Capitolo 81

93 11 2
                                    

Pov's Burak

Continuo a guarda Norah, sembra essere davvero sfinita,almeno spero che questa stanchezza l'aiuti a farla dormire bene.

"Allora, andiamo a dormire."

Mi dirigo verso la camera da letto con un sorriso, pronto per un po' di riposo dopo una giornata così intensa.
Norah si ferma, sorpresa.

"Aspetta, come dormiremo?
Non ho visto un altro letto oltre a quello installato."

Mi giro, cercando di trattenere una risata.

"Ah, è vero.
C'è solo un letto.
Non ci avevo pensato."

Lei mi guarda con sospetto.

"Non starai pensando che io dorma per terra, vero?"

Alzo le mani in segno di resa, cercando di sembrare il più innocente possibile.

"No, certo che no.
Ma non mi sembra giusto che debba dormire io per terra."

Eccoci a discutere, le nostre voci basse ma piene di determinazione.

"Burak, non ci penso nemmeno a dormire nello stesso letto con te per giorni!"

Norah cerca di mantenere un tono fermo.

"Norah, siamo adulti.
Possiamo condividere un letto senza problemi.
Non faremo la guerra dei cuscini, te lo prometto."

Le sorrido con un'aria maliziosa, sperando di smorzare la tensione.

"Sì, ma ultimamente l'atmosfera sta cambiando.
Il tuo comportamento sta cambiando, Burak.
E non so come sentirmi a riguardo."

La guardo, sorpreso e forse un po' ferito.
Sto solo cercando di aprirmi e mostrarmi per quello che sono.

"In che senso sta cambiando?
Non è che sto cercando di metterti a disagio."

Norah sospira, visibilmente confusa.

"Non è solo disagio.
È che... mi sembra che stiamo diventando più vicini.
E non so se sono pronta a gestire questo cambiamento."

Faccio un passo avanti e uso un tono più serio.

"Norah, non voglio che tu ti senta obbligata a nulla.
Possiamo trovare una soluzione che funzioni per entrambi.
Sappiamo entrambi qual è lo scopo di questo viaggio."

Lei guarda il letto, poi torna a guardarmi.

"E qual è questa soluzione, esattamente?
Non c'è abbastanza spazio per due letti."

Sospiro, ma subito mi viene un'idea in mente.

"Che ne dici se stasera proviamo a dormire entrambi sul letto?
Se è troppo scomodo, domani cerchiamo di comprare un materassino o qualcosa di simile. Almeno così possiamo entrambi riposare bene senza sentirci troppo a disagio."

Ci pensa per un momento, poi annuisce lentamente.

"D'accordo.
Ma stasera voglio il lato destro del letto.
È una mia piccola mania."

Sorrido, sollevato.
Non pensavo si facesse convincere così facilmente.

"Affare fatto.
Io prendo il lato sinistro.
E niente guerra dei cuscini, promesso."

"Smettila, Burak."

Entriamo nella piccola camera e ci prepariamo per la notte.
Il letto è più stretto di quanto sperassi, e la presenza di Norah, con quei pantaloncini che lasciano poco all'immaginazione, è un po' imbarazzante, ma al contempo rassicurante.
Cerco di ignorare la consapevolezza della sua vicinanza, concentrandomi sul trovare una posizione comoda.

"Buonanotte, Norah."

Dico in un sussurro, cercando di non farle capire quanto sono consapevole di ogni suo movimento.

"Buonanotte, Burak."

Risponde lei, chiudendo gli occhi. Anche se l'atmosfera sta cambiando, so che affrontare insieme le difficoltà del viaggio ci renderà più forti.
Mentre cerco di trovare una posizione comoda, noto che Norah si gira e rigira accanto a me.
È evidente che non riesce a prendere sonno, e non posso negare che la vista della sua canotta e dei pantaloncini mi stia facendo bruciare dentro. Cerco di mantenere la calma, ma la mia mente continua a vagare verso di lei.
Dopo qualche minuto, Norah inizia a parlarmi, la sua voce tremante di nervosismo.

"Burak, non mi sento al sicuro.
Sono nervosa e non riesco a prendere sonno."

Mi giro verso di lei, cercando di trasmetterle calma.

"Norah, cosa ti preoccupa?"

"Ho paura che se chiudo gli occhi, da un momento all'altro possano entrare gli uomini di tuo padre, se non direttamente tuo padre in persona.
È troppo facile entrare in questo caravan."

Risponde con voce bassissima, quasi un sussurro nel silenzio della notte.

"Norah, capisco la tua preoccupazione, ma abbiamo preso tutte le precauzioni necessarie. Questo caravan è ben protetto. Abbiamo installato serrature rinforzate su tutte le porte e finestre, e ci sono sensori di movimento che ci avviseranno immediatamente se qualcuno si avvicina."

Lei continua a guardarmi con occhi pieni di apprensione.

"E se riescono comunque a entrare?"

Mi avvicino leggermente, cercando di infonderle fiducia.

"Abbiamo anche un sistema di allarme collegato direttamente alla polizia locale.
Se qualcosa dovesse succedere, loro verranno immediatamente.
E io sono qui, Norah.
Non permetterò che ti succeda niente."

Sembra considerare le mie parole, ma la sua tensione è ancora palpabile.

"È solo che... tutto questo mi sembra così irreale.
Mi sento esposta."

Allungo una mano verso di lei e le prendo la mano delicatamente.

"Capisco, Norah.
È normale sentirsi così dopo tutto quello che è successo.
Ma devi fidarti di me.
Non lascerò che nulla ti accada.
Sei al sicuro con me."

Continuo a spiegare in dettaglio tutte le protezioni e le installazioni di sicurezza del caravan, cercando di coprire ogni possibile preoccupazione che potrebbe avere.
Descrivo il sistema di allarme, le serrature, i sensori di movimento, e persino le luci esterne che si accendono automaticamente in caso di movimenti sospetti.
Pian piano, vedo i suoi occhi iniziare a chiudersi.
La tensione nel suo corpo sembra sciogliersi, e il suo respiro diventa più lento e regolare.
Continuo a parlare a bassa voce, descrivendo ogni dettaglio di sicurezza, fino a quando il sonno non la rapisce completamente.
Non mi rendo nemmeno conto del momento esatto in cui si addormenta.
La sua mano nella mia si rilassa completamente.
Rimango sveglio ancora per un po', guardandola respirare tranquillamente accanto a me, prima di chiudere finalmente gli occhi anch'io.
So che, almeno per stanotte, siamo al sicuro.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora