Capitolo 52

164 13 2
                                    

Pov's Norah

Sono letteralmente accecata dalla rabbia.
Ci risiamo.
Lo seguo dentro e il freddo gelido ci accoglie, penetra violentemente sulle ossa.
Cavolo, se già fa così freddo ora,non oso immaginare stanotte.
Ha deciso di ibernarmi?
Lui continua a parlare in maniera furiosa,al telefono.
Mette paura a tre quarti della popolazione eppure so che non è questo il Burak,vero è proprio.

"Portami tutto ciò che ti ho scritto, non deve mancare nulla, non intendo spostarmi per oggi e domani."

Si pizzica il naso con le dita e cerca di non essere scorbutico.
Gli risulta davvero difficile, essendo che lo è il novantanove percento delle volte.

"Perfetto, grazie.
Ci vediamo tra poco Taylor."

Aggancia e scaraventa il cellulare sul divano.
La casa è piccolissima,accogliente.
Dalla grande vetrata, penetra la luce creando un panorama montano, bellissimo da vedere.
La cosa che più mi piace è il camino,posto di fronte al divano.
Spero che lo accenda, sto letteralmente congelando.
Sono davvero in imbarazzo, Burak cammina verso una stanza e io resto ferma.
Il silenzio e la quiete che dona questo posto è sensazionale, riesco a sentire persino i miei pensieri.

"Norah vieni, ti mostro la casa."

Burak mi fa riprende dai miei pensieri.
Noto subito il cambiamento su di lui.
Si è tolto la camicia, per mettersi un pullover nero.
Cavolo.

"Da questa parte.
Vieni."

Sembra davvero una proposta a doppio senso.
Il suo sorriso stampato in faccia,non scompare.
L'aria tirata di poco fà,è andata via completamente.
Come la camicia.

"Da queste parte c'è la tua camera da letto."

Entra e mi fa spazio,lo raggiungo e mi metto di fianco a lui.
Non avevo mai visto così tanta bellezza.
Confortevole,il grosso letto posto a destra,occupa quasi tutta la stanza.
Continua a mostrarmi gli interni della cabina armadio,stracolma di vestiti.
Ha svaligiato un negozio!
È pazzo.
Il bagno all'interno della stanza mi aiuterà a non uscire,se non per lo stretto necessario.

"È piccola,però credo vada bene.
Da questa parte c'è un altro piccolo bagno per gli ospiti, da quest'altra parte c'è uno studio dove potrai lavorare tranquillamente."

Annuisco e faccio finita di osservare con interesse,mentre lui si muove nel piccolo corridoio.
Io, in realtà vorrei scomparire.
Chissà cosa sta pensando in questo momento.

"Ed infine hai già visto il salotto,di qui c'è la cucina.
Non appena Taylor porterà la spesa,potrai sistematela come vuoi."

Le sue guance sono leggermente arrossate.
Si aggiusta il ciuffo e apre il frigo.
Estrae una bottiglia di vino bianco e si gira.

"Ne vuoi un po'?"

Perché continua a comportarsi così?
Tutti questi inviti mi stanno letteralmente facendo diventare un peperone.
Sta cercando di rompere l'aria tagliente,non mi piace tanto il modo in cui lo fa.
Mi rende nervosa.

"Grazie,uno."

Continuo a girarmi attorno e osservo i colori caldi di questo posto, la cucina e anche essa di dimensioni contenute ma ha tutto il necessario per vivere e godersi questa piccola casa rapita dal bosco.

"Tornando alla tesi, ottimi punti di vista.
Hai fatto centro oggi, è stata la prima cosa che ho pensato.
Quando ho visto il cadavere sospeso,mi sono chiesto subito come avesse fatto.
Credo che almeno su qualcosa, siamo d'accordo."

La tesi, cavolo.
Devo al più presto concludere il tutto, e spedirlo alla professoressa Campo.

"Ti ringrazio.
Ho dedotto anche io sin da subito che la versione non quadrava.
Analizzando il suo corpo è un tipo che si è divertito parecchio con la droga.
Ho trovato persino dei buchi, tra le dita dei piedi.
Davvero inquietante pungersi in un posto così sensibile,però gli ha facilitato di non essere beccato facilmente ai controlli.
Non trovi sia strano che un tipo che minimizzava ogni cosa, si sia ucciso?
Per lo più, come lo ha fatto? "

Lui ride sotto i baffi, so che ha già costruito il tutto.
Anni e anni di esperienza.
Probabilmente lui gli avrà già detto tutto all'insegnante Campo, chissà la iena cosa si aspetta ora.
Burak, mi osserva con occhi strani.
Non l'ho mai visto osservarmi così.
Mi guarda,come se fosse incantato.

"Cerca, che trovi.
Sei a buon punto, vai più affondo.
Sono le quattro, se hai fame, ti puoi preparare qualcosa.
Io mangio per cena."

Burak scompare completamente nello studio, mi lascia come un idiota con il bicchiere per aria.
Lo porto alle labbra e lo scolo velocemente.
Stronzo.
Non volevo mica che mi dicesse la vicenda.

"Taylor, porta subito il cibo.
Abbiamo già, aspettato molto."

Sento la sua voce arrabbiata, prima che si sbatti la porta alle spalle.
Di nuovo cambio di umore.
È letteralmente pazzo.
Mi sposto nel soggiorno e mi avvicino vicino al camino.
Non intendo gelare.

"Dannazione."

Una scheggia di legno, si è conficcata nel mio indice.
Continuo a gettare la legna nel camino e afferro un cubetto accendi fuoco, mi appresto ad accenderlo e piano piano, si sviluppa un flusso di aria calda.
Finalmente.
Non ho intenzione di muovermi da qui,prendo la mia borsa con tutti gli appunti e mi piazzo sul divano.
Pesco anche un cerotto e l'avvolgo nel indice infortunato.
Lo curerò dopo,non intendo disturbare.
Burak probabilmente sta usando lo studio e non vuole che gli stia attorno.
Scorbutico,non capisco perché mi dia così fastidio il fatto che mi abbia offerto da bere per poi avermi,piantata li.
Prendo gli appunti e incomincio ad analizzare il caso di Howell.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora