Cap 46. Fiducia tradita

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 Castiel e Anna avrebbero voluto partire subito alla ricerca di Charlie, ma Dean e Sam rifiutarono. Non avevano una pista nella quale cercare e quel giorno avevano anche un interrogatorio con uno degli assassini su cui stavano indagando.



"Guarda guarda chi si vede...quella dell'approccio soft"

"Edie, per favore, abbassa la voce!"

"Andiamo, Jo...non sto gridando, sto parlando con un tono di voce normale...e poi che male c'è a parlare del fatto che volevi gestire tutta da sola il contratto con la PG Electronics? Non svelo mica un segreto se dico che il tuo progetto per poco non costava allo studio un contratto da duecentomila sterline!"

"Edie per favore!"

"Non mi presenti alla tua amica, Jo? Il dispiacere è tutto mio, edie! Io sono Ash, il fidanzato di Jo, e quella cosa rettangolare dietro di te, è la porta!" intervenne Ash.

"E questo è un punto di passaggio, carina, e tu lo stai bloccando!" disse la barista, con un vassoio in mano.

"Mpf, non metterò mai più piede in questo locale, e tu levati dai piedi, idiota!!!" disse Edie, urtando un signore e facendogli cosi rovesciare addosso il caffè sulla camicia.

"C-chiedo scusa" disse il signore, barcollando.

"Mi dispiace Reginald, Edie non ce l'ha con te, ma con me..." disse Jo, andando da Reginald.

"Tranquilla, Jo. Sappiamo tutti com'è fatta..."

Reginald si sistemò meglio la statuetta che aveva dentro la tasca della giacca, prima di andarsene via con un cipiglio triste e nervoso. Un gesto che Jo non mancò di notare.


"Jo è una mia cara amica, lavoriamo in aziende diverse, quindi io non avevo modo di frequentare quella donna, per fortuna, ma la incontravo spesso in quel bar, dove andavo per mangiare un panino a pranzo. Una persona estremamente sgradevole." Disse l'uomo.

"L'avete uccisa perché vi ha fatto macchiare la camicia?" chiese Dean all'uomo, nella stazione di polizia.

"Può darsi, sinceramente non ricordo" rispose l'uomo.

"Non ricordate?" chiese perplesso Sam.

"Se l'ho uccisa, e ribadisco se, l'ho fatto per la lite dopo lo scontro."

"Quale scontro?" chiese Dean.

"Stavo per uscire fuori da un parcheggio e mi vedo arrivare la macchina di questa donna a tutta velocità. Mi sfascia il cofano e invece di chiedere scusa, comincia a urlare:

"è colpa tua, non sapresti distinguere una macchina da un sottomarino." C'era diversa gente li intorno e molti di loro si sono messi a ridere. È stato molto imbarazzante, sapete." Disse.

"Abbiamo capito il vostro punto di vista, ma insomma...l'avete uccisa voi o no?" chiese ancora Dean.

"Ripeto, non mi ricordo, ma spero proprio di si, che diamine!" disse l'uomo.








*

"Che ne pensi?" chiese Dean, uscendo dalla stazione di polizia, con Sam.

"Penso che è stato un bene fare la pace con Ash e Jo...altrimenti non avrebbero potuto dirci di quella statuetta che Jo ha notato dalla tasca di Brinskin."

"Pensi che abbia qualcosa a che fare con gli omicidi? Forse è la statuetta che li spinge a uccidere." Disse Dean.

"Se accettiamo di seguire da vicino quei corsi, dobbiamo fare in modo di non toccarla, Dean!"

"Senti, parlando d'altro...sei stato molto carino a scusarti con Jo e Ash per quella scenata di ieri." Sorrise Dean.

"Era il minimo che potessi fare...ancora me ne vergogno." Rispose Sam.

"E con Castiel e Anna come la mettiamo?" chiese Dean.

"Non ho la concentrazione adatta per pensare a questo ora, ma...trovo che Castiel peggiori quando sta con lei..."

"Su questo mi trovi d'accordo, ma è stata Charlie a rubare il nastro." Ribadi Dean.

"Non farmici pensare...ancora non riesco a crederci...Dean!!" gridò Sam, vedendo una sagoma scura nell'ombra. Era pomeriggio inoltrato e cominciava a far buio.

"Charlie? CHARLIE!" gridò Dean, inseguendola, subito imitato da Sam.



La inseguirono per i vicoli bui e stretti, mentre Charlie correva a tutta velocità, imbacuccata in un mantello blu.




Riuscirono ad atterrarla facilmente. Charlie non era mai stata una tipa molto veloce.

"E adesso ci dici perché ci hai tradito" gli disse Dean, ma Charlie gli diede una gomitata sullo stomaco che fece piegare in due Dean.

"Charlie, no, non ucciderlo, faremo tutto quello che vuoi!" disse Castiel, arrivato in quel momento assieme ad Anna, vedendo che aveva preso Sam di spalle e gli puntava una lama affilata alla gola.

Charlie sembrava frustrata.

"Se io volessi ucciderlo, potrei infilzarlo adesso e trapassargli la gola con questa lama!" disse Charlie, e tutti loro rabbrividirono.

"Charlie, pensa a quello che fai!" disse Dean.

"Ma io non sono un'assassina!" disse Charlie, mettendo qualcosa nella tasca di Sam e spingendolo in avanti.

"Se non sei un'assassina, perché hai rubato il nastro di Dean e Sam??"

Charlie rise.

"Castiel, Castiel...sei cosi tutto preso dall'amore per la tua sorellina, cosi impegnato a combattere contri i mostri cattivi da non vedere....che il mostro è lei!"

Castiel, Dean e Sam si girarono stupiti, verso Anna.

"Non vorrete farvi raggirare ora da questa bugiarda?" chiese.

Charlie ora piangeva. "Io vi ho sentiti, vi ho sentiti che parlavate di questo nastro" disse Charlie, riferendosi a Castiel e ad Anna "E poi ho visto Lei che lo teneva tra le mani e lo nascondeva nella sua cassaforte...l'ho ascoltato, era proprio quel nastro! L'ho preso, ma lei mi ha visto, le ho chiesto spiegazioni e ha cercato di uccidermi!" disse Charlie, piangendo, il braccio su cui teneva la lama, tremava.

"NO! IO NON LO FAREI MAI!" urlò Anna. Sembrava sincera.

Tutti si voltarono verso Anna.

"Mente! Mente per salvarsi! Non credetele!" urlò agli altri.

Tutti camminarono verso Anna. Lei indietreggiò.

"No, cosa volete fare? Fermi!"


Anna fece cadere un fumogeno e la visuale fu interrotta da una nebbia che cosparse la vista e la visuale di tutti.

Quando Dean, Sam e Castiel riuscirono a vedere di nuovo, Anna era sparita.

"Charlie...mi...mi dispiace davvero per questo" disse Castiel.

"Si, continua pure a scusarti...è la cosa che sai fare meglio, non è vero, Castiel?" gli disse Charlie.

Silenzio.

"Pensavo di essere vostra amica e invece...mi nascondevate un mucchio di cose...la vostra relazione, la discendenza di Caino e Abele...la caccia, gli angeli, Alistair...i demoni..."

"Perdonali, Charlie...è stata colpa mia..sono stato io a dire loro di non dirti niente...sono cose cosi delicate e non sapevo..."

"Non sapevi se di me ci si poteva fidare...beh, complimenti, Castiel, tu si che sei davvero speciale...si, sei proprio speciale...a fidarti delle persone sbagliate" disse Charlie, facendo per andarsene.

"Charlie, per favore, dicci che fine ha fatto il nastro. È importante" gli disse Castiel.

Charlie si voltò ancora e poi disse amaramente: "Scopritelo da soli" e poi se ne andò.





*

Una volta al motel, Sam tirò fuori il biglietto e il telefonino che Charlie gli aveva messo in tasca.

"Ascoltate pure il video che ho registrato sul cellulare, e poi ascoltate l'audio vocale che ho registrato. Li troverete molto interessanti. Tenete pure questo telefono. Io ne ho un altro ora, il numero è...... (----) "

Sam tirò fuori il cellulare di Sam e trovò un video.

C'era Anna intenta a tirare fuori un nastro dalla sua cassaforte. Non c'era alcun dubbio. Era il loro nastro, anche a giudicare dalle frasi:

"Io volevo solo proteggerti da me..."


"Io non lo capivo...e quando poi abbiamo dormito insieme, quella notte....quanto ho desiderato che mi baciassi, quando sono salito sul tuo letto..."

Sam scorse di nuovo il telefonino e trovò l'audio vocale.

"Non avresti dovuto vedere quel video, Charlie. Non avresti proprio dovuto ficcare il naso nella mia roba" le diceva Charlie.

"In modo cosi da non scoprire i tuoi sporchi segreti?" chiedeva una triste Charlie.

"Non mi aspetto che tu possa comprendere. Ora dammi quel nastro. Loro non lo verranno mai a sapere e questo resterà un piccolo segreto tra di noi"

"NO! Non sarò tua complice in questo tradimento!"

"Non costringermi a farti del male!" la avvisò Anna. "Se hai spiato le nostre conversazioni, saprai anche che sono un angelo. Non hai speranza di avere la meglio su di me"

Charlie le si avvicinò con un'aria minacciosa. "Non costringermi a..." le disse intimorita, ma Charlie le si buttò contro.

Lottarono, a colpi di frasi velenose.

"Quello che stanno facendo Sam e Dean è peccato e devono pagare."

"Preferisco mille volte andare all'inferno per un amore cosi, piuttosto che andare in paradiso con un angelo che vende i suoi amici!" disse Charlie.

Quella frase sconvolse Anna e permise a Charlie di farle sbattere la testa contro l'anta dell'armasio e riuscire cosi a scappare.

Sam continuò a cercare sul telefonino e trovò un video che a quanto pare diventava visibile soltanto se avevi prima ascoltato l'audio. Probabilmente Charlie aveva optato per quell'opzione per ragioni di sicurezza, se il telefono fosse finito nelle mani sbagliate.

Quella ragazza è un genio. Pensò Sam.


L'ultimo video mostrava Anna in una bettola desolata che faceva a pezzi il nastro a colpi di pedate, con rabbia.

Sam si voltò verso Dean e Castiel sconvolto.

"Beh, è un po' un peccato che un'iniziativa cosi romantica sia andata distrutta" commentò Sam, sdrammatizzando.

"Ti sembra il momento di scherzare???" chiese Castiel sconvolto.

Furono interrotti dal rumore del fax nella stanza di motel, che stava inviando loro una foto.

Dean andò a vedere, perplesso.

"Si, Cas...parliamo di cose serie...perché non ci spieghi un po' questa." Gli disse, mostrando loro la foto di Castiel e Crowley che si baciavano.



Sulla foto c'era una scritta in rosso:

Non fidatevi dei nemici, ma ancor di più degli amici!" Alistair.




Sam era sconvolto. Questo era decisamente troppo.

"Non c'era nessuno di cui ci fidavamo più di voi due!!!" gridò.

"Perdonatemi...io...non sono contro di voi...Crowley è...."

"Cosa? Cosa? Non voglio neanche pensare a cosa è per te!" disse Dean furioso.

"è un demone, lo so, ma...."

"E te lo porti a letto! E questa statura! Abbiamo sempre creduto che avessi la nostra età! Ci hai mentito!!" urlò Sam.

"Ho la vostra età, ma per i nephilim come me, è diverso...arrivi a un certo momento che i tuoi poteri ti danno libertà di azione, di poter crescere, invecchiare o ringiovanire velocemente, a seconda del tuo bisogno...ovviamente per poco tempo, in maniera limitata...." tentò di giustificarsi Castiel.

"E ti sei dimenticato di dircelo, scommetto! Come ti sei dimenticato di dirci, che ti porti a letto un demone!" disse Dean.

"Voi siete gli ultimi che potete farmi la morale!" disse Castiel seccato.

"Che cosa? Vuoi davvero fare il paragone con la nostra situazione? Ok, noi siamo incestuosi, ma siamo umani, Castiel, quello è un demone, noi siamo dei cacciatori, loro sono nostri nemici!" disse Dean.

"E tu dovresti proteggerci" disse Sam, ferito.

"Se vogliamo parlare di quello che i nostri ruoli significano...io dovrei essere il vostro giustiziere. Come angelo dovrei condannare il vostro amore, e invece l'ho protetto in ogni modo possibile! Non sono un angelo come gli altri, ok? E anche Crowley non è un demone come gli altri, lui non vuole fare del male, vuole...aiutare!"

Dean e Sam erano sbalorditi.

"Questo è quello che vuole farti credere?" chiese Dean basito. "Non puoi essere cosi ingenuo." Aggiunse.

"Sentite, mi dispiace...mi dispiace per tutto. Mi dispiace per quello che mia sorella vi ha fatto, mi dispiace per avervi tenuto nascosto il fatto di Crowley, ma vi prego...abbiate un po' di comprensione, voi potete farvi forza l'uno con l'altro...Anna non è niente per voi, io invece ho appena perso una sorella..."

Dean e Sam restarono in silenzio, un po' colpiti da quelle parole, ma non molto ammorbiditi e in procinto di perdonare.

"Mi...scoppia la testa..potremmo...riparlarne domani mattina?" chiese Castiel, tenendosi la testa.

"Non lo so, Cas...davvero, non lo so." Disse Dean triste.

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