...ribellarsi...tutto pur di non sottostare al ricatto di quell'essere spregevole che aveva distrutto la loro famiglia.


"Avresti potuto chiamarmi! Sono suo padre, Mary!!" gridò ancora John.

Era inutile. L'atto di questo tradimento, bruciava troppo. John non riusci a non pensare al fatto che, se Mary non fosse stata costretta a rivelare tutto, non l'avrebbe mai saputo, e Dio solo sa cosa sarebbe potuto capitare a lei, e anche ai suoi figli.

Soprattutto a Sam.


Avrebbe dovuto saperlo!


"è vero? La cosa della profezia? Siamo i discendenti di...."Dean non riusci a completare la frase.

"si..." disse con un flebile lamento, Mary.


Dean si senti mancare. Non aveva le forze per infuriarsi. Nulla.



"Penso che dovresti andartene. Mary" disse John

"pretendi che guidi con il cuore spezzato? Lascia almeno che dorma qui e domattina..."


John non disse niente, fece solo un tacito assenso con la testa. Dean continuava a guardarla con disprezzo.


John e Dean sapevano che Mary non aveva agito con cattive intenzioni. Amava la sua famiglia e aveva cercato di proteggerla fino all'ultimo, anche se non era il modo migliore per dimostrarlo, e anche se forse aveva fatto più male che bene...


Non sapevano cosa avrebbero fatto al suo posto, ma, come succede in questi casi, l'impotenza era una cosa difficile da credere e da accettare, soprattutto quando capita al di fuori di noi.

Gli altri avrebbero sempre potuto fare di più, cercare altre strade, scegliere altre soluzioni.
E loro erano umani, dopotutto.

Era difficile accettare l'impotenza e la fragilità umana.....


John e Dean abbandonarono il salotto. Bobby arrivò e guardò Mary e le disse, un pò impietosito:
"Beh...non penso ti aspettassi una reazione molto diversa"

Mary scosse il capo, sconsolata.












*

Dean era sdraiato nel suo letto, nella sua stanza. Aveva tirato un sospiro di sollievo, quando vide Sam finalmente entrare a sua volta nella stanza.

Credeva che non avrebbe voluto dormire nella stessa stanza con lui, quella notte.

Credeva che non avrebbe più voluto restare nella stessa stanza con lui.


Lo guardava. Sam si era spogliato, rimanendo in mutande, mentre in piedi cercava il suo pigiama.

Dean non poteva non notare, con struggimento, quanto fosse bello, e quanto lo desiderasse.

Quanto forse l'aveva desiderato dalla prima volta che l'avesse visto...

Ora, sapendo di Caino e Abele, tutto assumeva un contorno più torbido, e più inquietante anche.


Dean si sentiva in colpa. Si sentiva già abbastanza in colpa per quello che avevano fatto, ma era ancora più grave se si pensava che erano andati a toccare il punto più sacrale della mitologia....


Aveva come l'impressione di aver fatto del male a Sam due volte. Forse era lui Caino. Ora si spiegavano molte cose.


Sammy, mi dispiace...se potessi tornare indietro, mi strapperei il cuore dal petto pur di non farti questo....



Sam lo guardò fisso negli occhi, mentre si infilava il pigiama. La sua espressione era indecifrabile.


Fa che non mi odii...


"Sam, non devi preoccuparti di Alistair. Penserò io a tutto. Non permetterò che ti faccia del male..."

"Lo so, Dean.." rispose atono, Sam.

"e a proposito di Caino e Abel..."

"Non stanotte, Dean. Non stanotte. Ti prego. Domani."


Sam era stravolto e stanchissimo. Dean lo capiva. Ma restare con quel dubbio, il dubbio che Sam lo odiasse e non volesse più venir toccato da lui, lo faceva morire dentro.


"Okay...Sam, si, hai ragione...domani..stanotte, stanotte pensa...pensiamo solo a riposarci, hai ragione..."


Tutto...tutto per te..."


Sam si infilò nel letto e spense la luce, senza più degnarlo di uno sguardo, singhiozzando piano nel letto.

Dean poteva sentirlo. Avrebbe voluto andare da lui e abbracciarlo ma aveva paura di essere respinto. Aveva paura che Sam gli dicesse di stare lontano da lui.

Avrebbe voluto anche strapparsi le orecchie dalla testa , per non dover sentire quei singhiozzi, ma neanche quello poteva fare.








*

Era il cuore della notte e Dean si rigirò nel sonno. Non ricordava neanche se fu il rumore attutito dei piedi scalzi di Sam sul pavimento, a svegliarlo, o se era sveglio di suo, talmente aveva la mente annebbiata.

Quello che era certo era che il poco che aveva dormito, era stato un sonno disturbato per via di tutta l'agitazione provata.



Senti Sam avvicinarsi al suo letto, e salire su, verso l'altro lato.

Senti un sollievo immenso irradiarsi in tutto il suo corpo.

Sam si infilò sotto le coperte, ma non si avvicinò a Dean.


Dean non sapeva che pensare riguardo quello strano gesto. Sapeva solo che era assurdo fare finta di dormire....per non dire bambinesco.


Si girò verso Sam. Sapeva che lo stava fissando a sua volta, anche se non poteva vedere il suo viso, a causa del buio, e se ne rammaricò.

Gettò alle ortiche ogni prudenza e avvicinò timidamente una mano verso di lui...piano..delicatamente, gli sfiorò la guancia.

Quando vide che Sam non si scostava, gliela accarezzò dolcemente, con il palmo rivolto verso l'alto, per timore di toccarlo troppo.


Dean non poteva vedere che Sam aveva chiuso gli occhi a quella carezza, ma sicuramente si accorse di come lui, piano, sinuosamente, come un gatto quando reagisce a una carezza, mosse la testa verso la sua mano, in una maniera che, se Dean avesse potuto vederla, sarebbe risultata quasi sexy


Sam spingeva il viso contro la sua mano, come a fargli capire che non lo rifiutava.

Gli baciò poi la mano, in un significato di completa dedizione e amore.


Dean allora, allungò le braccia, nel buio, in un invito diretto, che Sam raccolse subito.


Si persero tutti e due in quell'abbraccio che sapevano entrambi, li faceva stare bene.


Dean assaporava fino in fondo l'odore del cuscino che , profumava di pulito , assieme alle lenzuola. Dovevano essere appena lavate. Profumavano. Ed era contento che anche Sam poteva assaporare quell'odore di pulito assieme a lui.


E poi, perso nell'abbraccio con Sam, sentiva anche il suo odore. L'odore della sua pelle. Vicini com'erano col viso. Ed era inebriante.


Sam aveva nascosto la testa completamente nell'incavo del suo collo.

Era come se suo fratello stesse cercando da lui protezione e allo stesso momento gli stesse dicendo: "Ehi, Dean, non potrei mai farti del male..."


In quell'abbraccio c'erano dono, cura e calore, tutti insieme.


Dean dal canto suo, lo abbracciava, accarezzandogli teneramente le spalle, cercando di infondergli in quell'abbraccio, tutto l'amore che provava per lui, cercando di fargli capire che lo proteggerà sempre.


Sam, alle carezze di Dean, rispose stringendoglisi di più addosso con il suo corpo, e aggrovigliando le gambe alle sue, per sentirlo più vicino.


Non si stavano baciando, né toccando in parti proibite. Sarebbe potuto sembrare un normale abbraccio fraterno, se non era per la bocca di Sam e il suo respiro caldo sul suo collo,

se non era per le loro gambe aggrovigliate in un modo troppo intimo.

Le loro mani, che, seppur accarezzavano la schiena e le spalle, rinsaldavano la presa in un modo
Troppo intimo, e possessivo.


Stiamo cosi bene...come può essere sbagliato? Pensava Dean.


Dean non sapeva se era perché aveva saputo che erano discendenti di Caino ed Abele, ma si sentiva come se l'amore che provasse per Sam fosse quasi primordiale. Non l'aveva mai sentito cosi indifeso, cosi tenero, cosi amabile...e cosi suo.

Saperlo vicino gli provocò una tenerezza dolente e struggentissima, e ripensò a Caino e Abele.


Come ha potuto Caino fare una cosa del genere a suo fratello? Pensò tristemente


Io...io non ti farei mai del male, Sam...MAI...


Perdonami per quello che ti ho fatto ...

Perdonami se sei stato tu a farlo a me...


Dean infatti non sapeva chi fosse il discendente di chi, ma si sentiva che doveva chiedergli perdono.

Perdonami per amarti.


E Dean non sapeva che, Sam , a sua volta stava avendo i suoi stessi sensi di colpa, ma a differenza sua, pensò:


Grazie per amarmi...


Dean si avvicinò di più a Sam, finchè le loro bocche non erano a un centimetro.

Era bello non baciarsi, ma respirarsi sulla bocca.
Respirarsi a vicenda.


Dean capi che l'amore che provavano l'un l'altro andava anche oltre il sesso.

Ed era meraviglioso.


Restarono abbracciati, come se fossero dei normali fratelli, ed era meraviglioso.

Dean poteva avvertire tutta la protezione e la tenerezza di un fratello maggiore con il suo fratellino.


Non voleva negare quello che c'era tra di loro, né prenderne le distanze, ma per quella notte, solo per quella notte, erano solo due fratelli che cercavano riparo, rifugio l'un nell'altro.

L'ondata di amore che sentiva avvolgerli, era fortissima.


L'abbraccio non si dissolse, si fece più saldo.


Ci abbracciamo anche senza essere amanti.

Ci abbracciamo anche senza essere amanti

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