Capitolo 35

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Pov's Burak

Dopo aver discusso a lungo,finalmente Norah è crollata in un sonno profondo, ha la testa poggiata sul tavolino.
La lascio li, mi sposto il più lontano possibile.
Pesco il cellulare dalla tasca e cerco il nome di quel pezzo di merda di suo fratello in rubrica.
Squilla e prende a primo colpo la chiamata.

"Non ci si sente da un po,amico."

Sento delle urla in lontananza, non riesco a riconoscere le voci.

"Burak, per adesso non è un buon momento per la mia famiglia."

Questo lo so già, razza di idiota.
Cosa tramate.

"Che succede?
Posso esserti di aiuto in qualche modo?"

Brutto stronzo, ti strozzerò io stesso.
Ti farò vedere io.

"No, la mia famiglia non vuole che ne parli con nessuno sino a domani sera.
Per adesso tutto è bloccato, non appena ricominciamo con i giri mi faccio sentire."

Quindi l'incontro di domani sera è stato chiesto da loro?
Merda, ho l'impressione che domani
se non trovano Norah, annunceranno la sua scomparsa.
Tutti i paesi saranno messi sotto sopra, lei sarà in pericolo.
La situazione si sta complicando, se la rapiscono non appena si allontana da me, la otterranno in sposa o peggio ancora in schiava.
Come glielo spiego?
Sarà pronta a sentire la verità?
Possibile mai che non ha mai capito ciò che faceva la sua famiglia?

"Non capisco, però va bene.
Non farmi aspettare a lungo, o mi provvedo."

Gli stacco la chiamata e vado di nuovo da Norah, che sta ancora dormendo.
Vorrei portarla in una stanza e adagiarla su un letto.
Evito solo, per non avere una sua sfuriata domani mattina.
Deve essere tranquilla per affrontare determinati discorsi.
Mi sposto nel salottino, afferro una coperta, torno indietro e la poggio delicatamente sulle spalle di Norah.

"Ho paura.
Non so se c'è la farò."

Non so mai come approcciarmi con lei, vorrei rassicurarla.
So che è dura, specialmente alla sua età.
Resto soltanto vicino alla sedia, dietro le sue spalle.
Lei si appoggia nello schienale e si stringe nella copertina.

"Norah, non volevo svegliarti, ma essendo che sei sveglia volevo dirti che puoi distenderti in una delle due stanze presenti.
Ti verrà il torcicollo se dormi male."

Il suo respiro aumenta, non so cosa gli passa per la testa.

"Grazie, se non ti dispiace preferisco uno dei due divani.
Non occorre una stanza, sto bene cosi."

So che mi avrebbe risposto cosi, pura cortesia.
Non mi aspettavo che condividesse il letto con me, ne tanto meno che si coricasse in una delle stanze.
Quanto meno si sdraia sul divano.

"Ok se vuoi farti una doccia, all'interno delle stanze c'è il bagno.
Mangia se hai fame, domani mattina parleremo e dopo te ne andrai."

Si alza furiosamente, si mette di fronte la mia figura e mi osserva in cagnesco.
Non tollera proprio prendere ordini, la fa infuriare.

"Non darmi dei ordini, ok?
Abbiamo già parlato, ciò che ho detto oggi, non cambierà domani.
Lasciami in pace."

Cazzo, se capisse in quale rischio si trova non farebbe tutte queste storie.
Mi ringrazierebbe, so che non sarebbe in grado di nascondersi.
Si ritroverebbe nel giro di niente tra le braccia di uno sconosciuto.
Se io non posso averla per la mia vita di merda, nessuno uguale a me l'avrà.
La terrò nascosta per tutta la vita, se sarà necessario.
Deve solo permettermelo, non la sfiorerò mai con un dito.
Non la toccherò mai, se non sarà lei a volerlo.

"Io ho qualcosa da dirti, poi sarai tu a scegliere.
Non mi piace girare in torno ai problemi, voglio mettere le cose in chiaro Norah.
Non ti costruire palazzi e castelli.
Non mi interessi, non mi piaci e stai pur certa che non ti toccherò mai con un dito.
Io posso esserti di aiuto,tu puoi essere un aiuto per me.
Tutti e due possiamo risolvere dei problemi, che ci stanno rompendo le palle."

Sembra confusa, perplessa.
Non sa cosa ci accumuna ancora.
Si avvicina ancor di più al mio corpo e le mie braccia sfiorano quasi le sue.
Inalo il suo profumo di vaniglia, mi beo di quella vicinanza.
I miei battiti aumentano e sento crescere un dolore allo stomaco.

"Non penso di poterti essere di aiuto.
Non ho niente, non possiedo niente e non sono nessuno.
Non voglio essere la tua compagna di squadra.
Non riesco a capire cosa ci può accumunare.
Abbiamo una vita, totalmente differente."

Non lo nego, ha ragione.
I mille ricordi vissuti mi passano velocemente per la testa.
Le feste, i successi, le donne, il piacere, il divertimento, ho esplorato parti più oscure e persino perverse.

"Sono le esperienze che contano.
Cose che io ho già fatto e che tu farai.
Norah svegliati, è arrivato il momento di crescere.
Tutto ciò che vuoi, puoi.
Devi solo volerlo."

Sussurro con voce bassa e roca al suo orecchio, viene percorsa da mille brividi.
Sento la sua eccitazione da qui, la sua ingenuità continua a colpirmi.
Io le parlo di cose importanti, lei si fa prendere dai doppi sensi.
Continua a fissarmi le labbra, non sposta i suoi occhi.
Mi avvicino con la mia testa, voglio vedere sin dove si spinge.
Resta impassibile, non si muove.
Le nostre labbra, sono a pochi centimetri, riesco a sentire il suo alito che profuma di wisky.

"Non è cosi facile,Burak."

Sembra sia tentata di interrompere questa distanza.
Vorrebbe sentirsi amata e prottetta da qualcuno.
L'alcool in corpo, non la aiuta...la spinge a cercare ancor di più un contatto.
Non si ricorderà nemmeno ciò che sta accadendo, domani.
La guardo e mi vengono in mente mille modi, di toccarla.
Devo assolutamente allontanarmi, non riuscirò ancora per molto a tenere le mani in tasca.

RESTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora