Capitolo 135.

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Pov's Norah.

Mentre gli ultimi brindisi riecheggiano nella sala e gli ospiti cominciano a scambiarsi saluti, Burak mi prende per mano.
I suoi occhi incontrano i miei con un'intensità che lascia ogni rumore, ogni risata e ogni parola sullo sfondo. Mi sento come se fossimo gli unici al mondo, e quando mi tira delicatamente verso l'uscita laterale, non faccio domande.
Il giardino fuori dalla villa è immerso in una luce morbida, rischiarato solo dalle lanterne che oscillano dolcemente al vento e dalla luna piena che si riflette nel mare poco distante.
Burak si ferma vicino a un grande ulivo e mi guarda in silenzio, lasciando che il rumore delle onde in lontananza riempia lo spazio tra di noi.

"Ti rendi conto."

Dice con un sorriso appena accennato.

"Sei riuscita a rendere anche questo momento più perfetto di quanto avessi mai immaginato."

Non so cosa rispondere.
Lo guardo, stringendomi nel suo abbraccio.
Il suo volto, incorniciato dalle ombre della notte, mi trasmette pace e certezza.
È un uomo complesso, il mio uomo, con le sue cicatrici, i suoi silenzi e la sua determinazione.
Ma è anche l'uomo che mi ha insegnato cosa significhi amare veramente, senza riserve, senza limiti.

"Allora è merito tuo."

Sussurro con un sorriso.

"Perché hai fatto in modo che lo fossimo insieme."

Burak inclina la testa, come se stesse riflettendo sulle mie parole.
Poi mi prende il viso tra le mani, il suo tocco così delicato che mi fa tremare.

"Norah."

Dice con la voce bassa, quasi esitante.

"Questo è solo l'inizio.
Lo sai, vero?"

Annuisco, sentendo un nodo di emozione stringermi la gola.
Lo so.
Questo non è una conclusione, ma l'inizio di un viaggio che non sarà sempre semplice, ma che non farei con nessun altro al mondo.

"Lo so."

Rispondo.

"Ed è tutto ciò che voglio."

Mi bacia con una dolcezza che contrasta con la forza delle sue mani che mi stringono i fianchi, come se non volesse lasciarmi mai andare.
Il tempo sembra fermarsi, e per un momento non esiste altro che noi due.
Quando si allontana, i suoi occhi brillano di una luce che non avevo mai visto prima.

"C'è una cosa che voglio chiederti."

Dice, e la sua voce si fa più profonda, più seria.

"Dimmi."

Burak si passa una mano tra i capelli, come se cercasse il modo giusto di dire ciò che ha in mente.
Poi, con un sorriso un po' malizioso, tira fuori dalla tasca un piccolo pacchetto.
Lo apro, curiosa, e trovo un paio di scarpette bianche per neonati.
Sento il respiro fermarsi, mentre alzo lo sguardo su di lui, incredula.

"So che non abbiamo mai parlato di tempi."

Dice, il suo tono cauto ma deciso.

"Ma voglio che tu sappia che non importa quanto ci vorrà.
Quando sarai pronta, io lo sarò con te.
Non perché il Circolo lo vuole, ma perché lo vogliamo noi."

Le lacrime mi pungono gli occhi, ma sono lacrime di gioia.
Non avrei mai pensato che un uomo come Burak, con il suo passato e le sue responsabilità, potesse desiderare un futuro così semplice e intimo con me.
Eppure eccolo qui, il mio Burak, che mi promette tutto ciò che non ho mai avuto il coraggio di chiedere.

"Burak..."

La mia voce è un sussurro, spezzata dall'emozione.

"Io... penso di essere pronta prima di quanto pensassi.
Ci ho riflettuto parecchio e nonostante il pensiero mi faccia un po' paura,sono pronta per te Burak."

I suoi occhi si spalancano leggermente, sorpresi, ma poi un sorriso lento e profondo si diffonde sul suo viso.
Mi solleva tra le braccia in un movimento rapido e deciso, facendomi ridere mentre mi stringe forte.

"Sei sicura?"

Chiede, la sua voce appena un sussurro contro la mia guancia.
Non ci credo nemmeno io, so di avergli detto di non essere pronta,di non potercela fare ma forse mi sbaglio.
Sono più forte di quando penso, e donargli un figlio so quanto lo rende felice.
Voglio fare qualsiasi cosa per lui.

"Sì."

Rispondo, posando la fronte contro la sua.

"Lo sono.
Voglio tutto con te, Burak.
Una casa, un bambino... una vita intera insieme.
Non voglio aspettare.
Voglio iniziare subito."

Mi guarda come se fossi il suo universo, e so che in questo momento lo sono.

"Non riesco a credere che tu mi abbia scelto."

Dice, quasi tra sé e sé.

"Non è stata una scelta."

Rispondo, accarezzandogli il viso.

"Era destino."

E mentre ci baciamo sotto il cielo stellato, sento che non c'è posto più giusto dove essere.

"Resta".

La parola che lui mi sussurra,si fa strada nella mia mente, come un'eco che non vuole svanire.
Resta.
Non solo qui, accanto a lui, ma resto in questo momento, in questo sentimento, in questa promessa di felicità.
Non importa cosa ci riserverà il futuro.
Noi resteremo l'uno per l'altra, per sempre.
E mentre le lanterne ondeggiano sopra di noi, mi immagino già con una nuova vita che cresce dentro di me, un segno tangibile del nostro amore.
Il pensiero mi riempie di una gioia che non avevo mai conosciuto prima, e so che siamo pronti per tutto ciò che verrà.
Siamo pronti per scrivere il prossimo capitolo della nostra storia.
Lo faremo insieme.
Resto.
E questa volta, non vado più via.
Ci saranno soltanto nuovi inizi.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora