Capitolo 125.

120 9 2
                                    

Pov's Burak.

È solo questione di giorni ormai, e Norah completerà la sua specializzazione, coronando il suo sogno di una vita.
Da settimane vedo la sua dedizione ai libri, le ore interminabili passate a studiare, ogni dettaglio scolpito sul suo volto assorto e concentrato. Eppure, l'idea di festeggiarla mi riempie d'orgoglio come mai avrei creduto possibile.
Mentre sto sistemando alcuni documenti nel mio studio, immagino già tutto,una serata speciale, un evento degno di lei.
Non voglio che sia una celebrazione qualsiasi,voglio che la sua tenacia, la sua determinazione e la sua forza vengano davvero riconosciute.
Sì, sarà una festa grandiosa.
Osman mi raggiunge poco dopo e non perde l'occasione di commentare il mio evidente entusiasmo.

"Amico, giuro, è come se Norah ti avesse rubato il cervello."

Ride, accendendosi una sigaretta e appoggiandosi allo stipite della porta.

"Se intendi dire che finalmente sto facendo qualcosa di diverso dalla solita routine, allora sì, è così."

Rispondo, lasciandomi sfuggire un sorriso ironico.
Non so nemmeno perché mi disturbi a rispondere a una provocazione del genere,sa benissimo quanto io sia devoto a Norah e quanto questa specializzazione significhi per lei e per noi.

"Meglio così, Burak.
Questa festa non sarà solo per lei."

Continua Osman, inspirando profondamente.

"Tu stesso hai bisogno di mettere un punto e far vedere a tutti quanto siete solidi, quanto la tua scelta sia stata definitiva."

Annuisco, capendo il suo punto.
Nel mondo in cui vivo, dimostrare pubblicamente la mia decisione è una necessità.
Per quanto io sia già fedele a Norah, ci sono occhi che ci osservano, menti che analizzano ogni nostra mossa, pronte a saltare al primo errore.
E, ovviamente, c'è sempre mio padre, in attesa che io faccia quel passo ulteriore verso il 'trono' del circolo. Lui è stato chiaro,l'erede è il sigillo della verità di questo matrimonio.
Il sangue, per loro, è ciò che conta, ciò che lega realmente.

"E quindi, che pensi di fare riguardo all'erede?"

Osman mi fissa, una nota di curiosità, o forse di preoccupazione, nei suoi occhi.

"Il vecchio non ti ha lasciato molta scelta, da quel che so.
Le tempistiche... le conosci, no?"

Inspiro profondamente, irritato al pensiero.
Il vecchio è stato chiaro, cronometrando le mie mosse con la precisione di un orologio.

"Quindici giorni."

Dico, sforzandomi di tenere un tono neutro.
Ma non voglio costringerla a nulla.
È giovane e, soprattutto, ha appena iniziato a respirare davvero in questa relazione.
Sarebbe assurdo metterle sulle spalle una responsabilità simile proprio ora."

Osman annuisce, comprendendo.

"Sai, Burak, mi stai quasi stupendo. Mi stai dicendo che non saresti disposto a fare tutto, pur di assicurarti il posto che ti spetta?"

Sorrido, sarcastico.

"È proprio per assicurarmi quel posto che devo stare attento a ogni mossa. Non si tratta solo di potere, Osman,voglio che sia tutto vero, che sia qualcosa di cui andare davvero fiero."

Nel profondo, non posso negarlo,un figlio non mi spaventerebbe, non più. Sarebbe qualcuno da proteggere, da crescere in questo mondo complicato. Ma Norah... so che non è pronta, e forzarla significherebbe minare tutto ciò che abbiamo costruito finora.
Lei ha ancora tutto da esplorare, da realizzare.
Non posso lasciarle solo una casa e delle mura come futuro.
Sento un peso, un'inquietudine che deriva dalla necessità di adempiere alle aspettative del circolo, ma allo stesso tempo voglio darle la possibilità di scegliere liberamente.

"Certo, stiamo andando avanti, e non avrei mai pensato di riuscire a guadagnare tanto con lei.
In tutti i sensi."

Continuo a riflettere ad alta voce, quasi dimenticando la presenza di Osman.

Lui mi lancia uno sguardo complice.

"Ah, hai davvero perso la testa per lei, fratello.
Ma è una bella cosa, sai?
Vedere che qualcuno come te possa legarsi in modo così... viscerale."

Annuisco, ripensando a come eravamo partiti, a tutte le volte in cui credevo che tutto sarebbe andato in frantumi.
Eppure eccoci qui.
Lei, che si è concessa a me in ogni senso, sfidando il suo passato, superando i suoi timori.
Questo è ciò che ha reso il nostro legame unico.
Mi rendo conto che, per la prima volta, desidero che questa connessione diventi qualcosa di eterno, al di là delle pressioni e dei ruoli che il circolo vorrebbe impormi.

"E quindi."

Riprendo, con un tono più deciso.

"Ho intenzione di rendere quella sera qualcosa di speciale.
È il primo passo verso tutto quello che possiamo costruire insieme.
Non sarà solo una festa per lei, ma una dichiarazione, un modo per mostrarle quanto sia importante."

Osman sorride, spegnendo la sigaretta.

"Non vedo l'ora di vedere che cosa tirerai fuori dal cilindro.
E poi, sai come sono...sarò lì a farti il tifo."

Rido, scuotendo la testa.

"Per quanto ami il tuo entusiasmo, spero che stavolta non farai troppe scenate.
Questa è una serata seria, Osman.
Per noi, per me e per lei."

"Capito, capo."

Mi risponde, facendomi un mezzo inchino scherzoso.
Ma dietro quella facciata c'è la consapevolezza di quanto sia importante per me.
Osman esce, lasciandomi solo.
Mi siedo alla scrivania, perdendomi in pensieri sempre più concreti.
So che la pressione di mio padre e del circolo non sparirà con questa festa. Lo so fin troppo bene.
Eppure, la promessa di una nuova direzione, un futuro dove Norah possa vivere senza restrizioni, senza paure, è ciò che mi spinge ad andare avanti.
C'è un tempo per ogni cosa, e per ora, è il momento di costruire.
Per lei, per noi, e forse anche per quel futuro che non avrei mai creduto di poter desiderare.
Le sorprese, infatti, non finiranno qui.
So quanto Norah abbia sacrificato, quanto abbia dovuto affrontare per essere qui, al mio fianco.
E questa specializzazione segna l'inizio di qualcosa di nuovo, non solo per lei, ma anche per noi come coppia.
Non appena avrà avuto il tempo di godersi la festa, di assaporare questo momento, voglio proporle qualcosa che renda davvero nostro il legame che ci unisce.
Ho intenzione di ribattezzare il nostro matrimonio, di darle una nuova cerimonia che sia solo nostra.
Non una mera alleanza per placare i fantasmi del passato o per onorare i patti familiari, ma un legame basato sulla verità, sulla scelta reciproca.
Mi immagino già il suo viso, confuso e curioso.
So quanto sia restia a queste dimostrazioni di grandezza, lei che non ama la pomposità né l'ostentazione.
Ma so anche che in fondo le farebbe piacere.
Le farebbe sentire quanto io tenga a lei, quanto ormai lei sia parte integrante della mia vita.
Perché questo, alla fine, è il vero obiettivo,costruire un futuro che sia libero da imposizioni e basato solo su ciò che siamo diventati insieme.
Pensandoci, mi viene da sorridere. Ribattezzare il matrimonio... mio padre impazzirà al solo pensiero.
Ma questa è una mia decisione, qualcosa che riguarda solo Norah e me.
Ed è proprio per questo che voglio fare le cose in grande, senza lasciare nulla al caso.
In fondo, una parte di me non ha mai potuto vivere appieno la gioia di quel primo momento,tutto è stato rapido, deciso, e carico di obblighi e condizioni.
Ora, invece, voglio che il nostro matrimonio sia esattamente ciò che avrebbe dovuto essere dall'inizio,una promessa consapevole e desiderata.
Inizierò a pensare ai dettagli, forse persino al luogo.
Qualcosa di speciale, di intimo, ma indimenticabile.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora