Capitolo 18

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                                                                     Partenza folle

Pov's Norah

Tiro una boccata di sollievo, finalmente ho raccontato a Fanny, la nuova idea che hanno avuto. 

"Norah, hai fatto benissimo, in primis vai a fare il tuo lavoro, vedila cosi.
Sono opportunità Norah, per cosa stai lottando?
Non badare a spese, sai benissimo che tutto ciò che mi sono costruita è stato per te.
Sei e sarai sempre il mio fiorellino.
Torni stasera stesso a Milano, giusto?"

Odio che sia più avventuriera di me.
Questo è il mio lavoro, lo so benissimo che dovrò spostarmi in qualsiasi momento, però cosi è diverso.
Non voglio che a capo di questa mia esperienza personale ci sia Aslan Burak.
Per puro caso lo incontrato, ma per una mia decisione, preferisco tenerlo alla larga.
I tipi come lui, non portano a nulla di buono.
Basti pensare alla sua doppia personalità.
Medico legale e proprietario di un nitgh club.
Due mondi totalmente diversi, due settori totalmente diversi.

"Si Fanny, ma alla fine potrei continuare qui la specializzazione,con il dottor Parma.
Per lo meno, ho un tetto dove stare.
Un lavoro e soprattutto riesco a spostarmi a piedi tranquillamente.
Ascolta, vado oggi,solo per questa toccata e fuga.
Ne riparliamo, okey?"

Cerco di persuadere più me, che lei.

"Fiorellino, quando atterri fatti sentire.
Non farti prendere dal panico in aereo.
Divertiti con i morti."

Fanny scoppia in una risata sincera e io la seguo a ruota.
Interrompo la chiamata e tre paia di occhi, mi fissano sconcertati.

"Dottoressa Norah, aspettiamo solo lei.
Possiamo andare?"

Ovviamente, non riesce mai a stare zitto.
Deve per forza sottolineare, che aspettano sempre me.
Annuisco e sento subito le guance arrossirmi.
E' cosi autoritario, non lo sopporto.
Mi sento come se mi analizzasse tutte le volte che gli sto attorno.

"Avete tutto l'occorrente che vi serve?"

Patrick e Liam gli rispondono, io mi limito solo ad annuire.
Tenterò di non dargli assolutamente importanza, sarebbe capace di radiarmi solo per il gusto di poterlo fare.
Chissà come sarà la Turchia, speriamo riesca ad essere brava almeno questa volta.
Voglio dare il meglio di me, far vedere alla signora Campo,le mie potenzialità.
Siamo già in viaggio per l'aeroporto che non dista tanto da qui.
Per galanteria quei due imbecilli di Liam e Patrick, mi hanno ceduto il posto avanti.
Cosa davvero orribile, avere Burak al mio fianco, mi lancia sguardi fulminanti quando rido a qualche battuta di Liam.
Evidentemente il suo senso dell'umorismo, lo ha abbandonato.
Ci parcheggiamo dentro l'aeroporto e Burak, scende di fretta e furia dall'auto.

"Abbiamo un jet privato, avviciniamoci da questa parte."

Burak ci fa strada verso i terminali, ci controllano velocemente e ci lasciano passare per raggiungere il jet.
Caspita, sono nervosa.
Ho l'ansia a fior di pelle.
Anche Burak,sembra essere nervoso.
Si guarda attorno, non ci degna nemmeno di uno sguardo.
Afferra il suo telefonino e scrive velocemente nella testiera.
E' sposato anche lui?
Cosa cavolo me ne frega, dannazione.

"Prego signori, seguitemi pure."

Un signore di una sessantina d'anni, ci scorta verso lo jet.
Lo seguiamo tutti in assoluto silenzio, lui ci spiega che oggi il tempo è ottimale e che non ci possono essere complicazioni.
Speriamo, ho davvero paura che crolli.
E' più piccolo rispetto ad un aereo, sembra più sicuro.

"Prego, accomodatevi e buon viaggio."

Un hostess ci accoglie, sembra conoscere già Burak, conversano animatamente.
Io seguo Liam e Patrick che si spostano per prendere posto nei quattro sedili disponibili.
Lo jet è una sofisticata fortezza, ha ogni genere di dispositivo di sicurezza, tutte le comodità di lusso a disposizione per i passeggeri.
I soldi diciamo che non gli mancano, costa davvero una fortuna avere uno jet, specialmente di proprietà.
Ho letto Aslan fuori sul posteriore.

"Ci pensate che stiamo andando in Turchia?"

Liam è davvero euforico di partire, non riesce ancora credere che si trova su uno jet lussuoso che lo porterà in Turchia.

"Non essere cosi felice, stai andando a fare delle autopsie a dei cadaveri."

Sono di cattivo umore, vorrei scendere ed evitare di rovinare il loro entusiasmo.
I motori sono già accessi, tra non molto decolla e io ho una paura assurda.
Burak, non ha fatto ancora il suo ritorno, forse si è intrattenuto con l'hostess di prima.
Non mi importa, che se ne andasse a quel paese.
Sento la voce metallica che ci avvisa che stiamo per decollare, allaccio la cintura e mi osservo attorno.
Tento invano di liberare la mia mente, di non pensare al peggio e spero che atterri il prima possibile.
Sento il jet, che prende quota, avanza sempre più veloce sino a quando non spicca il volo in mezzo al caldo del mattino.
Il panorama è bellissimo, le cose sembrano minuscole, le persone che si muovono all'impazzata assomigliano a delle formiche microscopiche.
Continuo ad osservare come le nuvole assomiglino a dello zucchero filato.

"Ti piace?"

Salto in aria quando Burak, passando mi sussurra vicino l'orecchio.
Guardo nervosamente Patrick e Liam che si sono reclinati le rispettive poltrone e si sono abbandonati ad un pisolino.
Avrei dovuto seguire il loro esempio.
Burak, prende posto di fronte la mia poltrona, si siede e mi fissa.

"Intendi l'idea folle di volere sino in Turchia per dei casi?
Oppure intendi questo bellissimo spettacolo?"

Parlo a bassa voce per non disturbare i miei colleghi e nel frattempo resto a fissare il vuoto, mentre lo jet continua a volare.
Avverto ancora lo sguardo addosso di Burak, non si è spostato di un centimetro.

"Più la seconda, incanta anche me ogni volta."

Peccato che oggi te lo sei perso, ci terrei a sottolineare.
Resto zitta, perché altrimenti so che finirebbe in un dibattito.
Non che mi importi, ma non tollerò i cascamorti.
Non ho superato ancora il fatto del dottor Parma.
Voglio che recepisca, che dopo ciò che sono venuta a sapere, dovrà limitarsi semplicemente a spiegarmi le cose.
Non occorrono sorrisetti o frasi espresse per secondi fini.
Fine.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora