Capitolo 44

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Pov's Norah

La nostra resa dei conti.
La nostra resa dei conti.
Quando usa il noi, il nodo stretto in pancia si stringe ancora di più.
Infondo so che a lui gli importa eccome della mia vita.
Non saremo sino a questo punto, con di mezzo una proposta discutibile.
È sceso come una furia dalla macchina, ho capito che non vuole che gli risponda.
Bene, mi terrò chiusa nel mio silenzio.
Lui ha solo iniziato a giocare con la mia mente.
Si sta impossessando già dei miei pensieri.
Scendo e cerco di seguirlo,lo sento parlare bruscamente al cellulare.
È nervoso e scontroso con chiunque, cerco di stargli dietro senza invaderlo.

"Saliamo dalle scale,vieni."

Non si volta, detta ordini e basta.
Si guarda attorno, e raggiunge le scale illuminate con una luce soffusa.

"Siamo sicuri che sia questo il posto giusto?"

Mi aspettavo qualcosa di diverso.
Sembra un locale a luci rosse.
Il silenzio tombale mi mette paura.
Ogni tanto si sente il trillo dell'arrivo dell'ascensore.

"Si Norah,continua a salire.
Noi siamo al tredicesimo piano.
Sali e non fare storie.
Potrebbero sentirci.
Se ci beccano,siamo fottuti non appena capiranno chi sei."

Mi sta mettendo davvero parecchia ansia.
Continua a salire spedito, le rampe di scale.
Io sono già stanca, non sono così atletica come lui.
Sono più un tipo a cui piace mangiare per poi piangersi addosso.

"Burak,mi stai mettendo davvero troppo ansia.
Puoi smetterla,per piacere."

Continuiamo a salire sino a quando delle voci non ci bloccano.

"Noah, stasera facciamo ottimi affari."

Burak istintivamente mi afferra la mano.
Fa marcia indietro e scende sino a raggiunge un piano dove l'ascensore è posto di fronte le cinque stanze.
Pigia violentemente il pulsante, mi guardo attorno e non capisco che razza gli prende.
Le voci che poco prima sentivamo, si avvicinano sempre di più,Burak continua a pigiare forte il pulsante come se accelerasse il meccanismo dell'ascensore.

"Per scomodarci tutti quanti è davvero importante per lui.
So pure che suo figlio si è fermato con gli affari.
Quindi vedremo,pensi che abbiano gli sbirri attaccati dietro?"

L'altro scoppia a ridere e non so cosa ci trovano di divertente.
Sono confusa.
Le cose stanno andando male alla mia famiglia?
Perché?
Burak mi tira dentro l'ascensore,non l'ho nemmeno sentito arrivare.
Sono stonata dai mille pensieri che mi girano per la testa.
Chi sono quei uomini?

"Mancava poco e ci scoprivano, ancor prima di iniziare questo incontro."

Burak finalmente si rilassa.
Si sbottona due bottoni della camicia per allentarla sul petto.
Il mio cuore batte alla velocità della luce,non credo sia possibile avere un cuore così accelerato, so solo che la sensazione che da un momento all'altro esca,è tanta.

"Dovevamo prendere l'ascensore di tutto principio."

Dovrebbe fidarsi lui di me.
Ragiono con la testa.

"Logico, qualora non facesse tutte le fermate per raggruppare più persone per spostarle da un piano all'altro.
Ci sono 30 piani.
Per ogni piano ci sono dieci stanze.
Tu starai in una di quelle,io terrò l'incontro da un altra stanza."

Spiega tutto come se fosse la normalità, è entrato nella modalità, uomo d'affari.
Si aggiusta la giacca, passa nuovamente le mani tra i capelli e l'ascensore si apre.
Davanti a noi ci sono le prime porte blindate.
Usciamo nel pianerottolo e ci sono altre stanze disposte.
Burak esce,lo seguo a ruota.
Si dirige verso l'ultima porta e la apre con l'impronta.

"Prego, accomandati."

Si sposta indietro per lasciarmi passare.
Sono nervosa,intimidita da questa situazione.
Entro e nella stanza non c'è nessuno.
Noto subito un grosso letto a baldacchino, di fronte a letto è posto un grosso schermo che proietta una stanza con un grosso tavolo lunghissimo.

"Da qui vedrai e sentirai in diretta l'incontro.
Sei al sicuro,evita di uscire nel balcone.
Tieni chiuse le vetrate."

Parla velocemente spiegandomi il tutto.
La stanza non è grandissima,è piccola ed accogliente, a tutti i comfort che necessitano per stare in attesa.
Non mi interessa un accidente a dire il vero, mi importa solo dello schermo e di ciò che ne sarà in grado di fare.

"A breve verrà Osman, ti terrà compagnia."

Sposto subito il mio sguardo su di lui, non rimarrò assolutamente con uomo che non conosco qui dentro.
Che cavolo dice?
Che razza di mentalità hanno?

"Osman è mio cugino, non ti farebbe del male Norah, puoi starne certa.
Ti sei fidata di Parma o sbaglio?
Perciò smettila di creare problemi.
Osman se vuole,verrà qui e si starà ad ascoltare, come te l'incontrò di famiglia con gli altri clan."

Questo suo modo di fare lo odio parecchio.
È brutto dare per scontato di essere indispensabili.
Lui si sente indispensabile, come se io fossi destinata a sposarmi con lui per rimanere a galla da questa situazione.
Se anche lo fosse, finirà ancor prima di averlo iniziato questo matrimonio.

"Non ci penso nemmeno,la mia vita potrebbe essere in pericolo.
Quindi non intendo stare qui con lui.
Se mi stuprasse?"

Si incazza ancora di più,ringhia a se stesso e si allontana.

"Norah, non dire più ciò che hai appena detto.
Mi stai facendo uscire fuori di testa.
Osman è come un fratello per me, okey?
Bada a come parli, che non l'hai soltanto tu."

Continua a confermarmi la tesi, una vale l'altra.
Davvero poco carino da parte sua.
Resta il fatto che non starò chiusa qui dentro,con uomo che non conosco.

"Dirò ad Osman di stare nella mia camera.
Adesso, io vado.
Bada a te stessa."

I suoi occhi mi stanno dicendo dell'altro.
Si sbatte la porta dietro e mi lascia sola.
Il fatto che insinui che non l'abbia solo io e davvero abominevole.
Il pensiero di immaginarlo con altre donne mi fa schifo,non riesco nemmeno ad immaginarmici io.
Sarà forse l'inesperienza, la mia poca conoscenza su questo.
Cosa vado pensando!

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora