Capitolo 28

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TIMORE
Pov's Norah

Piango a dirotto, non voglio pensare alla piega che sta prendendo la mia vita.
Non riesco a metabolizzare il fatto che mio padre sia disposto a rapirmi, pur di farmi tornare a casa.
I mie sogni adesso li vedo in un posto lontano, irraggiungibili.
Perché vogliono questo?
Sarai stata in grado di diventare io stessa, ciò che voglio.
Loro nel giro di niente mi farebbero lavorare con costanza, presso qualsiasi ospedale o in capo al mondo, in un nano secondo.
Io non voglio questo, non voglio queste agevolazioni, devo essere io stessa a costruirmi ciò che voglio.
E' vero, i soldi, il poter aver accesso a tutto, agevola le cose.
Ma in cambio di cosa?
Ora capisco, la ricchezza della nostra famiglia da dove proviene, dovevo aspettarmelo che mio padre è un corrotto.
Tantissime volte ho origliato alla sua porta, scambi e proposte di euro, assurde.
Avrei dovuto capire che è un infiltrato, sino al collo.
Ma può spingersi sino a rapirmi?
Fare di me, ciò che vogliono?

"Signora, eccoci arrivati...sono 68 euro."

Porgo gentilmente i soldi al taxista pelato, che sorride perfidamente.
Scendo e con forza tiro la mia valigia, senza nemmeno darmi il tempo di chiudere la portiera, va via.
Cammino per le strade di periferie, sono più trafficate da persone malfamate, ogni tanto qualcuno lancia una sguardo di troppo e accellero il passo.
Non so nemmeno dove sto andando, ma la paura di essere vista e scoperta dagli uomini di mio padre, non mi fa arrestare la camminata.
Proseguo dritto per la strada, i tanti
palazzi sembrano gli stessi che ho oltrepassato cinque minuti fà, più vado avanti,più mi sembra di essere sempre al punto di partenza.
Sono esausta ed impaurita, il sole tra poco tramonterà e non ho un posto dove stare.
Escludo l'idea di piombarmi al locale, Andrea...quello spione non mi coprirebbe con il capo e ciò porterebbe solo ad una conclusione.
Il dottor Aslan, vorrà sapere per filo e per segno tutto.
Cosa che ovviamente,non intendo fare.
La questione è già parecchio confusa, non intendo immischiare altro.
Il cellulare incomincia a squillare, la suoneria di Rihanna si propaga in mezzo la folla,le persone mi fissano ancor di più, cerco di pescarlo in borsa e con forza rispondo al cellulare.

"Pronto?"

Si sono alzati tutti con il piede sbagliato stamani, non sono la sola evidentemente ad avere una vita che va in frantumi.

"Ti sembra questo il comportamento giusto,Norah?"

La voce di mia madre mi penetra,persino dal cellulare.
Mi fa paralizzare di sasso.
Il suo tono canzonatorio e carico di disprezzo, mi fanno sprofondare.
Non usa giri di parole, non con me.
Arriva sempre al dunque, come uno schiaffo in pieno volto.
So di non poter mettere a rischio la mia bellissima e adorata Fanny, tento di rimanere più tranquilla possibile.

"Ciao mamma, come stai?"

Non dovrebbe essere lei a chiedermelo, essendo che mi ha tolto tutto?

"Mi chiedi come sto?
Come vuoi che stia?
Norah, torna."

Non si è ancora rassegnata, resta della sua idea.
Io non sono una sua proprietà, non sono un oggetto.
Non sono più il suo trofeo da mostrare.

"Assolutamente no, mamma.
Ho già esposto le mie idee, voi non mi avete appoggiato.
Ho espresso ciò che volevo fare, me lo avete proibito.
Mi avete tolto tutto.
Soldi, auto, gli studi e adesso cos'altro vuoi?"

Non resterò più in silenzio, vuole che tiri fuori gli artigli.
Cavolo, posso decidere per me?

"Bada a come parli, Norah.
Io ti ho dato tutto ciò che era in mio possesso.
Una vita, un istruzione, i soldi...potrei elencarti all'infinito tutto ciò che abbiamo fatto in venticinque anni, per te.
Sei davvero ingrata, hai deciso di giocare a fare Dora l'esploratrice, per cosa?
Per dimostrarci cosa?
Di essere in gamba?
Di potercela fare?
Sai benissimo che sono stata notte e giorno a farti studiare, a provare di farti diventare, ciò da cui tu scappi."

Sentimentale come discorso, ogni qual volta non faccio ciò che lei vuole mi elenca tutto, ciò che ha fatto per me.
Mi fa sentire debitrice di una vita che non chiedo, di lussi che non voglio.

"Perché pensi che non riuscirò ugualmente senza i tuoi soldi a diventare medico legale?
Vi avevo chiesto di credere in me, ci sarebbe voluto solo un po' di tempo.
Quattro anni di studi erano troppi, per voi?
Non capisco dove sta il problema se studio per i fatti miei, se riesco ad andare avanti con le mie forze.
Voi mi avete cresciuta, educata e tanto altro, adesso posso incominciare a camminare da sola.
Sarò in grado con il tempo di dimostrarvi ciò di cui sono capace."

Lei ride con cattiveria, non crede nelle mie abilità.
Il pensiero di non essere sotto il suo controllo, la manda in bestia.
Eppure all'inizio era accondiscendente, non era felice però mi ha lasciata libera di scegliere.
Era un inganno?
Come mio padre e la buona persona che finge di essere?
Ho il mio fratellone avvocato, che partecipa a scambi di droga?
Che mondo è il loro?
Cosa mi hanno nascosto?
Che progetti hanno in mente per me?

"Norah sappi che se non torni con le buone, torno a riprenderti con le cattive.
Ti ho lasciato giocare, adesso è arrivato il momento di crescere sul serio.
Per avere venticinque anni sei in ritardo per parecchie cose, adesso smettila di comportanti come una bambina, torna e ottieni nel minor tempo la tua specialistica.
Abbiamo un incontro domani sera, presenzierai anche tu."

Un incontro di cosa?
Di cosa sta parlando?
Tutti questi suoi giochetti, mi fanno venire il mal di testa.
Pensa che sia stupida a tornare su due piedi?
Mi ha appena minacciato di venirmi a prendere con le cattive.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora