Cap 74. Ti amo più di tutto

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 "Vi ho cercati dappertutto." Disse John commosso.


"Papà...ci dispiace.." disse Dean.

"Schhh, è tutto a posto, siamo insieme ora." Rispose John.



Tornarono al motel, dove ritrovarono Castiel, che gli fece ritrovare le loro valigie con i loro vestiti. Dopo che erano scomparsi, loro si erano preoccupati di andare a riprendere le loro robe.

Crowley non c'era e i fratelli capirono perché. Non sarebbe stato facile da spiegare a John.

"Grazie, Castiel." Gli disse Dean, abbracciandolo.

"Che cosa farete, ora?" chiese Castiel, mentre abbracciava Sam.

"Noi...non lo sappiamo...ma grazie per tutto quello che avete fatto per noi. Siamo stati dei pessimi amici." Disse Sam.

"Non dirlo neanche per scherzo...con tutto quello che state passando, è comprensibile." Disse Castiel.

"Chiamaci se dovessero esserci news su Anna." Gli disse Dean a bassa voce, per non far sentire a John.



Una volta usciti dal motel, Dean digitò in fretta un messaggio per Castiel.

Crowley sta bene, vero? John l'ha visto?

Arrivò una risposta lampo.

Si, ma non preoccuparti. John era più preoccupato di vedere voi e non ci ha fatto molto caso.

Comunque abbiamo pensato che per sicurezza fosse meglio che andasse via.

Dean digitò velocemente un altro messaggio.

Mi raccomando, fatti sentire.


Salirono in macchina, entrambi dietro. Era più forte di loro.

John lanciò loro un'occhiata.

"Scusa papà, ma vorremmo sdraiarci. È stata una giornata un po' impegnativa." Si scusò Sam.

"Non ti dispiace?" chiese Dean.

"Ehm...no..no...fate pure." Disse John.


Durante il viaggio, ovviamente, non ebbero modo di dormire, perché John cominciò con l'interrogatorio.

Dean e Sam si erano accordati con Castiel e Crowley e avevano una vaga idea sul cosa dire.

Non potevano tenergli nascosta tutta la parte sulla profezia, altrimenti avrebbero dovuto spiegare la loro lunga scomparsa e soprattutto la scomparsa di Alistair. Decisero quindi di dirgli una parte della verità.

Gli raccontarono della Profezia, che avrebbe legato e maledetto i discendenti di Caino e Abele per sempre.

Non gli dissero della loro storia d'amore naturalmente, ma gli dissero che era andato tutto in rovina perché Lilith era gelosa del rapporto tra di loro e con un inganno, riuscì a far quasi uccidere a Caino, suo fratello, se non fosse che lui riuscì poi a salvarlo in extremis con la sacra mela d'oro.



"Una mela divisa in due...è per questo che è nato il paragone dell'altra parte della mela con le anime gemelle?" chiese John.

Sam e Dean arrossirono furiosamente, ma borbottarono qualcosa di incomprensibile.

Spiegarono a fatica, cercando di omettere tutte le parti amorose della storia, che Caino si vendicò di Lucifero creando per lui l'Inferno. In questo modo il MALE arrivò sulla Terra e Dio fu cosi deluso da tutta quella storia, che decise di maledire la loro stirpe e tutti gli esseri umani.

"Quindi è per colpa loro che persone come noi, devono lottare per sconfiggere il male sulla Terra." Disse John. Era fumante di rabbia e Sam e Dean si preoccuparono.

"L'ha fatto per amore di suo fratello, papà..." gli disse Dean, sapendo quanto contava per John la famiglia, sperando di suscitare in lui comprensione.

Se successe, John non diede atto di ammetterlo. Continuò a guidare per un po' in silenzio e poi disse:

"Non riesco ancora a capire che cosa c'entri tutto questo con voi...voi non siete come...come loro. Tu non uccideresti mai Sam." Disse John, guardando Dean.

"Alistair...è riuscito a scoprire che siamo i discendenti e...ha cercato di approfittarsi di questa cosa. Conosci tutta la storia. Alistair aveva intuito che Sam avrebbe avuto...delle potenzialità....ha cercato di portare Sam dalla sua parte, facendone il suo soldato. Una specie di guerriero del male."

"Hai ancora quelle visioni strane di morti e sangue?" domandò John a Sam.

"No...mi sono...passate."

"E c'è un motivo per questo?"

"Io...io credo che sia per Dean..."

John guardò entrambi e arrossirono. Dean cercò di andare in aiuto di Sam.


"Sam...era molto fragile...vulnerabile...aveva solo bisogno di un sostegno...di qualcuno che lo aiutasse a non sprofondare...negli abissi del male...e chi meglio di me poteva aiutarlo in questo? In fondo sono pur sempre un discendente dei fratelli originali. Chi meglio di me poteva dargli una buona influenza?" cercò di scherzare Dean, ma era a disagio.

"Veramente, dovrebbe essere il contrario." Disse John.

Dean e Sam si guardarono pieni di terrore, poi Sam si fece coraggio e disse:

"Noi siamo...diversi...c'è un'altra profezia a riguardo e parla proprio di questo. La maledizione avrà fine quando arriveranno dei discendenti che si...vorranno bene, invece di uccidersi e odiarsi l'un l'altro, come è stato per..."

"Continuo a non capire!" sbottò John. "Se Caino ha salvato Abele, amava suo fratello, no?"

"Papà, Sam si riferiva ai discendenti...." Disse Dean.

"Continuo a non capire! Perché mai un atto d'amore avrebbe dovuto scaturire una maledizione cosi potente e dannosa?"

Sam e Dean non seppero che cosa dire. John non sapeva tutto, ciònonostante aveva afferrato il nocciolo della questione. Aveva ragione.

Di certo però non potevano dirgli che era stato maledetto un rapporto come il loro per l'eternità. John avrebbe chiesto perché maledire una cosa bella e avrebbero dovuto spiegare la vera natura del loro rapporto.


"Probabilmente Dio ha pensato che...il grande affetto che univa Caino e Abele, seppure fosse una cosa bella, aveva portato il male nel mondo e quindi meritavano di essere puniti...e maledetti..." disse Dean a fatica.


John non parlò più. Dean e Sam sospettavano che era tornato a odiarli.



"Perché voi siete diversi?" chiese dopo un po', facendoli sobbalzare, perché si stavano addormentando.

"Non lo so, papà....." disse sinceramente Dean. "Forse è un caso, forse la maledizione ad un certo punto doveva interrompersi con l'arrivo di un certo numero di discendenti....forse semplicemente era destino."

John sospirò.

"E Alistair? Mi avete detto che c'è stata una battaglia. Vi ha fatto del male? È in un luogo sicuro?"

"Si, è in un luogo sicuro." Disse Dean.

"E vi ha fatto del male?" chiese ancora, più arrabbiato.

Dean e Sam non risposero e John si arrabbiò ancora di più.

"RISPONDETE!" gridò.

Sam scoppiò a piangere e Dean lo abbracciò, rimproverando John. "Papà..."

"Scusate, scusatemi...ma voi dovete rispondermi."

"Non ci ha fatto niente....a parte qualche calcio e pugno." Disse Dean.

John ruggì furiosamente.

"Bastardo. Deve pregare di restare in gabbia il più possibile e che lo tengano d'occhio bene, altrimenti se mi capita tra le mani, lo ammazzo!"

John andò avanti cosi a inveire contro Alistair fino a che Dean e Sam non crollarono esausti, addormentati, l'uno tra le braccia dell'altro.


Sam e Dean erano presi da sentimenti contrastanti. Da un lato trovavano John irritante e nervoso come lo ricordavano, dall'altro erano contenti di risentire quelle arrabbiature tanto famigliari.

Ora che Mary non c'era più, John era la loro unica famiglia, assieme a Castiel.

La paura di venire scoperti per quello che c'era veramente tra di loro, c'era sempre, ma, Dean e Sam non potevano evitare di sentire qualcosa aggiustarsi dentro di loro. Forse solo un pezzo, ma era abbastanza, per ora.

Era sempre loro padre.




*

John li fece fermare in un motel a caso e dopo un po' di silenzio, con grande dispiacere di Dean e Sam, riprese il discorso.

"Perché siete andati via? Perché siete scappati?"

John Winchester aveva un talento innato per farti sentire un vero schifo.

"è....è stato...eri cosi nervoso quando la mamma..." cominciò Dean.

"Mary era appena morta! D'accordo, forse ho sbagliato a gridare. Non dovevo dire quelle cose e neanche mi ricordo davvero quello che ho detto, non del tutto, ma voi...voi siete la mia famiglia. Non avete idea di com'ero preoccupato. Ho girato in lungo e in largo rintracciando tutti i vostri spostamenti solo grazie alle carte di credito che avete usato. Per quel che ne sapevo, poteva esservi successo di tutto, Alistair poteva avervi preso, potevate essere morti!"


Sam tentò timidamente di dare un freno a quello che gli sembrava un eccessivo melodramma.


"Papà...Dean ti teneva aggiornato sui nostri spostamenti...non è come se fossimo spariti completamente di punto in bianco..."

"L'ha fatto fino a un certo punto e poi non l'ha fatto più! Cosa può interessarmi uno squallido e freddo sms, se non posso vedere con i miei occhi, come stanno i miei figli??"

Ora Dean e Sam avevano le lacrime agli occhi.

"Papà...ci dispiace...eravamo cosi spaventati...volevamo restare da soli...ci dispiace cosi tanto." Disse Dean.

"E adesso? Anche adesso volete restare da soli??"

"No!" dissero in coro Sam e Dean e chissà, forse era la verità.

John li abbracciò nuovamente.

"Sam...mi dispiace tanto di aver detto quelle cose. Ti ho ferito. Non è colpa tua la morte della mamma." Disse, e Sam nascose la faccia di più tra le braccia di Dean e quelle del padre, piangendo ancora.

"Mi dispiace cosi tanto di non esserci stato per entrambi. Avrei dovuto esserci per te, Sam, vederti crescere, e avrei dovuto esserci per te, Dean...non avrei dovuto nasconderti il fatto della caccia. Non avrei dovuto lasciarti impreparato."

"Papà...io ti capisco....la morte della mamma...ti ha provato e tu non sei mai stato capace di...condividere il dolore con gli altri."

"Mi dispiace." Disse sinceramente John, toccato dalla verità del figlio. Toccato dal fatto che lui avesse capito.


E si abbracciarono ancora tutti e tre.






*

John li aveva lasciati da soli, mentre era andato a prendere qualcosa da mangiare. Forse delle pizze e patatine fritte.

Nel frattempo Sam era nella vasca da bagno, cercando di rilassarsi un po'.

Dean gli stava lavando la schiena, poggiando il sapone contro la sua pelle delicatamente.

Erano grati entrambi che John avesse concesso un po' di tempo a loro due, da soli.

"Non dovresti essere qui....papà potrebbe arrivare da un momento all'altro." Disse Sam triste, senza guardarlo.

"Ehi...perché? Non posso restare in bagno, mentre il mio fratellino si lava?" disse Dean, dandogli un lungo bacio sulla spalla.


Sam chiuse gli occhi, lasciando libero accesso al collo. Dean gli diede subito un bacio anche lì e Sam chiuse gli occhi, coprendo con la mano il suo viso.

"Non posso più dormire con te." Disse Sam triste.

"Ehi, non c'è bisogno che dormiamo insieme perché tu mi senta vicino. Ti sarò sempre vicino e avremo sempre i nostri momenti di coccole quotidiane."

"Prometti?"

"Lo prometto". Disse Dean, baciandolo.

Sam gli accarezzò il viso, mentre si baciavano.

"Sai, Dean, sono un pessimo amico." Gli disse.

"Perché?" chiese confuso Dean.

"Castiel...era il mio migliore amico...è il mio migliore amico...ma io non sono il suo..."

"Sam, ma cosa..."

"Avrei voluto mostrare a Castiel anche solo la metà di tutta la fedeltà e la lealtà che ha avuto nei nostri confronti, ma non ne sono stato in grado. È stato tradito da Anna, sua sorella, ha questa storia con Crowley ed è un nephilim e io non sono in grado di aiutarlo, non gli ho chiesto niente. Faccio schifo come amico."

Dean ricordò di essersi sentito allo stesso modo, ma non era la cosa che un Sam disperato aveva bisogno di sentire in quel momento.

"Sam, ascolta, non è colpa tua, noi siamo stati trasportati..."

"Non è una scusa. Volevo esserci, Dean, volevo esserci davvero! Credimi, l'amicizia è stata sempre cosi importante per me! Prima che arrivassi tu! No, non ti sto incolpando, sto solo prendendo atto che...che ti amo più di tutto, Dean, e la cosa mi spaventa."

"Sam...non deve spaventarti, perché non sei da solo. Io mi sento allo stesso modo."

Sam disperato gli mise le mani al viso.

"Mamma è morta, dovrei piangere la sua morte e invece l'unica cosa che riesco a pensare è che non voglio perderti, Dean."

"Sam, ascolta, non mi perderai."

"Se papà dovesse separarci..." disse Sam, scoppiando in singhiozzi tra le sue braccia.

"Schhhh....non ci separerà, te lo prometto. Te lo prometto. Lascia che ti lavi i capelli, ora...vuoi?"

"Si...." Disse Sam e benché non fosse più un bambino, Dean gli mise lo shampoo e cominciò a massaggiargli la testa.

"Le tue mani...come mi piace sentirle su di me, Dean..." disse Sam.

Dean si schiarì la voce.

"Sam, magari dimmi queste cose quando...non aspettiamo il ritorno di papà a breve, eh?" disse, ridendo nervosamente.

"Ti amo." Disse Sam, inarcandosi di più contro la mano di Dean, mentre gli risciacquava i capelli.

Dean non riuscì a resistere all'impulso di accarezzare il torace di Sam, facendolo sospirare.


Poi un clac della porta segnalò che John era tornato e li stava chiamando.

Sam e Dean si guardarono terrorizzati, mentre Dean si asciugava in fretta la mano e fingeva di tirare lo sciacquone del gabinetto.

Cercò di uscire senza sembrare nervoso.

John aveva posato i cartoni della pizza sul tavolo, assieme alle patatine fritte.

Quando Dean uscì dal bagno, John chiese: "Dean? Dov'è Sam?"

"Si sta facendo il bagno. Io ero a gabinetto...stavamo parlando...di alcune cose.."

Dean si sentiva il volto in fiamme e evitò accuratamente di guardare John, mentre si sdraiava nel letto.

John però non chiese altro.

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