Capitolo 55

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Pov's Burak

Esco dalla doccia,mi asciugo il corpo e avvolgo l'asciugamano attorno alla vita.
Sono davvero esausto,mi ci vorrebbe una bella canna.
Sto cercando di evitare di fumare, solo perché non sarei in grado di darmi una controllata,dopo.
Ho lasciato Norah completamente impaurita nel divano del soggiorno.
Spero non si addormenti, voglio assolutamente liberarmi di questo peso che porto.
Voglio aprirmi a lei, dovrò trascorrere parecchio tempo in sua compagnia.
Quindi prima che mio padre gli dica determinate cose, voglio sapere se posso fidarmi.
Non voglio diventare cattivo con lei.
Afferro il pantalone della tuta e la maglietta intima, li indosso ed esco.
Lascio il ciuffo bagnato, prenderò fuoco dopo solo cinque minuti davanti il camino.

"Anche io ho mandato tutto alla professoressa Campo, aspetto eventuali correzioni.
Vedremo,ci aggiorniamo."

Blocca il cellulare e continua a scorrere i programmi in tv.
Avanzo verso il divano e Norah istintivamente si sposta ancor di più dalla sua parte.
Chi era?
Con chi si scambia messaggi?
Per caso il dottore Parma, dei miei stivali si è rifatto vivo?
Non vedo l'ora di dirgli che è mia moglie.
Lo metterò per sempre k.o, non può disonorare il suo titolo nel nostro clan, a meno che non sia io a deciderlo.

"Non riesco a trovare nulla, vuoi scegliere tu?"

Norah pesca la bottiglia di vino che si è portata dietro e si versa un bel bicchiere del liquido giallino.
Bene, la serata promette bene.
Non posso fumare,quanto meno posso bere.
Credevo che con lei non erano concesse bevute di alcolici su un divano.
Il fatto che si imbarazza non mi fa capire del tutto se in fondo in fondo, gli piace o meno.

"Tappa gli occhi e vai."

Scosto le coperte e mi piazzo di fianco a lei.
Mi adagio anche io alla spalliera e lei chiude gli occhi.
Mi sistemo sotto le coperte, noto solo adesso il suo pigiama in raso nero
A dire il vero, non avevo minimamente visto cosa aveva preso.
Si è appallottolata tutto in mano e quando è uscita dal bagno si e fiondata sotto le coperte.
Davvero timida, io un po' meno.
Mi eccita da morire, è davvero la tentazione più inebriante che abbia mai provato.
Mi manda in botta, più di qualsiasi cosa.
Il mio sangue in corpo bolle,sento caldo da per tutto.
Devo distarmi.

"Forza,spostati con la freccetta a destra e quando vuoi pigia sul pulsante centrale."

Lei sembra pendere dalla mie labbra, con una mano si tira su la coperta sino alle spalle,con l'altra tenta di scegliere un film decente.

"Ok, ci vedremo questo."

Parla euforica ma gli muore subito la voce quando vede il film horror, comparire sulla tv.
Davvero,ha un attrattiva per le cose terrificanti.
Deglutisce con forza e tenta di parlare.

"Se non ti piace possiamo cambiare.
Che ne pensi?"

Assolutamente, non cambierò.
Vedremo quanto è coraggiosa.
Mi piace stuzzicarla, lo fermerò dieci minuti dopo.
Norah arriccia il naso e si abbandona sconfitta alla spalliera.
Spengo le luci e alzo il volume della tv.
Si guarda attorno,la pioggia continua a scendere velocemente e sembra essere nervosa.
Faccio finta di non prestargli attenzione, continuo a guardare indisturbato il film.

"Oddio no."

L'urlo di Norah,mi fa sussultare.
Tira a più non posso le coperte sopra la sua testa.
Davvero stramba.

"Norah.
Calmati,è un film."

Sto per toccare la sua testa ma il suo sguardo di fuoco, basta e avanza a fermarmi.

"Cambialo,non mi piace.
Anzi ho proprio sonno,mi addormento
Notte."

Si corica e mi da le spalle.
Davvero insopportabile, vorrei urlargli contro solo per il gusto di deriderla.

"Bambina permalosa."

Sussurro ma so di essere stato sentito, sbuffa interrottamente ma non osa proferire parole.

"Pallone gonfiato da due soldi."

Ho sentito bene?
Mi ha appena dato del pallone gonfiato?
Ho sempre ricevuto complimenti dalla donne, lei invece non fa altro che offendermi gratuitamente.
Eppure quando sono vicino a lei, posso sentire la carica di adrenalina che scorre tra noi.
Oppure è ciò che sento io?
Cosa sento?

"Devo parlarti, girati."

Tento di essere gentile, ma ovviamente mi esce in maniera perentoria, quasi come se fosse un comando.
In effetti comando io, comanderò ancor di più dopo il matrimonio.
Non sa ancora ciò che l'aspetta, soprattuto in presenza di terze persone.
Le donne sono considerate il nulla.
Non avrà nemmeno il diritto di replicare a ciò che gli viene detto?
Non posso immaginare altro, non esiterà a rispondere a mio padre che di conseguenza serberà per lei tutto il male che possa esistere.
Ho provato quel male, svariate volte su di me.
Non permetterò a nessuno di provocarlo su di lei, tenterò in tutti i modi di tenerla al sicuro.
Sarà compito suo, stare in silenzio.

"Non ho voglia di parlare.
Lo faremo domani."

Continua a rimanere girata, odio quando non mi ascolta.
Ogni volta è sempre così, prima di fare qualcosa che le chiedo, devo opporsi senza sosta, per poi cedere  quando capisce che non potrà avere altra scelta.

"Perché ti comporti come una bambina?"

Si gira di fretta e furia e involontariamente con i suoi capelli mi colpisce il viso.
Un forte profumo di vaniglia mi entra nei polmoni.

"Non sono assolutamente una bambina,smettila di chiamarmi così.
Ti appaga?"

Sgrano gli occhi a più non posso e corruccio la fronte.
Cercavo solo di mettere in chiaro i suoi atteggiamenti da bambina.
Non ama essere considerata tale, anche se lo è.
Lo è, eccome.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora