55. L.R - atto otto - il piacere del peccato

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I baci divennero via via sempre più belli. Abele si era ormai sciolto del tutto, e da baci casti o timorosi del primo giorno, ora si erano trasformati in baci appassionati e infuocati.

"Ti bacerei sempre." Gli diceva Abele, dandogli un ultimo bacio.

"Lo so...ma per ora è meglio tenere nascosta questa nostra...attitudine..." rispose Caino.

"Perché?"

"Alcuni potrebbero non capire...tu per esempio non hai capito subito..."

"Che scemo che ero..." disse Abele, poggiando la testa contro la sua spalla.



Caino percepi ancora quel calore. Lo stesso calore che sentiva quando Abele si stringeva a lui.

Tenerezza?



Lo guardò. Aveva lasciato passare dei giorni, per non spaventarlo, ma non poteva più aspettare.



"Abele, io....vorrei provare anche qualcos'altro..."

"Se è una cosa bella come i baci con la lingua, ci sto!"

"Io non...spero che ti piaccia..."

"è una cosa brutta?"

"Non lo so...a me piace..però bo...a te piace l'idea di...unire i nostri corpi?"

Abele sembrò perplesso. "Unire? Cosi?" chiese Abele, appoggiandosi a Caino.



Caino scosse la testa, guardandolo preoccupato.

"Pensavo più tipo...attaccati.."

Abele sembrò perplesso.



Caino si mosse verso un albero e gli disse: "Vedi la quercia? È attaccata all'albero...intendo...cosi, solo che poi ci stacchiamo, tranquillo." Rise nervosamente.



Abele sgranò gli occhi indeciso tra l'esaltazione e il terrore.

"Fa....male? è possibile?"

"Mmm forse all'inizio si, e....si, è possibile."

Abele sembrò ancora più preoccupato.



"Ma non devi preoccuparti...poi i nostri corpi si staccano...non è come l'albero." Gli disse, facendogli una lieve carezza.

"Perché dovremmo farlo se...fa male?" chiese Abele.

"Perché in realtà...è solo all'inizio, ma poi ci si sente bene."

"E tu come lo sai?"

"L'ho provato con Lilith..."

Ora Abele sembrò adombrarsi. "Allora...continua con lei."

"No...io voglio con te..." gli disse Caino.
Abele lo fissò e poi decise di provare.


Erano ancora vestiti con le loro vesti leggere. Caino lo fissò.

"Quindi?" chiese Abele.

"Aspetta..." gli disse Caino, salendo sopra di lui e strusciandosi con il suo corpo.

"Che stai facendo?" gli chiese Abele sgranando gli occhi.

"Si chiamano...carezze, credo" gli disse, sporgendosi di più, con la testa sul suo collo.

"A me sembra che mi stai abbracciando...da sdraiati..ma sembra diverso."

"Ok ci sono...si chiama...strusciamento" disse Caino.

Abele gemette e Caino disse: "Schhh rilassati." Gli disse, stampandogli dei baci sul collo.

Abele lo abbracciò, dicendo: "Mi piace sentire il tuo respiro sul mio viso..."

Caino lo baciò sulla bocca ora. Un bacio e poi un altro.

Carezze e ancora carezze.

"Togliamoci questi." Gli disse Caino, riferendosi alle loro vesti bianche.

Il problema sorse quando si resero conto che qualcosa tra di loro ostruiva l'ingresso.

"Non ci avevi pensato prima?" chiese Abele, mentre entrambi guardavano le loro virilità.

"No..." disse Caino sgomento.

"Peccato. Credo che dovremmo rinunciare." Disse Abele, alzandosi.

"Aspetta!" disse Caino, tenendolo giù. "Forse possiamo trovare un altro modo...altri..ingressi..." riflettè.

"Forse se lo tagliassimo...no?" propose Abele non tanto convinto.

"Non credo che sia la soluzione..gli angeli ci hanno detto di non fare del male fisicamente al nostro corpo. Siamo immortali, ma meglio non approfittarne...e poi questo deve andare all'interno" rise nervosamente Caino.

"Sto cominciando a sentire davvero caldo in faccia e non capisco il motivo."

Caino rise. "Non devi vergognarti. Non con me. Ora vieni qui. Riproviamo, ok?"

Alla fine riuscirono a capire come potevano farlo anche tra di loro. Finalmente dopo aver studiato il loro corpo nei minimi dettagli, capirono che se stuzzicavi il sedere in punti precisi, si apriva un'apertura...

"è troppo piccola" diceva Abele impaurito.

"Aspetta, lascia fare a me."

"Caino, non sono sicuro..."

"Schhhhh."

"BASTA! Questo non è bello...mi...mi stai facendo male!" si ribellò Abele, arrabbiato, alzandosi.

"Scusami...io......Abele!" cercò di richiamarlo Caino, mentre Abele se ne andava.



*


Il giorno dopo Abele tornò da Caino e si accoccolò sul suo petto. Le emozioni forti in loro non persistevano mai troppo a lungo. Vivevano nella pace.

"Ehi." Gli disse.

"Ehi." Rispose Caino.

"Se vuoi, possiamo riprovare." Gli disse Abele.

Riprovarono e i risultati erano sempre un po' scarsi, ma ogni volta c'era un miglioramento, fino a che Caino non riusci a entrare dentro Abele.

"AHHHH" gridò l'altro.

"Oddio no, non gridare" si spaventò Caino, cercando di tranquillizzarlo.

"Esci.." chiese Abele, e Caino lo fece subito.

Usci dal suo corpo e poi si mise a confortarlo, accucciando la testa di Abele nel suo grembo.Per diverso tempo, nessuno dei due parlò.


*


Ormai era diventato un bisogno fisico, nonostante il dolore. Abele sentiva ora che quando loro due erano troppo vicini, il suo corpo si induriva.

"sento duro qua...perché?" chiedeva.

"Schhh. Tranquillo. Ci penso io." Diceva Caino, accarezzandolo proprio li e facendolo sospirare di piacere.

La scoperta di quel piacere, spingeva Abele e Caino a voler continuare e insistere con questa storia dell'unione dei corpi. Capivano che anche se provavi dolore, provavi anche piacere, e non volevano rinunciarci.

Dopo molte insistenze e tentativi, i progressi si fecero notevoli, al punto che Caino riusciva a stare dentro il suo corpo, e più in là, anche a muoversi.

Non ci volle molto prima che i fratelli scoprirono l'orgasmo e il piacere del sesso.









Note dell'autrice:finalmente sono arrivata ai due fratellini primordiali *_*

Non sono carucci?

Suggerisco a chi segue di recuperare anche le mie "Saremo quelli che" e "Un principino chiamato Jared" perchè avranno dei crossover con Profezia :pp


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