Capitolo 54

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Pov's Norah

Siamo soli in questa casa, tutto ciò rende la cosa alquanto intima.
Dopo ciò chè successo poco fa,preferisco evitare qualsiasi tipo di incrociamento.
Continuo a disporre la spesa nella dispensa.
Basta e avanza il mio sentirmi non adatta.

"La location non potremo deciderla, sarà celebrato e festeggiato presso la nostra tenuta.
Mio padre, mi impone anche questo."

Sbuffo sonoramente.
Deciderà suo padre per lui?
Pensavo che comandasse su tutto e tutti.
Eppure pare che suo padre sia l'intoccabile.

"Bene, non mi importa.
Ho capito bene,deciderà tutto tuo padre,no?"

Tento di essere meno sgarbata possibile, voglio solo fargli capire che la vita è sua.
Non dovrebbe essere lui quello saggio?
Quello responsabile delle proprie azioni?

"Norah, semplicemente non posso oppormi.
Il tempo mi è contromano,sono costretto ad accettare tutta questa pacchia.
Considera che la nuova casa sarà pronta tra domani e dopo domani, in tutto ciò devo ancora scegliere l'arredamento,ma prima di tutto devo pensare a pitturare."

Mi sento totalmente confusa.
Non capisco il bisogno di costruire un'altra casa, se gia possiede questa e chissa quante altre ancora.

"Non capisco il motivo del perché lo fai, però va bene."

Paradossale, un uomo che non sa più quante case alzare ed io che mi ritrovo senza un tetto.
Un giorno mi troverò io,nelle vesti di Burak, sicuro saprò comprare molto meglio.
Il diluvio universale pare abbia avvolto questa casa.
La piggia picchia violentemente nelle grandi vetrate.
Non riesco nemmeno a sentire Burak che sta cucinando di spalle.

"Norah corri a chiudere lo studio,per favore."

Urla e mi coglie di soprassalto.
Assolutamente non ci penso minimanete a lasciare questa stanza.
Le cose brutte succedono sempre di sera.
La pioggia, i lampi, i tuoi e i pini che si muovono violentemente non sono d'aiuto nel creare una sospance inquietante.

"Vai tu.
Finisco io qui."

Mi avvicino e senza guardarlo, mi faccio passare la cucchiaia per mescolare la pasta.
Il condimento di pesce che ha preparato, emana un odore di buono.
Sento lo stomaco lamentarsi, la fame mi sta attanagliando.

"A me piace al dente.
Non lasciarla scuocerla."

Cazzo.
Sento una vampata di calore,che mi invada tutto il corpo.
Perché ogni cosa che dice,pare sia creata apposta per farmi arrossire?
Probabilmente Fanny, risponderebbe con sincerità alla mia domanda.
La paura di chiamarla ed essere intercettata è tanta, però ho bisogno di sentirla.
Voglio solo rassicurla che me la sto cavando.

"Norah, è pronta mantecala con il condimento."

Burak torna nel mio capo visivo e con un prendi pasta, la raccoglie per passarla sul condimento.
E' davvero affascinante nei suoi movimenti, pacati.
Non pensavo fosse portato per la cucina.
A dire il vero, non so mai cosa pensare di lui.
Me lo chiedo spesso.

"Ecco, qui i piatti."

Gli poggio entrambi i piatti nel ripiano, prendo una bottuglia di acqua e di vino bianco e li poggio nella penisola.
Afferro i bicchieri e i tovaglioni in stoffa e li adagio sistematamente alle nostre postazioni.
Ho deciso di mettermi più distante possibile, ma sarà difficile non incrociare il suo sguardo, è preticmanete di fronte a me.

"Spero ti piaccia."

Burak si concentra per stappare il vino, corruccia la fronte.
Mi fa un cenno e io acconsento.
Bere allegerirà la mia testa e la mia coscienza.

"Devo dire che l'aspetto è davvero gradevole ed anche il profumo.
Basta cosi, grazie."

Lo fermo, non ho intenzione di ubriacarmi.
Mi ha riepinta mezzo calice, basta e avanza.

"Norah, voglio essere chiaro con te.
Voglio dirti tutte le intenzioni di mio padre.
Questa sera per me, sarà l'inzio di una nuova guerra,con te al mio fianco.
Anche se sarà per poco. "

Credo che l'appettito mi sia sparito del tutto.
Osservo il mio piatto strapieno con disgusto.
Mi fa male, dover sapere che suo padre ci dia delle regole, sfuggo già da quelle,di mio di padre.
Non voglio dovermi fare abbattere da lui.
Ho perso tutto e non ho più nulla.

"Mangia,ne parliamo dopo.
Ne vuoi dell'altro"

Annuisco e scanso di poco il mio piatto.
Non voglio più mangere,resto seduta sola per educazione.
Se solo provassi ad ingerire un boccone di pasta, lo butterei fuori.
Burak, mi versa un altro mezzo calice e lo ringrazio senza osservarlo.

"Sei davvero cocciuta, Norah.
Il tuo stomaco sino a poco fa brontolava."

Arrosisco all'istante solo perché ha sentito i rumori prodotti dal mio stomaco.
Finisce di mangiare e raccoglie i piatti per gettare il restante contenuto, li mette in lovastoviglie e sistema il ripiano usanto prima.
Burak e davvero un mix di personalità.
Riesce a rendere sexy persino le faccende domestiche.

"Norah, potresti aprire il divano in soggiorno, io ora prendo delle lenzuola e delle coperte.
Dormo li,per stanotte.
Guarderò un po di tv."

Mi alzo e vado spedita verso il divano.
Preferisco smontargli la casa in modo tale da stare a debita distanza.
Apro il cassettone del divano e lo estraggo per aprirlo.
Wow è grandissimo e ha l'aria di essere super comodo.
Avrei preferito io, dormire davanti il cammino.
Non ho intenzione di dormire li dentro sola.

"Posso dormirci io, mi sento più a mio agio.
Non ho nemmeno tanto sonno, quindi posso stare io sul divano.
Finisco qualche lavoro sospeso."

Burak sorride malizioso e continua a far finta di sistemare le cose in cucina.
Che sbruffone.

"Va bene come preferisci, ti lascio scegliere il film.
Adesso se vuoi,puoi farti una doccia, nel frattempo finisco di sistemarti il letto.
Ti prendo subito le coperte.
Anzi andiamo ora, cosi puoi prendere i vestiti da indossare."

Davvero premuroso il fatto che abbia capito che ho paura di camminare sola.
Questo grazie a lui e a tutto ciò che mi circonda.
Ci spostiamo ed entriamo nella piccola camera da letto.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora