Cap 47. La dannazione eterna

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  "Sam, puoi ancora ripensarci...tornare al motel, e io mi occuperò di..." disse Dean, mentre si incamminavano al corso di Alistair.


"No, Dean, non ti lascerò solo. Andiamo. Vengo con te." Gli disse Sam prendendolo per mano nel corridoio.





Si sedettero al loro posto e nella grande sala, Alistair parlò.

"Signore e signori, per molti di voi questa è la prima lezione, e sarebbe ovvio dare a voi il benvenuto.

Ma non lo farò.

Il benvenuto è una forma di riguardo verso il prossimo ed è esattamente quello che qui imparerete a disimparare.

Voi siete qui per fare del bene a voi stessi. Siete qui per sfuggire al giogo di una società ipocrita. Un società che ci impone di rispettare le code agli sportelli...di non suonare il clacson nei centri abitati...

Ma è la stessa società che ci spinge a comprare sempre più automobili e sempre più grandi, e a dissolvere la fascia nell'ozono, ma va tutto bene, basta non disturbare suonando il clacson...."

E cosi dicendo mostrò sul televisore davanti a lui, una strada piena di automobili.

" la stessa società che sforna computer che sono già obsoleti nel momento in cui paghiamo l'ultima rata del loro acquisto"

Sam si volse verso Dean e sussurrò sottovoce: "Fin qui non possiamo dargli tutti i torti"

"Non farti incantare" rispose Dean.



"La stessa società che ci impone di raccogliere gli escrementi dei cani perché sporcano...."

Mostrò l'immagine di una donna che raccoglieva un escremento con un pezzo di carta.

"Mentre gli scarichi di migliaia di fabbriche inquinano a norma di legge l'aria che respiriamo."

Cosi dicendo fece vedere l'immagine del fumo che veniva fuori dalle fabbriche.



"So cosa state pensando. È giusto tutto questo? Vero, ragazza, stavi pensando a questo??" chiese Alistair riferendosi a una ragazza della prima fila.

"S-si."
"E magari stavi anche pensando che bisognerebbe ribellarsi a questo vergognoso stato di cose, giusto?"

"S-si...si."
"NO. SBAGLIATO!" urlò Alistair. "Non siete qui per raddrizzare il mondo, signori. SIETE QUI PER ACCETTARLO!"

Alistair accese di nuovo il televisore.

"Cancellate l'illusione della civiltà. Facciamo parte del regno animale. La legge della giungla vale anche per noi. Il leone non prova empatia per la gazzella. Se la provasse, morirebbe di fame. La natura ha programmato il leone e tutti gli altri animali, noi compresi, per sopravvivere."

Cosi dicendo mostrò l'immagine del leone che attaccava la gazzella.

"Gli animali ovviamente accettano di buon grado tutto ciò. Solo l'essere umano è cosi stupido da aver coltivato una forma di autolesionismo che è chiamata altruismo e che è profondamente deleteria.... Ora però entriamo nel vivo del nostro discorso. Ho notato che voi due vi siete scambiati di posto prima che iniziaste la lezione..come mai?" chiese Alistair riferendosi a un signore e a una signora.

"Beh, il fatto è che il sedile della signora era rotto, e quindi le ho chiesto se voleva scambiarlo con il mio..." disse l'uomo.

"In poche parole le hai usato una cortesia. Proprio quello che devi imparare a non fare, palla da biliardo." Disse Alistair.

"C-che cosa? Ma come vi permettete? Io sono..."

"Zitto! Non mi interessa che cosa sei, perché so chi sei. Una stupida palla da biliardo!"

Alistair si rivolse a un altro tipo. "Sentiamo un parere disinteressato. Dimmi, ragazzo, è o non è quel signore, una stupida palla da biliardo? In che altro modo potremmo chiamarlo?"

"Oh beh...io direi che quel signore è calvo..."

"Giusta osservazione ma un po' troppo educata...non potreste dirlo senza eufemismi? Non assomiglia forse a una..."

"Palla da biliardo! È vero!" disse allegro il ragazzo.

"Cosa??? Ma senti chi parla, quattr'occhi!"

"Ehi, è mio nipote quello!" si intromise la donna a cui il signore pelato aveva usato la cortesia del sedile.

"Ah si? Allora mi spiace per te, cicciona!!!"

"Calma, signori, calma! Sia chiaro, non era niente di personale, solo un piccolo esperimento per dimostrarvi che disempatizzare con il vostro prossimo non è poi cosi difficile....e ben presto scoprirete di potervi spingere ancora oltre" intervenne Alistair.







Fuori dal corso di Alistair – sulla strada.

"è stato orribile, Dean!" disse Sam triste.

"Alistair è un mostro, Sam...e ne abbiamo avuto la prova oggi! Non che avessimo bisogno di prove, ovviamente, ma..."

"Lo so, lo so, ma...quello che ha detto è....vero..."

"Sam, i demoni sono cosi, vogliono incantarti con le loro stronzate. È per questo che si chiamano demoni. È vero, non è un mondo bellissimo quello in cui viviamo, ma vuoi sapere una cosa? Sono i tipi come Alistair che contribuiscono a rendere il mondo un posto peggiore!"






Tornando al motel, Dean e Sam trovarono Castiel nella stanza. Li stava aspettando e aveva sul viso un'espressione funerea.

"Cas, ti avevo detto che avevamo bisogno di un po' di tempo..." sospirò Dean.

"Beh, anch'io avrei voluto averlo...ma non mi è stato concesso" sospirò Castiel, triste.

"Che cosa stai dicendo? Da chi???" chiese Sam.

"Gli angeli!" sospirò Castiel, tremando.

"Come hai detto? Ti hanno contattato? Come???" chiese Dean.

"Loro..loro lo fanno a volte, ma io non li ascolto mai...questa volta però è stato diverso...mi hanno parlato di....voi..." disse Castiel.

Dean e Sam strabuzzarono gli occhi.

"Sanno cosa...cosa siete l'uno per l'altro, e mi hanno detto di riferirvi che....vi aspetta la dannazione eterna" disse Castiel mortificato.

"No..." disse Sam.

"Vuoi...vuoi dire...l'inferno??" chiese Dean.

"Si...io ho gridato, me la sono presa con loro, li ho supplicati..ma..."

"Non è servito a nulla" fini Dean.

"Insisterò di nuovo, non è giusto che voi veniate puniti perché vi amate, non è giusto neanche un po'!" protestò Castiel.

"E tu e Crowley? Ti hanno detto qualcosa per...lui??" chiese Sam.

"No..probabilmente non lo sanno...o forse pensano che l'incesto sia più grave..io non lo so, Sam...ma non dovete preoccuparvi...sistemerò tutto...volevo...volevo solo avvisarvi. Ecco" disse Castiel.

Sam era parecchio nervoso...Dean lo notò e disse: "Cas...grazie, ma davvero adesso dovresti andare. Ti chiamiamo noi."

Castiel gettò un'occhiata a Sam.

"Non puoi aspettarti che vi lasci da soli in questo momento."

"Vuoi fare una benedetta volta quello che ti si dice???" attaccò Sam.

Castiel era scioccato da quella reazione.

"Cas, ti prego. Lasciaci parlare da soli, adesso. Ti chiameremo noi." Ripetè Dean calmo.

Cas annui. "Non metteteci troppo." Disse, e poi se ne andò.





Quando Castiel se ne fu andato, Dean gracchiò. "Diosanto, è pazzesco. Sammy mi dispiace cosi tanto per questo."

"E fai bene" rispose Sam duro.

"Come?" chiese sbalordito Dean.

"Cos'è, sei sordo? Fai bene a dispiacerti, perché è una cosa davvero grave!"

"Sam, io..io non so che cosa dire...ti prego, non avercela con me...questa cosa l'abbiamo voluta in due" pregò Dean.

"Cosa? Cosa? Dagli un nome, Dean!"

"D'accordo. AMORE."

Sam rise. "O forse un errore."

"Non dire queste cose, ti prego...mi stai facendo del male"

Sam rise di nuovo. "E sarà niente in confronto a quello che ci capiterà quando saremo laggiù! Io ti amo, Dean, ma...l'inferno?? L'inferno è....l'inferno..."

"Lo so benissimo e voglio che mi ascolti..."

"No!! Io voglio invece che tu stia lontano da me!"

"Sammy, ti prego!!!" disse Dean, cercando di prendergli le mani.

"NO! IO NON TI VOGLIO!" urlò Sam.

Dean lo guardò sconvolto, ferito e con le lacrime agli occhi.

Non era l'unico. Sam sbarrò gli occhi, velato dalle lacrime, e scuotendo la testa.

"Che cosa sto dicendo? Che cosa ti sto facendo? Perdonami Dean, non so perché sto dicendo queste cose...non so cosa..."

"è l'influsso di Alistair...del suo maledetto corso...ora voglio che tu mi ascolti, Sammy"

"No! Devi andartene, Dean,ora! non possiamo più stare insieme." ripetè, indietreggiando.

Dean gli prese le mani. "Sistemeremo tutto, starai di nuovo bene, staremo bene, entrambi!"

"No...come puoi esserne sicuro?"

"Non respingermi, ti prego...ti prometto...ti prometto che tornerò ad essere solo un fratello per te, solo un fratello..." disse, tenendogli le mani

"Dean..".

"E non ti toccherò più" dicendo cosi, gli cinse il petto.

"E non ti bacerò più...non farò più l'amore con te..." disse, sprofondando il viso sul suo collo, mentre Sam gemeva, reclinando la testa.

Ora Dean strusciava le labbra sulla sua guancia. Sam non potè più resistere. Gli prese il viso e lo attirò sulle sue labbra.

Le labbra di Dean erano comunque già pronte. Aspettavano solo il segnale per ricongiungersi a tuffarsi sulle sue labbra, di nuovo.


Si baciarono disperatamente, affannosamente, romanticamente, passionalmente.

Frustranti, disperati, innamorati. Pazzi l'uno dell'altro.


Le loro mani che si afferravano le rispettive facce, uniti da baci disperati.

Caddero entrambi sul letto, con Dean sopra Sam. Dean gli strinse forte le spalle, e Sam si sentiva sollevato di ciò, perché se solo Dean avesse allentato un po' la presa, gli sarebbe sembrato di annegare.

Voleva solo che lo stringesse più forte e che non lo lasciasse andare.

Spogliarsi fu un'impresa perché entrambi erano cosi avvinti e stretti tra di loro, come aggrappati ad un'ancora di salvezza, che solo separarsi quel poco per consentirsi di spogliarsi, sembrava doloroso.

Quando infine si spogliarono, fecero subito l'amore.

Niente preliminari, nessuna preparazione. Non ce n'era bisogno e non c'era pazienza, voglia, né tempo....solo il bisogno primario, quasi primitivo di appartenersi, di fondersi fino a diventare un unico essere.

Fecero l'amore con Dean tra le gambe di Sam, abbracciati stretti.

Quando finirono, Dean non usci subito da Sam. Non aveva questa fretta di far sparire quella sensazione e d'altro canto , Sam lo abbracciava cosi stretto, che non gli avrebbe permesso di farlo.

Restarono li, cosi, ancora l'uno dentro l'altro, avvolti ancora in quell'abbraccio disperato e possessivo, fino a quando le forze glielo consentirono, poi Dean usci da Sam, ma rimase comunque ancora appoggiato a lui.





















  Note dell'autrice:
 
alcune frasi riguardanti il corso sono ispirate dal fumetto di Dylan dog: "La legge della giungla .

Vi è venuto un coccole eh? xd 

il prossimo capitolo , anzi i prossimi, saranno una vera SORPRESA :d  


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