Capitolo 101.

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Pov's Burak.

Mentre continuiamo a navigare verso l'isola ben nascosta, il rumore delle onde che si infrangono contro lo yacht è rilassante, ma sento anche un peso sul mio cuore.
Il braccio mi fa male, e so che ho bisogno di riposare.
È passato un po' di tempo da quando sono stato colpito, e anche se ho cercato di ignorarlo, la verità è che il dolore si fa sentire sempre di più. Non posso permettermi di essere distratto ora, soprattutto con Norah qui con me.
Sento la tensione di Norah anche se non la vedo.
Probabilmente sta finendo di sistemare tutte le cose che ha portato. La sua ansia è palpabile, e mi preoccupa sapere quanto stia vivendo tutto questo in modo intenso.
Non voglio che questo la consumi. Voglio che si senta al sicuro, e spero di poterle dare un momento di tranquillità, anche solo per un attimo.
Dopo un po', scorgo finalmente l'isola in lontananza.
La vegetazione è folta e selvaggia, e il paesaggio sembra promettere un rifugio sicuro.

"Ecco."

Dico, il mio tono è un misto di sollievo e determinazione.

"Possiamo avvicinarci."

La mia voce è un po' rauca, e mi rendo conto che la fatica della navigazione si fa sentire.
Mentre ci avviciniamo, cerco di mantenere la concentrazione sulla rotta.
Norah, che era rimasta giù per un po', ora sembra più attenta e vigile.

"Siamo quasi arrivati?"

Chiede, affacciandosi per osservare l'isola.

"Sì, ci siamo quasi."

Rispondo, cercando di mantenere un tono calmo.

"Dobbiamo solo ancorarci."

Finalmente, dopo due ore abbondanti di navigazione, ormeggio lo yacht in una piccola insenatura riparata, lontana da occhi indiscreti.
Non c'è anima viva in vista, e la tranquillità del luogo è una benedizione.
Ho bisogno di riposare il braccio, e spero che anche Norah riesca a rilassarsi un po'.
Quando scendo dallo yacht, sento la sabbia sotto i piedi e l'aria fresca che mi avvolge.
È un contrasto piacevole rispetto all'odore del mare e al rumore del motore.
Norah scende dopo di me, e mentre la osservo, non posso fare a meno di notare quanto sia cambiata.
La sua espressione è più calma, ma i suoi occhi tradiscono ancora la tensione accumulata.

"Rimani qui."

Dico, mentre mi dirigo verso la doccia esterna.

"Cercherò di pulirmi un po'."

Mi faccio una doccia veloce, cercando di sciacquare via il sudore e il sale.
Il freddo dell'acqua mi rinfresca e mi aiuta a chiarire la mente.
Quando esco, mi sento un po' più rinvigorito, ma la ferita al braccio continua a pulsare, e non posso ignorarla.
Norah, nel frattempo, sembra aver trovato il suo ritmo.

"Ho preparato tutto per la medicazione."

Dice, mentre mi avvicino.
Ha indossato un pantaloncino che le fa mostrare le gambe toniche, e il contrasto con il suo top bianco rende il suo aspetto quasi etereo.
Un sorriso mi sfugge mentre la osservo.
La sua determinazione è evidente, ma anche la sua vulnerabilità.
Siedo su una panchina di legno vicino al bordo dello yacht, cercando di trovare una posizione comoda per il braccio.
Norah si siede di fronte a me, e la sua espressione è seria mentre prende l'asciugamano e lo posiziona sotto il mio braccio per non far sporcare nulla.
Mi sento un po' imbarazzato dalla situazione, ma non posso negare che c'è qualcosa di intimo e rassicurante nel momento.

"Okay, vediamo cosa posso fare."

Dice, mentre inizia a disinfettare la ferita.
L'intensità del suo sguardo mi fa quasi sentire a disagio, ma al tempo stesso, il suo tocco è delicato e preciso.

"Devi stare fermo."

Dice, senza alzare gli occhi da ciò che sta facendo.

"Non voglio che tu ti muova e peggiori la situazione."

La sua serietà mi fa sorridere.

"Hai preso il comando qui, dottore."

Rispondo, cercando di alleggerire l'atmosfera.

"È quello che faccio meglio."

Dice, alzando finalmente lo sguardo per incontrare il mio.
La sua espressione è divertita, ma poi torna a concentrarsi sulla medicazione.
Quando inizia a mettere le bende, non posso fare a meno di notare come le sue mani si muovano con grazia e competenza.

"Sei davvero brava in questo."

Commento, non riuscendo a trattenere un sorriso.

"Beh, ho fatto il mio apprendistato in situazioni difficili."

Risponde, un accenno di ironia nella sua voce.

"E tu sei il mio primo paziente.
Da vivo.
Solitamente adopero sui cadaveri deceduti.
Fortunatamente, non ci sono stati gravi incidenti fino ad ora."

"Spero di non essere un paziente così problematico."

Dico, mentre lei finisce di sistemare la medicazione.
La sua espressione cambia, diventando un po' più seria.

"Non posso promettere che tutto andrà bene."

Ammette, mentre finisce di attaccare l'ultima parte della benda.

"Ma faremo del nostro meglio, giusto?"

La guardo, e in quel momento mi rendo conto di quanto sia fortunato ad avere qualcuno come lei al mio fianco.

"Sì, insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa."

Quando finalmente si allontana, mi accorgo che il suo viso è rosso.

"Dobbiamo essere cauti."

Dice, cercando di distogliere l'attenzione da noi.

"Non sappiamo quanto tempo abbiamo prima che qualcuno ci trovi."

"Giusto.
Dobbiamo assicurarci di rimanere nascosti."

Concordo.
Mentre ci sistemiamo, cerco di stuzzicarla.

"Ehi, spero che tu non stia pensando di prenderti tutto il merito per questa medicazione.
È stata un'operazione da vero chirurgo."

"Non ti illudere, Burak."

Dice ridendo.

"So che non posso competere con la tua fama da grande duro."

"Ah, ma io sono solo un uomo, e tu sei la mia eroina."

Dico, e il mio tono diventa più serio.
La guardo negli occhi, e in quel momento, la tensione tra di noi sembra aumentare.
C'è qualcosa di profondo e potente nel nostro legame, e mentre ridiamo e scherziamo, sento una connessione che va oltre il pericolo che ci circonda.
Mentre Norah sistema gli ultimi dettagli, mi accorgo di come la sua presenza riempia il mio cuore di una nuova energia.
La vita non è più solo una lotta per la sopravvivenza,è anche un'opportunità per costruire qualcosa di nuovo, qualcosa che ci appartiene.

"Pronta per un'avventura?"

Chiedo, alzandomi in piedi con cautela.

"Sei tu quello che ha bisogno di riposare."

Dice, ma il suo sguardo è pieno di spirito.

"Ma sono pronta a seguirti ovunque."

In quel momento, capisco che Norah sarebbe disposta a seguirmi ovunque.
E mentre ci prepariamo a esplorare l'isola e a scoprire cosa ci riserverà il futuro, sento un'ondata di determinazione.
Non importa cosa accadrà, noi siamo insieme.
L'isolotto si estende davanti a noi,con il suo verde intenso e il mare blu che lambisce la riva.
Mi volto verso Norah, e in quel momento, capisco che insieme possiamo affrontare qualsiasi cosa.
Mentre ci dirigiamo verso la riva, la mia mente è piena di speranza. Nonostante le ferite e il dolore, siamo qui, e questo è ciò che conta.

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