63. L.R - atto sedici - ad ogni nuova fine, corrisponde un nuovo inizio

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(a scanso di fraintendimenti, l'immagine non contiene genitali scoperti )

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Lasciai mio fratello anche se mi aveva supplicato di non abbandonarlo

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Lasciai mio fratello anche se mi aveva supplicato di non abbandonarlo.

Mai mi ero sentito nella mia vita cosi crudele, cinico, vigliacco...

Soprattutto perché scappavo da una cosa che amavo.

Da una persona che amavo.




Caino però non era solo una persona che amavo.

Era quello che c'era di più importante al mondo per me.

La cosa più importante e la più preziosa.

Il mio flagello, il mio cuore, la mia malattia e la mia medicina.

La morte e la rinascita.

Era lo scrigno segreto che cerchi per trovarci dentro un tesoro.

E quando lo trovi, non lo trovi, ma trovi solo una perla, perché,

il tesoro che hai tanto cercato, è dentro di te.




Il mio tesoro respirava, parlava, e cantava.

E faceva dei canti dolcissimi.

E mi diceva parole meravigliose, mi diceva che respirava attraverso di me.

Mi diceva che il mio cuore e il suo cuore erano la stessa cosa.







Il sangue era lo stesso e anche se l'anima non poteva essere la stessa,erano fatte della stessa cosa.





Quando mi separai da Caino, era come se tutti i motivi per cui me ne fossi andato, non fossero più cosi importanti. Continuavano a tornarmi alla mente quelle parole dolcissime e i battiti dei nostri cuori all'unisono.

Continuava a tornarmi alla mente il suo sorriso e i suoi occhi.

Piansi all'idea che un giorno avrei potuto dimenticarmi com'erano fatti, di che colore fossero.

Tremai all'idea che non avrei più sentito la sua voce e non l'avrei più visto cantare per me.


Ripensai alle parole di Dio...l'Umanità avrebbe rincorso e inseguito la propria anima gemella senza mai trovarla, o sapere chi fosse, io invece sapevo qual era la mia anima gemella e questo mi distruggeva dentro.

Era per questo che, a poche ore dalla separazione con Caino, quand'era ormai notte, decisi di tornare a cercarlo.....





Caino si era rifugiato in una montagna molto alta.

Volai verso quella montagna, respingendo il freddo che mi attanagliava le viscere.

Lo trovai al buio, rannicchiato in un angolino di una caverna.

Lo sentivo piangere e mi straziava il cuore. Mi avvicinai a lui deciso più che mai a togliergli quel dolore dal corpo, e a fare lo stesso con il mio.

Era talmente sofferente che non si accorse neanche che mi ero avvicinato.

Gli accarezzai i capelli dolcemente, e anche la guancia.

Lui apri gli occhi, facendo un suono soffocato. Mi vide, e forse doveva avermi riconosciuto malgrado il buio della caverna, e anch'io vidi il suo viso. Vidi i suoi occhi ingrandirsi per la costernazione.




"Abele" disse, e degluti.

"Basta piangere" gli dissi, perché non sapevo cos'altro dire.

Lui mosse una mano in una carezza delicata sulla mia guancia, forse col timore di spaventarmi o allontanarmi e mi disse: "Sei tornato..."

Oh, parola mia, era cosi struggente e dolcissimo. Io coprii la mia mano nella sua, e gli risposi:


"Credevo di poter riuscire a vivere senza stare al tuo fianco, ma quando ci ho provato, ho avvertito cosi tanta sofferenza, proprio qui..." gli dissi, indicando il mio stomaco.


Vidi Caino adombrarsi e intristirsi. Capii che pensava che mi riferissi alla ferita passata.

"No, non la ferita, fratello. Era la mia anima, che gridava perché non poteva vivere separata dalla tua. Quanto dolore, Caino. Quanta mancanza!"

Caino cominciò a essere sopraffatto dai singhiozzi, e io gli afferrai la faccia delicatamente, e gli dissi:

"Dovevo tornare. Volevo tornare. Dovevo dirti quanto ti fossi grato."

"Grato???" percepii lo stupore nella sua voce, e gli dissi:
"Dovevo dirti GRAZIE, per avermi dato quello che ho sempre voluto...un amore che mi consumasse, che mi facesse sentire vivo. Non avrei potuto chiedere niente di più, eccetto il fatto che durasse per sempre" dissi ancora, toccando il mio cuore e il suo.

"E hai fatto anche questo." dissi, questa volta lasciando che anche la mia voce si incrinasse.

Caino lasciò che lo baciai, remissivo. Non avevo mai visto mio fratello cosi docile e remissivo con me. La cosa mi sconvolgeva e mi stupiva oltre ogni immaginazione.

Dopo qualche secondo di bacio lentissimo e languido, mi staccai per dirgli:

"Ehi... non baciarmi cosi lento, non sono fatto di vetro che mi rompo, sai?"

Caino a quelle parole pianse, e piansi anche io.

Lui mi afferrò la faccia e cominciò a baciarmi davvero, in una maniera più appassionata, riappropriandosi del mio corpo sotto di lui.

"Non avere paura di me, ti prego." Mi disse.

Io gli accarezzai la faccia dicendogli:

"L'unica paura nei tuoi confronti che potrebbe terrorizzarmi, è che tu smetta di amarmi." Gli dissi, senza remore.

Caino mi baciò ancora dolcemente, versando altre lacrime.

Gli avevo detto basta piangere, ma Caino non è famoso per ubbidire.

"Mai." Mi disse solo, e non mi preoccupai più delle lacrime....











Note dell'autrice: 

Ciaoooooooooooooo!!! Annego nella fluff *____*

Siete contenti di com'è finita questa parentesi???? Eh si, qui è proprio conclusa, se aveste ancora dubbi, vi informo che Abele è tornato definitivamente da Caino <3333

Lo so che ho sconvolto del tutto la storia, ma non ce l'ho proprio fatta a fare diversamente xd

Capisco anche che se da una parte magari siete contenti, dall'altra mi state tipo maledicendo perchè siete curiosissimi di sapere come reagiranno Sam e Dean xd

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