Capitolo 23.

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Sfogo personale
Pov's Norah

La sveglia continua a suonare interrottamente,cerco a tentoni di spegnerla ma niente.
Mi alzo infastidita e con troppa forza ammacco il bottone per mutarla.

"Dannazione."

Il buongiorno si vede dal mattino,sono le prime ore del mattino e vorrei ritornare a dormire.
Ieri sono arrivata distrutta, il ritorno non è stata come l'andata.
Sembrava che non arrivassimo mai,ho tentato in tutti i modi di riposarmi,ma ogni qual chiudevo gli occhi, mi compariva la faccia triste di Burak.
Sicuramente l'impegno che aveva una volta lasciato me,non era di suo gradimento.
Eppure l'altro giorno sembrava felice quando diceva di tornare nel suo paese.
Non la pensa più così?
Tutti questi pensieri di primo mattino,mi faranno esaurire.
Oggi è una giornata fondamentale,non posso permettere a nessuno di rovinarmi la giornata.
Dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto ieri, la professoressa Campo, dovrà essere fiera del lavoro di squadra che abbiamo fatto ma sopratutto dovrà farselo andare bene.
Spero solo che Liam e Patrick,tornino in tempo.
Tornerà anche Burak?
Maledizione.
Mi alzo e vedo spedita in doccia, l'acqua fredda mi aiuterà a far scomparire i miei pensieri.

Pov's Burak

Le urla di Osman, mi fanno svegliare di soprassalto.
Che cavolo gli prende?
Cerco di non sveglia la ragazza al mio fianco,non ricordo nemmeno il suo nome o come siamo arrivati qui.
Ho un male alla testa, non riesco nemmeno a respirare senza che non mi esploda il cervello.
Ieri ci sono andato giù pesante, tra alcolici e droghe,credo che il mio fegato sia al collasso, un po' di più il cervello.

"Burak, dove cazzo sei?"

Osman,continua ad urlare come un forsennato,vorrei capire che cazzo gli prende.
Il dolore aumenta ancora di più, ci vuole subito un analgesico.
Mio cugino spalanca la porta è la sbatte violentemente contro il muro.
La ragazza che poco prima dormiva accanto a me, si alza di scatto e incomincia ad urlare vedendo un altro uomo nella stanza.
Cazzo,la mia testa.

"Tu stai sul serio rischiando il culo.
Tu,fuori dalle palle."

Urla verso la ragazza che continua a coprirsi con il lenzuolo avvolgendosi come un hot dog.
Capisce di essere di troppo,si alza e si incamminavo verso la porta, prima di uscire,gli alza il dito medio ad Osman, se lo è meritato.

"Stai cercando di farti ammazzare?"

Non ho mai pensato a questa ipotesi, però pensandoci non sarebbe male.
Tanto non posso fare ciò che voglio,perché mio padre decide per me.
O almeno,pensa.

"Non buttare voci.
Non in casa mia.
Non me ne fotte un emerito cazzo, di ciò che vuole mio padre."

Incomincio ad incazzarmi sul serio,perché non può farsi i cazzi suoi?
Perché non pensa alla sua di vita?

"Non ti paro più il culo,Burak.
Ho ti sposi,ho non intendo morire,per doverti coprire."

Certo,la fa facile lui.
Usano la parola matrimonio come se fosse una passeggiata al parco.
Non pensano alle conseguenze?
Perché dovrei sposarmi una donna che non voglio?
Tipo una puttana come mia cognata.
Ahmet,ha davvero avuto coraggio a sposarsela, e ora a contendersela con la famiglia.
Ne sono stato anche partecipe,non sono un santo,però non voglio una donna accanto me,che si allarghi solo le cosce a comando.
Non sono minimamente d'accordo.
Per quanto mio padre si ostini a dirmi che devo avere questa mentalità, non ci riesco.
Ma quando penso a qualcuna il mio cervello mi collega a Norah, non c'è la faccio nemmeno a pensare di riprodurre uno spettacolino, come quello di ieri nel salone,con lei protagonista.
Mi viene il volta stomaco,corro di scatto e vado spedito nel bagno interno della camera.
Ho solo il tempo di arrivare alla tazza del wc, che espello anche l'anima.
Cazzo,non provavo questa sensazione da tanto, troppo tempo.
E il detto,bevo per dimenticare, è assolutamente vero.
Altrimenti non mi spiego il perché sono piegato su questa tazza,come se fosse la mia salvezza.

"Burak,che ti prende?"

Mio cugino non riesce ad entrare,resta sulla soglia ed aspetta che mi riprenda.
Che cazzo,mi succede?
La testa mi sta letteralmente scoppiando,adesso anche lo stomaco sento che sta per esplodere.

"Ho immischiato parecchia roba,ieri."

Spero non inizi con la paternale,è insopportabile quando lo fa.

"È perché?"

Non capisco ciò che insinua,dove vuole andare a parare?

"C'è un perché,quando si immischiano droghe?
E li, c'è quella.
Una vale l'altra."

Il suo sorriso beffardo non mi convince,sa che ho capito il suo intento.

"C'è sempre un perché,Burak.
Lo dici sempre tu,no?
Perché lo hai fatto?"

Non capisco perché senta davvero questo bisogno,di capire sempre cosa cazzo non va nella mia vita.
Non ha ancora capito,che non posso essere aiutato da nessuno.

"Ho tanti motivi,lo sai benissimo.
Partiamo dal fatto che tutto questo fardello,dovrebbe piangerlo mio fratello,mentre adesso si sta godendo la bella vita,con la sua puttanella.
Lui voleva salire al trono, si è scelto una donna,la quale non potrà avere figli.
Allora mio padre dice che essendo che Ahmet, non sarà in grado di dare un erede,allora lo farà Burak.
Sono sempre la seconda scelta.
Perché non lo vedi?
Perché mi ricatta con mia sorella?
Perché non riesco ad essere egoista?"

Urlo e picchio la specchiera del bagno.
Lo specchio esplode in mille pezzi, crolla davanti a me.
Ho provato a restare calmo, questo è il massimo del contegno che riesco a darmi.
In questo momento,vorrei materializzarmi dentro l'ufficio di papà e sparagli una pallottola in testa.
Vorrei ripetere la stessa azione con mio fratello e proseguire così con tutti coloro che si intromettono,nella mia vita.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora