Capitolo 41

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Pov's Burak

Nella vita mi sarei immaginato di tutto, ma non di imbattermi nel cammino di una donna così introversa.
Ho cercato in tutti i modi,di convincerla a non venire, non smetteva più di dirmi di voler tornare,è rimasta zitta per tutto il percorso di rientro.
Il sole sta tramontando e l'ansia sta aumentando.
Non so cosa mi aspetta stasera, il rischio nella quale incorrerà Norah, se non smette di comportarsi come una bambina,mi farà uscire fuori di testa.
Tanto quanto il pensiero che si pone se dovesse trovare l'amore, qualora convoleremo a nozze.

"Finalmente siamo arrivati."

Norah cerca di catturare la mia attenzione,io sono letteralmente angosciato.
Non vedo l'ora di chiamare Osman per capire tutto ciò che sta succedendo.
Non posso correre il rischio che la trovino, ancor di più non devono capire che è sotto la mia protezione,sino quando lei stessa non si renderà conto che la sua famiglia la sta gettando in pasto a quei uomini depravati.
Malati e sadici, non sarò da meno,ma non sono come loro, a me non interessa la merda che fanno.
Io se potessi me ne tirerei fuori all'istante.
Mio padre però si ostina a non demordere, quindi devo ottenere tutto il potere per fare ciò che voglio.
Da questa merda non si può uscire, ma si può cambiare.
Determinati circoli viziosi, li interromperò subito non appena avrò ottenuto il potere necessario.

"Norah, ho una casa in montagna, molto discreta,puoi starci sino a quando non prenderai una decisone.
Li sarai al sicuro, nessuno verrà a disturbarti."

Come se bastasse spedirla in montagna per nasconderla.
Lei non si fermerà, ho capito che lei ed i problemi sono come due calamite.
Si attraggono.
Peccato che il mio temperamento non è a livello infinito, tutta la giornata ho temuto di esplodere da un momento a l'altro.
Il suo comportamento da ragazzina, mi irrita parecchio.
Sa il fatto suo sicuramente,però vorrei che guardasse con obiettività i problemi.
Cos'altro gli serve per capire che la sua famiglia, non vuole ritrovarla veramente, che gli vogliono solo rovinare la vita.
La sua ingenuità mi colpisce di continuo, odio dovermi scontrare con lei.
Il suo volersi appigliare a qualcuno non è per opportunismo è semplicemente la paura di non essere abbastanza forte da poter affrontare questa guerra da sola.
La sua età probabilità, non le ha concesso di farsi un bagaglio di vita,avrà parecchio da mettere in discussione adesso,sarà tosta.
Lo vedo nei suoi occhi, il suo sguardo ormai è perso.

"Assolutamente no,alloggerò in un Hotel,esistente."

Fa sempre l'opposto di ciò che dovrebbe fare, questo continuo sfidarmi,le piace infondo.
Ho semplicemente vuole farmi incazzare perché non mi sopporta.
Alle volte mi guarda con occhi da cerbiatta, posso scommetterci, altre con disgusto...specialmente quando si parla della mia età.
Sono tredici anni più grande di lei, io non ci trovo tutto questo problema da far scandalo.
Sono così vecchio?

"Assicurati di cercare su google, così vai al sicuro."

So di essere stronzo,se le cerca però.
Deve capire la sua imprudenza nel non informarsi su dove sta andando.
È come accettare le caramella da uno sconosciuto.
Sbagliato,imprudente e lei sembra esserlo abbastanza.

"So badare a me stessa,grazie Burak."

Pronuncia il mio nome calcandolo, ho oltrepassato il limite.
Si è incazzata nuovamente.

"Ci sentiremo non appena avrò fatto le mie ricerche,nel frattempo cerca di starmi il più lontano possibile."

Non appena lo yacht è totalmente fermo si precipita per scendere.
Sta sfuggendo in un paese sconosciuto,pur di allontanarsi da me.
Codarda,bambina e rompi palle.
Non la rincorrerò ovviamente,se pensa di cavarsela da sola,ben venga.
So dove andrà.
Afferrò il cellulare dalla tasca e chiamo Osman.

"Pensi di fare in tempo?
Stiamo per andare all'incontro."

La sua voce è fredda.
Come se fosse successo qualcosa, solitamente è scherzoso.
Sento in sottofondo la voce di mio padre.
Ecco spiegato il tutto,è incavolato nero, per la mia assenza.

"Arrivo,devo parlarti.
Facciamo strada insieme."

Chiudo la telefonata e chiamo subito Valentine, ho bisogno del suo aiuto.
Mi appresto a scendere,esco dal cantiere navale il prima possibile.

"Signor Burak?"

Finalmente risponde e subito tento di spiegargli la situazione in cinque minuti.

"Ho installato un mini microchip,nel cellulare di Norah, ti passerò le coordinate.
Seguila e non fartela sfuggire."

Okey, se lo scopre sono fottuto e non si fiderà più di me.
Già non si fida,figuriamoci.
Condivido a Valentine le cordoniate del microchip e sfreccio a tutto gas verso la casa di mio padre.
Se avesse accettato adesso avrebbe  il culo nel sedile, accanto al mio.
Ovviamente si ostina a fuggire sempre.
Quando capirà che tanto non potrà scappare per tutta la vita,tornerà.

"Amico,cerca di rallentare un po' prima, la prossima volta."

Idiota,siamo cugini ma la moda lo spinge a chiamarmi con tutti questi cavoli di nomignoli che si inventano.
Specialmente le coppie fidanzate, ne usano davvero parecchie amore,vita,sangue,tesoro,cuore...è davvero sconcertante.
Alla donna piace essere presa in giro probabilmente,vedremo.
Ho dovuto rubare il suo cellulare nel pieno della notte,mentre continuava a rigirarsi nel sonno,per infilargli un microchip, assurdo.
Questa donna mi rende davvero, un essere malvagio.
Più non voglio che si cacci nei guai,più lei si ostina a fare tutto ciò che la mette in pericolo.
Davvero estenuante, non oso immaginare se accetta la proposta cosa dovrò, subire.
Spero solo non oltrepassai mai il limite,Norah. 
Altrimenti sarebbe un bel problema.

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