Nostradamus, Caino e Abele dovettero aspettare che Dean e Sam tornarono in sé, prima di riportarli a casa di Bobby, altrimenti che cos'avrebbe pensato John? Era necessario che si riprendessero e poi decidessero che cosa volessero fare.
Quando Dean e Sam si ripresero, anche grazie ai sali che gli diedero, convennero che non potevano più restare con John e Bobby. Non dopo tutto quello che avevano scoperto, non dopo la grande litigata che ci fu solo qualche ora prima.
Nostradamus, Caino e Abele, allora, si offrirono di distrarre John e Bobby il tempo necessario che i ragazzi avrebbero fatto la valigia, mentre Charlie li avrebbe aiutati a preparare le loro cose.
Dean e Sam si sentivano molto male per questo ennesimo abbandono, ma stavano male anche continuando a restare con loro. Restare insieme solo loro due era il male minore.
"Siete certi che starete bene?" chiese Charlie preoccupata, mentre John e Bobby erano usciti frettolosamente per un caso, che ovviamente non era un caso, ma solo una distrazione di Caino, Abele e Nostradamus.
"È la cosa migliore, Charlie, hai visto anche te cosa è capitato, anzi no, non l'hai visto perché eri fuori ed è stato meglio così." Diceva Dean, mentre riponeva le sue magliette nel borsone.
"Vivere ancora assieme a nostro padre dopo quello che è capitato, sarebbe impossibile. Sarebbe...l'inferno! Lui non si rassegnerà mai e prima o poi seminerà zizzania anche tra di noi." Continuò Sam.
"Inoltre, tutta questa faccenda dei mondi paralleli ci ha scosso. Non riusciremmo ad essere più gli stessi e continuare a vivere con loro come se niente fosse, non quando continuano a sostenere che andiamo contro natura, quella natura stessa che ora ci raccontano che siamo noi a comandare." Finì Dean.
"Ragazzi, io capisco tutto, ma non potete sparire di nuovo. Io devo parlarvi di una cosa importante che ho scoperto nel bunker dei letterati." Disse Charlie.
"Charlie, a meno che non sia questione di vita e di morte, può aspettare." Disse Dean.
"È una cosa straordinaria. Ho scoperto...che il mondo di Oz esiste davvero!" disse Charlie.
Sam e Dean la guardarono stupiti.
"Oz? Come Dorothy e il fantastico mondo di Oz?" chiese Sam. "È solo una fiaba!"
"Non lo è. Esiste! Ho pensato che potremmo andarci!"
"Charlie..." sospirò Dean. "Si sta consumando una tragedia biblica in QUESTO mondo, non puoi dirci di dare retta alle favole. Per favore, lascia perdere questa follia e aiutaci con le borse. Prima siamo fuori da questa casa e meglio è." Disse Dean esasperato.
Charlie non riusciva proprio a capire come i suoi amici non avessero potuto fare neanche una piega davanti a quello scoop incredibile. Lei quasi sveniva quando l'aveva scoperto.
Li accontentò, non tornando più sull'argomento, ma non aveva intenzione di rinunciare a quell'idea tanto presto.
*
"Vuoi che guidi io, Dean?" gli chiese Sam dopo un po'.
"No." disse Dean, guardando il fratello minore con apprensione.
"Non sembri a posto." Commentò Sam.
"Neanche tu se è per questo. Perché non dormi un po'?"
Sam si girò contro il finestrino, con sguardo triste.
"Sam, sei pentito?" gli chiese Dean.
"No, Dean. So che non avevamo altra scelta e poi sto meglio quando siamo io e te da soli, lo sai. Non vedevo l'ora che fosse di nuovo così. Le parole di Nostradamus, Caino e Abele, mi hanno scosso."
"Hanno scosso anche me, ti capisco."
"E poi fa un caldo insopportabile, mi sento tutto appiccicaticcio. Ho voglia di una doccia e di mangiare qualcosa, sono stanco di stare seduto e mi preoccupo perché dobbiamo ancora trovare una sistemazione per la notte e disfare tutti i bagagli. Ancora."
Dean gli accarezzò una spalla.
"Ho caldo anch'io, fratellino. Tra poco ci fermiamo in un motel, ci facciamo una bella doccia e ai bagagli possiamo pensarci domani che ne dici? E poi ci prendiamo anche una bella pizza."
Sam gli fece un sorriso grato. Suo fratello sapeva sempre come farlo sentire meglio.
*
Quando arrivarono in motel, Dean non fece in tempo a sistemare le borse accanto agli armadi, che Sam si chiuse in bagno cominciando a far scorrere l'acqua della vasca.
Dean sospirò. Probabilmente Sam stava ancora male e aveva bisogno di stare da solo. Doveva avere pazienza.
Alla fine Sam scoprì di aver dimenticato il suo asciugamano e la biancheria in camera da letto e chiamò Dean per farsi portare almeno l'asciugamano.
Dean lo accontentò, avvolgendo l'asciugamano tutt'intorno al suo fratellino con cura amorevole, Sam ricambiò lo sguardo amorevole e finirono abbracciati.
Dean non avrebbe voluto farsi anche lui il bagno, non perché non avesse voglia, ma perché avrebbe significato lasciare ancora Sam da solo con i suoi pensieri e Dean immaginò non fosse un bene per lui.
Però lo fece. Di certo non era un bene per Sam, ma neanche abbracciare Dean a letto mentre al contrario del fratello minore, era tutto sudato e puzzava.
Si sorprese, quando vide Sam entrare in bagno e cominciare a insaponargli la schiena e le spalle con la saponetta.
Chiuse gli occhi, beandosi di quelle cure amorevoli.
*
Quando anche Dean finì il bagno rilassante e entrambi i fratelli mangiarono la pizza, si sdraiarono tutti e due sul letto matrimoniale.
"Sam, cos'hai?" gli chiese Dean, preoccupato, accarezzandogli una guancia. Il minore sembrava ancora triste.
"È solo che...prima sembrava che il mondo fosse contro di noi impedendoci di stare insieme, ora invece sembra che l'Universo lotti per farci stare insieme. Non lo sopporto, Dean. Perché non possiamo semplicemente amarci, senza che ci sia qualcuno o l'Universo intero a dirci che dobbiamo o non dobbiamo farlo?"
"A me sembra che ce ne siamo sempre fregati di cosa volesse l'Universo o no?"
"Sì, è così, ma prima abbiamo dovuto lottare perché ci sentivamo sbagliati, ora invece dobbiamo combattere anche con le infinite dimensioni che ci vogliono uniti in tutte le vite!"
Dean assunse un'espressione ferita e Sammy se ne accorse.
"Dean...non intedevo."
"Non ti fa piacere questo? Non ti fa piacere che siamo uniti anche in altri universi?"
"Sì, certo che sì! È solo che non sopporto che altre persone ci dicano quello che dobbiamo fare! Non l'ho mai sopportato. Non lo sopportavo con la mamma, con papà e non lo accetto neanche se a farlo sono delle figure bibliche!"
"Sammy..."
"Io ti amo, ma voglio amarti non perché è giusto o sbagliato, ma perché sono io a sceglierlo. Siamo noi! Non perché altri ci dicano di farlo!"
"Sammy, ascolta, capisco il tuo punto di vista, ma quello di Nostradamus non è un capriccio. Lui non ha nessun tornaconto a volerci insieme a tutti i costi. Se ci dice questo è perché sa quanto ci amiamo, sa che vogliamo questo!"
Sam fu dubbioso per un momento e poi disse:
"Nostradamus ha detto che il nostro amore darà vita ad altri Dean e Sam che si ameranno come noi. Dean, io non voglio che nascano altri noi stessi che sono già progettati per amarsi, vorrei che fosse una loro scelta!!"
"Lo è, Sammy, lo è! Allora non hai ascoltato tutto il discorso che ci fecero Caino e Abele! Loro decisero di amarsi, avrebbero potuto non farlo ma l'hanno fatto! I loro discendenti, non si sono amati come loro, poi siamo arrivati noi, che l'abbiamo fatto e abbiamo spezzato la maledizione. Sono pronto a scommettere che per noi valga la stessa cosa. Prendi per esempio Jared e Jensen. la loro energia li avrebbe designati dei dell'amore, ma Nostradamus ci disse che non era necessario che si amassero, per diventarlo. Quella è stata una cosa che gli è venuta dal cuore. Il fatto che siamo destinati a essere uniti, non significa che siamo anche destinati ad amarci. Quelli sono sentimenti e i sentimenti non si possono comandare!"
Sammy restò pensieroso e Dean aggiunse piano:
"Mi fa un po' male che tu continui a dubitare della sincerità dei nostri sentimenti. Per quanto mi sforzi di tranquillizzarti sempre, vorrei non tornare più sulla questione."
"Oh, Dean, perdonami. Non volevo dubitare di te, di me, di noi. È solo che è tutto così maledettamente complicato. Io ti credo, ma forse il fatto è che mi disorienta l'idea che delle azioni che non abbiamo ancora compiuto, possano avere tanto impatto in un futuro prossimo."
"Allora non pensiamoci, Sammy. La nostra vita è già così complicata che non possiamo accollarci il peso anche di altri mondi."
"Però a quanto pare lo facciamo." Sbuffò Sam.
Dean non seppe cosa rispondere. Dopo un po' Sammy lo guardò sorridente e gli accarezzò il viso con le dita. Dean chiuse gli occhi.
"Ti amo, Dean. Oh, ti amo così tanto. Lascia perdere tutto quello che ho detto. Non mi importa più niente del destino, dell'universo, delle dimensioni e neanche dei nostri doppi. Ti amo e mi importa solo di questo. Darei la vita solo per continuare ad avere quello che abbiamo noi."
"Anch'io, Sammy. Anch'io."
"Mi dispiace per quello che ti ha detto papà. Non ho avuto la prontezza di rispondergli, ma stai tranquillo. Non pensa davvero quello che ha detto quando ti ha rimproverato di esserti approfittato di me, altrimenti se lo pensasse, non ti avrebbe lasciato da solo con me tutto questo tempo. Erano solo cattiverie."
"Lo so, Sammy, lo so, è solo che fa male sentirselo dire. "
"Ma tu non devi pensarci. Appena ti ho visto, sono rimasto fulminato da te. Non avevi proprio nessuna speranza di sfuggirmi. Vuoi che ti dica una cosa? Se non mi avessi baciato tu, il giorno del mio compleanno, prima o poi l'avrei fatto io." Gli sussurrò all'orecchio.
Dean lo guardò stupefatto. "Guarda guarda, il candido Sammy. Complimenti. E cosa avresti fatto? Mi avresti chiesto il permesso?"
"Sei pazzo? In queste cose bisogna avere il polso fermo. Ti sarei saltato addosso e tu non mi avresti respinto." Gli disse Sam sicuro e malizioso.
"Mmm..mi saresti saltato addosso come quella volta che facemmo la lotta in giardino?"
"Il primo succhiotto che ricevesti da me, che tenerezza. Ricordo che avevi il terrore ti rimanesse il segno!" rise Sam.
"E infatti è rimasto!! Piccolo stronzetto!!" disse Dean, voltandolo su un fianco e baciandolo con passione.
Rimasero per un po' sul letto a coccolarsi in silenzio, poi Dean chiese:
"Sam, ci pensi mai al fatto che se fossimo cresciuti insieme, forse saremmo stati solo fratelli?"
Sam si adombrò. "Ogni volta che ci penso, mi sale il magone e preferisco scacciare il pensiero."
"Perché?" chiese Dean. "Voglio dire, non fraintendermi, sai come la penso su noi due, ma penso anche che non avremmo sentito la mancanza di qualcosa che non avessimo provato, no? Forse il vivere insieme non avrebbe scatenato la passione. Non sto dicendo che vorrei fosse così." Aggiunse Dean frettolosamente.
Sam sospirò. "No, non credo sia così, Dean. Se vuoi sapere come la penso, penso che mi sarei infatuato pazzamente di te e avrei sofferto a vederti uscire con le ragazze."
Dean lo guardò sorpreso. "Dici davvero? Beh, ma poi l'avrei scoperto e ti avrei consolato." Disse Dean, stringendoselo addosso.
"No, Dean! Io non ti avrei detto niente, perché mi vergognavo e perché avevo troppa paura che mi avresti odiato e quindi tu non avresti saputo mai niente!" disse Sam triste.
"Sammy..non è un'altra visione, vero?" gli chiese Dean, preoccupato.
"No, solo un pensiero. D'altronde tu saresti stato un ragazzo vivace, pieno di ormoni e dongiovanni, mica potevi pensare di baciare il tuo fratellino. D'altronde come avresti convissuto con i sensi di colpa?"
"Come faccio ora!!"
"È diverso. Ci siamo conosciuti quest'anno. Non mi hai visto per tutta la vita come il tuo fratellino da difendere."
"Sammy, non so dove vuoi arrivare, ma smettila ora."
"NO. È stata una fortuna non essere cresciuti insieme!!!" rispose Sam, quasi gridando.
Dean sospirò. "Sam, non puoi sapere che sarebbe andata così."
"Neanche tu, però..."
"Sono certo che anche se avessi avuto qualche flirt, alla fine la persona più importante per me, saresti stato tu e non sono neanche del tutto convinto che se tu mi avessi parlato dei tuoi sentimenti, io ti avrei respinto. Forse non avrei fatto il primo passo, questo posso concedertelo."
Sam restò zitto.
"Avanti, adesso piantala di tenermi il broncio. Dammi un bacio. Per favore, voglio un bacio." Lo pregò Dean.
Sam si arrese a quella supplica. Lo guardò e il suo cuore si sciolse, allora prese il viso di Dean per il mento e lo baciò.
*
Dean si era alzato, era andato verso la finestra e poi al centro della stanza, pensieroso.
Ad un tratto Sammy gli si fece vicino e lo abbracciò da dietro, gettando la faccia sul suo collo.
L'abbraccio divenne rapidamente una morsa in cui lo imprigionava. Una morsa piuttosto erotica. Gli stava artigliando la maglietta, sollevandola appena.
"Sammy..." ridacchiò Dean.
"Ho voglia di te." Gli rispose lui.
Dean si voltò. "Anch'io." Gli rispose.
Fu abbastanza facile liberarsi dalla presa di Sam e capovolgere i ruoli. Ora era Sam quello che sospirava mentre Dean gli baciava la pancia eroticamente e con lentezza gli sfilava i jeans, giocherellando con l'elastico dei boxer.
"Ahh. Dean." Disse Sam, agitandosi contro di lui.
Dean gemette. Sam lo metteva sempre a dura prova. Si sfilò anche lui i jeans freneticamente e schiacciò i loro bacini insieme.
Parole sconnesse uscirono dalla bocca dei due fratelli. Sam in particolare amava quando Dean perdeva il controllo.
Finirono di nuovo sul letto. Dean cominciò i preliminari, ovvero baciare Sam dappertutto per rilassarlo, ma Sam aveva altri piani.
"Dean, aspetta!" cercò di fermarlo Sam.
"Cosa? No, non puoi dirmi di fermarmi, adesso!" disse Dean gemendo spaventato.
Sam rise. "Voglio essere io stavolta."
Dean spalancò la bocca.
"Andiamo. Non sarebbe la prima volta. Solo perché è parecchio che mi fai stare sotto, non significa che mi sono dimenticato come è stato stare sopra e non vuol dire che non voglio rifarlo!" disse Sam, leccandosi le labbra.
"M-ma p – perché, Sam? Se hai paura che ti faccia male prometto che sarò lentissimo."
Sam ridacchiò. "Niente storie. Stavolta stai sotto."
Dean non era ancora convinto. Sospirò.
"Che c'è? Non puoi dire che ti ho fatto male quella volta."
"No, questo no, ma è...imbarazzante." Disse Dean, vergognandosi.
Sam ridacchiò ancora. "Questo ti imbarazza?" chiese Sam, stuzzicando la sua apertura e facendogli provare una scossa di piacere.
"Sam.."
"Dovrai abituarti, fratellone, perché vedi, vedo e prevedo che nel futuro diverrò un uomo molto sexy e appassionato. Non pretenderai che faccia il passivo tutta la vita?"
Dean gli sorrise malizioso.
"Andiamo, Dean...ho voglia di te." Gli disse Sam, languido.
"O-ok. " disse Dean, deglutendo, ma rivolgendogli un gran sorriso. In fondo Sam aveva ragione. Non era giusto che dovesse sempre star sotto.
Sam gettò una generosa porzione di lubrificante e con una mano se lo spalmava, mentre con l'altra continuava a stuzzicare Dean, che socchiuse gli occhi alla sensazione di quelle dita dentro di lui.
Sam non resistette molto ed entrò dentro di lui.
Entrambi i fratelli ansimarono e Sam diede una spinta leggera.
"Stai bene?" gli chiese.
"Sì." Ridacchiò il maggiore.
"Bene. Bene. Così. Così." Diceva Sam, continuando a spingere, toccandogli la schiena, prima delicatamente, poi aggrappandosi alle sue spalle.
Amava il corpo di Dean, ma un conto era farsi possedere, un altro possedere. Sam era ammaliato da questa sensazione, dalla sensazione di essere lui a far godere suo fratello, senza contare che spingersi dentro Dean gli dava sensazioni sconvolgenti.
Era inebriante.
Era fantastico.
Sam gemette quando si liberò dentro Dean e quando il maggiore lo seguì poco dopo.
Aprì la bocca per prendere una boccata d'aria, quando si sdraiò accanto a Dean. Dean era sconcertato dalla potenza e resistenza del suo fratellino. Gli cinse un braccio intorno al collo e rise.
"Allora?" chiese Sam, guardandolo malizioso.
"Sei un tornado, devo ammetterlo." Disse Dean.
"Non ti ho fatto male, vero?"
"Nooo. Non potrò solo camminare dritto per una settimana."
Sam lo fissò preoccupato.
"Scherzavo! Mi piace la tua intraprendenza!"
"Volevo dimostrarti che non sono più un vaso da porcellana."
"Beh, di questo passo potrei diventarlo io." Sghignazzò Dean.
"Perdo così il controllo?"
"Un po', ma mi piace." Disse Dean, afferrandogli il mento per un bacio infuocato.
In pochi secondi la sua lingua si fuse con quella di Sam, senza dargli tregua.
Era giunto il momento di far capire al fratellino chi era il dominatore tra i due!!
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Profezia
FanfictionQuesta storia parla di personaggi di Supernatural, ma in una sorta di universo alternativo, dove Mary non è morta nell'incendio, e Sam e Dean vengono separati da bambini per poi incontrarsi da ragazzi :)