Capitolo 113.

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Pov's Burak.

Da quando siamo arrivati, Norah non si ferma un attimo.
La osservo dal mio studio mentre si sposta da una stanza all'altra, ammirando ogni dettaglio.
Ho lavorato con Osman affinché questa villa fosse perfetta, un luogo che potesse rappresentare la nostra nuova vita insieme.
Abbiamo scelto ogni cosa con cura, ma c'è ancora una stanza che non le ho mostrato.
Dietro di me, nascosta da una porta ben camuffata nel controsoffitto, c'è una mini spa con idromassaggio.
Uno spazio segreto, solo nostro, un rifugio dove poterci abbandonare senza freni.
Mentre la vedo attraversare il salone, un sorriso soddisfatto mi sfugge.
Già solo nella camera da letto Norah sembrava emozionata e stupita,posso solo immaginare come reagirà quando le mostrerò questa stanza speciale.
Mi immagino lei che si immerge nella vasca idromassaggio, circondata dal vapore e dalla luce soffusa.
I pensieri si fanno intensi, scivolando in fantasie che mi riportano a tutto quello che abbiamo vissuto insieme.
Mentre mi perdo nei miei pensieri, Osman entra nel mio studio con espressione seria.
Mi riporta subito alla realtà, parlandomi del desiderio di mio padre di organizzare un incontro.
Un incontro non solo con me, ma anche con Norah.
La sua richiesta mi irrita, ma so che è una cosa che dobbiamo considerare. Non possiamo sottrarci alle decisioni del circolo, almeno non ora.
Ogni mossa che facciamo deve essere calcolata, e forse un incontro potrebbe servire a calmare un po' le acque.
Osman discute con me delle insicurezze e dei rischi di questo incontro, ma non facciamo in tempo a valutare tutte le opzioni che Norah fa il suo ingresso, con due tazze di caffè in mano.
Le porta con delicatezza, servendo prima Osman e poi avvicinandosi a me.
Appena le prendo la tazza dalle mani, la attiro dolcemente a me, dandole un casto bacio sulla fronte.
È un gesto semplice, ma un modo per dirle quanto apprezzi tutto ciò che fa.
Osman invece pare non pensarla così,fa dei finti conati di vomito e Norah ride di sottecchi.

"Grazie."

Sussurro, e lei mi sorride timidamente.
Norah mi chiede se Osman resterà a cena con noi, e io annuisco.

"Sì, stasera dovremo parlarne con te. Ci sono alcune decisioni che dovremo prendere insieme."

Lei annuisce, comprendendo il sottotesto delle mie parole, e si allontana per tornare a esplorare la casa, lasciandomi con Osman.
Torno a discutere dei dettagli dell'incontro e delle disposizioni di sicurezza.
Non posso permettere che Norah sia in pericolo, ma allo stesso tempo so che questa è una prova di forza che il circolo si aspetta da me.
La sera arriva rapidamente, e poco dopo ci riuniamo tutti nella sala da pranzo.
Norah ha preparato la tavola con un tocco delicato ma elegante, e c'è una sorta di atmosfera sospesa nell'aria, come se sapessimo tutti che quella cena avrebbe portato a discussioni importanti.
Parliamo del più e del meno per un po', ma Norah non tarda a notare la tensione nei nostri sguardi.
La conosco abbastanza bene ormai, e so che non si tirerà indietro da questa conversazione.
A un certo punto, poso il bicchiere e fisso Norah negli occhi, cercando le parole giuste.

"Amore, dobbiamo parlare di qualcosa di importante."

La sua espressione cambia, diventando seria e attenta.

"Mio padre vuole organizzare un incontro con noi.
Vuole vederti di persona, parlare con te."

La sua reazione è misurata, anche se noto un'ombra di preoccupazione nei suoi occhi.

"E tu cosa ne pensi, Burak?"

Chiede Norah con voce calma.
Esito per un attimo, ma poi stringo la sua mano sotto il tavolo.

"Penso che potrebbe essere necessario.
Il circolo è in subbuglio, e per quanto possiamo desiderare una vita tranquilla e indipendente, ci sono dinamiche che non possiamo ignorare.
Voglio che siamo liberi da queste catene, ma per arrivarci dobbiamo percorrere questa strada insieme."

La tensione si allenta leggermente mentre continuiamo a parlare.
Norah è determinata e forte, e ogni volta che affrontiamo queste difficoltà insieme, il mio rispetto e il mio amore per lei crescono.
Quando finiamo di discutere dei dettagli, Osman si alza per salutarci e lasciare la casa.
Ci stringiamo la mano, e nel suo sguardo noto una punta di approvazione.
Sa quanto questa decisione sia difficile per entrambi, ma è anche consapevole che è un passo necessario.
Rimaniamo soli, il silenzio della casa si mescola con il fruscio delle tende che si muovono leggermente nella brezza notturna.
Norah mi guarda, il viso leggermente corrucciato.

"Non devi fare tutto questo da solo, Burak.
Sono qui per te, qualunque cosa accada."

La guardo, il cuore gonfio di affetto e desiderio.

"Lo so.
Ed è per questo che faremo questo passo insieme."

Ci alziamo dal tavolo e, senza bisogno di parole, ci dirigiamo verso la nostra camera.
La stanza ci avvolge in un'atmosfera calda e accogliente, e chiudo la porta dietro di noi, lasciando fuori le preoccupazioni e le tensioni.
Mentre Norah si spoglia, i suoi movimenti lenti e delicati mi catturano.
Non riesco a staccare gli occhi da lei, la sua bellezza è disarmante, e ogni giorno che passa mi ritrovo sempre più stregato.
Lei si avvicina e mi circonda il collo con le braccia, lo sguardo pieno di fiducia e passione.

"Siamo insieme in tutto, Burak."

Sussurra, e sento il calore delle sue parole diffondersi nel mio corpo.
La prendo tra le braccia e la porto verso il letto, dove ci sdraiamo abbandonandoci l'uno nelle braccia dell'altro.
In questo momento, nulla conta se non noi due.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora