Cap 34. Il risveglio

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"Il colpo è stato violento. Fortunatamente l'Airbag ha attutito il colpo e...scusatemi se sono cosi diretto, ma penso sia stato proprio quello a salvare Sam..." diceva il dottore.


"la cintura...." Mormorò il padre, sotto shock.


Sam e Dean non mettevano mai le cinture, se potevano evitarlo.


"Beh, che rimanga tra noi, ma credo che anche la mancanza della cintura sia stata la salvezza di Sam...nella maggior parte dei casi salvano la vita, ma...la cintura, sommata all'airbag, con quel tremendo contraccolpo, avrebbe peggiorato solo la cosa. Sam sarebbe quasi certamente finito soffocato dall'airbag...." Disse il dottore senza giri di parole.


"No...mi sta dicendo che Sam...."


"Non dico con certezza che Sam sarebbe morto...non mi permetto...non sono Dio né un veggente, ma chiaramente avrebbe complicato le cose." Disse il dottore.


"Come sta ora?" chiese Mary.


"Sam sta bene, per quanto chiunque subisca un trauma cranico seppur di lieve entità in un incidente stradale, possa stare bene, ma poteva andare peggio." Sorrise il dottore.


"E allora perché non riprende ancora conoscenza??" si intromise Dean che fino a quel momento non aveva ancora parlato.


"tu sei suo fratello, immagino." Disse il dottore.


"Si." Disse Dean guardandolo con aria di sfida.


"Si percepisce che devi tenere molto a tuo fratello. Sam è un ragazzo molto fortunato ad averti." Gli disse gentile.


A Dean pizzicarono gli occhi.


"Non devi temere. Tuo fratello non è in pericolo di vita, e non è in coma, anche se lo sembra. Semplicemente ha subito un incidente e in questi casi il cervello tende a rifiutare quello che gli è successo, e si rifugia nell'incoscienza. È del tutto naturale."


"E quanto durerà questo stato di incoscienza?" chiese burbero John.


"Due giorni...tre, quattro...a volte una settimana, ma ripeto, poteva andare anche peggio." Disse il dottore, andandosene.

Dean restò a fissare il vuoto sotto di lui, amareggiato.


"Andiamo, Dean...hai sentito il dottore. Sam starà bene." Disse Mary, abbracciandolo.


John grugni, non del tutto sollevato. Lui e Dean erano piuttosto simili.





Dean avrebbe voluto restare solo con Sam. Giorno e notte. E sussurrargli parole dolci, ma non poteva. A volte pensava che era frustrante il fatto che Sam fosse suo fratello. Era costretto a dividerlo con i loro genitori, e quando succedeva, come in questi casi, come era giusto che la madre e il padre stettero vicini al figlio che stava male, si rendeva conto di quanto il loro amore li avesse spinti sempre più in un rapporto assoluto, e di come questo fosse costretto a fare i conti con la vita.


"Dean,vai a casa con tua madre. Resto io qui con Sammy per la notte." Gli disse John.


"No. resto anch'io. Voglio restare." Disse Dean.


John scosse la testa ma non tentò di dissuaderlo. Mary andò a casa perché i dottori non ammettevano troppe persone nella stanza con Sam.


Il mattino dopo, Dean sembrava un cadavere seduto sulla sedia. Non aveva chiuso occhio. Mary non dovette fare molti sforzi per trascinarlo via dalla stanza e portarlo a casa per farlo riposare un po'.


Dean accettò passivamente, ma la notte dopo era ancora li, e la notte dopo ancora.


Per quanto riguardava Castiel, era andato a trovarlo nella sua stanza, che era poche porte distanti da quella di Sam.


La cosa strana, come dissero i medici, era che Castiel era messo peggio di Sam, quando lo trovarono...rischiò seriamente un trauma cranico violento, che l'avrebbe portato dritto al coma, ma misteriosamente, la sua ripresa fu rapida tanto quanto quasi miracolosa. Il suo corpo sembrava guarire velocemente.


Dean si chiese se dipendeva da quello che gli aveva detto Sam, sul fatto che Castiel/Jimmy fosse un angelo.


Dean aveva paura. Proprio sopra il letto di Castiel era appeso un quadro con raffigurati degli angeli.

Rabbrividi.


Non aveva detto a sua madre e suo padre di Castiel.


Per qualche minuto aveva considerato l'idea di dirlo a suo padre, ma poi aveva riflettuto.


Se Sam non aveva voluto dirlo a lui, era perché voleva esser certo della cosa. In fondo Jimmy era loro amico.


E Jimmy non si era forse dimostrato un amico a proteggere la loro relazione?


Dean pensava che almeno l'onore del dubbio doveva concederglielo, dopo quello che aveva fatto per loro.


Ciò non toglieva però che era colpa sua se adesso Sam si trovava all'ospedale.


Dean non aveva idea di quello che fosse potuto succedere. Aveva immaginato un litigio...era l'azione più logica.


Ricordò lo spavento di Sam nel telefonargli in lacrime, chiedendogli di partire, di scappare con lui.


Ricordò di aver anche pensato, vergognandosene ora un pochino, che era felice di quella fuga improvvisata, malgrado il forte spavento dovuto a quella rivelazione scioccante.


E poi ricordò lo schianto e dovette lottare per non piangere di nuovo.


Il suo cuore si fermò quando senti quel rumore tremendo.


Avrebbe quasi preferito che Sam staccasse il telefono, per non doverlo sentire.


Per non dover immaginarsi la sua morte.


E ora? Che cosa poteva fare? Non poteva far altro che aspettare il risveglio dei due per capire cos'era davvero successo.


E fu accontentato in quel momento.


Solo che non era quello il risveglio che avrebbe voluto.


Jimmy – Castiel apri gli occhi e lo stava fissando.


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