Capitolo 59.

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Pov's Burak

È davvero strana, più di quella donna che ha chiamato in piena notte.
Chi è?
Cosa vuole?
Lei perché era così agitata?
Cosa mi nasconde?
Afferro il telefono con forza e chiamo Osman.

"Dove sei finito?
Tuo padre non lo sopporto più."

Non avevo dubbi che mio padre stesse rompendo le scatole a chiunque per capire cosa stia facendo.
Con Osman non ci riesce mai,nonostante lo faccia vivere in perenne tormento.

"Calmati, come procedono i lavori?
Io sto lavorando sull'affare, non è per niente facile,credimi.
Una rottura di coglioni in più."

Osman ridacchia e come suo solito incomincia con le sue battute infantili, non fanno nemmeno ridere suo nonno di novant'anni.

"Tornando ai discorsi seri.
So che riuscirai a domare questo affare.
Dovrebbero incominciare con la pittura, quindi smuoviti a scegliere i colori.
Il tempo corre, fratello.
Stai per sposarti."

Continua a ridere a crepapelle, non riesce a smettere di farlo.
Deve ringraziare che è molto distante da me.
La parola domare e il nome Norah, non posso nemmeno stare nella stessa frase...figuriamoci domarla.
Mi odia.
Ed il sentimento è reciproco.

"Cerca di fare meno lo spiritoso.
Piuttosto, penso che inizia la guerra non appena capiranno il nostro intento."

La risata gli muore in gola.
Bene, adesso si ragiona.
Norah avrà una parte fondamentale in tutti ciò.
Dipende da lei.
Odio dover dipendere da una donna.

"Ci sto già pensando, non occorre che me lo ricordi.
Sarò lieto di mettergli un tappo in bocca a tuo padre.
Mi darai questo onore"

Bene, anche se non siamo assieme,lui non si ferma.
Continua sempre alla ricerca del tesoro perduto.

"Oggi andrò a scegliere i colori per le pareti.
Tienimi aggiornato sugli spostamenti di mio padre.
Controlla anche come stanno andando i locali."

Riaggancio e tiro un sospiro di sollievo.
Ci riuscirò.
Il rumore assordante che producono dei tacchi,mi distrae completamente dai miei pensieri.
Cosa ci fa con i tacchi di primo mattino?
Mi giro e resto estasiato.
Norah,in tutto il suo splendore fa capolinea in cucina.

"Abbiamo un affare urgente."

Quante caspita di personalità ha?
Sapevo che una donna avesse mille sfaccettature ma non pensavo che il cambiamento si potesse attutire in cinque minuti.
Sembra totalmente un altra persona.
Una donna d'affari.
Bene, finalmente ha messo da parte la bambina che vive in lei.
I suoi lunghi capelli sono raccolti totalmente in una coda di cavallo,i suoi occhi sono truccati, il suo abbigliamento è totalmente diverso da quando l'ho conosciuta.
I pantaloni neri,eleganti fasciano le sue cosce, una camicetta bianca lascia la giusta scollatura per poter spingerti ad una certa immaginazione.
Sembra avermi letto nel pensiero perché istintivamente abbottona la giacca che poc'anzi lasciava la vista della camicetta bianca.

"'Mi stai ascoltando?"

Come potrei ascoltarla quando non fa altro che urlarmi addosso?
Cosa è cambiato adesso?
Con quale Norah, sto parlando?

"Ti ascolto."

Deglutisco con forza e aspetto le nuove,novità.
La notte evidentemente gli porta consigli.

"Bene, accetto il tutto senza più fare storie.
Sai benissimo che tanto ciò che dirò rispetterai, viceversa io."

Sono confuso e incazzato a dismisura.
Cosa c'è sotto?

"Sembra che ci sia dell'altro, Norah."

Non riesco a tenere la lingua a freno e lei il suo corpo, che la tradisce senza nemmeno tanti sforzi.
È impaurita.

"Sei astuto Burak.
C'è dell'altro,ovviamente."

La sua voce risuona in maniera sexy.
È talmente delicata e soave che riesco a malapena a percepirla.
D'altro canto sapevo già che c'era sotto qualcos'altro.

"Ti ascolto."

Cerco di non guardarla,non voglio che si fermi.
Ci dobbiamo fidare a vicenda.

"Dobbiamo aggiungere,qualcosa a questo patto.
Dovremmo salvare una terza persona.
Altrimenti sarò costretta ad annullare tutto."

Ancora con la storia di tirarsi indietro.
Gioca a fare la dura e poi sotto sotto trema.

"Smettila di ripeterlo in continuazione.
Ti ho già spiegato che ci sposeremo.
Vuoi o non vuoi."

Lei cammina e si pianta di fianco al mio sgabello.

"Smettila di decidere per me.
Ti ho già detto tutto.
Prendere o lasciare."

Sono stufo di starla a sentire.
Può sentirsi adulta quanto vuole ma la verità è che non riesce a comportarsi da tale.

"Chi sarebbe?
Norah, la mia pazienza ha già raggiunto quasi la fine.
Smettila di giocare in questo modo.
Ci stiamo quasi per avvicinare a questo maledetto giorno,tu pensi ancora di poterti tirare indietro?"

Annuisce velocemente senza nemmeno farmi terminare il discorso.
Mi sono stancato di lei e della sua famiglia.
Dovrei farli fuori e levarmeli dalle palle.

"Non te lo starei chiedendo se non fosse importante.
Burak, è fondamentale.
Non voglio che nessuno si faccia male."

Continua a fuggire lei stessa dal discorso.
Chi sta nascondendo?

"Pensi che se fosse facile salvare una persona,non lo farei?
Guardaci un po'.
Siamo costretti a nasconderci, grazie a tuo padre,perché altrimenti ti trova.
Sto facendo il possibile per evitare che succeda e tu mi chiedi di metterci al rischio per salvare un altra persona."

Si sta innervosendo, quando succede alla fine finisce sempre per riportarci al silenzio glaciale.
So già che mi aspetteranno giorni di silenzio.

"Mio padre la ucciderà, se non la salviamo.
Sto parlando di Fanny, la signora con la quale hai parlato poco fa.
Ricordi?
Quando ti sei permesso di rispondere al mio cellulare senza il mio consenso."

Ancora mi accusa di aver risposto al suo cellulare.
Cercavo solo di non disturbarla, ho visto con i miei occhi la fatica e la disperazione con la quale,tenta di dormire.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora