CAPITOLO 5

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Occhi verdi

Pov's Norah

Sono le dieci di sera, ho parlato per l'ennesima volta con i miei genitori, possibile che sapessero già tutto?
Sono letteralmente stanca psicologicamente, non ho nessuno con cui dialogare e tutto questo grazie alla mia famiglia.
Di stare nel letto per riposarmi e rilassarmi mentalmente, ovviamente, non ne ho voglia così decido di uscire per fare due passi, più che altro per schiarirmi le idee.
Sicuramente il sabato sera a Milano è molto movimentato almeno tanto quanto Londra, quindi meglio lasciare la mia dolce casa per uscire e svagarmi un po'.
Sono libera dallo studio e non ho nessuno con cui uscire, ho un telefono e nella rubrica ci sono unicamente i numeri dei miei genitori e mio fratello, tutto sommato non è così male no?
Indosso velocemente un jeans e un maglioncino celeste, il mio colore preferito tra l'altro, capelli sciolti che credo dovrei proprio tagliare dato che sono fin troppo lunghi e scendo.
Cammino per le strade di questa bellissima città senza pensare al punto di arrivo, ma sicuramente so già quali siano i posti più ricercarti dai ragazzi e quindi preferisco farmi strada per arrivarci, sicuramente in questo momento mia madre, se fosse qui, mi avrebbe guardata con tanto sconcerto ma è meglio non pensarci.
Entro in un locale decisamente affollato, sarà qualche pub e mi meraviglio di tanta gente così ammassata fra loro, musica molto alta e ragazzi che urlano per dialogare, rido per tanta assurdità.
Una ragazza a dir poco bella mi si butta contro rovesciandomi addosso tutto ciò che aveva nel bicchiere, iniziamo molto bene.

"Scusaaaaamiii"

Urla in modo poco carino con una voce al quanto irritabile, di certo tutto sembra che dispiaciuta.

"Tranquilla, non è successo niente."

Dico con la massima gentilezza cercando di pulirmi ma con scarso risultato.

"Ma non sei un po' troppo coperta?"

Continua la gallina che ovviamente non indossa altro che dei pantaloncini e top super aderente, ma non sente freddo?
Io mi sento i piedi super congelati.

"Tu non sei un po' troppo scoperta invece?"

La mia gentilezza se ne sta andando quasi a farsi benedire.
Un boato di ragazzi che incitano la ragazza dai capelli biondi si fa sempre più alto e insistente.
Che sta succedendo?
Per tutta risposta prende un bicchiere dalle mani della sua amica, almeno credo, e me lo getta in pieno volto.
Da un boato alle risate sconcertati dei presenti è un attimo e non capsico tale avversità su di me che non li conosco nemmeno.

"Perché lo hai fatto?"

Quasi urlo, anche la musica si è fermata e un enorme cerchio di ragazzi super gasati per ciò che sta succedendo, si è creato attorno a noi due.

"Perché mi andava di farlo straniera."

Perché non riesco ad essere arrabbiata?

"Capisco, dai tranquilla non è successo niente."

Sicuramente sarà talmente ubriaca da non ricordarsi niente domani mattina.
Sto per andarmene facendomi strada fra la folla, non amo stare al centro dell'attenzione, e ringrazio mia madre mentalmente per avermi proibito posti del genere.
Ovviamente non fanno per me.

"Avete capito ragazzi?
Abbiamo una santarellina."

Urla alla mie spalle.
Solo perché sono educata non significa che sia una stupida, ma ovviamente ignorare in questo caso è la miglior risposta.
Mi fermo sul posto quando questa ragazza mi tira i capelli da dietro, provocandomi un male da fare invidia anche al diavolo.

"Ma cosa stai facendo?
Lasciami immediatamente, non ti permettere."

Cerco di liberarmi dalla sua presa poco gentile ma con scarsi risultati poiché mi trascina fino al centro pista.
Mi sento dentro quei film adolescenziali e sicuramente mi avrà strappato un bel po' di capelli, volevo tagliarli si, ma non restarne senza.
Ironizzo con il mio cervello per non piangere.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora