Cap 65. Ti amo troppo

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Sam si risvegliò abbracciato a Dean nel letto.

Avevano fatto l'amore naturalmente e poi avevano dormito abbracciati, come sempre.

Ormai era come una droga, una volta cominciato, non riuscivano più a smettere. Era sempre più difficile addormentarsi nello stesso letto senza farlo.

Sarebbe stata quasi una violenza. Il desiderio richiamava a sé i loro corpi, il corpo dell'uno riconosceva il contatto e il calore dell'altro e non chiedeva niente di più che fondersi di nuovo, all'infinito.

Anche più di una volta.

E poi addormentarsi stanchi e stremati tra le braccia dell'altro.




Loro sapevano che non era solo sesso. L'avevano sempre saputo. C'era desiderio, passione, frizione, bramosia, lussuria, e lo riconoscevano, ma riconoscevano anche l'AMORE ed era infinitamente più potente.

Loro non erano mai stanchi, erano sempre affamati di baci e coccole e carezze, sempre bisognosi di toccarsi, di stringersi a sé.

Cosi tanto bisognosi di una tale possessività non potevano immaginare quanto lontane fossero le radici di una simile potenza.



Sam guardò la testa di suo fratello Dean addossata completamente al suo petto.

Le coperte coprivano i loro corpi nudi, e anche la faccia di Dean. Restava scoperto solo il naso, che era arrossato contro il suo petto, e gli occhi che erano chiusi.



Sam pensava che fosse meraviglioso. Mai avrebbe pensato fino a qualche tempo fa, di poter vedere suo fratello Dean, la sua faccia dopo aver fatto sesso – l'amore – e godere di tale bellezza.

Mai avrebbe pensato di potersi spingere cosi in là, per quanto riguardava la trasgressione, e arrivare a un tale livello di immorale, sbagliato, e allo stesso tempo di superare un tale livello di amore, ed esserne cosi soddisfatto, e sentendolo cosi....giusto.

Non avrebbe mai pensato di poter arrivare a donare cosi tanto – tutto – di sé stesso a qualcun altro – suo fratello – ed esserne cosi felice e pensare che fosse cosi giusto....



Non era più il ragazzo puro e ingenuo di qualche mese prima, se puro lo era stato mai, considerati i suoi sogni... ma adesso si sentiva cambiato proprio a livello molecolare. Era arrivato a un punto in cui non poteva più tornare indietro. Era arrivato a un punto in cui avrebbe scelto Dean contro la prospettiva di avere una vita normale, una famiglia, contro gli angeli, contro il fottuto universo.

Anche la prospettiva di andare all'inferno non riusciva a fermarlo dal voler scegliere lui, ancora una volta.




Lo guardò ancora e si ricordò il sogno che aveva fatto durante la notte e provò una gran tristezza. Nel sogno la sagoma nera era tornata e lui era la sagoma nera stavolta. Si avvicinava a Dean e lo pugnalava e lui moriva tra le sue braccia.

Sam pianse, ricordando il sogno, mentre avvicinava la testa a quella di Dean e gli dava un bacio sul suo collo.

Poi l'appoggiò alla sua, cercando di trovare conforto in quel contatto, ma quel contatto gli diede una folata di amore cosi intenso da rendere il tutto ancor più doloroso.



"Ti amo, Dean, oh ti amo cosi tanto che fa male, e io non voglio farti del male." Gli sussurrò, mentre Dean dormiva ancora profondamente, e Sam in un flash assurdo di egocentrismo pensò che avrebbe voluto essere lui la ragione di quel sorriso. Forse Dean stava sognando lui. Sperò che fosse cosi, poi si alzò dal letto.













Scese nella hall del motel e si sedette cercando di arginare le lacrime che avevano preso a invadergli il viso. Lui non voleva fare del male a Dean, ma se quello che diceva Nostradamus nel libro era vero, non avevano scelta. Tutti i discendenti di Caino e Abele si facevano del male l'un l'altro. Non potevano combattere la profezia. Prima o poi avrebbe fatto del male a Dean, o lui a Sam, e sarebbe stata una tragedia per il loro amore.



"Tutta questa tristezza non ha motivo di esistere, Sam, non se abbracci l'ideale del mio corso." Disse Alistair dietro di lui.

Sam si spaventò. "Alistair! Da dove diavolo sei sbucato?? Come hai fatto a trovarci???" lo aggredi, solo perché aveva una paura fottuta. E non c'era Dean li con lui.

"Non voglio farti del male, Sam. Ne stai già facendo tanto a te stesso." Sorrise Alistair.

Sam lo guardò con tono di sfida. "Tu non sai niente."

"Io so molto più di quello che voi pensiate e so anche che avete qualcosa di mio che non vi appartiene."

"non è tuo!" ruggi Sam, cercando di andar via.

"Ma neanche vostro, e comunque io posso aiutarti, Sam. Se abbracci l'ideale del mio corso, con la disempatia non dovrai aver più paura di uccidere tuo fratello ogni volta che lo abbracci, e vivrete felici e contenti." Disse Alistair sorridendo.

Suo malgrado, Sam deglutì.



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