Capitolo 14

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                                                                                Tutto confuso

Pov's Norah 

Cammino nel freddo gelido della notte, cerco di coprirmi il più possibile con il mio capotto ma con scarsi risultati.
Incomincio a rimpiangere la vita che in un certo qual senso, conducevo.
O forse, non del tutto.
Sono sola stanca di tutto e di tutti.
La mia famiglia, il dottor Parma e soprattutto Aslan Burak.
I suoi atteggiamenti strani, non mi convincono per nulla, ho capito che sa essere il primo in tutto.
Ho appreso che tra Parma e Aslan, non corre buon sangue, sembrano due bambini che fanno i dispetti l'uno all'altro.
Questa situazione mi sta letteralmente schiacciando.
Con quale faccia domani, mi presento davanti Ali?
Certo, è lui ad essere stato civettuolo nei miei confronti, il suo fascino non è dispiaciuto.
Se avessi saputo che era padre di figli e marito di qualcuna, mi sarei approcciata diversamente.
Mi sento in colpa per essermi sentita per un attimo, una quindicenne quando si è mostrato con la sua gentilezza facendomi sentire apprezzata.
Stento ancora a crederci, non bisogna giudicare un libro dalla copertina.
Tento sempre di non farlo, ma ogni qual volta resto fregata.


Pov's Burak

La mia ossessione per questa ragazza, mi giocherà dei brutti scherzi.
Riesce a mandarmi fuori, più di una fottuta tirata di droga.
Non capisco, ho la costante voglia di averla attorno, di studiarla e analizzarla.
Sembra che ci sia un muro che non mi permette di abbattere.
Mi eccita davvero parecchio la cosa, al tempo stesso però vorrei capire cosa sta sopportando.
L'ho trattata di merda, so di essere un medico molto esigente, ma so anche essere un capo audace.
Deve ringraziarmi, altrimenti si troverebbe sul serio senza un lavoro.
Ecco le famiglie per bene, ti crescono, ti nutrono e non appena ci vai contro ti mettono fuori alla porta.
La sua famiglia distinta, non si è preoccupata due volte a farlo, mentre il fratellone avvocato che smercia droga, se la vive tranquillamente con la sua puttanella.
Alla faccia della famiglia perfetta.
Il telefono squilla e prontamente rispondo.

"Osman, dimmi tutto."

Non occorrono i giri di parole con lui, so già cosa mi dirà.

"L'aereo parte domani per le 13.00
Non appena atterri qui in Turchia, tuo padre vorrà vedere subito te.
Stanotte procediamo con il piano, le voci corrono."

Bene, ogni tanto qualcosa di positivo.
Il tempo stringe e la rivolta in Turchia si avvicina.
Ultimamente, molti clan fanno i capricci, stanno complicando più di quanto pensassi la situazione.
Devo assolutamente escogitare un piano, il resto sarà una giocata.

"Ok, perfetto.
Fai preparare la casetta in montagna, li faremo alloggiare Norah."

Sento Osman affogarsi con qualcosa, cerca di riprendersi e tossisce ancor di più.

"Sei riuscita a convincerla?"

E' sbalordito, lo sono anch'io perché so che in entrambi i casi si convincerà.
Quindi, prima si abitua all'idea di sentire il suo nome spesso, meglio sarà.

"Quasi, le donne sono difficili, lei è una di quelle.
Devo prima farla uscire da questo posto, poi la convincerò, non appena saremo in Turchia."

Ride, non riesce a controllarsi, deve ringraziare che ci separano un bel po' di chilometri.

"Burak, con tutto il rispetto ma questa è l'assurdità più assurda che io abbia mai sentito.
Come cazzo pensi di convincerla a sposarsi con te?
A dirgli, sai oltre al medico legale ogni tanto mi dedico a qualche lavoro extra di droga.
Che cazzo ti sei fottuto il cervello?
Pensavo che ti fosse passata quest'idea."

Ci sia mai una volta che sia d'accordo sin da subito con me.
Il paladino della giustizia ovviamente deve sempre dire che è sbagliato, che non devo farlo, che devo accettare tutto ciò che mio padre vuole.
A fanculo, rischio di pagarne le conseguenze, ma questa partita la gioco come voglio io.
Non correrò il rischio di sposarmi la figlia di nessuno dei componenti della mafia, non sposerò nemmeno nessuno che mio padre dica o voglia.
Piuttosto mi beo dei suo scleri mentali non appena conoscerà Norah.
Ho già a che fare con suo fratello, adesso con la sorella perciò mancavano solo le nozze per far parte di questa meravigliosa famiglia.
Un avvocato e tre medici, fanno comodo in famiglia.

"Non cambio idea, non voglio più parlarne.
Correrò il rischio, vedremo cosa uscirà fuori."

La sua voce esasperata continua imperterrita ad uscire fuori dal mio telefono.
Davvero stressante, ho già troppi pensieri per la testa.

"Non è un fottuto gioco.
Te ne pentirai, Burak."

Sempre la solita storia, le solite parole e i soliti arogomenti...sicuro non soffre di breve memoria?
Probabilmente sarà cosi, ma non me ne fotte più un cazzo di ciò che vogliono gli altri.
Non mi farò persuadere da lui, non questa volta.
Voglio dargli un po' di problemi a mio padre, almeno la metà di quelli che lui riversa su di me.
Chiudo e lancio il telefono nel divano, afferro la polvere magica e mi avvicino al tavolino, distendo bene una striscia e appallottolo una banconota.
Mi chino e con una mano mi tappo una narice e con l'altra sniffo.
Ne avevo proprio bisogno.
L'adrenalina che scorre nelle vene e la sensazione più appagante dopo una giornata di merda.
Il mio lato oscuro è riemerso, non riesco a essere lucido quando lo sono, non mi piace.
Voglio solo che mio padre mi lasci in pace, voglio vivere una vita migliore di quella che è disposto a darmi lui con i suoi giri sporchi.
Cazzo.
Mi distendo nel divano e cerco di liberarmi la mente, voglio pensare ad un piano plausibile.
So di star portando al fondo anche lei, ma alla fine gli permetterò di vivere al tempo stesso.
Otterrà tutto ciò che vuole, avrà tutto ciò che vuole.
Deve solo farsi infilare quel cazzo di anello e far si che subito dopo la cicogna ci lascia un marmocchio.
Sarà cosi complicato domarla?

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora