Capitolo 37

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Pov's Burak

Sono rimasto sveglio tutta la notte, Norah nonostante dormisse continuava a blaterare frasi incomprese.
Si girava e si girava in continuazione, la situazione nella quale è,la turba parecchio.
Spero che accetti la mia proposta, non si dovrebbe complicare la vita,io al tempo stesso risolvo alcune questioni con mio padre.
Conviene più a lei che a me, alla fine sposerò a prescindire qualcuna, altrimenti mio padre scatenerà una guerra, quindi in un modo o nell'altro io convolerò a nozze.
Non posso più tornare indietro, non ho scampo.
Ho decido di prendermi la vita in mano, ho mio padre deciderà per sempre per me.
Ho solo bisogno di tempo.

"Buongiorno."

Mi giro e trovo Norah, poggiata nella portafinestra.
Si fa spazio sino a raggiungere i divanetti e si posiziona di fronte a me.
Ha un aria diversa, si è cambiata i vestiti, lisciata i capelli.
E' davvero bella, sembra ancora più piccola della sua età.
Il fatto che non si trucca, non mi dispiace, ormai è raro trovare una donna senza lo stucco in faccia.
Per fortuna che ci pensa la tintoria a smacchiare le macchie dei rossetti e varie cavolate.

"Buongiorno Norah, gradisci qualcosa?"

Scuote la testa e abbassa gli occhi.
Tira un grosso sospiro e incomincia a parlare a raffica.
Buongiorno un corno, angioletto.
Quale personalità di lei si è svegliata oggi?

"Grazie Burak, vorrei arrivare al dunque.
E' evidente che tu sai qualcosa che io non so, perciò è arrivato il momento di parlare.
Non mi interessa fare colazione, voglio discutere su ciò che hai da dirmi."

Non si è svegliata con il piede giusto.
La vedo complicata la situazione, vorrei capire se già sa qualcosa o meno.

"Come preferisci.
Partiamo dalla tua famiglia, cosa vogliono da te?
Perché ti inseguono?"

Norah sembra spazientita, non capisce il nesso delle mie domande.
Mi sta letteralmente fulminando con lo sguardo.

"Burak, dimmi cosa sai e finiamola qui.
La mia pazienza ha un limite, o parli
chiaro o me ne vado a nuoto.
Sai che non potrai fermarmi."

Non la lascerei andare, lo sa benissimo.
Deve ringraziare il suo bel faccino.
Mi ha stregato, cazzo.
Rimuovo subito questi pensieri di merda.

"Conosco la tua famiglia, io e tuo fratello ci conosciamo.
Conosco anche tuo padre e tua madre.
Insieme a tantissime altre famiglie siamo stati a cena svariate volte, poi non ho più aderito a questi incontri e non ho più rivisto tuo padre.
Con tuo fratello siamo in rapporti, ci sentiamo e collaboriamo assieme su un progetto. "

Certo un progetto, spacciare droga è una cosa lecita infondo.
La maggior parte della popolazione ne fa uso.
La sua faccia diventa di pietra, mi fissa intensamente.

"Loro sanno che sono qui con te?
Ti ha detto mio fratello di rapirmi?"
Perché non me lo hai detto prima che sapevi tutto? "

Parla con sdegno, si sente delusa ma è la verità.
Si fortificherà quando metabolizzerà la cosa, anzi le cose.
Abbiamo appena iniziato, mi appoggio comodamente alla spalliera e mi schiarisco la voce.

"Norah, non mettere più in discussione la mia pazienza.
Non osare darmi la colpa, non ti conosco nemmeno.
Non so chi sei, cosa fai, pensi che ti racconti la mia vita?
Ho cercato di essere gentile sapendo un po' tutta la situazione.
Ti ho sentita piangere e ti ho dato una mano, vedila come vuoi."

Picchietta le dita sul tavolo, riflette sulle mie parole.
So che se continuiamo cosi, non ci apriremo mai, non arriveremo mai ad una conclusione quindi o la va o la spacca.
Ho pensato tutta la cazzo di notte, per fargli questo discorso, spero che riesca ad ascoltarmi sino alla fine.

"Sono cresciuto in una famiglia di origine Turca, molto ricca, molto rigida ma soprattutto con delle regole.
La mia discendenza, tramanda da generazione a generazione la ricchezza, il potere e la capacità di avere tutto ciò che si vuole.
Ogni famiglia, ha la proprie usanze che costringono a mantenere o altrimenti succede il peggio.
Farsi rispettare è fondamentale, non hai possibilità di scelta.
Gli anziani, comandando i nostri padri e loro a sua volta muovono i fili con noi, è non possiamo sottrarci a questo destino.
Non sono ancora riuscito a uscirne, a breve spero di farcela."

Alludo al suo aiuto, ovviamente mi spianerà la strada.
Avrò il tempo di finire la mia casa, poi sarò io il padrone della mia vita.

"Per un breve periodo aveva smesso di starmi addosso, mio fratello finalmente aveva deciso di sposarsi, mio padre non ha avuto occhi solo che per lui e di ciò che ne avrebbe guadagnato.
Si è sposato, la famiglia si è allargata ma si fermerà se io non mi sposo.
Sua moglie non può avere figli, mia madre ha smesso di voler avere figli con mio padre, mia sorella e troppo piccola e mio padre vuole costringere me a sposarmi e allargare la famiglia.
Norah, è difficile spiegarti davvero tutto, con il tempo forse potrai capire a pieno, di cosa sono fatte le nostre vite.
Ti hanno sempre tenuta nascosta, come io sto tentando di fare con mia sorella.
Non voglio che mio padre, la convinca a sposare un uomo di affari, non voglio che gli rovini la vita, come ha fatto con la mia."

Norah è più sconvolta che mai, penso che al peggio non ci sia mai fine.
Più andremo a avanti, più lei sentirà la terra che le manca sotto i piedi.
Non è ancora pronta ad entrare in collisione con la realtà.

"Tuo padre vi costringere a sposare persone a caso?
Solo per un affare?
E' l'assurdità più assurda che abbia mai sentito."

Non per le nostre famiglie.
Gli affari, il lavoro vengono prima di tutto.
Senza soldi non si è nessuno, perciò occorre lavorare.
Senza l'amore puoi farne anche a meno invece, una vale l'altra.
Quando ne puoi avere tante, non ti accontenti di una sola, a meno che non sia un interfaccia.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora