Capitolo 22.

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Riflessioni
Pov's Burak

Non ci voglio credere che l'ho appena lasciata andare.
Sono stato uno stupido a pensare che si sarebbe lasciata coinvolgere,dovevo sapere che in un modo o nell'altro se ne sarebbe andata.
Con il senno di poi,forse è meglio così.
Non lo ammetterò mai, ma non rientra nei nostri canoni.
O per lo meno,non rientra nei canoni della vita che conduco.
Osman ha ragione,non posso sposare una ragazzina quando posso avere una donna.
Ma cosa me ne faccio di una donna, nemmeno me ne importa nulla di me stesso,figuriamoci se posso pensare anche a terze persone.
Recupero la mia macchina,salgo e sfreccio per le strade della Turchia.
Ho rimandato anche troppo mio padre.
Prima mi levo il peso,meglio sarà.
Corro a più non posso, sorpasso qualche auto,sino a quando non imbocco la strada sterrata che mi porta a casa di mio padre.
Non sembra esserci anima viva nei dintorni, chissà se anche Milano è così quando arriverà Norah.
Non riesco a non pensarci.
Ha un mondo dentro ed il fatto che la sua famiglia l'abbia lasciata ai quattro venti, mi provoca fastidio.
Ragazze intelligenti come lei,non se ne trovano in giro,così facilmente.
L'ho vista sul campo lavorativo, ho visto come adopera con i cadaveri.
Lei non sembra essere convita di ciò che diventerà, a me sembra abbastanza chiaro.

"Dove cazzo,sei stato?"

Osman,non mi lascia nemmeno il tempo di scendere dall'auto che si piomba verso di me.
È parecchio agitato,anche se non capisco perché.
Non sarà mica lui ad essere la bambolina colpita dagli aghi dal proprio padre.

"Cazzi miei, sono tutti dentro?"

Se pensa che gli risponda a ciò che mi chiede,si sbaglia.
Sono di pessimo umore e non ho la minima intenzione di aprimi cuore e cuore con lui.
Non c'è una cazzo di cosa che vada secondo i piani,nella mia vita.

"Sei proprio uno stronzo,Burak."

Adesso anche le frasi che escono di bocca di Osman,mi ricollegano a Norah.
Voglio che stiano tutti zitti,non voglio  più sentire nessuno.
Apro la grande porta dell'ingresso e mi fiondo dentro.

"Signor Burak,benvenuto."

Rosa mi accoglie con un fievole sorriso,noto come il suo volto sia tumefatto, mio padre ci è andato giu pesante oggi.
Brutto stronzo,come si permette di ridurre così un anziana signora? 

"Grazie signora Rosa,come sta?"

I suoi occhi si riempiono di lacrime,non riesce nemmeno a parlare altrimenti sa che scoppierebbe a piangere.
Annuisce semplicemente è sparisce dentro la cucina.
Delle urla proveniente dal salane,catturano la mia attenzione.
Mi sposto e ciò che mi si palesa davanti mi sconcerta tantissimo.
Ahmet, mio padre e la troia di mia cognata si trovano nel bel mezzo di un orgia.
Non era incazzato quel pezzo di merda?
È così che calma il suo temperamento?
Resto inebetito a fissare come la troia,si faccia riempiere contemporaneamente sia da quel porco di mio padre, che da quale testa di cazzo di mio fratello.

"Burak,unisciti."

Mio padre si accorge della mia presenza e mentre continua a spingere giù per il culo di mia cognata, parla.

"Quando finite con queste porcate, vi aspetto nel tuo studio."

Leila, geme e geme ancora, loro continuano ad entrare ed uscire alternandosi,la stanno portando a limite e lei si lascia trasportare dal piacere.
A me fa solo ribrezzo.
Io non sono diverso da loro, ma adesso qualcosa sembra sia cambiato.
Il pensiero che posino le mani addosso a Norah,mi manda fuori di testa.
E sono sempre più d'accordo che sia stato un bene che sia andata via da me.

"Osman,non intendo più sposarmi."

Mio cugino non crede alla mie parole,sembra scombussolato più da ciò che ha visto nel salone.

"Burak, sai che avrà delle conseguenze e ti ha espressamente detto chi sarà a pagarne le conseguenze."

So benissimo di ciò che è in grado di fare quel verme, tenterò in tutti i modi per farlo ragionare.
Sono stanco di sopportare lui, è tutta la mia famiglia.
È solo un peso dalla quale,mi voglio liberare.

"Lo so,Osman.
Non lo permetterò,troverò un modo per corromperlo."

Mio padre si sgranchisce la voce, e si fa largo tra me e mio cugino.

"Chi corrompiamo?
Hai intenzione di dirmi qualcosa,Burak?"

Gliene dire tantissime di cose, ma so benissimo che rimarrebbe sempre dalla sua idea.
So che è incazzato nero,per aver dato fuoco a tre locali di Parma, senza averlo consultato,ma non devo passare gli ordini a lui per sistemare i miei affari.
Sono cazzi miei.

"Perché hai avuto tutta questa urgenza di farmi tornare?"

Non ci giro attorno,non ho tempo da perdere nemmeno con lui.
Lui sorridere beffardamente,sta pensando a quale delle cazzate,mi fare più incazzare.

"Abbassa i toni Burak,qui comando ancora e io e continuerò a farlo sino a quando avrò vita.
Vedo che ti stai abituando all'idea di salire al trono.
Rilassati."

Non salirò mai a quel trono.
Odio più di tutti mio fratello e mia cognata che non sono stati in grado nemmeno di procreare,per darci l'erede ecco perché tutto ciò sta accadendo.
Ed ovviamente devo sempre essere io a risolvere i cazzi di problemi di Ahamet.

"Pronto per le nozze?
Il tempo stringe,mio caro."

Si sta beffando di me,ne sono certo.
Vuole che mi sposi a tutti i costi per avere un fottuto erede.
Se morisse,tutti questi problemi non sarebbero più delle complicazioni.
Ognuno farebbe quel che cazzo vorrebbe.
Io probabilmente mi finirei di godere la mia vita,nei migliori dei modi.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora