Pov's Norah.
La testa mi gira forte, un vortice di pensieri mi invade mentre rivivo ogni momento vissuto fino a oggi.
Come osa?
Come può quel viscido uomo pretendere ancora qualcosa da me, definirmi sua figlia?
Mi ha davvero trattata come una figlia, o come un oggetto di scambio da barattare per i suoi accordi meschini?
Ho sempre saputo che mi avrebbe usata per i suoi scopi, ma vederlo qui, disposto a distruggere la mia felicità pur di preservare il suo maledetto controllo, mi fa venire i brividi.
Mi chiedo se mi libererò mai di lui.
Se la mia vita sarà mai davvero mia.
E poi c'è Sanchez...
Non l'ho mai visto, ma so che è una delle figure più pericolose e prive di scrupoli del circolo.
Solo l'idea che mio padre volesse legarmi a lui, mi disgusta.
Come potrebbe definire tutto ciò un matrimonio?
Io e Burak, invece, siamo riusciti a costruire qualcosa di vero, di autentico, che nessun compromesso imposto dall'alto potrà mai rovinare.
Ora tutto è diverso.
Nonostante i dubbi, nonostante le difficoltà, sono diventata Norah Aslan, e mi sento più forte, protetta da questa famiglia che ha una presenza potente e salda.
Quando il padre di Burak ha parlato, dichiarandomi pubblicamente come sua nuora, è stato come se finalmente venissi accolta.
Accolta in una famiglia che forse non mi considererà mai fino in fondo una di loro, ma che almeno mi riconosce un ruolo e un posto.
Il circolo sembra essersi calmato, almeno momentaneamente, anche se so che mio padre non si arrenderà tanto facilmente.
Ha la stessa determinazione che ho io, la stessa testardaggine, solo che lui la usa come un'arma per ottenere il potere.
Abbiamo ricevuto una concessione temporanea, ma sotto una condizione,dovremo dare un erede per dimostrare che il nostro matrimonio è vero e non un patto tra famiglie.
Sono stata chiara con Burak su quanto mi spaventi l'idea di diventare madre adesso, con tutto questo caos. Lui sembra comprendere, e anche lui non sembra pronto per una responsabilità simile.
Sappiamo entrambi che suo padre attende l'erede con ansia, ma entrambi siamo d'accordo che un figlio non è un capriccio, non è una pedina da usare per consolidare il nostro posto nel circolo.
Usciti dal circolo, io e Burak ci dirigiamo verso il van per tornare alla villa.
Mentre saliamo a bordo, lui mi passa un braccio intorno alla vita e mi stringe a sé.
Riesco a sentire il suo calore, il suo respiro vicino, e mi rendo conto di quanto tutto questo sia diventato più sopportabile grazie a lui.
Lui, che in silenzio ha scelto di starmi accanto, senza chiedere nulla in cambio."Come stai?"
Mi chiede con una voce bassa e dolce, mentre mette in moto il van.
La sua mano si posa delicatamente sulla mia gamba, e in quel semplice gesto trovo un conforto immenso."Non lo so."
Rispondo sinceramente.
"Ogni volta che penso di essermi liberata di lui, riesce a trovare un modo per intrufolarsi nella mia vita, per ricordarmi che non posso sfuggirgli."
Burak mi lancia uno sguardo attento, serio.
"Non ti lascerò mai sola, Norah.
So che è una promessa difficile, ma sarò sempre qui, accanto a te."Quelle parole mi scaldano il cuore, e una parte di me si rilassa.
Anche se l'ombra di mio padre incombe ancora, so di non dover affrontare tutto questo da sola.
Ci sono lui e la sua famiglia, e adesso c'è anche Fanny, a offrirmi un rifugio sicuro.
Il van si allontana dalla città, e mentre il paesaggio scorre lentamente fuori dal finestrino, Burak sposta la sua mano sulla mia, intrecciando le nostre dita.
Non mi aspettavo di trovare tutto questo quando ho accettato il nostro matrimonio, pensavo che sarebbe stato solo un accordo, una copertura. Eppure, la sua presenza mi riempie di pace e mi dà una forza che non sapevo di avere.
D'un tratto, mi volto verso di lui e gli regalo un sorriso timido, genuino."Grazie, Burak.
Davvero.
Non so cosa farei senza di te."Lui mi guarda, e un bagliore scherzoso compare nei suoi occhi.
"Quindi ammetti che sono indispensabile, signora Aslan?"
Domanda con un tono leggermente malizioso.
Gli do una leggera spinta con la spalla, ridendo."Non ho detto questo."
Ribatto.
"Ma diciamo che la tua presenza è... gradita."
"Ah, gradita."
Ripete con una risata, fingendo di essere ferito.
"Pensavo di essere qualcosa di più per te."
Lo guardo con una finta aria seria, ma la verità è che vorrei solo abbracciarlo e dirgli quanto sia grata per lui.
Forse le parole non sono abbastanza, così mi avvicino e lo bacio dolcemente.
Sento la sua mano che mi accarezza delicatamente la schiena, e il calore del suo corpo mi fa sentire a casa, ovunque siamo.
Mentre ci stacchiamo, Burak sospira e mi guarda con uno sguardo che dice tutto."Torniamo a casa."
Mi sussurra.
Il resto del viaggio è tranquillo, e quando arriviamo alla villa, mi rendo conto di quanto sia diventato prezioso per me questo luogo.
Un rifugio sicuro, lontano dalle ombre del mio passato, dove posso finalmente sentirmi libera.
Rientriamo nella villa, e Burak mi abbraccia di nuovo, più stretta questa volta, come a voler imprigionare tutti i miei dubbi."Non devi aver paura, Norah."
Mi dice piano, sfiorando il mio viso con la mano.
Annuisco, perdendomi nel suo sguardo, e sento la speranza farsi strada tra le insicurezze.
E se davvero, con lui, potessi costruire qualcosa di diverso, qualcosa che nessuno possa mai togliermi?

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Mystery / Thriller𝘌 𝘴𝘦 𝘪𝘭 𝘥𝘦𝘵𝘵𝘰 '𝒎𝒂𝒊 𝒈𝒊𝒖𝒅𝒊𝒄𝒂𝒓𝒆 𝒖𝒏 𝒍𝒊𝒃𝒓𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒐𝒑𝒆𝒓𝒕𝒊𝒏𝒂' 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘴𝘪 𝘳𝘪𝘷𝘦𝘭𝘢𝘴𝘴𝘦 𝘪𝘭 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘳𝘢𝘳𝘪𝘰? 𝘓𝘦𝘪 𝘭𝘢𝘶𝘳𝘦𝘢𝘵𝘢 𝘢 𝘱𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘷𝘰𝘵𝘪 𝘮𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘧𝘳𝘢...