Cap 68. Nostro figlio

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  Caino e Abele dentro i corpi di Sam e Dean scendevano le scale del piano inferiore, correndo.


Infatti non potevano teletrasportarsi a lunghe distanze se i corpi delle persone che possedevano, erano malconci. Avrebbero rischiato di spezzarli o fare comunque loro del male.

Stavano correndo forsennatamente, quando Abele, nel corpo di Sam, fu attratto da una camera laterale.



"Abele, torna qui, non abbiamo tempo da perdere!" disse Caino, con la voce di Dean.

Abele entrò comunque nella stanza.



Caino individuò l'oggetto che aveva suscitato tanto interesse in suo fratello, non capendone comunque la ragione.

La mandibola con cui avrebbe ucciso Abele!

Avrebbe, giusto, perché non era neanche lontanamente somigliante all'originale. Caino non ricordava molto com'era, perché era passato tempo immemore, ma di certo se fosse stata cosi mostruosa, Abele non avrebbe potuto mai salvarsi, neanche con intervento magico.

O forse era peggio?

Non lo ricordava, ma di certo non era cosi!




Abele l'aveva tolta da una teca di vetro e l'aveva presa in mano.

Ora la stava porgendo a lui con uno sguardo malizioso, incoraggiandolo, reclinando la testa.

Quasi come a sfidarlo!

Caino non apprezzò quel gesto. Fu con scatto furioso che prese l'arma e la scaraventò a terra.

Abele lo guardò sorridendo, e divertito.

Rise.

Poi lo baciò appassionatamente, schioccando più volte le labbra.


La rabbia di Caino scemò subito. Abele ci riusciva sempre.


Si staccarono di malavoglia.


"Magari troviamoci un altro posto per le effusioni, prima!" disse Abele.

Caino sospirò. "Dove andiamo?"

"Andiamo a prendere dei vestiti per questi poveracci..Caino, ma che fai?"




Caino aveva preso di nuovo la mandibola falsa e la stava picchiando contro il pavimento.

"Caino, la vuoi piantare??"

Poi si avvicinò al caminetto acceso, la pervase di fiamme e la gettò dentro.


"Ora sei soddisfatto?"


"Non ancora." Disse Caino, sorridendo maligno.


Con una mano sola, fece scoppiare una piccola esplosione che distrusse caminetto e parete.




Abele sospirò. Caino aveva fatto cosi con tutte le "mandibole di Caino " finte che aveva trovato.

Una volta si era cosi tanto incazzato che invece di limitarsi a distruggere l'arma, aveva distrutto un museo.


Si, ok, forse la cosa lo divertiva un po', infatti l'aveva un po' provocato prima.


Per Abele ormai era acqua passata, senza contare che se non fosse successo quello che era successo, lui e Caino non sarebbero stati assieme ancora adesso, dall'alba dei tempi – beh, forse se non avessero mangiato la mela del peccato, Dio non avrebbe mai tolto l'immortalità agli esseri umani, ma chi può dire se non avrebbe cambiato comunque idea? –


Caino invece non aveva mai superato del tutto la cosa.


Ci fu un discreto allarme, dopo il colpo di teatro di Caino.

Molti sentirono l'esplosione e scoppiò il panico.

"Battiamocela, fratello." Gli disse Abele.




*

Arrivarono al motel di Dean e Sam e recuperarono qualche loro vestito.

"che cosa stai cercando?" gli chiese Caino.

"Niente."

"Andiamo...lo sai che ti leggo dentro. Tu stai cercando il libro di nostro figlio, vero"?

"Fa....ancora strano pensare a lui, cosi..." rispose Abele.



Si baciarono romanticamente, dopo quella frase.





Nostradamus era loro figlio. Per quello aveva il dono delle profezie, per quello si era tanto interessato alla storia di Caino e Abele, al punto da volerla scrivere di suo pugno.

Voleva conoscere la verità sui suoi veri genitori. 

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