Capitolo 51

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Pov's Burak

Sfreccio per le vie di Istanbul,Norah si è ammutolita.
A dire il vero è così da un paio di giorni,mantiene il silenzio.
Strano per il suo modo di essere, sono più le volte che non riesce a tenere la lingua a freno,che altro.
Eppure sta resistendo a quell'impulso di esplodere.
So di essere poco garbato alle volte, ma non mi importa.
Lei tira fuori davvero il peggio di me.

"Manca ancora molto,ho del lavoro da fare."

Eccola, ho parlato troppo velocemente.

"Si Norah, rilassati.
Ti avviso io quando siamo nei dintorni."

Corro ancor di più e vedo la sua espressione cambiare.
Diventa subito bianca e chiude gli occhi istintivamente.
Ha paura?

"Rallenta,sto per vomitare."

Norah si porta una mano alla bocca e decelero per non farmi rovinare i tappetini.
Sono davvero in ansia,correre mi aiuta a scaricare l'adrenalina.
Se continuo a pensare le parole di quel porco, mi viene ancor di più la voglia di spingere e sfondare l'acceleratore.

"Non è grandissima questa casa, però ha tutti i comfort che ti serviranno per vivere, cosa più importante è nascosta in un ottimo punto strategico.
Più tardi Taylor,ti porterà le forniture di cibo.
Qualche richiesta?"

Scuote la testa, mentre continua a stare con gli occhi serrati.
Non ha ancora accettato,che sia io a dargli un posto dove stare, che sia io a pagargli gli studi e tutto il resto.
Non accetta dover dipendere da nessuno,come non accetta il fatto che tra non meno di venti giorni convoleremo a nozze.

"Norah, se vuoi che andiamo d'accordo devi cercati di sforzare.
So che non ti piace parlare con me, ma devi.
Altrimenti non riusciremo mai a comunicare."

Finalmente mi imbatto nel grande bosco di periferia, abbasso il finestrino e respiro l'aria pulita che penetra nei miei polmoni.
L'odore dei pini forma un mix davvero inebriante con l'odore di terra bagnata, mi piace tanto.
Ecco perché quando faccio un acquisto, preferisco case di montagne o casa nei boschi.
Vivere nella quiete è la miglior cosa.

"Lo so Burak, mi limito a risponderti alle cose indispensabili.
Devo ancora metabolizzare tante di quelle cose, che mi sento in confusione perenne.
Il primo tu, mi mandi in confusione.
Certe volte sei scorbutico altre invece vuoi che ti parlo."

Finalmente la sua voce delicata scorre senza traccia di rabbia, si sta aprendo.
Ho forse vuole,soltanto porre fine a tutta questa pesantezza che sente.
Essere rincorsa da tutti quanti, certamente non farebbe fare sogni,tranquilli a nessuno.

"Semplicemente sto cercando di capirti il più possibile,non vorrei che mi piantassi a metà del piano.
In più è sbucato fuori questa messa in scena di tuo padre.
Sarà davvero burrascosa la strada,voglio solo sapere se sarai pronta ad affrontare tutto ciò che accadrà da qui a tra non meno di venti giorni, quando ti ritroverei davanti a me,all'altare."

Diventa paonazza in un nano secondo.
Ok, scombussola anche me dire queste cose ad una donna.
Non mi immagino minimamente a dover condividere i miei spazi con lei.
O con tutto il genere femminile,io sono sempre stato il tipo,una vale l'altra.

"Allora siamo in due,sto cercando anche io di capire.
Tu come pensi si evolverà il piano?
Pensi che saremo credibili all'occhio del popolo?"

Ovvio che lo saremo,non intendo più stare sotto mio padre.
Voglio liberarmi da questo peso, sarò in grado di proteggere entrambi.
Dovrà solo fare ciò che le dirò, e il gioco sarà fatto.

"Lo saremo Norah, stai serena.
In questi giorni passeremo parecchio tempo assieme, quindi in un modo o nell'altro ci scopriremo.
Capiremo i nostri punti off limitis, e risulteremo due persone che si amano, si da quando sono nati."

Gliene parlo come se fossi a conoscenza di un rapporto nella quale,abbia dominato l'amore.
Non so nemmeno in cosa consiste.
Per noi uomini la parola amore, non esiste.
Lavoro,alcol e donne sono il nostro mentore.
Se in questo momento la guardo,scopro con piacere che il suo viso e completamente rosso.
È in imbarazzo, la sua postura è sempre così rigida,quando sono vicino a lei.
Continuo a camminare nella strada sterrata, e finalmente in lontananza scorgo la casetta nella quale Norah,vivrà.

"Eccoci arrivati."

Norah si precipita velocemente fuori dalla macchina, probabilmente si è sentita schiacciata dalla mie parole.
Respira ed inspira convulsamente, giro dalla sua parte e mi avvicino.

"Se pensi che io resti qui da sola,isolata dal mondo ti sbagli.
Vuoi per caso farmi morire di ansia?
Quanto tempo ci impiegheranno prima che mi trovino?
Burak,io voglio tornare in centro,non mi piace questo posto.
Tra poco calerà il buio e ci troviamo in mezzo al nulla.
Torniamo."

Non pensavo fosse così fifona.
E anche idiota se pensa che l'avrei lasciata sola.

"Ti lascio,Taylor di ronda.
Tu stai tranquilla e non aprire a nessuno."

Lei si avvicina precipitosamente verso di me, mi punta un dito sul petto e ciò che gli esce e veleno puro.

"Tu non mi lasci nessuno fuori la porta, quando potrebbe entrare con estrema facilità.
Ne tanto meno rimarrò da sola qui.
Portami di nuovo in hotel, mi pagherò io stesso le notti li."

Mi allontano e la lascio lì.
Mancava poco e la sbattevo nella macchina.
Non resisterò più ad una prossima sua sfuriata,senza motivo.
Sto cercando di proteggerla, non di ucciderla.
Non si fida abbastanza,vorrei solo che si fidasse perché sto lottando tanto affinché nessuno la trovi prima del matrimonio.
Sarà una sorpresa per tutti quanti, anche per me.
È così immatura e piccola che non riesco nemmeno ad immaginarmela in bianco.
Cammino sino a raggiungere la porta della casa,Norah mi cammina dietro e si ferma poco più indietro di me.

"Rimango qui, solo per questa notte.
Non possiamo spostarci in centro Norah, come non possiamo correre il rischio di rimanere in hotel.
Sono abbastanza trafficati da tutti i narcotrafficanti."

È ancora più titubante di prima.
Adesso dove sta il problema?
Condividere una casa con me?
Beh, so isolarmi per come sa farlo lei.
Dovrebbe saperlo, lo sa.

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