Capitolo 120.

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Pov's Norah.

Sono ancora persa nei miei pensieri quando la voce di Burak, divertita e ferma al tempo stesso, mi riporta alla realtà.

"Norah, pensi di lavarti o di passare tutto il giorno davanti allo specchio?"

Mi volto di scatto e lo vedo appoggiato contro lo stipite della porta, con le braccia incrociate e un sorriso divertito.
Mi riscuoto, gettando uno sguardo allo specchio quasi per accertarmi di non aver passato davvero troppo tempo lì.
È così difficile ignorare l'ansia che mi tormenta da giorni,la presenza di Fanny mi ha restituito serenità, certo, ma il fatto che mio padre non abbia fatto nulla mi fa temere che stia solo aspettando il momento giusto per colpire.
Conoscendolo, i silenzi sono segni d'allarme.
Burak si avvicina, prendendomi per le mani e portandomi verso il bagno, quasi a voler alleggerire i miei pensieri con la sua presenza.

"Hai passato una settimana intensa con Fanny.
Non pensare a tuo padre adesso."

Dice dolcemente.

"Oggi sarà una giornata altrettanto importante, Norah.
Il circolo ha finalmente accettato di incontrarci, e ci sarà anche mio padre."

Le sue parole mi fanno sussultare. Sapevo che questo incontro sarebbe arrivato, ma sentire che accadrà oggi mi riempie di un misto di apprensione e determinazione.
Sono giorni che Burak si prepara a questo momento, e io sento di dover essere forte per lui, anche se il pensiero di affrontare il padre di Burak e l'intero circolo mi mette alla prova.
Il pomeriggio arriva in un soffio,e la tensione si fa sentire nell'aria.
Mi preparo con cura, scegliendo un abito elegante ma sobrio, adatto alla serietà della situazione.
So quanto questo incontro significhi per Burak,la sua posizione e la nostra stessa unione dipendono dall'approvazione di questo circolo potente e antico, composto da uomini e donne legati da interessi e alleanze che si perdono nel tempo.
Scendiamo insieme le scale e troviamo Osman e Fanny che ci salutano con calore e un pizzico di preoccupazione.
Fanny mi stringe la mano, sussurrandomi un incoraggiamento.
Osman ci accompagna fino al portone, e con un gesto fermo apre la portiera del nostro van.
Durante il tragitto, Burak sembra impassibile, lo sguardo fisso davanti a sé, come se ogni pensiero fosse calcolato per affrontare quello che ci attende.
Sento la sua mano scivolare nella mia, stringendola per infondermi sicurezza, e mi rendo conto che lui stesso sta cercando di calmare i propri nervi.
Arriviamo in una grande villa immersa nel verde.
L'ingresso è monumentale, con enormi colonne che si ergono verso il cielo, conferendo all'intero edificio un'aria imponente.
Sembra quasi un tempio, e mentre entriamo attraverso il grande portone, percepisco la solennità del momento.
All'interno, veniamo accolti da un uomo che ci invita a seguirlo in una sala decorata con arredi antichi e quadri che sembrano raccontare la storia di generazioni passate.
Al centro della sala, un lungo tavolo in legno massiccio è già circondato da uomini e donne, il circolo al completo, con lo sguardo fisso su di noi.
Poi, alla fine della tavolata, vedo il padre di Burak.
Il suo sguardo è tagliente e distaccato, ma c'è qualcosa nei suoi occhi che mi mette ancora più a disagio,una fredda risolutezza.
Burak mi stringe la mano con più forza, quasi a voler proteggermi dalla freddezza del padre, e io gli rispondo con un piccolo sorriso di incoraggiamento.
Ci sediamo, e l'atmosfera nella stanza si fa tesa.
Dopo qualche convenevole, uno dei membri del circolo prende la parola.

"Burak, hai scelto di sposarti senza il consenso del consiglio, senza informare nemmeno il tuo stesso padre."

Inizia, con un tono quasi accusatorio.

"Sei consapevole delle implicazioni di questa decisione?"

Burak non si lascia intimidire, il suo sguardo resta fermo e diretto.

"Sì, ne sono consapevole.
La mia decisione è stata presa con piena consapevolezza delle conseguenze.
Credo che Norah sia la donna giusta per me, e per il futuro che ho intenzione di costruire per la nostra famiglia."

Il padre di Burak non sembra soddisfatto, e interviene con voce aspra.

"Questo matrimonio ha messo in discussione anni di accordi e alleanze. Un'istituzione come il nostro circolo non può permettere che tutto venga infranto da un impulso improvviso.
E come se non bastasse, io avevo già pianificato una linea di successione, un percorso per il futuro di questa famiglia."

Ogni parola pesa come un macigno, ma Burak non si lascia scalfire.

"Padre, ho preso questa decisione per il bene della mia vita e della nostra famiglia.
Resto fermo nelle mie intenzioni.
Se il circolo non è d'accordo, lotterò per conquistare il mio posto e dimostrare che il mio matrimonio non è una minaccia, ma un rafforzamento per tutti noi."

Sento il cuore battere più forte, orgogliosa del coraggio con cui Burak affronta i suoi stessi familiari, difendendo la nostra unione davanti a tutti.
Un membro del circolo accenna un piccolo sorriso, forse impressionato dalla sua fermezza.
Tuttavia, l'atmosfera rimane tesa.
Il padre di Burak si volta, puntando su di me uno sguardo freddo e indagatore.

"Norah."

Dice.

"Tu capisci cosa significa essere parte di questa famiglia?
Cosa significa sposare Burak?"

Annuisco con sicurezza, anche se la sua domanda mi mette in agitazione.

"Sì, signore.
So cosa comporta essere al suo fianco, e sono pronta a fare qualsiasi cosa per sostenerlo e proteggere quello che abbiamo costruito insieme."

L'uomo non sembra del tutto convinto, ma prosegue:

"Bene.
Se Burak vuole mantenere il suo ruolo, è necessario che tu capisca le responsabilità che questo implica.
E, Burak, è ovvio che il circolo si aspetti un erede.
Una prova del vostro impegno per il futuro della famiglia."

Burak annuisce, accettando con calma quella che sembra più una sfida che una richiesta.

"Siamo pronti."

Risponde, il tono fermo e risoluto.
Il padre sembra per un attimo spiazzato, ma non lo dà a vedere.
Si limita a uno sguardo di freddo consenso, come se stesse finalmente riconoscendo che Burak è all'altezza delle sue aspettative.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora