Cap 83. La storia di Castiel e crowley - seconda parte

117 4 0
                                    


Avevo 5 anni e con i miei genitori acquisiti avevamo fatto una gita nelle montagne...i miei genitori non volevano che mi allontanassi troppo...io avevo già dei poteri, anche se un bambino non può rendersi conto di averli...non mi resi conto allora di quello che feci...cioè di averli fatti addormentare sul prato solo toccando loro la fronte. Quando si furono addormentati, ne approfittai per girovagare un po' tra le distese erbose...non volevo allontanarmi troppo, ma solo curiosare in giro senza richiami secccanti. Mi avvicinai ad una grotta, incuriosito, sentendo un pianto struggente echeggiare da lì dentro...

"Bambino? Sei un bambino?"

Il piccolo Jimmy vide un bambino piangere appoggiato alla parete della grotta.

"Ti senti male?"

Il bambino lo guardò indietreggiando.

"Stai lontano. Sono cattivo."

Jimmy fece una smorfia incredula. "Sono sicuro che chi te l'ha detto è un bugiardo, uomo cattivo. "

Aiutò il bimbo ad alzarsi e il bimbo d'istinto lo abbracciò.

"Dove abiti? Dove sono i tuoi genitori?" gli chiese Jimmy, intenerito, accarezzandogli i capelli.

"Sono morti e io abito dove fa tanto caldo. Troppo caldo!"

Jimmy lo guardò. "Allora questa non può essere casa tua. Fa tanto freddo. Usciamo."

Uscirono insieme e giocarono a rincorrersi, anche se il bimbo non voleva dire niente a Jimmy della sua vita. Quando però Jimmy cercò di portarlo a conoscere i suoi genitori, il bimbo si rifiutò e andò via, stranamente spaventato.

"Crowley??? Crowley, perché scappi???"





*

Avevo 10 anni e io e i miei genitori eravamo tornati a vedere la nostra vecchia casa, che avevamo lasciato tempo prima. Non ci abitava ancora nessuno. Era ancora in vendita e i miei genitori si erano fermati a chiacchierare con i nostri vecchi vicini, mentre io fissavo il nostro vecchio giardino sulla strada. Mi aspettavo di rivederla bellissima come l'avevo immaginata, ricordata, sognata, come mi era mancata, e invece rimasi deluso! La casa era coperta da erbacce altissime. Non era più il giardino bello e accogliente che ricordavo.

"So perché sei triste." Disse il bambino che stava guardando Jimmy.

"Leggi nel pensiero?" chiese Jimmy.

"Leggo tanti libri che parlano di cosa pensano le persone, quando guardano le cose."

"E sentiamo, che cosa sto pensando io?"

"Sei triste perché....aspetta, è troppo difficile da ricordare e da spiegare!" disse il bambino, sparendo misteriosamente. Jimmy pensava che non sarebbe mai più tornato e invece ricomparve con un libro.

"Leggi questo." Disse, indicando un trafiletto.


Jimmy lesse:

"Sgombrando con cautela le macerie, mi sono reso conto che non appena l'uomo abbandona la sua casa, al suo posto subentra in breve ciò che punge, che ferisce, che uccide. Il rovo, l'ortica, la vipera. Per quale ragione, le rovine non vengono invase da primule e da caprifogli? Perché invece delle primule, lì non nidificano i leprotti? Dove l'uomo si ferma, la natura da subito mostra il suo volto più ostile – che sia un rudere, un pascolo o un campo, ciò che cresce e riprende lo spazio, è sempre qualcosa che ha in sé il principio della prepotenza. Negli anni seguenti, ho avuto conferma di questa intuizione. Se ti fermi o ti distrai, la natura avanza e conquista, divora ogni cosa. L'idillio che immaginavi finchè stavi seduto nella tua casa di città, si polverizza non appena comprendi che non la benevolenza, ma la cecità è il suo vero volto."

Jimmy si leccò le labbra un po' secche per il tanto leggere. "Sembra molto triste. Perché leggi queste cose?"


"Perché è quello che io sono."

"Conoscevo un bambino che diceva cose così. Come ti chiami?"

"Crowley."

Jimmy fece una faccia sorpresa. "Sei...sei lui. Ti ho pensato tanto. Credevo non ti avrei mai più rivisto! Ti ricordi di me? Sono Jimmy. Ci siamo incontrati in una grotta."

"Jimmy...Jimmy...sì! Ti ho pensato tanto." Disse il bambino.

Si abbracciarono.


"Non andrai mai più via, vero?"

"Io non posso restare troppo fermo in un posto."

"Perché?"

"Non posso dirtelo...ma non sono un bambino normale come gli altri."

"Bene. Non mi piacciono i bambini normali. Con me fanno i bulli e mi prendono in giro perché dicono che sono imbranato a scuola."

"Bleah...la scuola fa schifo. Non ti insegnano le cose della vita per quello che sono davvero."

"Lo so. Cioè, lo so, ma se lo dico, mi prendono in giro, quindi sto zitto."

"Posso aiutarti io a scoprirle, Jimmy, se vuoi."

"Certo, sarebbe fantastico...però, non sparire di nuovo, ok?"





*

Qualche mese dopo...passeggiando per la città...


"Così saresti il diavolo, eh? Mi chiederai di fare un patto con te?" chiese Jimmy, mentre passeggiavano insieme.

"Sbagli a riderci su."

"Sono curioso! Potresti esaudire qualsiasi desiderio??"

"Non posso far resuscitare i morti e far tornare indietro il tempo."

Jimmy sbuffò sconsolato.

"Ma non vorrei farlo. Voglio dire, uno soffre tanto quando vive, poi muore e lo resuscitano. Fossi in lui, mi incavolerei come una bestia! E infatti, tutti quelli che sono stati riportati indietro, si son messi a mangiare persone."

"E quindi tutti quelli che muoiono, trovano la pace?"

"Non tutti." disse Crowley, poi riprese, triste: " All'inferno non esiste la pace."

"È per questo che sei venuto qui sulla Terra?"

"Sì. Volevo vivere come un bambino normale. quello che tu vedi, non sono io. È solo un corpo, morto, per via di una malattia. All'inferno non uso questo corpo perché non potrebbe resistere al calore e alla sofferenza dell'inferno."

Jimmy restò per un attimo interdetto.

"Ti fidi di me moltissimo per raccontarmi tutte queste cose..."

"Sì, perché tu sei speciale, come me."

"Cosa vuoi dire? Sono anch'io un demone??"

Crowley sorrise divertito, scuotendo la testa, come se stesse pensando a una qualche battuta divertente.




*

Jimmy aveva 14 anni e si era chiuso in camera a piangere sul letto.

Un Crowley diverso, più grande e con l'aspetto di un giovane adolescente biondo con gli occhi azzurri, scavalcò la sua finestra aperta per raggiungerlo.

"Jimmy! Che cos'hai, amico??"

"Sono un mostro, Crow! Tutti hanno paura di me, tutti mi tengono alla larga, non ho nessun amico, solo te. Dude. Solo te."

Crowley si rabbuiò. "Solo me?"

"Voglio dire...è fantastico avere te, ma vorrei che anche gli altri...mi accettino...e invece...non lo fanno...perché??"

"Perché sentono, percepiscono l'energia del diverso e se ne tengono alla larga. Hanno sempre fatto così."

"L'energia?"

"Tu non sei una persona normale, Jim...sei....un angelo."

"Io...che cosa????"





*

Sulla riva di un fiume...


"Prendi questa pietra, Jimmy. così. Ora concentrati sull'energia. Non pensare a buttarla fuori. Pensa solo all'energia che fluisce dentro di te."

Jimmy si concentrò e sotto il sasso comparve un debole alone dorato.

"Ora lascia andare indietro la mano...lentamente."

Jimmy lo fece e il sasso rimase sospeso in aria che galleggiava, mentre Cas lo guardava sbalordito e Crowley guardava Jimmy con un sorriso orgoglioso.



*

In una radura soleggiata...


"Mi fanno male le ossa, Crowley. Mi sembra di morire!"

"Non morirai, fidati. Sono le ali che lottano per venire fuori. Non respingerle, non cercare di tenerle dentro. Lasciale uscire. Non avere paura di loro."

Delle lacrime uscirono dagli occhi di Jimmy e finalmente le sue ali uscirono fuori.

"Sono bellissime, Jim." disse Crowley, guardando le ali di Castiel, blu notte, che si aprivano, graziose e timide come le ali delle farfalle.

"Sono BLU?" chiese basito Jimmy.

Crowley ridacchiò. "Cambieranno con il tempo."



*

A casa di Castiel


"L'hai sempre saputo? Di me, intendo."

"No. Ho cominciato a intuirlo con gli anni...ho sempre intuito che avessi qualcosa di speciale, ma non capivo cosa. Poi ho capito. Non potevo parlartene però. Dovevo aspettare che fossi pronto ad accettare la tua vera natura."

"Io...è stata già dura sapere che sono stato adottato...e ora tu mi dici...questo...che sarei un angelo, rimnegato dal cielo....e se accontentassi tutti e mi gettassi da una rupe, così libererei il mondo da..."

"Non ti azzardare a farlo, dopo quello che ho fatto per te, per salvarti!!"

Jimmy lo guardò a bocca aperta. "Come hai detto?"

Crowley gli raccontò tutto. Gli raccontò del loro primo incontro all'inferno e di come lui avesse salvato sia lui che sua sorella Anna e gli disse del suo vero nome, che lo aveva saputo da Anna.

"Dude, non posso credere a quello che mi dici...io ho...14 anni, tu hai due anni più di me...se quello che dici è vero, mi avresti incontrato quando avevi DUE ANNI??"

"Vivere all'inferno ti tempra, Jimmy. Ti cambia. Un bambino che cresce all'inferno cresce molto più velocemente rispetto al tempo terrestre. Secondo il tempo terrestre avevo due anni, ma mentalmente almeno 8 o 9. E poi non avevo chiaramente questo corpo. Te l'ho detto. Sono stato privato del mio corpo reale quando ero appena nato."

"E come diavolo...voglio dire, come fai a ricordarti tutto??"

"Ripeto, la mente ti cambia totalmente quando cresci al'inferno. Puoi ricordare cose e fare cose che non avresti mai immaginato."

"E tu...hai fatto cose tanto brutte?"

"Sì."

Jimmy lo fissò per un momento, poi disse: "Non mi importa. Sei il mio migliore amico e non voglio perderti!"






*

Castiel aveva 16 anni ora e si trovava in una villa di Crowley, nella sua piscina, a nuotare beato, sotto le stelle, mentre Crowley rigorosamente con un nuovo corpo - moro, occhi nocciola e palestrato - lo raggiungeva.

Gli nuotò vicino per un po', poi Castiel lo abbracciò

Crowley lo guardava un po' stranito, un po' incuriosito.

"Ti voglio tanto bene e ti adoro."

"E...?" chiese Crowley, un po' intimidito.

Dopodiché, Castiel lo baciò in una maniera dolcissima, che sciolse il cuore di Crowley.

"E forse ti amo." Disse Castiel, ridendo imbarazzato.

"Forse anch'io, stupido."

Castiel gli cinse le braccia al collo, guardandolo negli occhi, adorante. "Quindi i demoni possono amare?"

"Ehi, sono demone solo per metà. Sai che sono contento che mi hai baciato la prima volta sotto le stelle?"

"Mmm...non solo sanno amare, ma sono anche molto romantici." Disse Castiel, baciandolo nuovamente.




*

Rifugio di Crowley


castiel aveva 17 anni ora e aveva scoperto del rapporto tra Sam e Dean. Era molto turbato ed era andato a trovare Crowley in un rifugio in montagna.

"Sono il peggior nemico per loro!" sbottò.

"Non è vero! Sei il miglior amico che possano desiderare."

"Ma sono un angelo! Crowley, perché gli angeli sono così cattivi? Perché odiano così tanto gli umani?? Io non riesco a capirlo!"

"Lucifero si è preso tutta la colpa di una cosa che accomuna tutti gli angeli.. odiare gli esseri umani perché sono deboli, imperfetti, si rompono facilmente e quando succede, feriscono le persone che amano. Viene insegnato che gli angeli amano gli umani e i demoni li odiano, ma è tutto il contrario. I demoni amano gli umani, perché condividono con loro le passioni più becere e perverse, non li giudicano, ma anzi, spingono affinchè si liberino completamente delle restrizioni e agiscano liberamente senza più blocchi e freni inibitori."

Castiel lo guardò male. "Esistono persone così. Si chiamano molestatori, pazzi, stupratori, assassini, ladri..."

"Quello è male sì e una conseguenza di una vita spesa sempre a frenare i propri impulsi e ad accettare regole prestabilite che li soffocano. L'uomo è corrotto proprio perché cerca di essere buono, si costringe ad essere buono, lo fa per un periodo di tempo, ma poi cede e quando lo fa non riesce più a fermarsi e frenarsi e a quel punto diventa un mostro. Se fosse libero da subito, non degenerebbe in una maniera così catastrofica. Nessuno nasce malvagio, Jimmy. Neanche i demoni. I demoni non nascono così. Sono anime corrotte e straziate dalla sofferenza, che non hanno più umanità."

"Ma tu ce l'hai, l'umanità. Io ho visto del buono in te..."

"Io sono stato generato dall'amore e questa è una cosa che ti segna per sempre. Anche tu sei stato generato dall'amore e gli angeli che tanto dicono di essere buoni, hanno avuto paura di una cosa tanto diversa da loro. Come vedi, il confine tra bene e male non è così definito come sembra."

"Uccidere i miei genitori...è stato un atto di pura malvagità....a volte vorrei che morissero tutti per quello che hanno fatto." Disse Castiel con gli occhi lucidi.

"I tuoi genitori hanno lottato. Non è stato un omicidio intenzionale. Avevano paura e avevano paura anche gli angeli e nella lotta ci hanno perso loro. Non volevano ucciderli, Cas. Penso sia giusto che tu debba saperlo."

Castiel sbuffò. "Li stai giustificando???"

"No, solo cerco di farti sentire un po' meglio."




*


"Pssss ehi " disse una voce sconosciuta attraverso il vetro della cantina.

"Sam si giro e cercò di aprire un po' la finestra, giusto per sentire cosa volesse quello sconosciuto da lui. La finestra era dura, corrosa forse dal tempo.

"Deve andarsene, c'è uno spettro qui, e se la vede..." cercò di dire allo sconosciuto. Un ometto basso, leggermente tarchiato,di mezza età, con i baffi, moro, e dagli occhi color nocciola. Sperò non gli scoppiasse a ridere in faccia.

"Non dire a me quello che devo fare, giovane. E comunque per lo spettro, tieni questa, e questa" disse dandogli una pistola curiosa, e una boccetta con dell'acqua brillante.

Sam lo fissò stranito.
"Chi è lei?"
"Puoi chiamarmi Crowley, giovane " disse lui.




*

Crowley parla con Cas da una cabina pubblica...

"Cacciatori???" chiese Castiel sgomento.

" Ho fatto delle ricerche su John Winchester e lui era un cacciatore, quindi devono esserlo per forza anche i figli, ma tranquillo, non farò del male ai tuoi amici. Staremo in silenzio fino a quando non saranno pronti a dircelo."

"Grazie, Crowley."



*

Passeggiando di notte...


"Non avresti dovuto rischiare a entrare nella casa stregata!" disse Castiel.

"Ho salvato i tuoi amici." Disse Crowley.

"E ti ringrazio di questo, ma se ti fosse capitato qualcosa..."

"Cas, non mi capiterà niente...è dei tuoi amici che devi preoccuparti. Se fossi stato un altro demone, a quest'ora avrei approfittato della loro debolezza per prendere il possesso del loro corpo."

"Crowley, tu mi aiuti, anche sapendo chi sono. Anche sapendo che sono cacciatori. Mi aiuti perché sono miei amici. Non so dirti a parole quanto questo significhi per me."

"Castiel, io sono un demone non perché l'ho scelto e l'amore che mi ha fatto nascere, sarà sempre dentro di me a ricordarmi quanto è importante amare, quindi non sono pentito di aiutare gli amici della persona di cui sono molto innamorato."

"Crowley, prima mi salvi dall'inferno, mi guidi e poi aiuti i miei amici. Fosse l'ultima cosa che faccio, ti proteggerò contro chiunque voglia farti del male. Se anche Dean e Sam venissero a sapere di noi, non lascerò che ti facciano del male."




*

Castiel gridava in cima alla montagna. Crowley gli si era avvicinato e aveva cercato di dargli sollievo, ma poi aveva capito che c'era bisogno di Anna.

"Vado a chiamarla. Resisti, Castiel."



*

"Così, Sam e Dean sono i discendenti di Caino e Abele. Sono destinati l'un l'altro da prima di nascere. Un amore travolgente che arrivando non fa altro che divulgare altro amore."

"Altro amore?"

"In loro e in tutte le persone che li circondano. Alistair seppur malvagio, amava Mary e fino alla fine l'ultima sua azione è stata di pietà nei suoi confronti, Bobby era il miglior amico di John e ha deciso di avere un figlio dopo che ha visto il piccolo Dean. Da questa decisione è nato il desiderio di averne uno proprio e sono nato io, che sono, se così si può dire, il frutto dell'amore. Io che ti ho salvato dall'inferno. Tu che sei nato e ti sei legato a Sam e Dean Winchester e li hai protetti. Siamo tutti collegati. Sam e Dean sono i discendenti più speciali che si siano mai visti. Credo che potrebbero fare la differenza. Potrebbero addirittura rompere la maledizione della loro specie."



*

Stavano passeggiando per le vie di Parigi e si erano fermati a cenare in un ristorante, con Crowley che ormai usava abitualmente il corpo di uno scozzese.

Castiel era in vena di coccole quel giorno, ma Crowley guardava con disagio gli altri commensali che lo fissavano male.

"Smettila, prima che mi accusino di pedofilia, ti prego!" disse Crowley, staccandosi dai baci caldi di Castiel.

Castiel sbuffò, terminarono la cena in silenzio, poi quando uscirono dal ristorante, Crowley sbottò:

"Non fare l'offeso! Sono un demone ma ho pur sempre un ritegno..sei un ragazzino e io un...un vecchio.."

"È solo un corpo, Crow! E poi se lo vuoi sapere, ti trovo sexy anche così." disse Castiel, ammiccando.

"Ma nessuno lo sa e nonostante sia solo un corpo, mi sento comunque a disagio."

"Ti importa di quello che pensano gli altri?"

"Se pensano che sia un pedofilo, sì!"

Castiel sbiuffò, poi lo portò sotto un portico.

Lì, alla luce della luce, gli fece vedere la sua prima trasformazione.

"Diosanto!! Da..da quando...come è possibile??"

"Ho scoperto che in quanto nephilim, il mio corpo cresce in maniera diversa rispetto agli altri. Se per te è un problema che io sia un ragazzo, posso restare così."

"Non voglio rubarti la tua giovinezza."

Castiel sorrise e gli si aggrappò. "È solo un corpo e poi posso tornare ragazzino quando voglio."

"Uno dei vantaggi di essere un nephilim..."

Castiel annuì.

"Scusa se ho perso la pazienza, tesoro..."

"Schhh..." e si baciarono al chiaro di luna di Parigi.



Finalmente Castiel e Crowley finirono con il racconto. Ora tutti li guardavano basiti.

Bobby cercò di farsi avanti.

"Perdonami per..."

"No! non lo farò." Disse Crowley duro.

Bobby lo guardò con aria ferita.

"Se avessi voluto recuperare un rapporto con me...non avresti aspettato tanto tempo. Se oggi eri davvero sincero, mi avresti evocato, senza ammanettarmi come spazzatura."

"Io avevo....paura."

"Ed è proprio così che si rovinano le cose, non è vero?" chiese Crowley ironico, con tono amaro, dopodiché Castiel e Crowley si presero per mano e svanirono.

"Qualcuno ha voglia di fare merenda??" chiese la voce trillante di Charlie.

La guardarono tutti come se fosse un alieno.

"Andiamo, ragazzi, tutto questo dramma mi ha messo un appetito che non potete capire. Dean, Sam, fatemi compagnia, please!!"

















Note dell'autrice:

Buon annoooo!! Spero vi sia piaciuta la liason d'amore dei due <33333

Non so perchè, ma ho scoperto di avere una predilezione per le storie d'amore che nascono da quando sono bambini ahhah <3

la frase "Sgombrando con cautela le macerie, mi sono reso conto che non appena l'uomo abbandona la sua casa, al suo posto subentra in breve ciò che punge, che ferisce, che uccide. Il rovo, l'ortica, la vipera. Per quale ragione, le rovine non vengono invase da primule e da caprifogli? Perché invece delle primule, lì non nidificano i leprotti? Dove l'uomo si ferma, la natura da subito mostra il suo volto più ostile – che sia un rudere, un pascolo o un campo, ciò che cresce e riprende lo spazio, è sempre qualcosa che ha in sé il principio della prepotenza. Negli anni seguenti, ho avuto conferma di questa intuizione. Se ti fermi o ti distrai, la natura avanza e conquista, divora ogni cosa. L'idillio che immaginavi finchè stavi seduto nella tua casa di città, si polverizza non appena comprendi che non la benevolenza, ma la cecità è il suo vero volto." Viene dal libro Per sempre, di Susanna Tamaro

La mia scena preferita di questo capitolo è Cas e Crowley in piscina <3  


ProfeziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora