Cap 93. Dean parla dei suoi sentimenti per Sam

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  Charlie e Dean stavano guardando Sam che si allenava ancora con il tiro a segno.


"Ne sei molto innamorato, vero?" gli chiese Charlie, vedendo come Dean guardava Sam: con gli occhi dell'amore.

"Sì." Rispose sinceramente Dean. "Prima che decidessi di andare a trovarlo, a Palo Alto, non sapevo che cosa significasse avere un fratello, Charlie. Io e Sam, come sai, non siamo cresciuti insieme. Sono cresciuto pensando che avere un fratello minore significasse prendersi per i capelli da mattina a sera, litigare per il tubetto di dentifricio e i vestiti rubati all'altro, per le ragazze e l'istinto di competizione tra loro e anche per via della gelosia per accaparrarsi l'affetto dei genitori. Nonostante questo, ho sempre sentito la sua mancanza."

"Vuoi dire di un fratello." Disse Charlie.

"No, no, Charlie. Di lui. Siamo stati separati quando io avevo solo quattro anni e Sam sei mesi. Non mi ricordavo di lui, ma sapevo di avere un fratello, perché me l'aveva raccontato papà...e per tutto quel tempo, non avevo fatto che pensare a lui. Sentivo proprio che dovevo ritrovarlo e che quello che era successo, anche se non sapevo cosa, era una tragedia. Ero un ragazzo molto infelice e non potevo fare a meno di pensare che se avessi avuto Sam al mio fianco assieme a mia madre, se la nostra famiglia non si fosse spezzata, io sarei stato felice. L'idea fissa che avevo nel cervello era che se fossi riuscito a trovare Sam e riprendermelo, sarei potuto essere felice. Quella felicità che in tutti quegli anni mi era mancata, e non era avere un fratello, perché scoprii che mio padre aveva avuto anche un altro figlio da un'altra donna. Sì, Charlie, io e Sam abbiamo un fratellastro più piccolo, anche Sam lo sa, gliel'ho detto, però né lui, né io, l'abbiamo mai cercato. Anche quando seppi per la prima volta di Adam, restai scioccato sì, ma non mi feci distrarre da quello che ormai mi ero prefissato di fare. Andare da Sam. lo stesso giorno che partì, fu anche quello che scoprii di Adam, ma non cambiai né la mia destinazione né i miei piani."

"Volevi Sam...." sussurrò Charlie.

"Sì. Lo volevo ancora prima di conoscerlo e non come amante, ovviamente. Non avrei mai creduto che sarebbe successo quello. Semplicemente sentivo di non essere una persona intera senza mio fratello. Lo sentivo in maniera irrazionale, ma non stavo a chiedermi perché. Semplicemente volevo che quella sensazione finisse."

"E com'è andata quando l'hai trovato?"

"Beh..." sospirò sorridendo Dean. "Innanzitutto, l'incontro con mia madre, Mary, non è stato dei migliori. Trovavo che fosse fredda e troppo algida, ma Sam invece...lui era meraviglioso. Così tenero, timido e adorabile. Fin dal momento in cui lo vidi desiderai proteggerlo per sempre. Fin dal primo momento che vidi i suoi occhi, capii che anche lui non si sentiva felice. Mi sentivo quasi in colpa. Chissà come deve essersi sentito solo per tutto questo tempo. Mi sentivo una carogna."

"Ma Dean...non è stata colpa tua."

"Non lo so, Charlie. Io trovo che quando non ci siamo per chi ha bisogno di noi, siamo sempre colpevoli e anche se razionalmente potevo giustificarmi dicendo che era stata Mary a separarmi da mio fratello, io ho subito per tanti anni questo destino senza mai ribellarmi e solo dopo tanto tempo l'ho fatto. Sam era rimasto da solo per tanto tempo perché egoisticamente io speravo che sarebbe tornato lui da me alla fine, ma ero io il fratello maggiore. Non dovevo aspettare che fosse lui."

"Va bene, va bene. Non parliamo di cose tristi. Parlami di quando hai scoperto di provare qualcosa per lui."

Dean rise. "Non sai già tutto per via dell'intervista che hai rubato?"

"Sciocco. Io voglio sentirlo da te e non in chiave comica. Aprimi il tuo cuore."

"Va bene, va bene. Innanzitutto devi sapere che da subito tra noi si è creato un rapporto scherzoso e complice. Io desideravo molto riempire tutte le carenze che c'erano state, tutti i vuoti che ho lasciato perchè non ero stato al suo fianco e volevo che anche Sam riempisse i miei. Come ti dissi, non avevo idea di come dovesse comportarsi un fratello maggiore perché io non avevo mai avuto un fratello, però seguendo l'istinto, credevo che fare il fratello maggiore significasse dare consigli al proprio fratellino, andare a prenderlo all'uscita da scuola e accompagnarlo. Guardare la televisione insieme, andare in giro con i suoi amici e giocare e ridere insieme. Non volevo essere un fratello troppo vecchio e dargli l'impressione di non essere in grado di divertirmi."

"E com'è andata?"

"Male, cioè voglio dire, che ho sbagliato i miei piani. I risultati non hanno dato gli esiti che mi aspettavo. Quando io lo accompagnavo a scuola e lo venivo a riprendere, c'era poco spazio personale tra di noi. Abbracci, baci sulla guancia e frasi un po' troppo melense. Quando guardavamo la televisione insieme, le nostre gambe si toccavano e nessuno dei due si spostava. Quando cominciai a uscire insieme a Sam e ai suoi amici, cominciarono le prime gelosie se uno di noi due stava vicino ad una ragazza, o come nel caso di Sam, se stava vicino a Jessica...e quando giocavamo, il gioco si faceva pericoloso. Ricordo ancora quando giocammo a rincorrerci e finimmo nel cortile di casa, con Sam sopra di me che minacciava di succhiarmi il sangue come un vampiro e io che lo sfidavo a farlo. Lo fece davvero. Mi lasciò un succhiotto sul collo."

"E tu cosa hai fatto??" chiese Charlie sorpresa.

"L'ho rincorso per tutta la casa. Sam era terrorizzato, poverino." Disse Dean ridendo "Ma alla fine non è successo nulla. Gli ho solo detto Se mi resta il segno, ti uccido, Sammy. Gliel'ho sussurrato all'orecchio con voce languida." Rise Dean.

Charlie rise.

Dean scosse la testa al ricordo.

"La cosa mi sfuggì di mano subito, Charlie, o meglio, ci sfuggì di mano subito. Ricordo ancora come fosse ieri, quando sono uscito dalla doccia con solo l'accappatoio indosso e l'ho abbracciato e Sammy tutto imbarazzato si scostò sorridendo e dicendomi: Dude, non quando sei mezzo nudo. Non dissi niente, ti giuro. Mi sentivo già troppo colpevole e non avrei dovuto. Due fratelli non dovrebbero essere imbarazzati se si abbracciano, neanche se uno dei due è in accappatoio e per giunta io non avrei dovuto restare in silenzio, come se fossi già colpevole. Ci stavamo rendendo conto piano piano di quello che stava succedendo, ma ci sono state due cose che hanno dato conferma che ormai ci eravamo troppo dentro: un giorno Sammy mi ha beccato alla roadhouse che stavo baciando una ragazza. Mi fece una scenata dicendo che non voleva assistere a certi spettacoli, perché ero suo fratello, poi c'è stata la notte in cui Sam sentì che volevo andarmene e si mise a piangere. Ore dopo venne nella mia camera da letto con gli occhi gonfi, chiedendo di poter restare lì con me. Era così dolce e adorabile, Charlie. Ti giuro che siamo stati a tanto così dal bacio!"

"Cosa vi ha fermato?"

"La tenerezza di Sammy. Certo lui non era innocente, no, questo no. Sapeva bene quello che faceva quando si è infilato nel mio letto, ma io gli volevo già troppo bene per farlo. Mi sarei sentito come se approfittassi di lui. Avevamo un rapporto meraviglioso, non volevo rischiare che mi odiasse. Non feci nulla, lo coccolai e lo lasciai dormire lì nel mio letto con me, ma non ci fu nulla. E fu meraviglioso. Solo il giorno del compleanno di Sam, ci baciammo. È stato tutto magico. Io e Sam stavamo per raggiungere i nostri amici con la moto, ma sentire Sam abbracciato a me, mi fece distrarre e rischiammo quasi di fare incidente, quindi ci fermammo e io continuavo a chiedergli scusa. Temevo che non mi perdonasse, ma lui continuava a dirmi che era tutto a posto e io continuavo ad accarezzargli la faccia in quel modo e anche il labbro. Alla fine persi la testa e lo baciai. Proprio in quel momento scoppiarono i fuochi d'artificio che io avevo preparato per Sammy. Erano la mia sorpresa per lui. Dei fuochi d'artificio con su scritto buon compleanno. I nostri amici non avevano più avuto la pazienza di aspettare e li avevano fatti scoppiare e coincidenza voleva che lo fecero proprio durante il nostro primo bacio."

"Che successe poi?"

"Beh, cercai di fare finta di niente, ovvio, però mi sentivo terribilmente in colpa. Non volevo che Sam soffrisse. Passammo una brutta notte, entrambi. La mattina dopo Sam non andò a scuola. Venne invece nella mia stanza e con un po' di timore, perchè temeva lo respingessi, mi baciò di nuovo...e fu allora, sì, fu solo quando ebbi la conferma che Sammy non voleva che tutto quello finisse, che capii che io volevo la stessa cosa. I suoi desideri erano i miei, per quanto fossero sbagliati io e lui volevamo la stessa cosa e mi sono detto che in fondo è una cosa che basta a tutte le coppie per stare insieme, basta che si voglia la stessa cosa, quindi perché noi due avremmo dovuto fare eccezione? Non facemmo eccezione infatti. "

"Quindi non c'è stata neanche una crisi? Un ripensamento?"

"Beh, sì, ma non nel modo in cui tu pensi. Ovviamente avevamo paura, ne parlavamo, ma ogni volta che qualcuno aveva paura che l'altro volesse tirarsi indietro, ne parlava a cuore aperto e l'altro semplicemente non lo lasciava andare, lo rassicurava. Devo dire però che ci piaceva di più dimostrare con i fatti, piuttosto che con le parole. Con i baci e le carezze..e poi venne tutto il resto." Rise Dean.

Charlie arrossì.

"Ti prego, non farmi parlare del sesso. Sappi solo che è stratosferico, ma i dettagli..."

"No, no, tranquillo, non voglio sapere i dettagli." Rise Charlie.

"Amo il contatto fisico con lui. Mi sembra di impazzire solo quando lo tocco o quando mi accarezza e la cosa peggiore è che ho sempre preso in giro queste frasi da ragazzine, ma mi sono reso conto che è così che mi sento, di solito un essere umano si sente soffocato dopo un po' che si sta sempre così appiccicati. Arriva a non sopportare più quella persona, ma noi no. Più stiamo insieme, più desideriamo farlo. Non c'è nessuna insofferenza. Certo non stiamo sempre appiccicati come calamite, ma non abbiamo neanche poi così tanto bisogno di spazio personale, anzi, quando Sammy mi si avvicina, io mi sento così bene. Il cuore fa bum bum bum, mi tremano le ginocchia. Mi sembra di sentire la sua anima che abbraccia la mia. Dico sul serio. Prima avevo paura del fatto che mi sentivo così, ora invece so che è perché siamo anime gemelle e ne abbiamo anche la conferma. Milioni di esseri umani cercano la conferma di aver incontrato la propria anima gemella, per tutta la vita e noi invece ce l'abbiamo questa conferma."

"E non avete mai paura che..insomma..che vi scoprono?"

"Sì, ma non andremo in carcere, Charlie, stà tranquilla. Né io ne Sam e sai perché? Perché siamo così felici quando stiamo insieme che generiamo una gran gamma di pensieri positivi e alle coppie così non può accadere niente di grave. Il destino ci vuole insieme e quindi non può succedere che ci renda infelici. Non dopo averci praticamente detto che il nostro amore è giusto."

"È molto bello quello che tu dici."

"Ora capisci, Charlie? Capisci perché ho rifiutato di andare ad Oz? Ti ho raccontato per questo quello che provo, per farti capire. Ora sai che sentimenti provo per Sam, sai quanto sono grandi e non pensi che meriti di meglio Sam, che essere trascinato in un nuovo mondo dalla persona che ama, per riuscire ad amarlo liberamente? Non voglio essere quel tipo di persona, per Sam. Sam non merita di stare con una persona che riuscirebbe ad amarlo solo scaraventandolo in un altro mondo. Merita più di questo. Merita che io lotti affinchè stiamo insieme, non importa quanto possa fare male."

Dean fece appena in tempo a finire la frase che sentì delle calde e morbide braccia avvolgergli il collo.
Sam.

Dean sussultò. "Ripeti tutto quello che hai detto." Disse Sam.

"S-Sam. Da quanto tempo sei lì?"

"Abbastanza per aver sentito la maggior parte di tutto il discorso fluffuoso." Disse Sam, dandogli un bacio sul collo. Charlie tratteneva le risate. Aveva visto benissimo Sam avvicinarsi ma aveva fatto finta di niente, per lasciare che ascoltasse.

"Dimmi ancora quanto mi ami." Diceva Sam.

"S-Sam, andiamo. Non è il momento." Disse Dean imbarazzato.

"Uffa, però a Charlie l'hai detto!" diceva Sam, abbarbicandosi a Dean.

"Sam, lasciami andare."

"Non era quello che hai detto qualche minuto fa." gli soffiò Sam all'orecchio e Dean avvampò.

"C-Charlie, dove stai andando? Charlie!!" disse Dean, mentre Charlie andava via ridendo per lasciare ai due piccioncini maggiore intimità.

"Tu sei mio. Sei mio per sempre." Gli diceva Sam felice come non mai.

Dean lo guardò e sorrise. "Sì, Sam. Sì."

E poi i due piccioncini non poterono fare a meno di suggellare quella promessa in un bacio appassionato.

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